Domenica di giugno, le tre
del pomeriggio, più o meno. Autostrada Aosta-Santhià. Il
vento ti arriva addosso di traverso e ti fa sbandare. Impossibile
tenere la velocità che avevi preventivato. Ti fermi a fare il
pieno e mandi un sms alla dolce (?) metà per avvertire che farai
più tardi del previsto e pensi che, all'arrivo, avrà il
muso lungo. E ti chiedi chi te lo fa fare, soprattutto alla tua
età over sessanta, di andare a cercare i raduni più
lontani.
Come ti salta in mente di metterti in sella il venerdì
mattina e farti una dozzina di ore di viaggio, in assoluta solitudine,
per andare ad incontrare gente mai vista prima a quasi 900 km da
casa? E poi rifare la stessa cosa, in direzione contraria,
quarantotto ore dopo, con in più gli strascichi di due notti in cui hai
dormito pochino e di una serata passata a tirare tardi e bere birra
insieme ad altri motociclisti.
Già, chi te lo fa
fare? Ovviamente nessuno. Te lo fa fare forse il pensiero che, magari,
la pianura padana non sarà la Desert Valley e che il tuo
California non sarà l'Electra Glide ma l'emozione di stare in
sella ad una moto per andare finché la voglia ti spinge è
proprio la stessa, a qualsiasi latitudine, in qualsiasi paese. Te lo fa
fare il piacere sconfinato di arrampicarti (con calma, senza dover
piegare a tutti i costi) su per i tornanti del Gran S. Bernardo con la
neve ai due lati della strada e l'occasionale marmotta che non si
sposta più di tanto al tuo passaggio. Oppure l'improvvisa folata
che ti arriva alle narici con il profumo del fieno tagliato di fresco
in una vallata svizzera.
E poi - perché non confessarlo? – ti spinge quel
sottofondo di esibizionismo che ti fa sentire diverso da tanti, che ti fa
sentire una punta di orgoglio quando ti guardano con un po' di
invidia quelli che sanno che non ci riuscirebbero mai, a farsi tutta
quella strada. La stessa punta di orgoglio che provi quando il
ragazzino che ti vede arrivare davanti all'autogrill tira il babbo
verso la tua Guzzi e gli fa notare, con la meraviglia negli occhi,
che è proprio grossa, e che c'è l'autoradio ed anche il
navigatore satellitare. Sì, non è un'Harley e neppure una BMW ma ha
tutto e mi ha sempre portato dove volevo senza mai lasciarmi per
strada. E sicuramente c'è anche qualcosa in più che mi spinge
sulla strada, ma vallo a capire!
Resta solo il fatto che, se
pure, verso la fine del viaggio, quando sembrava che casa tua non
arrivasse mai, hai maledetto il momento in cui hai deciso di partire,
ti basta una notte di riposo per cominciare a fare i piani per la
prossima uscita. E ti dici che, in fondo, questa volta saranno poco
meno di ottocento, i chilometri da fare, per arrivare in Germania. Ben
cento in meno della volta scorsa. Roba che, quasi quasi, invece di
partire il venerdì, ti potrebbe bastare partire il sabato e
tornare la domenica!
Nonno Enio
California 110 (carb) '96 "Italian Eagle"