L’ho
sempre pensato ed ora ne sono ancora più convinto che le
“cose” che ci appartengono ed a cui siamo legati hanno un
valore intrinseco che va al di là del loro valore strettamente
commerciale, in particolare per me, anzi noi (la mia famiglia tutta),
la Moto Guzzi V65 di mio fratello.
Chi di voi mi
conosce meglio infatti sa che ho perduto mio fratello 21 anni fa
proprio in sella alla V65 che da allora custodisco in maniera maniacale
e resterà a dispetto delle leggi sempre sua.
Quello che sto
per raccontare diciamo che ha del grottesco, pur tuttavia ha provocato
in me un disagio che mai avrei potuto immaginare.
Mio cognato,
ragazzo aspirante Guzzista di soli 25 anni, martedì scorso
prende la moto per andare a sostenere l’esame della patente. Dopo
le prove di rito, ottiene immediatamente l’agognata tesserina (ah
come cambiano i tempi..) e felice felice se ne va a zonzo per due
giorni scorrazzando per mezza provincia.
Il venerdì vado per prendere la moto e immediatamente mi salta all’occhio che manca il fianchetto destro!
Sono
immediatamente pervaso da una sensazione di sconforto mista ad
incredulità, prendo il telefono e comincio a chiamarlo sperando
di sentirlo dire che lo ha tolto e appoggiato da qualche parte ma la
sua risposta è laconica: “Quale fianchetto?”.
A quel punto
ha capito che bisognava intervenire subito per porre rimedio e
già il sabato mi sono attivato in tutti i modi per reperire il
pezzo.
Concessionari,
amici, mercanti di pezzi usati, (trovate il post anche nel mercatino)
insomma era come se mi mancasse un braccio…
Con il passare
delle ore, pur collocando il fatto nella giusta gerarchia (in fondo
è una ca..ata rimediabilissima) non mi scrollavo di dosso la
sensazione di aver fatto una cosa brutta, in altre parole di non aver
custodito a dovere la moto.
La mattina di domenica mi sono alzato di buon ora ed ho svegliato mio cognato.
“Vieni
con me e ripercorriamo tutta la strada che hai fatto, dobbiamo
ritrovarlo”, queste sono state le mie parole e lui un po’
assonnato ed un po’ esterrefatto (ha provato a dire: “Ma ho
fatto un sacco di km e poi è come cercare un ago in un pagliaio
e….”) si è accomodato in macchina e siamo partiti.
Mentre andavamo con andatura adagia e percorrevamo i km, un pensiero
ricorreva nella mia mente: “Non può finire così,
non deve finire così”, quando ad un tratto dopo circa 40
Km, nel centro di un paesino la mia tenacia è stata premiata,
adagiato su un lato della stradina di pavé, eccolo, lo vedo e
sembra come un miracolo che sia stato per ben cinque giorni lì
ad aspettarmi.
Era un
po’ malconcio a causa di qualcuno che c’è passato
sopra ma a mezzogiorno era già stato riparato ed era di nuovo al
suo posto sul lato destro della moto.
Quanto vale per voi un fianchetto di plastica?