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RACCONTI

 

 

Chi siamo

 

 

di Bernini Michele
 

Guzzi! Nome vivo e dirò palpitante nella sistole-diastole d'ogni italico centauro....queste parole mi suonano talvolta nella testa…..mi immagino quasi che ad un certo punto, un agghindato signore, vestito come ai primi nel 900, possa prendere un panchetto, piazzarsi in mezzo al ritrovo preferito dei motociclisti ed iniziare in mezzo ai centauri straniti a declamare all’infinito questo dogma….
E noi, solo noi,  potremmo capirlo e urlargli di rimando ogni volta un “Guzzi”….semplice e secco, senza proclami senza viva o forza, solo Guzzi…basta e avanza….Moto Guzzi. Nome simbolo di discordanza e appartenenza, forte di una tradizione mai più creabile, collante per adepti che nella loro diversità diventano uguali, amato da alcuni nella misura in cui viene beffeggiato da molti, criticato al limite dell’astio dagli stessi sostenitori più incalliti…..
Li riconosci da lontano, i Guzzisti, senza nemmeno vederne le moto….non hanno tute multicolore, stivali da gran premio o giubbottini alla moda che andrebbero bene nei locali da aperitivo….Usano abbigliamento tecnico senza fronzoli, quando è la tuta in pelle, è semplice, come quelle di una volta. Le toppe sono ben gradite, e se li immagino, li penso con un filo di barba incolta, quel filo di barba di chi si è alzato troppo presto, aveva troppa sonno per farsi bello ed aveva troppa smania di uscire in moto per radersi.
Di Guzzi simili ve ne sono molte, ma veramente uguali non lo sono mai….ognuno mette il suo tocco alla moto, come si fa con quelle cose che hai bisogno di sentire tue e fare in modo che siano specchio di quello che sei, simbolo diversamente caratteristico dell’appartenza a qualcosa che in fondo non si spiega. Nel mio immaginario il Guzzista è il vero cavaliere del rischio di una volta…..non nella velocità e nella spacconeria dello smanettone del 2009, vestito come un pilota, che corre come un pilota e mette in palio la pelle in mezzo le auto come un pirla….no, il guzzista è cavaliere del rischio nella plasticità del gesto, nella sublimità della curva pennellata, nell’arguzia dell’aver capito che non sei cavaliere solo quando corri al massimo, ma soprattutto quando lo fai con leggiadria …..con quel frivolo spostare il sedere per dare la via al cavallo d’acciao mentre imposta la traiettoria, e quello sguardo sorridente che buca la visiera, quando a dispetto di tutto e tutti, mostra senza vergogna che se la sta godendo come un matto……forse non vincerà il primio della velocità, ma quello dell’eleganaza, cacchio, davvero pensate di togliercelo?
Ed in questo balletto, leggero a dispetto della mole dei mezzi, frivolo nonostante la pochezza degli orpelli, ritmico  con cuore e pompone all’unisono, prima o poi ne cadiamo tutti stregati….che si cavalchi un toro coi semimanubri, o una nave da crociera simile ad una poltrona, tutti siamo simili nella nostra danza…abbandoniamo noi stessi alle onde, sapendo di esserci avventurati in un impresa senza ritorno….quando salti il fosso, abbandoni le altre moto, più leggere, più potenti, più veloci, più in tutto, ma meno in quello che conta davvero, dopo non sei più lo stesso. Magari tradirai la fede, magari la maledirai per un guasto, magari vorrai tornare sul bombardone all’ultima moda….ma il tuo cuore resterà sempre lì, cercando mille scuse logiche e legittime e sacrosante al tradimento…. Scuse alle quali crederai quasi davvero, tutte le volte che dovrai giustificare ad un fratello Guzzista perché hai voluto tradire ….ma quell’aquila impavida, che se ne frega dello scorrere del tempo, ferita in mille modi da altrettanti tentavi di affossarla, ti guarderà sempre dall’alto sogghignando ……. perchè se anche il tuo corpo non lo può più avere….l’anima te l’ha comprata da un pezzo ed è sua di diritto.
 
Red27, alias Bernini Michele
 

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