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TRAFORO DEL MONTE BIANCO, 22 MARZO 2003

 

 

Memorial Spadino 2003

 

di Goffredo Puccetti e Antonella Dessolis

 

 Il Racconto di Goffredo


Se c’è una cosa che mi piace dell’inverno, è che prima o poi finisce sempre. E per noi motociclisti l’arrivo della primavera significa anche il primo Raduno dell’anno. Un Raduno speciale, il Memorial Spadino, giunto quest’anno alla 4° edizione. Il 23 Marzo del 1999, un terribile incendio si sviluppò all’interno del tunnel del Monte Bianco; Pierlucio Tinazzi, motociclista, detto Spadino, non esitò a salire in sella alla sua moto e a tuffarsi dento il tunnel per tentare disperatamente di portare in salvo più persone possibili. La sua generosità gli fu fatale. Da allora, ogni anno, centinaia e centinaia di motociclisti rispondono all’appello di Riccardo Forte e del Coordinamento Motociclisti e si danno appuntamento a Morgex per poi salire tutti insieme fino all’imbocco del tunnel; per lasciare un fiore sulla lapide che ricorda il sacrificio di Spadino e per far sentire la propria voce a chi di dovere in tema di maggior sicurezza stradale.

Eccoci!

E non siamo soli!...

Le nuove teste del Centauro di Macio

Va meglio della mia...Devo farmene una ragione...

Tanto non partiamo subito, vero?

Le gran turismo di Orazio e Alberto


Per me lo Spadino vuol dire tutto questo, ma anche la possibilità di farmi un bel po’ di chilometri scegliendo di volta in volta un percorso diverso tra le tante possibili variazioni sul tema che la tratta Parigi-Aosta mi offre. Il tragitto è presto trovato: si scappa via da Parigi in autostrada, si esce alla prima uscita in Borgogna, si prosegue lungo le statali tra boschi e vigneti, si rimbocca l’autostrada per aggirare la noia tra Beaune e Bourg-en Bresse e poi di nuovo statali verso Annecy. Ragazzi miei, che dire? Mi sembra già di sentirvi: “Siamo alle solite, adesso parte con la solita tiritera di strade sublimi, deserte, che sembrano piste…”. Beh, a costo di sembrare ripetitivo, è proprio così. Vi risparmio l’elenco completo ma almeno segnatevi questa sequenza: D55, D13, D59, D936. Un complesso multivitaminico da prendersi tra Bourg-en-Bresse e Bellegarde, decisamente senza moderazione. Non da effetti collaterali, a parte (forse) un leggero senso di euforia.
Le medie tenute in sella alla Scura, soprattutto nei tratti di autostrada, sono decisamente più alte di quanto avrei potuto fare sul mio V11 Sport prima serie e mi trovo alle porte di Annecy nel primo pomeriggio. Potrei arrivare ad Aosta in un’oretta ma siccome le strade su questo versante sono molto più divertenti, decido di fare su e giù la N84, concedendomi un paio di deviazioncine e poi di fermarmi per la notte dopo Frangy, per lasciarmi la salita verso Chamonix e il Tunnel l’indomani.
L’albergo lo pesco come al solito a caso - mi basta che sia della catena Logis de France - tra Frangy e Annecy.
La mattina seguente, l’oste mi sconsiglia la strada del Col de Clusaz perché potrebbe essere ancora chiusa per neve. Per arrivare a Megeve e poi Chamonix dovrò dunque fare il fondovalle, costeggiando il lago di Annecy. È come se ad un appuntamento con Monica Bellucci si presentasse Eva Herzigova a dirvi che Monica ha avuto un impegno… Insomma, fa niente, no?
Gironzola di qui, gironzola di là, è ormai tempo di imboccare il Tunnel. I gendarmi accorrono alla vista della Scura. Un poliziotto, gli occhi fissi sugli scarichi, mi chiede senza troppa convinzione se ho qualcosa da dichiarare… Ho la tentazione di rispondergli: “Nello zaino ho sei chili di coca e del plutonio. Sa, sono un terrorista e questa Moto Guzzi è rubata”. Talmente grande è la passione per le Moto Guzzi qui in Francia che, se lo facessi, probabilmente mi sentirei rispondere: “aaaaah, la Gussì… alesimessiè…”.

Crema solare, anyone?

Saiot finge di ascoltare Orazio.

Pausa Pranzo...Giusto due cosine...

Si parte! In corteo verso il Traforo

Altra immagine del corteo

Siamo davvero in tanti

La V11 Lemans di Iko. Notare il codone in tinta!

the one and only Reverendo su Daytona

Come dice, agente? Non è un vespasiano?...


Arrivo a Morgex, esattamente 21 secondi prima della colonna “Milanese” di Anima Guzzista. A volerlo fare apposta, non saremmo mai riusciti ad essere così puntuali. Ci arrivano notizie dei “Romani” che arriveranno a Morgex solo dopo pranzo. Aggregati ai lumbard, ecco Iko, con la sua V11 Le Mans, bellissima nella sua tinta –tutta!- unita nera, e Francesco: finalmente dò un volto al ‘Saiot’ del Forum di Motociclismo.
È solo la mezza, ma come direbbe il poeta: “l’eco dello spago echeggia nel ventre”: ci dirigiamo verso la solita trattoriola nella piazzetta di Morgex, che si riempie in brevissimo tempo di motociclisti. Polentina col cervo, giusto per restare leggeri a pranzo, e poi una buona mezz’ora spaparanzati sul praticello a vedere il parcheggio che si riempie di moto, in attesa che Riccardo Forte dia il via al corteo verso il piazzale del traforo. Si commentano le nuove teste del Centauro di Marcello che riceve molti complimenti, dopo aver minacciato fisicamente chiunque non glieli facesse. Tantissimi i gruppi motociclistici presenti: oltre a diversi gruppi di Harleyisti, c’erano molti della lista TDM Italia addirittura con uno striscione, gli immancabili appassionati di VMax, sempre numerosi allo Spadino, e poi come dimenticare i Bmwuisti dal volto umano di Quellidellelica! Le Guzzi erano tantissime: dall’indistruttibile 850gt di Francesco fino ad una fiammante Breva. E poi Buell, Ducati, un paio di MV, e così via.

La salita al Traforo è stata molto ordinata, a parte un simpaticone che si diverte a far sgommare il suo TDM sul ghiaino a bordo carreggiata, impolverando tutti quelli che gli stanno dietro. Ricordo quando anche a me piaceva fare le stesse cose: avevo 14 anni…


Riccardo Forte ricorda Spadino

I motociclisti ascoltano il discorso di Riccardo Forte

Riccardo Forte


Arrivati al Traforo, Riccardo fa un breve discorso. Quest’anno, oltre il ricordo di Spadino, Riccardo ha voluto dedicare qualche parola alla scomparsa di Carlo Talamo e di Lea, la collaudatrice Ducati uccisa da un auto pirata. Anche Stefano Manno, camionista e motociclista perito nell’incendio è stato ricordato.
Ad un certo punto, e il responsabile del CMNord Ovest ha segnalato a tutti i motociclisti presenti l’immondo comportamento del giornale La Stampa di Torino. Questi i fatti, che meritano una breve digressione:
Domenica 16 marzo, Remo Giorgi, al volante della sua Clio, azzarda una folle inversione ad U, alla fine di un cavalcavia. Per Luca Caporusso, motociclista, c’è solo il tempo di lasciare sull’asfalto i segni di una disperata e impossibile frenata. L’impatto è violento. Luca sfonda con il casco il vetro posteriore dell´auto, dal lato del passeggero. Entra nell´abitacolo e travolge la piccola Eleonora, di 11 anni, che sedeva sui sedili posteriori. Eleonora muore sul colpo. Luca morirà il giorno dopo.
Il giorno dopo i funerali della bambina, ecco l’agghiacciante titolo de La Stampa:
‘ Tutta Mappano ai funerali della piccola «Ele»
HA PERSO LA VITA TRAVOLTA DA UN MOTOCICLISTA ‘
Alla vigilia del Raduno, in una lettera aperta a La Stampa di Torino, Maurizio Salamone, consigliere del Coordinamento Motociclisti sez. Nord Ovest, ha scritto: “Noi ricordiamo un nostro eroe, che ha perso la vita per l'incoscenza di qualcun altro, mentre voi continuate a denigrarci. Domani potreste scrivere :"Si ricorda l'incendio del Tunnel del Bianco dove sono morte tante persone per colpa di un motociclista che non li ha portati fuori tutti in tempo".

Lasciamo il piazzale e salutiamo i circa 80 motociclisti francesi della FFMC intervenuti alla manifestazione e ci dirigiamo verso Courmayeur dove è stato allestito uno stand con prodotti tipici della Valle che i motociclisti presenti dimostrano di gradire. Spuntino, saluti e via verso Aosta con Alberto a fare da apripista in mood andante con brio.
La sera concludiamo lo Spadino nella ormai storica trattoriola di Cesare e Lucia che anche quest’anno non ci delude.
Ad un tavolo vicino al nostro, un simpaticissimo gruppo di adolescenti improvvisa una effervescente gara di rutti. Ad Antonella basta un :”eh, no,” ma di quelli detti bene, per far tornare l’ordine tra gli imberbi. Iniziamo un arguto dibattito sul tema: “anche noi, a quell’età, eravamo così idioti”. La tesi di Marcello: “eravamo idioti, ma non così idioti”, viene accettata all’unanimità.
Grande mangiata, ma non è finita. Una parola magica e terribile echeggia: grolla, grolla!

Tranquilla, mamma, son tutti amici

Bevuto? Io?? Ma scherzi...

Macio, sveglia...

La Grolla!!! Ma è una mia impressione o è...

..argh...tiepidina...

Geronimo!!! Nello getta il cuore oltre la grolla!

E stavolta non mi freghi, grolla maledetta...

Ah, i giovani d'oggi...Guardate come si fa...


E così partiamo alla volta di un bar dove poter espletare il curioso rito della degustazione della grolla.
Vedete, cari amici, nulla è casuale. La birra, ad esempio, sana, fresca e dissetante, si è diffusa in tutto il mondo. La grolla la conoscono solo ad Aosta. Un motivo dovrà pur esserci. Lo scoprirò a mie spese. Il misterioso rito della grolla si espleta in questo modo: innanzitutto bisogna ignorare la temperatura ormai primaverile e far finta che ci sia –30.
Dopodiché si prende contatto con un fumante contenitore di legno a forma di Astronave Madre di Incontri ravvicinati del Terzo Tipo. Il contenitore è colmo di un corroborante intruglio a base di grappa, caffè e saliva. Ah, no, la saliva la aggiungiamo noi un po’ alla volta, dopo.
Ogni partecipante al rito è tenuto a prendere in mano la fumante grolla, portare le labbra ad uno degli ugelli, e degustarne il contenuto. A rendere più edificante il tutto, la temperatura da supernova in agosto del beverone e l’impossibilità di rendersene conto prima di essersi anestetizzati per sempre il palato.
Insomma, una gran bella cosa. Felici e grollati ce ne ritorniamo verso l’albergo, commentando la vibrante vita notturna di Aosta (incontri effettuati in una passeggiata in centro: tre giovani che fumavano di nascosto, un venditore di rose, due cani, un gatto. Ed era sabato…). Francesco, complice la bottiglia da due litri di rosso che si è portato via dal ristorante, ci guarda come se ci conoscesse ma non si ricordasse bene dove ci avesse visti… In albergo, salutoni a chi domani si sveglierà all’alba (Alberto ed Orazio sono attesi a Misano nel pomeriggio per seguire il Campionato Naked), arrivederci a Roma per tutti, e poi a nanna.
Nanna. Si fa presto a dire nanna…Nanna, la fava! Cullato dal bicilindrico russare di Orazio, costante sui 1000 giri al minuto sogno di essere uno stagista al corso su “le mille tonalità di un martello pneumatico “ finché la stanchezza prevale.
Al mattino, salutoni di rito, e via di nuovo. Autostrada, statale a Nantua, autostrada, statale a Beaune, autostrada ed in breve tempo mi trovo infilato in un’ allucinante coda al casello che mi annuncia tristemente che anche questo weekend in moto è finito e che per un po’ di strade deserte che corrono tra valli incantate non se ne parlerà proprio.
Alla prossima.

G.


Il Racconto di Antonella


Nonostante le previsioni poco favorevoli e qualcuno che, per tutta la settimana precedente, non ha fatto altro che dire: “Tanto pioverà…… troveremo la neve…… le temperature si abbasseranno!” eccoci pronti a partire con, naturalmente, le tute antiacqua nello zaino.

Sono le 9.00 quando, io e Marcello, come al solito in largo anticipo, arriviamo all’area di servizio di Novara dove troviamo Orazio con la sua pipa ad aspettarci. Il tempo di un caffè ed una sigaretta che arrivano Alberto e Luca in sella al California.
Baci, abbracci, pieno di benzina e di nuovo in sella per raggiungere Morgex.
L’autostrada è una vera noia ma fortunatamente non impieghiamo molto a raggiungere Pont Sant Martin, dove usciamo e ci fermiamo al solito bar ad aspettare altre persone.
La barista inizia a riscaldare cornetti ed a preparare cappuccini con nostra immensa gioia e così ci ritroviamo intorno ad un tavolino a riposare le membra. Arrivano i torinesi Iko e Saiot (i nomi veri non li conosco minimamente) e dopo poco prendiamo una stupenda strada piena di curve che si snoda nel bellissimo paesaggio valdostano.
Finalmente arriviamo nel piazzale di Morgex, da dove si partirà nel primo pomeriggio alla volta del traforo, ma c’erano solo 4 moto parcheggiate.
Guardo bene ed in piedi, vicino ad una Scura, vedo un tipo con occhialetti e sorriso a 360 gradi che si sbraccia………. Goffredo. Non facciamo in tempo a scambiarci i saluti che ecco……. i Costantini in sella al loro Centauro.

Goffredo cerca di imitare Macio ma non sarà mai fico quanto lui...

Polenta o Lasagna? Ah, decisioni...

Il Parco Moto di Anima Guzzista...


Lo stomaco inizia a borbottare, quindi ci dirigiamo verso il ristorantino a rifocillarci a suon di antipasti, cervo con polenta, gnocchi, riso e crespelle alla valdostana, lasagna, caffè ed ammazzacaffè.
Torniamo al piazzale e, visto il timido ma tiepido sole, qualcuno si stravacca sul prato, mentre qualcun altro gira tra le moto che nel frattempo sono arrivate. Ecco sopraggiungere il gruppo di Roma……… Nello, il Reverendo, Francesco, Salvo ed altri.
Mentre ci stiamo rilassando, Alberto si guarda intorno ed esclama: “L’anno scorso eravamo molto più numerosi!”
Bhe! Le ultime parole famose :-) Un rumore assordante, sempre più vicino……..sempre più forte e……….In pochissimo tempo nel piazzale non c’era posto neanche per una bicicletta!

I motori si accendono ed iniziamo a lasciare lentamente il piazzale……. direzione traforo.
Il “Memorial a Spadino” è una cosa molto particolare, ma ciò nonostante c’è qualcuno (fortunatamente in pochi) che impenna e sgomma pericolosamente senza considerare che tutto intorno a loro ci sono altri motociclisti che partecipano con un altro spirito.
Lungo il bordo della strada molta gente si ferma incuriosita chiedendosi, molto probabilmente, il perché di tutti questi motociclisti in fila ed i bambini si sbracciano a salutarci rapiti dal rumore assordante e dalla moltitudine di colori.

Eccoci finalmente al piazzale del traforo dove parcheggiamo le nostre bicilindriche e ci affrettiamo a raggiungere Riccardo che sta per iniziare il suo discorso.
Ha ricordato a tutti noi chi era Spadino; un ragazzo che, dopo essere uscito indenne dall’incendio del traforo, è tornato indietro più volte riuscendo a salvare altre vite senza preoccuparsi della sua che, purtroppo è finita tra quelle fiamme.
Il discorso si è spostato sulla sicurezza stradale ricordando che il nostro più grande pericolo sono i guard-rail, che il nuovo codice della strada dovrebbe avere nuove regole per la sicurezza di chi va su due ruote, ma purtroppo stenta a partire e di come i giornalisti in caso di incidente dove è coinvolto un motociclista, troppo spesso distorcono i fatti.
Alla fine ha preso la parola il rappresentante dei motociclisti francesi, presenti in buon numero, che a sua volta ha ricordato il gesto di Spadino.


Foto ricordo

Un Centauro SULO

Ascoltando Riccardone...


Conclusa la cerimonia ci dirigiamo verso il punto di ritrovo per il rinfresco al termine del quale salutiamo i Costantini, Iko e Saiot che ritornano a casa mentre noi raggiungiamo il nostro albergo ad Aosta. Dopo una doccia ed un breve relax tutti quanti usciamo e ci incamminiamo verso la trattoria che Goffredo ha prenotato decantandone i piatti e la simpatia del titolare.
Inutile dire che non è avanzato assolutamente nulla. Finito di rifocillarci facciamo una passeggiata nel centro di Aosta alla ricerca di un bar dove poter assaporare la Grolla ed Alberto non ci impiega molto a trovarlo.
Non ho mai partecipato a questo rito, mi hanno solo detto che la temperatura arrivava alle stelle e quando è toccato a me…….aaaargh……. ustione di terzo grado su labbro inferiore, lingua e palato.
La grolla inizia a girare da una mano all’altra e senza neanche accorgercene la finiamo (forse perché la temperatura è scesa a livelli accettabili :-) ).
Ormai la serata è alla fine, la stanchezza inizia a farsi sentire e lentamente torniamo verso il nostro albergo.
Salutiamo Alberto, Luca ed Orazio che il giorno dopo, di buon mattino, partiranno per raggiungere Misano; con gli altri ci si vedrà il mattino seguente per i saluti ed ognuno prenderà la strada per la propria destinazione, chi verso casa, chi verso un prolungamento del viaggio.

Antonella

Foto Bonus: Marco sfugge all'assedio dei cloni. Foto Ansa-Delirium.



 

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