RACCONTI
La
mia storia le mie moto
di
Maurizio Vallebona
Cap.
0 Introduzione
Che
cos`e' una moto ?
A
questa domanda volendo si possono
dare migliaia di risposte piu` o meno
pre-confezionate
ma fondamentalmente, credo che la qualita` di queste risposte
sia
direttamente proporzionale all` atteggiamento con cui si cerca di dare
una
risposta.
L`indifferente.
A
me quegli aggeggi lì mi
sembrano un po` troppo pericolosi, e se piove ?
poi
c'è un mio amico che ci va sempre che un anno è caduto e se ne e`
fatto
per....
e poi se non hai il garage dove la metti ?
Lei
(disinteressata)
Si
d`estate qualche volta andrebbe anche bene ma ste selle sono proprio
scomode
e poi non e mica detto che bisogna usarla sempre no?!
in
fin dei conti se ho appena passato mezz`ora a sistemarmi i capelli
devo
infilarmi in testa quel coso li ,e quando me lo tolgo mi lascia
un
disastro in testa...
Lei
(fanatica)
Quello
di prima l'ho mollato perche', a parte che sembrava
un ritardato mentale,
non
aveva mai voglia di fare niente e di andare da nessuna parte, questo
invece
come
ci siamo conosciuti mi ha fatto fare dei giri incredibili e insieme
abbiamo
conosciuto
un sacco di gente, adesso che e' un po che stiamo insieme gli ho
detto
che se ci tiene a me piuttosto si venda la mamma ma non venda la moto
che
altrimenti lo pianto li' come un baccala'.
Il
pazzo.
Io
con questa me li inculo tutti, non c`e` un semaforo dove non cia sia uno
con
un GTI che non me lo faccio, l`altro giorno uno mi ha fatto una manovra
che
se
non lo evitavo era un macello, quando l`ho ripreso lo volevo fare
scendere
per
caricarlo di schiaffoni....
Il
Genitore.
Ma
chi te lo fa fare di prendere quell`affare li che fra un anno, un anno
e
mezzo ti prendi la patente e la macchina e con quella ci fai quello che
vuoi
e noi cosi` siamo piu` tranquilli....
Il
romantico.
Quelle
di adesso non sono moto, mi ricordo la Guzzi di mio padre ancora di
quelle
con il volano che non si spegnevano mai, mio padre era il terzo
proprietario
e l`ha data via dopo 10 anni che gli dispiaceva tenerla sempre
ferma
e poi non andava mai alla fine, adesso varrebbe un capitale,
quelle
erano moto !
Il
tecnologico.
Questa
metterci la mani è un casino ma come le fanno adesso non si fermano mai
ti
dimentichi perfino di averle e quando apri ti sembra che vola sta
bestia.
L`altro
inverno e` stata ferma ,e
dopo 4 mesi ,vado li giro la chiavetta
e`
partita al primo colpo, ci cambio l`olio piu` per scrupolo che per
altro....
Io.
Ci
sono dei giorni che il lavoro e` un casino e quando esco ho la testa
come
un pallone, ma salgo sulla mia Guzzi, metto in moto e dopo tre minuti
mi
sento un altro.
Sabato
sono andato a fare un giro in una strada sperduta,
in un paesino
appena
fuori Torino ho girato tre ore senza vedere una macchina.
Ho
visto dei posti che non potresti immaginare ,e poi c`e` gente che per
vedere
qualcosa fa il giro del mondo.
Ho
capito che nell`amore e
nella passione non ci sono ragioni , io amo
andare
in moto, sono anni che lo faccio e non ho ancora capito cosa ci trovo.
Appena
vengo a capo di qualcosa vi faccio un fischio, ma credo che ci vorra`
ancora
del bel tempo.
Per
cui se vedete passare un motociclista con la faccia rapita che sta
guardando
il
paesaggio e magari nel frattempo canta cercando di intonarsi con il
rumore
del
motore, non pensate che sia matto e` solo innamorato, della sua moto,
della
vita ,e in fondo tutto cio non e` poi cosi` brutto.
p.s.
Se il soggetto in questione e` su una Guzzi rossa e sta incrociando su
una
strada di campagna ci sono forti possibilita` che sia io.
Cap.
1 La prima moto.
Come
si scrive la storia di un grande amore ?
Qualche
volta , quando ci si trova a parlarne, la storia di un grande
amore
viene rappresentata in modo estremamente semplice, talvolta
poco
riflessivo, enfatizzato.
Ma
scrivere, e` avere il tempo di condensare i propri pensieri,
dare
un corpo a idee vaghe che ,insindacabili nel proprio pensiero,
diventano
nude sotto l`occhio di chi le osserva guardandole
dall`esterno
delle nostre emozioni e delle nostre convinzioni.
La
mia prima moto, la ricordero` sempre perche` fu quella che non
ebbi
mai il coraggio di chiedere, perche`
entro` nella mia vita
senza
che potessi desiderarla o aspettarla.
Tre
materie a settembre furono il degno finale di un anno scolastico
,quello
della prima superiore, per molti versi estremamente difficile
della
mia vita.
L`anno
in cui ogni sistema scolastico si trasforma da garante di
un`istruzione
a strumento della competizione e della
necessita`
di
dimostrare la propria capacita` e la propria affermazione.
Cosi
mi ritrovai a colmare anni di vuoto e di non-metodo,
di
non-apprendimento, in una realta` difficile e ostile.
Questo
avrebbe scoraggiato qualsiasi genitore (cosi fu per i miei)
a
nutrire qualsivoglia speranza.
Ma
dove talvolta non arriva un genitore ,arriva un nonno che alle
ragioni
della mente antepone quelle del cuore, e leggendo il
tempo
in modo diverso sa che 14 anni arrivano una volta sola
nella
vita.
Cosi
in un dopopranzo di mare e di sole speso a fingere di non
dormire
sui libri fui trasportato davanti all`entrata di un negozio .
L`
insegna diceva ai passanti "Singer" ma nella vetrina tra
lampadine,
macchine
da cucire, biciclette per bambini, si vendevano anche ,
e
per me, soprattutto, motorini.
Ci
sono momenti che valgono una vita e che si ricordano per
sempre,
indelebili, come questo mentre, venivo invitato, stupito
e
attonito a fare una scelta.
Ero
impreparato, come scegliere ? perchè certi motorini avevano
i
pedali e altri no ? le ruote piccole sono meglio di quelle grosse ?
di
che colore lo vuoi ? troppe emozioni ,troppi interrogativi
in
una volta sola.
E
allora ? Presi il colore
piu`bello ,e la mia prima moto ,
un
Califfo K Rizzato azzurro metallizzato, entro` nella mia vita.
Azzurro
come il mare che circondava la mia isola ,Carloforte,
che
contemporaneamente amavo e temevo e dal quale mi sentivo
sempre
inspiegabilmente attratto e impaurito.
Azzurro
come il cielo dell`isola che ogni estate mi rapiva e per
4
mesi mi faceva fare una vita diversa.
Non
so se Carloforte avesse solo il fascino dei paesi piccoli
o
delle isole , o qualcosa in piu` ,ma sulle strade di quell`isola
percorse
sotto il sole avanti e indietro dalle spiagge cominciai
a
covare i pensieri che accompagnano tutti coloro che `usano`
i
loro chilometri per isolarsi, per pensare.
Probabilmente
lo Stato e la Chiesa si sono messi d`accordo per
compiere
ai danni dell`umanita` una delle piu` gravi ingiustizie
mai
perpetrate nell'arco della storia .
Sto
parlando della legge che vieta ai quattordicenni di
viaggiare
in 2 sui motorini.
Si,
ingiustizia! Quale mente ottusa, aberrante e incolta se non
quella
di un vescovo o di un ministro, in una eta` dove comunicare,
toccarsi,parlare
con chi ti e` simile, sentendolo vicino, e` tutto,
arriva
a porre un divieto di questo tipo.
La
stessa mente ottusa e idiota che non permette di viaggiare in
2
permette di costruire motocicli di 50 cc che fanno i 100 km/h
sui
quali molti viaggiano senza casco, vieta, ciò che anche il
piu
incapace degli psicologi sa essere una caratteristica
dell`adolescenza,
parlare e toccarsi senza pregiudizi,
in
modo naturale.
Io
disubbidii. E non lo feci con manifestazioni di piazza,non
invocai
partiti
e fazioni, ma colpii lo
stato nei suoi interessi piu vitali,
mettendolo
in conflitto contro se stesso.
Cominciai
a uscire sempre in motorino con la figlia
del capitano
dei
vigili.
Se
ogni paese ha le sue leggende anche Carloforte tra le sue
ne
vanta una speciale, un vigile incorruttibile, moralmente irreprensibile,
che,
mentre il resto dell`italia lasciva e guardona esibiva i suoi
mezzibusti,
percorreva
le spiagge in stivaloni di cuoio, pantaloni neri e camicia
multando,
riprendendo e invocando il pubblico pudore.
RAMONA,
quale mente di motociclista Carlofortino puo risentire
questo
nome senza vedere tornare
giorni ed emozioni dimenticate.
L`intimo
timore di attraversare ,accompagnati dalla propria
colpevolezza
e dalla propria compagna, le strade meno battute del
paese,
affacciandosi ad ogni angolo ben sapendo se colti,quale triste
destino
si sarebbe compiuto !. Ramona non perdona Bastona !.
Ma
dividere per meta` il frutto della colpa (la multa)
direttamente
con il capo dei vigili rese ai miei 14 anni una
consapevolezza
diversa.
Quell`amore
non poteva durare, e come tutti gli affetti verso
i
quali le famiglie sono
apertamente ostili, morì giovane,
ennesimo
destino incompiuto.
Se
penso al mio Califfo ,ai momenti che insieme vivemmo a Carloforte
mi
pento della fine che ha fatto.
Per
lunghi inverni mi attese nella nostra casa al mare dove
la
nostra unione si rinsaldava a luglio di ogni anno ,forse avrei
dovuto
lasciarlo la nei luoghi dove era nato, dove avevamo
consumato
insieme la nostra adolescenza e dove avrebbe dovuto
finire
i suoi giorni.
Stupidamente
(come si fa talvolta quando si e` giovani) pensai
che
avrebbe voluto vivere tutto l`anno con
me e lo portai a torino.
Dapprima
non abituato a tutto quello smog mi manifesto` la sua
scontentezza
con dei problemi di carburazione che assomigliavano
a
dei rantoli feroci, convulsi. Poi quando mi accorsi della fatica
che
faceva ,per farlo sentire a casa lo feci verniciare di un bel
colore
rosso granata, ma anche questo a lui non piaque e me lo fece
capire
subito facendosi venire una specie di morbillo.
Fu
a quel punto stizzito da quel suo comportamento irascibile
e
burrascoso che decisi di venderlo, non pensando che con lui avevo
venduto
un pezzo della mia
adolescenza, che non si puo avere una moto
con
un carattere mediterraneo, e pretendere che immersa nella nebbia
si
comporti con la flemma ed il distacco di quelle moto di citta`
con
lo sguardo indifferente.
Cap.
2 La Giapponese.
Era
gia` passato qualche anno da quando avevo venduto il mio motorino,
la
patente B e i miei venti anni avevano fatto il resto.
La
matura non lasciava molto tempo per pensare, e la macchina
offriva
sicuramente delle comodita` in piu` rispetto alla moto.
Finita
la scuola ,ebbi la fortuna di trovare un lavoro a Formigine,
dove
andai a vivere, dando cosi una brusca svolta alla mia vita.
Anche
le mie possibilita` economiche cambiarono notevolmente,
e
mi ritrovai cosi` senza macchina.
Formigine,
provincia di Modena, a un passo da Maranello,
era
un paese dove le biciclette
regnavano incotrastate.
Strano
destino per un paese famoso nel mondo per le sue macchine.
Formigine
terra del lambrusco e delle tigelle, dove la gente
ti
offre piu` volentieri da mangiare che da pensare, ma lo
fa
con la furbizia e la bonarieta` di chi ,si vede, ha un passato
da
contadino misto di saggezza,di furbizia e di voglia
di
divertirsi.
Ma
in un paese dove chiamarsi Ferrari e` una cosa normale
,Roberto
,un amico, posava una pietra migliare della mia esistenza
motociclistica,
quando, una sera portandomi con lui sulla sua
Honda
400 four mi proponeva un fine settimana da passare al mare.
Tra
amici `normali` una proposta di questo genere puo` talvota
destare
qualche perplessita` , ma tra motociclisti ,abituati a
condividere
una passione (la moto) che spesso allontana da
situazioni
normali, tutto questo e` assolutamente normale.
Partimmo
cosi ,tenda e bagagli, e mentre la ruota posteriore
si
scuoteva di dosso la nebbia padana, la ruota anteriore andava
dritta
verso il sole e il mare.
A
ben pensarci il ricordo piu` vivo e` il giallo del casco che
mi
era stato `passato`.
Imaparai
quel giorno una cosa importante sui caschi.
Ogni
motociclista ha almeno 2 caschi ,uno, il suo, che e` sempre
quello,
dalla memoria del tempo, dove ha ormai gia riprodotto
tutto
l`ecosistema dei suoi odori ,del suo respiro,della forma
della
sua testa, l`altro quello di tutti, che si conserva per
`quelli
di passaggio` occasionali fruitori di una esperienza,
che
condividono insieme con tutti quelli che li hanno preceduti
,forfora,
cerchi alla testa , odori.
Per
tornare al viaggio, il momento culminante fu quando ,
dopo
300 km ,in una stradina sulle 5 terre feci la
fatidica
richiesta:
Me
la fai provare ?
Una
domanda che segna una vita ? forse.
Sicuramente
una delle poche domande che contro ogni buon senso
si
continua a ripetere fino ad avere una risposta positiva .
Ognuno
volendo può fare le sue riflessioni, ma la mia e` che
dopo
avere `provato` giurai intimamente a me stesso che sarebbe
stata
solo una questione di tempo, e poi, anche io avrei avuto
una
moto - vera -.
Quella
Honda Four, strano connubio di idee giapponesi e nomi
inglesi,
mi insegno` parecchie cose sulle moto,
per esempio
che
4 cilindri e una sola marmitta rendono odioso anche il
piu`
simpatico dei motociclisti.
Quando
si e` giovani, e si pensa che tutto il mondo sia casa tua,
perche
una casa, veramente tua, non
te la sei ancora costruita,
credo
che tutti abbiano desiderato un`avventura o una storia
con
una donna straniera, (io si !), ma raggiungerla insegna
un
sacco di cose.
Anche
Sharon mi insegno`, insieme con la Honda del mio amico
Roberto,
che se si e` troppo diversi e la propria cultura
insegna
a cercare cose troppo diverse, incontri occasionali
o
subitanee passioni difficilmente si trasformano in relazioni
durature,
e che un` H nel nome non e sempre sinonimo di qualita`.
Imparai
da entrambi che prima di scegliere qualcosa, o qualcuno
e`
importante sapere ciò che vuoi , e che di ciò che vuoi
non
devi vergognartene perche` non e` di moda o perche gli
altri
non lo trovano attraente.
Ma
se si riesce, prima che a avere, a capire che cos`e` che si
vuole,
allora forse si impara a vivere in un modo diverso.
Cosi
come Sharon, anche la Honda dopo avermi tenuto per qualche
tempo
mi lascio`.
A
entrambe va la mia riconoscenza per essere state un punto di
svolta
della mia vita, ed anche il mio disappunto pe
non
avermi
dato il tempo di far capire loro chi io fossi.
Cap.
3 IMOLA ovvero la prima guzzi non la scordi mai.
Tornare
in una grande citta` dopo qualche anno di assenza e un`esperienza
che
tutti coloro che l`hanno fatta se la ricordano bene.
Tornai
da Formigine a Torino, dove
con un milione di altri torinesi
mi
ritrovai, ogni mattino ed ogni sera,
a condurre quella lotta
senza
quartiere e senza onore che che gli urbanisti osano
chiamare
circolazione.
Circolare
,probabilmente, nella lingua italiana è una parola che
in
qualche modo da l`idea del movimento, ma nel dialetto torinese
il
piu` delle volte si lega all`idea di stare in coda.
Sicuramente
anche altre citta` hanno lo stesso problema.
Ma
ai torinesi questo, sembra ancora piu` grave,perche` nella loro
citta`
dove tutte le strade si incrociano a 90 gradi ,suggerendo
in
qualche modo la felice appartenenza a qualche ordine cosmico,
il
doversi ritrovare perennemente in coda assume un sapore quasi
blasfemo.
Si
arriva così a ogni sorta di bruttura, ad esempio incolpare i
meridionali
per il loro modo di guidare, i marocchini perchè lavando
i
vetri non ti lasciano partire al verde, le prostitute perche`
rallentano
la circolazione.
Pochi
pensano che nella citta` con la piu` grande fabbrica di
automibili
italiana il vero problema è che ci sono troppe macchine,
e
troppa gente che le usa.
E`
strano che a Torino non ci siano più costruttori di moto.
Non
credo fosse per questo motivo che la mia prima moto non era
targata
torino.
Imola
la prima -veramente moto- -veramente mia- nata da umili
origini
partenopee (targata Benevento) venne come migliaia di
altri
suoi conterranei a vivere e lavorare qui nel nostro freddo
nord,
sali` su un treno e ne scese in un mondo diverso, nella
capitale
dell`automobile.
Non
c`era mai stata un`altra Guzzi nella mia vita prima di lei,
eppure
quando la vidi per la prima volta ,capii che eravamo fatti
l`uno
per l`altra.
Il
prezzo,quello giusto , la marca -italiana- come voleva mio
padre
(lo sponsor), e soprattutto il motore, dal primo momento che lo
sentii
girare capii che era quello giusto per me.
Rotondo
,pieno, sicuro sono gli aggettivi istintivi che mi vengono
in
mente.
E`
vero che era un po piu`
bassa delle altre ma come tutte le
meridionali
trasmetteva un calore particolare, inconfodibile che
non
si poteva non amare.
Fu
con lei e con il mio omonimo e amicissimo Maurizio Cogno che decisi
di
trascorrere le vacanze estive.
Le
ferie in numeri:
4 borse
2
ragazzi
1
tendina canadese
1
Imola
3800
km su tutte le costiere d`italia da Genova a Venezia
22
giorni meravigliosi di scoperta del mondo
Non
riesco a commentare quel periodo, ancora oggi non riesco a valutarlo
completamente.
Lei ,Imola, si comporto` piu` che egregiamente e la sua Targa BN
ci
fece quasi da lasciapassare per molte zone d`italia, ma soprattutto
grazie
a
lei imparammo a viaggiare.
Il
termine viaggiare passo` da quello puro e semplice di arrivare in un
posto
a
quello di godere il viaggio per quello che era, e deve essere, nelle sue
sensazioni
piu`
istantanee, quelle che si percepiscono quando non si sa dove si vuole
arrivare.
Ma
viaggiare, se diventa una condizione, diventa anche un modo di pensare
e
di affrontare ciò che ci si trova davanti.
A
IMOLA devo giorni e momenti indimenticabili trascorsi a scoprire
l`Italia,
e
con essa, le persone che ci vivono dentro e che incontri per strada ,nei
bar
e
anche quelli che ,come te, sono sempre in giro da qualche parte.
Ho
letto su un libro che dire Guzzi non e` citare una marca, ma parlare di
uno
stile di vita che si riflette sulla scelta di una moto, tutto vero.
Ho
incontrato centinaia di altri `guzzisti`, e pur sentendomi con tutti
loro parte
della
grande famiglia dei motociclisti, i guzzisti hanno qualche idea in piu`.
Non
hanno comprato la loro moto perche costava meno di altre o dava piu`
di
altre , la hanno comprata perchè sapevano che lei a differenza di tutte
le
cose
delle vita che sono passeggere ,lei, sarebbe rimasta per sempre.
Piu`
una Guzzi diventa vecchia più il proprietario finisce per amarla ed
apprezzarla,diventa
una di famiglia di cui non ci si disferebbe mai.
Ci
sono pochissimi motivi per cui ci si disfa di una Guzzi:
a)
voglio una guzzi ancora piu`
grossa
b)
voglio darla al mio amico
cosi-inizia-a-venire-in-moto-con-noi-che
cosi-non-mi-fa-la-fesseria-di-comprarmi-una-honda-che-poi-lo-porto-in
-giro-che-mi-tocca-vergognarmi.
c)
l`ho venduta a quello li che e` un amatore e so che l`avrebbe tenuta
meglio di come la stavo tenendo io
d)
se la tenevo ancora un po si
accorgeva che non sono più il manico
di una volta.
Imola
e stata la prima di una lunga serie.
Per
venderla misi un annuncio
su un giornale di quelli tutto inserzioni
e
il tipo che si presento` mi comunicò
esattamente ciò che volevo sentire,
Imola,
non sarebbe stata maltrattata ma avrebbe ricevuto tutte le cure del
caso
,chiesi allora di poterla rivedere dopo le modifiche che sarebbero
state
apportate e lo ottenni.
Quando
me la riporto` per farmela vedere quasi non credevo ai miei occhi
era
molto piu` bella di prima, meglio cosi` mi dissi, ero contento per lei.
Mi
spiace averla venduta.
Adesso
comincio a capire quelle persone che conservano tutto o quasi e
che
quando toccano certi rottami hanno quell`aria sognante, stanno rivivendo
pezzi
del loro passato dei loro ricordi, delle loro sensazioni.
Vorrei
avere un garage dove tenere i miei ricordi e magari ogni tanto
metterli
in moto, lucidarli e accarezzarli con aria sognante.
Cap.
4 Guzzi sempre Guzzi (ma piu` da americani).
L`unica
cosa che puo` impedire ad un motociclista di essere felice
e
di continuare ad esserlo per tutta la vita, nonostante gli incidenti,
e
una stronza di fidanzata che comincia a dire :
affermazione
1
"Ma
perchè dobbiamo sempre andare in giro con quella roba lì che non
ci
possiamo portare niente dietro, neanche per cambiarci, che sembriamo
sempre
degli zingari ?"
soluzione,
Caricarsi
di borse e valige e attrezzature in kit dal costo
pari
quasi a quello di una seconda moto che si potrebbe regalare alla
fidanzata
al fine di corromperla.
Affermazione
2
"io
dietro ci sto scomoda da morire e poi non vedo niente e non mi
diverto
e poi se non faccio attenzione mi brucio i polpacci sulla marmitta
e
quando mi lavo i capelli il casco mi distrugge tutto il lavoro
che
faccio e sembro una strega !"
soluzione
Cambiare
moto possibilmente con un custom che oltre ad offrire una
comodita`
a tutta prova offre una notevole visuale al passeggero
e
date le basse velocita permette l`utilizzo di caschi di dimensioni
quasi
irrilevanti
affermazione
3
"Se
ti piace tanto andare in giro in moto a prendere freddo e pioggia
vai
pure in giro da solo che ti aspetto quando torni e poi facciamo
altro
, ma vedi di non fare tardi."
soluzione
mollala
!!
Essendomi
trovato allo stato 2 mi ritrovai dopo un po di tempo a
vendere
la mia amata (sic) imola. Aquistai cosi Gertrude la mia
seconda
Guzzi e la mia prima custom.
Le
custom spesso riescono a compiere un miracolo nella mente di
una
donna. Infatti danno la possibilita alle donne di giudicare
un
mezzo nell`unico linguaggio che a loro è dato dalla nostra
ristretta
cultura (aime!) di comprendere, la bellezza.
Le
custom sono belle,anzi bellissime, e per questo si puo trascurare
il
fatto che siano troppo basse per affrontare qualsiasi tipo
di
strada che non sia asfaltata, che ti riempiano d`aria e
siano
quasi ingovernabili alle
alte velocita` e che abbiano lo
stesso
angolo di sterzata di una bisarca carica di
roulottes
o
che per lavarle si puo usare solo il SIDOL.
Tolto
questo si puo` dire che sono ottime moto.
Gertrude
era un custom moderato, perfino piacevole ma con lei
commisi
un errore fatale, insieme a lei e ad una ex (Miriam)
commisi
la fesseria di partire per una settimana di ferie non
autorizzata.
Risultato
:
a) sfuriata tremenda del
mio capoufficio
che scoprendomi sulle coste della Sardegna poco
manco` non mi offrisse come vittima sacrificale
al pranzo aziendale dei donatori sangue.
b) riprensione della mia
non-ancora fidanzata che
ancora oggi me lo rinfaccia.
c) quasi distruzione del
cambio che mi era stato
già demolito da mio padre (precedente proprietario)
a
tutto questo si aggiunga una settimana di tortura della
ex
che ricorda ogni momento l`altro che sta cornificando
ripetendo
a se stessa che non ha mai amato nessuno come lui.
Gertrude
non era fatta per me , sarebbe andata benissimo
per
qualche sbarbatello desideroso di risparmio sul bollo
e
di corti tragitti bar-casa-chiesa-scuola.
Ma
tra le urla lancinanti del cambio che si autodistruggeva
quasi
a celebrare il passaggio da una fase della mia vita a
quella
successiva arrivai ,sorprendendo per primo me stesso,
a
realizzare che sentivo il bisogno di una moto che nel
traffico
di città fosse in grado di infliggere una severa
punizione
anche alla quattro ruote piu` cattiva disponibile.
Cominciai
così quel che nel gergo amoroso e` definito `corteggiamento`.
Il
corteggiamento si svolge all`incirca così:
a: si comincia a non lavare piu` tanto la moto vecchia
b: si effettuano solo le riparazioni strettamente necessarie
c: si va in quei luoghi dove e` possibile trovare una degna
sostituta della attuale compagna e si inizia la caccia.
Dare
la caccia vuol dire, una volta individuato il luogo, passare
lunghe
ore a osservare tutto il reparto usato passando piu` volte
giorno
e notte nella speranza di notare qualcosa di veramente
interessante.
Il
mio corteggiamento, essendo mirato alla conquista di una maxi
(maxi
vuole dire una moto tra 650 e 1000 o piu` di cilindrata), si
sapeva
non sarebbe durato a lungo.
Provate
tutte le 1000 disponibili, scartate le 850 troppo sportive
e
i tutto-avanti scoprii nella cilindrata 650 il 'rumore' giusto.
Si
trattava ora di capire quale 650 avrebbe avuto l`onore di essere
la
prima maxi della mia vita.
La
trovai.
Così
senza dire niente in famiglia fissai la data del nostro primo
appuntamento.
Quell`appuntamento
mi diede diverse sorprese.
La
mia ex venne per vedere com`era la nuova (moto)
La
mia non-ancora venne per vedere come andava a finire la ex (moto)
Il
fidanzato della non-ancora venne con la sua (moto) all`insaputa
della
mia ex, di me, e della mia non-ancora,a sua insaputa futura ex.
Da
tutto quel groviglio io uscii con una Guzzi 650 C superdotata
(vuol
dire che aveva tutto di serie). Non sapendo ancora come districarmi
in
tutto quel groviglio decisi di giurare fedelta` solo alla mia moto.
Anche
perche` a conti fatti è molto piu difficile trovare una moto
usando
una donna che una donna usando una moto.
A
non tutti piaque la nuova (moto) ma a me non importava.
Ciò
che mi importava era quello che avremmo fatto insieme senza tutta
la
carovana di gente che in quel periodo angustiava la mia vita.
La
belva (cosi` la chiamai) era una bella moto.
Sabato
dopo sabato,domenica dopo domenica mi offrii momenti spensierati
di
relax, di tranquillita` lontano dal trambusto che la mia famiglia
e
le donne della mia vita generavano.
Alle
mie preoccupazioni,ai miei tormenti, lei rispondeva con quel suo
andazzo
imponente robusto,irresistibile negli allunghi, che dava
tranquillita`
al mio spirito.
Solo
lei per un lungo periodo di tempo non mi fece promesse che non potesse
mantenere,
non mi rinfaccio` le mie indecisioni e soprattutto non mi
tradi`
mai, anche se qualche volta una vecchia e bizzosa batteria mi
diede
qualche fastidio.
Lei,
nelle lunghe ore che passammo insieme, in quel periodo mi fece ritrovare
il
valore
di me stesso e soprattutto la mia tranquillita`.
Di
tutte le mie moto la belva fu quella che indubbiamente valeva di piu`.
In
piu` avevamo qualcosa in comune io e lei.
Nel
periodo in cui ci incontrammo eravamo entrambi scartati da tutti,
io
dalle mie donne, e lei da tutte quelle specie di mostri ricoperti di
plastica
chiamati enduro che scorrazzavano, perchè cosi andava di moda,
sulle
strade della mia citta`.
Eravamo
giudicati entrambi molto inadeguati e fuori moda per le nostre idee e
per
come eravamo fatti, troppo solidi, fermi nel nostro modo di vedere le
cose.
Ma
si sa che la costanza paga e sia io che la belva ci prendemmo cosi le
nostre
rivincite io con le donne, lei con le altre moto.
La
moda si ricordo` di noi e da un giorno all`altro ritornammo all`apice
della
popolarita`,
io come compagno e lei come custom.
Oramai
eravamo troppo popolari , come tutte le grandi coppie correvamo
il
rischio di offuscarci l`uno con l`altra e così decidemmo di lasciarci.
La
nostra separazione ci lascio` molto piu` ricchi
di quando ci eravamo
incontrati.
La
belva ritornò nella stesso salone da dove era stata presa e dove
qualcuno
dopo
una cura di bellezza la volle per molto di piu` di quanto la avessi
pagata
io, anche lei come molte altre Guzzi fu venduta unicamente
perche
il suo nuovo padrone sicuramente la avrebbe protetta e amata molto
piu`
del vecchio.
Io
invece iniziai un nuovo corteggiamento.
Cap.
5 Libera.la mente
(ed il cuore).
Non
saprei quale e` l`eta giusta per fare certe cose, ma devo dire che
mentre
per certi eventi della vita ci sono periodi nei quali ci sentiamo
,per
cosi dire, predisposti, per altri non lo siamo mai abbastanza.
Iniziai
,a settembre, dopo un`estate triste,
un corteggiamento.
Io
da una parte, lei dall`altra al nostro primo incontro neanche ci
guardammo,
lei
stava li in mezzo alle altre - nuove - che tradotto nel linguaggio
del
mio portafoglio voleva dire irraggiungibili.
Io
non volevo piu un altro custom,ormai troppo di moda, ma volevo
una
moto che mi portasse un po dappertutto e che non fosse necessariamente
troppo
veloce.
Gli
Enduro fino a quel giorno ignorati, perche non italiani, e perche`
troppo
di moda, mi
apparivano,bistrattati dalle masse,
sotto una nuova luce.
La
prima condizione ,quella della marca, era soddisfatta. Guzzi.
Avevo
provato a guardarmi intorno, anzi una delle ultime uscite con la belva
mi
aveva portato a Milano al salone della moto,
ma avevo avuto 2 delusioni.
La
prima una Aprilia Pegaso 650 mi aveva incantato con le sue forme
per
poi rivelarsi una moto estremamente complessa e inaffidabile,
l`altra
una cagiva RIVER per la quale forse sarei riuscito a scendere
a
compromessi aveva il difetto di essere presentata ma non in produzione.
Chiusa
la parentesi Milanese, tornai al primo amore.
Il
mezzo alle altre ,ancora perfettamente anonima come lo sono tutte le
cose
nuove che non hanno un`anima, c`era lei, con quella sua sigla
spigolosa
e quel nome paradossale. NTX.
Chi
compra una Guzzi di solito si imbatte in nomi che a loro volta
sottodefiniscono
il marchio e che definiscono dei periodi.
Le
moto postbelliche avevano nomi che parlavano di pace ,airone,
cardellino,stornello,le
moto dell`ondata sportiva avevano nomi legati ai
grandi
circuiti dove si era fatta la storia delle
corse italiane, imola,
monza,le
mans,lario.
Nomi
che sapevano di storia.
E
poi c`erano i gli SP ,le vere moto di chi macinava i
chilometri,lentamente
pacificamente,
le moto che accarezzavano la strada , il paesaggio.
Si
potrebbe fare una storia dei nomi della guzzi.
Ma
NTX non s`era mai visto.
Cominciai
così con diffidenza i primi approcci incuriosito da questa moto
per
cosi` dire di svolta.
Manopole
diverse,accensione elettronica,,super ammortizzatori,maxi serbatoio
un
vero enduro africano. Ma il mio motore 2 cilindri a V di 90 gradi era
sempre
lì solido sicuro,rotondo come quello di Imola (la mia prima guzzi).
Come
dubitare ?
Anche
la mia aquila era sempre là, quella aquila che insieme a me aveva
attraversato
tutta l`italia.
Devo
dire che non fu facile, ma dopo 2 mesi e 1/2 la decisione era presa
e
a dicembre del 93 lei fu mia.
Non
la avevo mai sentita in moto ma quando la sentii fu come se avessi
da
sempre saputo chi era.
Faceva
freddo. Era un periodo nel quale faceva freddo anche dentro di me.
Le
mie giornate non erano per cosi` dire `luminose`.
Iniziai
cosi` il rodaggio, Libera non era proprio uno zuccherino all`inizio
con
quel telaio così alto ,che in curva non capivi mai dove potevi arrivare
quegli
ammortizzatori incredibili che quando frenavi ti sprofondavano
in
avanti.
Non
e` facile iniziare un rapporto in inverno, l`estate da
passioni piu` esaltanti
l`inverno
per contro ti lascia piu` tempo per conoscierti.
Adesso
e` arrivata l`estate ,ci stiamo ancora conoscendo.
Capitolo
6. Regina ,ovvero sogno di ragazzino.
In
africa non ci sono mai andato (nonostante l'intenzione) anche perchè
questa
ha
sempre sofferto di un grosso problema, è piena di figli di Maometto ,
Forse
lui poi non era tanto cattivo ma i suoi successori non badano a spese.
Scoraggiato
dai costi, scoraggiato dalla mia Signora (in africa ? Ma sei matto?!)
torno
a pensare alle moto del tempo che fu.
Ma
, come dice sempre un mio caro amico (Enrico Paschino), di tutto ci si
puo
ammalare,ma mai contrarre il morbo della ruggine.
Strana
malattia. Il metodo migliore per prendersela è frequentare anche per
poco
chi ce l'ha già. L'untore ti fa vedere la sua vespa restaurata del 52
praticamente
perfetta ,e ti dice, sai ,l'ho trovata in una cascina sotto un mucchio
di
legna, ma l'ho riconosciuta subito.
A
questo punto chiunque sia l'untore che racconta la storia ci sono sempre
dei
fattori
comuni :
A) trattasi di esemplare rarissimo ,numerato, riportato in bella
mostra
in tale o talaltro testo di mitico esperto del settore.
B) prezzo di acquisto praticamente nullo.......
C)Il preziosissimo materiale viene completamente smontato e
rimontato
in ogni sua parte con un numero di ore difficilmente
quantificabile
(alcune migliaia), e dopo, sottoposto a mago del settore il quale
appone
così la sua esperta benedizione alla sfavillante creatura che
rinasce
alla vita.
Moltissime
parti della storia (quella vera) sono praticamente omesse per favorire
la
diffusione del contagio.
A
quel punto il neofita, all'idea di procurarsi un mezzo favoloso ad un
costo irrisorio
è
praticamente agganciato.
Ed
allora eccomi qua nelle file dei restauratori.
Il
mitico mezzo non viene agganciato in una sperduta fattoria, ma dal
venditore
di
fiducia, lo si recupera ad un'asta ,non quelle della polizia
o dei carabinieri, ma
cosa
alquanto insolita ad un'asta della Rai.
Trattasi
di mega-moto-guzzone-come quelli di una volta, tanta cilindrata (1000cc)
pochi
cavalli , durata eterna e ritorno a casa praticamente assicurato.
La
frase esatta è "con quella roba li si torna a casa anche da una
guerra mondiale!!".
Resistere
è impossibile ,davanti al nero e alle cromature al cuor non si comanda.
Si
vende l'NTX (plasticaccia!!bleha!) e si inizia l'avventura old-style.
Ma
dato che la creatura è figlia della RAI-radiotelevisione italiana è
forte la commozione
al
momento della consegna, per 2 motivi,primo per la scritta sulla borsa
laterale ancora recante il logo della tv di stato secondo perchè con
quel libretto non si può circolare, si, perche mamma rai non ha
comprato una moto ma un mezzo speciale attrezzato
per
riprese audiotelevisive.
Ne
consegue che un libero cittadino qualsiasi non lo può usare.
Ma
l'amore abbatte le barriere, e la corruzione regna sovrana alla
Motorizzazione.
Gli
amici osservando la creatura chiedono notizie della dotazione di serie
cioè erpice ,
aratro
e mietitrebbia ma questo non scoraggia, anzi in fondo in fondo dà la
certezza di
avere
provocato la pubblica invidia.
Ma
la parte più dura deve ancora cominciare, bisogna preparare l'officina.
Ed
è cosi nel miraggio del risparmio che si comincia ad attrezzare il
luogo della
passione,
da quel momento in poi ogni azione diretta al miglioramento del mezzo
si
trasforma in una reazione uguale e contraria corrispondente all'aquisto
di una
certa
quantità di attrezzature atte allo scopo.
Man
mano che aumentano le attrezzature aumentano le possibilità di manovra,
e
così si entra nel vortice.
I
più fortunati ne escono dopo un pò con qualche decina di kg di
ferramenta in inox
e
cromo-molibdeno, i più sfortunati per rifarsi delle spese devono aprire
una
concessionaria
ufficiale con officina annessa.
Per
un'altro strano effetto legato alla malattia tanto più pulito diventa
il mezzo
tanto
più sporco tende a rimanere il restauratore, si tratta di momenti
difficili
dell'esistenza
nei quali i famigliari e i congiunti devono manifestare pazienza e
comprensione
in modo significativo.
Vi
è un momento nel quale tutto ciò raggiunge il culmine della follia.
Alla
rottura di un qualsiasi pezzo non più reperibile presso la casa
costruttrice,
attimi
di panico segnano mortalmente l'aspettitiva del neofita ma per fortuna
dello
stesso
esiste una fiera schiera di restauratori, che approfittandosi della
evidente
debolezza
psichica e mentale del soggetto riescono a sostenerlo nei momenti
più
difficili, lavorando si come meccanici, ma facendosi pagare come primari
neurologici.
Mitico
compimento di tutta l'opera è il Raduno.
Anchè
perche non si può avere un tal gioiello e non renderne cosciente il
mondo.
Si
compiono sforzi sovrumani per portare il gioiello fino alla data
fatidica, si arriva
fino
al luogo del raduno,si parcheggia e dopo non si ritrova più il mezzo
confuso
in
mezzo ad altre decine perfettamente uguali.
Pazienza
tanto era una bella giornata di sole...........
Capitolo
7 ritorno alla normalità.
Cosa
succede ad un motociclista al culmine della sua Parabola amatoria ?!
A
patto che si tratti di una persona normale ,quindi dotat di un solo
stipendio mensile
e
di tutte le comuni necessita di noi poveri comuni mortali le scelte che
restano sono
nel
migliore dei casi solo 2 :
soluzione
A) impazzito del tutto il soggetto comprende di essere stato segnato
dallo
scorrere
degli eventi, a quel punto ricopre il suo corpo di ogni sorta di pellame
che
a
sua volta è ricorperto di
placche di ogni tipo recanti la pubblicità di tutto cio che ha
a
che fare con il mondo dei motori, si rende irriconoscibile (capelli
barba piercing,
pratiche
Sadomaso.....) litiga furiosamente con la Famiglia, si compra un'harley
Davidson,
si
sperde per il mondo, mantenendosi facendo
il corriere della droga.
soluzione
B) si accorge di essere alla frutta, si compra una moto da persona
normale,
la
usa con un pò di buon senso,essendo ben conscio che con l'andare degli
anni le fratture vengono riassorbite in tempi sempre più lunghi,
ritorna a quei giretti che prima snobbava con tanto disgusto e che in
ultima analisi gli regalano dei sani pomeriggi, e sabati di felicità.
Credo
che mi rassegnerò.
Non
ci posso far niente.
Ma
tutto le volte che potrò mi ribellerò e se quando suona il telefonino
qualcuno non vi risponde
ci
sono solo 2 possibilità o fa l'amore, o va in moto, e se sta facendo
l'amore magari fra 5 minuti lo richiamate e vi risponde (sono i limiti
attuali riconosciuti scientificamente), se va in
moto
non riprovate fino a sera.
Capitolo
8 TRADIMENTO
Lo so.
Certe cose non dovrebbero succedere.
Eppure è successo.
2 anni e mezzo senza moto , è evidente che c'era qualcosa che non
andava.
Certi meccanismi fino a che li tieni in movimento ci metti l'olio, il
grasso, un giretto ogni tanto.
e tutto Continua a funzionare, ma se molli di colpo lasci le cose li
qualche annetto senza farle girare
Vai li fai per farle ripartire è..crac! si è rotto.
La mia passione resta uguale.
Ma è il motociclista che è cambiato.
Ha passato tutta la vita a maledire i giapponesi, le harley gli fanno
schifo e costano un capitale
Poveretto tutta la vita così.
Eppure dopo 9 Guzzi doveva cambiare.
Ma chi tradisce una guzzi che moto si può comprare ?
Una bicilindrica ? sicuro!
Raffreddata ad aria ? sicuro!
Che non si ferma mai? Sicuro !
E allora l'unica moto che sembra una guzzi ma e fatta come tutti noi
pensiamo dovrebbero essere le guzzi
Per essere perfette . è solo una BMW!
L'ho ammetto,,, è stato un momento di debolezza , tutti quei bmwuisti
tronfi che ti guardano
Dall'alto in basso con sti motoroni che sembrano infiniti e senza
vibrazioni , e guardano con disprezzo
La macchietta che si forma quando una guzzi sta ferma un po di tempo
nello stesso posto.ho ceduto.
E allora venga il mostro! Bmw 1000 r100
L'ho tenuta quasi 8 mesi.
Finche non ho provato a guidarla un pò non era neanche troppo male,
poi un mattina ho deciso che era ora di vederla andare come una moto...e
fu l'inferno
ad ogni curva, a un operaio di stoccarda prendeva il mal di gola,
quando ho cambiato i dischi dei freni a qualcuno del reparto ricambi di
monaco deve essergli morto un parente..
Sicuramente i dirigenti degli stabilimenti BMW non possono avere figli
maschi.merito di tutto quello che gli ho mandato con il pensiero ad ogni
curva e ad ogni frenata..
Un giorno ho avuto un dubbio e appena ho visto una moto uguale alla mia
ho provato ad avvicinarmi al proprietario per chiedergli se me la faceva
provare...stessa minestra.
Non voglio crearmi dei nemici. lasciamo perdere.
sapete cosa ho capito ?
le Guzzi vibrano perché sono vive,,, ma le curve almeno le fanno dove
vuoi tu.
E vero che ogni tanto se guardi sotto luna guzzi che sta ferma ci trovi
una macchietta , ma è perché con tutti
I cavalli che ha dentro gli fa schifo stare ferma e allora piscia per
disprezzo...
Ho imparato la lezione, ma almeno mi sono tolto un'illusione, in più
adesso sto seduto
Sopra ad un california II e tutte le volte che passa un r100 mi giro
dall'altra parte ...
Quando sono andato al raduno del 75° della moto guzzi mentre ero dentro
alla fabbrica parlavo con un amico
Della qualità di certi componenti e dicevo: certo che se imparassero un
pò dalla BMW..
Un omaccione grande e grosso dietro di me mi disse " le bmw sono
guzzi
tristi...
Aveva ragione solo che io non ne avevo ancora provata nessuna.
Guzzi per sempre !!! Guzzi For Ever !!!
Capite a me !
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