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Incontri


1° Calincontro Maremma Maiala 2006

 

Di BeppeTitanium

  

Pitigliano (GR) 24-26 novembre 2006 

Per meglio comprendere come è andato il 1° Calincontro Maremma Majala Tour 2006, bisognerebbe partire dalla fase preparatoria, ma evitiamo tutta la trafila e tutto il caos dei preparativi, che solo chi ha organizzato degli incontri potrebbe comprendere, non posso però evitare di dire che l’idea iniziale che ha poi consentito la realizzazione dell’incontro è di “Romeo” (compagno della sua inseparabile California “Duchessa”) al secolo Mauro “de Roma”. 

Per me, che sono stato il più fortunato, il Calincontro è iniziato giovedì 23 con l’avvicinamento in zona e pernotto nell’accogliente famigliola di Valtertre, in compagnia di Cristina e Greta la loro bellissima figlioletta di tre anni che possiede un acume e una intelligenza superiore a tutti i possessori di jappa messi insieme.
Il dopocena è stato uno spasso ascoltando le telefonate disperate di Valter per avvisare amici e parenti che il loro matrimonio, il sabato successivo al Calincontro, sarebbe stato celebrato in un luogo diverso da quello indicato nelle partecipazioni!!!!
Il venerdì mattina si parte, preparate le moto con tutto l’indispensabile …e anche di più, si scende verso Pitigliano evitando il più possibile le strade con più di due corsie, ma il mio nuovissimo TomTom Rider tenta sempre di ricondurmi alla strada più diritta così lo mando a quel paese e tutte le volte che mi dice di girare da una parte … noi andiamo dall’altra, dopo un po’ stanco di ascoltare la vocina “appena possibile esegui una inversione e torna indietro”, stacco l’audio e fanculo il TomTom mi godo strada e paesaggio. 

A una 40ina di km da Pitigliano le strade incominciano a farsi ancora più belle e curiose, ma …. comincia a piovere Maremma majala! (non il tour, ma l’imprecazione in stile toscanaccio!). Sosta per infilarsi gli antipioggia e il previdente Valtertre preoccupatissimo di non far bagnare i guanti NON si infila i sopraguanti antipioggia, per cui dopo pochi km. altra sosta, ma il tempo a nostra disposizione ci consente anche di perdere un po’ di tempo. A dire il vero il più preoccupato era Valter, sapendo della mia rigidità nordica sul rispetto degli orari (che gli altri conosceranno tra breve! e impareranno ad apprezzare … forse?!?!?!).
Giungiamo quindi al Corano, accoglienza da vecchi amici e presa di possesso delle stanze, nel frattempo c’è stato un fitto scambio di sms con chi avrebbe desiderato pranzare con noi. 

Bene è l’ora del pranzo e risaliti in sella raggiungiamo Pitigliano, e si perché il Corano è appena fuori dal paesello, e ci accomodiamo nella sontuosa (non per il luogo che pur carino è un buchetto, ma per il cibo che è la cosa più importante) Trattoria del Grillo. Ci raggiunge anche Mauro e la sorella Grillo, come sempre gentilissima, ci porge il menù … che non guardiamo neppure perché siamo venuti per la famosissima (e FAVOLOSA) zuppa di farro che verrà ovviamente accompagnata da lauti secondi e contorni e dolcetto e vino e caffé, ma ecco che in dirittura del secondo giunge anche la California più bella: quella di Motopensatista, al secolo Tommy (che è giustamente ancora incazzato con me per aver classificato la sua mitica V7 tra le moto “normali”), il quale non si fa pregare e si aggrega alla tavola.
Non ci sarebbe tempo per un altro giretto, come potete immaginare il pranzo si è un po’ dilungato oltre i normali tempi di apertura della tavernetta (grazie alle sorelle Grillo per la pazienza), ma ci giunge una richiesta di aiuto: “non è che conoscete un gommista nella zona di Orvieto?” secondo voi chi poteva essere se non i migliori amici dei gommisti che cambiano gomme ad un ritmo superiore con il quale si cambiano la biancheria intima??? Era Pode67, al secolo Livio affiancato (non si può dire seguito) dalla immancabile Lalla dal paese di Tulla, al secolo Lara (ma chi la chiama mai così, ormai lei è Lalla punto e basta!) chissà come mai Livio è senza gomme…
Come non aiutare un amico? Indicazioni, informazioni, telefonate, poi hanno fatto il cambio gomme … nel primo posto dove si erano fermati (ma Lalla si è fatta fare uno sconticino di 85,00 euro!!). Sistemati Tommy e Mauro nelle stanze, si decide tutti insieme di andare incontro ai due mangiagomme, tanto sono dietro l’angolo. E via alla volta di Bolsena, giretto sul lungolago (già il lago è triste d’estate con la gente che lo affolla e da un po’ di vitalità alla zona, immaginatevi d’inverno: c’eravamo solo noi 4) e poi un caffé tutti insieme. 

Ora sì che si fatta quasi ora di cena, intanto in albergo è giunta Isa che ha dovuto faticare per tirarsi dietro Pradu con la sua BMW (d’altronde non si può avere tutto dalla vita).
Doccia, sigaretta, revisione dell’itinerario e sguardi un po’ preoccupati verso il cielo che non promette nulla di buono per il giorno dopo e … ci si siede al tavolo (e che cavolo, bisognerà pure mangiare qualche volta!!), tra le specialità del Corano l’organizzatore non ha pensato di meglio che scegliere una cosa leggera leggera per poter dormire meglio e così si inizia con l’acqua cotta, una specialità della zona che consiste in una zuppa di cipolle con uova, il secondo ce lo siamo scordati tutti perché la zuppa si faceva ancora sentire a colazione!!
Verso le 22.00 il cellulare squilla, ciao sono Massimiliano (secondo AG: Canegnafu) pensavo di arrivare stasera, tanto sto a Roma. Il pensiero vola sulle possibilità dei tempi di arrivo, secondo me potrebbe farcela tranquillamente ad arrivare a mezzanotte, ma la conoscenza del soggetto in questione di Livio e Lalla, viene addirittura superata dalla realtà: loro prevedono l’arrivo all’una e Canegnafu puntualmente mi messaggia l’arrivo alla 1.20.
Un altro sms allieta la serata, seguito da telefonata esplicativa: sono Rubello, al secolo Stefano, noi si pensava, invece di venire domenica di raggiungervi domani, si parte presto e vi raggiungiamo sull’Amiata, ma ci aggiorniamo domattina. 

I più arditi, invece, sono stati Birrino71, al secolo Stefano, con la insaziabile (almeno a tavola ) e inseparabile Lina, e gli amici Alessandro e Daniele, che nonostante non Guzzi muniti hanno reso più sicuro il nostro viaggio nel recuperare e attendere i ritardatari. Loro non si sono fatti prendere dallo sconforto di una levataccia e si sono fatti trovare all’albergo appena prima dell’ora di partenza.
Mi raccomando colazione alle 7.30 così alle 8.00 si parte … in realtà l’inizio della frase è un po’ diverso, mi sembro un marines che non lascia possibilità di replica, ma funziona!!!
Così al mattino alle 8.00 siamo in sella, tempo coperto: “guarda in quella zona pare ancora più brutto” … ma in quella zona c’è l’Amiata.
Ovviamente per raggiungere l’Amiata si segue il percorso più …… PIÙ punto e basta, andatura tranquilla, tutti allineati 12 moto, 13 pazzi scatenati e squinternati che scalano la vetta.
Nebbiolina, poi nebbia sempre più fitta, belle strade che però sono scivolose e infide, ma non ci ferma nessuno, neppure il nuvolone nel quale siamo entrati e ci avvolge e nasconde la vista sulla cima (1734 mt.) e ci bagna non moltissimo perché c’è un piccolo riparo che ci consente un po’ di riposo e di tregua.
Gli amici ci messaggiano e NON ci raggiungono sull’Amiata, ci diamo appuntamento lungo il percorso verso Chiusi.
La discesa offre un percorso più guidabile anche nelle cattive condizioni di asfalto ed eccoci a Abbadia San Salvatore, poi Radicofani, ecco la bella California EV blu states di Rubello a lato della strada che ci aspetta, e via fino a Sartiano dove, pena la decapitazione ci fermiamo per un caffé e aspettiamo FlyOne, al secolo Bruno con la sua Titanium ricoperta di pelle umana delle vecchiette stese durante i viaggi.
A Chiusi si aggregano gli amici di Rubello e via alla volta del ristorante percorrendo la bella SS71 … e fa capolino il SOLEEEEEEEEEEEEE
Ma dove cacchio sarà il ristorante prenotato da Mauro, le Griso scalpitano e si perdono l’incrocio magico per il ristorante, ma le gomme nuove di Livio vogliono essere consumate. 

Magnata stratosferica e temperatura equatoriale tanto che il sottoscritto si mette in mutande (con il sottotuta, va bene il caldo ma un po’ di pudore, poco poco, ci vuole). Siamo in 19 a tavola, ma dopo il pranzo pesiamo come se fossimo in 40!!
All’uscita dal ristorante, dopo aver percorso lo sterrato che deve essere percorso per trovare (?) la sala, ecco che Lalla stanca del suo freno posteriore, decide di eliminarlo appoggiando a terra la moto e rompendo il supporto, ma lei quel freno non lo usa mai per cui non ci sono problemi (non so voi ma quasi tutte le volte che esco con Lalla, lei torna a casa senza freno posteriore, ma non ti conviene eliminarlo del tutto così eviti che ogni volta tocca far lavorare il ragazzo per saldare il supporto e quel santo di Livio per rimettere a posto la moto!)
Un po’ la stanchezza, un po’ l’abbandono per il rientro a casa degli Umbri, si vorrebbe tornare per la strada più breve … ma il percorso previsto per il rientro di circa 80 km., guarda caso si trasforma in una sgroppata con curve asciutte, di oltre 120 km.
Che volete le Guzzi vanno dove vogliono loro!
All’albergo, sapendo che tra un po’ si DEVE mangiare, si aggregano tutti i ritardatari che per arrivare dal nord sono riusciti ad impiegare oltre le 12 ore di tragitto, tra strade non asfaltate per seguire il navigatore e fossati visitati per verificare se erano o meno pieni d’acqua.
La tavolata è meravigliosa, 31 motociclisti (non si può dire 31 guzzisti perché noi siamo buoni e facciamo mangiare anche i Jappa e i Mucchisti), alcuni sconosciuti, altri volti amici, che danno un volto ai loro nick, il Pugliese, MIR, il Krime, Gigiparigi, Sergio, Marco, Leolito, Poppi, Bad Robot e Swettly Robot, il grande iBaby con l’inseparabile e dolce Tamara con la California “Tibet”, MotoUbe che si è dovuto sorbire tutte le richieste di spiegazioni, ma che ha concesso udienza a tutti e ha avuto risposte e spiegazioni per tutti, il simpatico Massimo con la sua Bulldog ha una panza che si meriterebbe una Guzzi. 

Durante la cena 9 commensali hanno anche potuto apprezzare e godere di massaggi ristoratori, ma nonostante questo Isa ha scoperto “muscoli che no pensava di avere” e quindi, quando ripresenterà l’opportunità, dovrà subire un trattamento più specifico (badate un trattamento di tipo curativo, no pensate subito male!!).
Non paghi di tutto ciò e visto il bel tempo che si stava preparando si discute e decide per la domenica, e si perché i km non bastano mai e allora per raggiungere il ristorante domenicale a 19 km ci si impiega due ore e se ne fanno altri 180, era impensabile non approfittare dei 20 gradi e dell’asfalto asciutto.
Certo che il Krime, MIR e gli altri 3 Californiani devono avere avuto paura a fare la strada con noi e a mangiare con noi, “vogliono tornare a casa presto” e, peggio per loro non sanno cosa si sono persi, partono prima del giro alla volta di casa.
Anche Isa, accompagnata dal paziente Pradu, causa difficoltà nella guida notturna (oppure era scoppiata per il giro sull’Amiata) ci lasciano prima della conclusione.
Ma non possono mancare anche gli ultimi che si aggregano perché vogliono essere presenti al Calincontro, come sempre noi accettiamo tutti, anche due Haleysti, simpatici amici di Birrino71 … e che mangiano come lui, ma anche Oiddi si fa sentire e non vuole mancare al pranzo, lo troviamo in trepidante attesa di fronte alla trattoria da Paolino che a dispetto del nome, offre portate da Paolone, e le ragazze che ci servono NON ammettono di portare via avanzi … per cui ci tocca mangiare tutto … ma riusciamo a non farle arrabbiare e spazzoliamo via: antipasti, 3 primi, cinghiale, 4 contorni, formaggio e siccome il dolce è fantastico non ci facciamo mancare neppure quello.
Purtroppo arriva anche la fine, del pranzo, ma soprattutto del Calincontro chi un po’ prima, chi non si fa mancare un grappino, ci si deve salutare, con la convinzione nel cuore che sicuramente ci sarà un 2° Calincontro.
E noi si parte, Valtertre e Motopensatista (con la molletta di ritorno del cambio distrutta dalla 3 giorni di lavoro intenso) avanti, io Lalla e Livio che vorremmo allungare un po’, ma stavolta è Livio che sbaglia il 1° incrocio, ma poco male si fa la strada insieme (o quasi), sembra un sogno, che per un istanze si spezza, dopo un paio di km vediamo Motopensatista e Valter fermi, Valter con un movimento sbagliato ha steso la sua 1200 sport nuova fiammante, magari stava pensando al matrimonio o a come comunicare agli invitati che l’indirizzo sugli inviti è sbagliato, per fortuna nulla di serio ha danneggiato solo la manopola della frizione e riparte, quasi, come se niente fosse accaduto.
E allora il trenino ridotto a 5 moto si avvia verso Firenze, si diventa in 4, poi Livio e Lalla, complice un camion che ci rallenta per un minuto, spariscono dalla vista, meno male che si siamo salutati tutti alla stazione di servizio, ma forse è stato meglio così, non amo i saluti, sono tendenzialmente tristi.
Allora la storia della Guzzi si avvia e si la prima e bellissima V7 davanti e l’ultima Classic dietro per l’autostrada appenninica fino a Bologna.
Una suonata di clacson, un lampeggio di commiato e ora sono solo, altri 200 km pallosissimi e senza una curva mi attendono. 

Un po’ di nebbia non ferma la mia voglia di tornare a casa e quindi il gas si apre da solo, qualche km. sopra il limite, dopo 10 minuti sono a Reggio Emilia, ma la nebbia non mi impedisce dalla 4° corsia di vedere delle sagome in prima, il rumore è famigliare, 1 - 2 - 3 - 4 - 5 California!!!, rallento li accosto e li invito a bere un caffé alla prima area di sosta.
Io li ho già riconosciuti, ma loro no, li sorprendo alla prima area di sosta, sono quelli che volevano tornare a casa presto!!!
Ora si capisce perché il Krime e MIR fanno i 35 Km. con 1 litro di benzina: vanno a 50 all’ora come velocità di punta.
È una piacevole conclusione del viaggio, fino alla fine solo sulla sella ma sempre in compagnia di altri Guzzisti.
Sono stati 1589,7 km. di puro godimento, non solo mangereccio, ma per le strade e soprattutto per la compagnia.
I pochi rimpianti sono legati alle persone che per un motivo non sono riusciti ad essere fisicamente con noi, ai quali comunque abbiamo pensato, “chissà come avrebbe fatto ‘sta curva Calindreaming, chissà quanto avrebbe mangiato MarcoB, ….”
Un grazie di cuore a tutti, chiedo scusa per i modi “barbari” e da “dittatore” con cui, in alcuni momenti vi spronavo al rispetto della tempistica, ma forse se non avessi fatto così, avremmo fatto qualche centinaio di curve in meno.
GRAZIE AMICI.



© Anima Guzzista