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RACCONTI

 

 

I mie primi km sulla mia prima Guzzi

 

 

Racconto di Giacomo
 

Ebbene si.. il sogno si è avverato..

Fin da piccolo ho sempre sognato di guidare una Guzzi.. ogni volta che sentivo i “grandi” che ne parlavano.. e raccontavano dei loro viaggi.. pensavo sempre “chissà se un giorno ne avrò una anche io..”

Anche mia mamma ci ha fatto qualche viaggio prima che nascessi.. mi parlava spesso di quella “Guzzi 1000” con cui viaggiava da giovane.. e da quando me ne ha parlato è sempre rimasta nei miei pensieri..

Finalmente, dopo anni di lavoro e di risparmi, dopo qualche anno di purgatorio con un paio di giapponesi, sono riuscito a regalarmene una in occasione del mio 27simo compleanno, passato qualche giorno fa..

E’ il mio quarto acquisto a due ruote.. dopo una Aprilia RS 125 (presa a quattro soldi per imparare..) una Suzuki Marauder VZ800 (Custom) e una Honda CBR 600F..

Ed ora finalmente.. sono riuscito a comprarmi una MOTO con tutte le lettere maiuscole..

Dico così.. perché tutte le altre che ho avuto non reggono minimamente il confronto a nessun livello con la nuova Guzzi!

Vi racconterò brevemente la mia prima giornata con la mia Breva 1100.

Sono di San Benedetto del Tronto (AP) e la moto in questione l’ho trovata a Grosseto, per cui ho dovuto organizzarmi con il pullman, fino a Siena, e con il treno da Siena fino a Grosseto.. circa 6 ore di viaggio..

Beh vi dispenso dal racconto del viaggio.. che come potete immaginare è stato abbastanza noioso..

Arrivo in concessionaria, già abbastanza stanco.. con il mio casco e il mio zaino, contenente giacca in pelle, pantaloni lunghi, guanti ecc..

La mia Brevona è lì.. ancora nel salone.. in bella mostra.. e il mio sorriso inizia a crescere…

Svolgo tutte le pratiche di acquisto, passaggio.. ecc… il concessionario mi consegna le chiavi e.. la Brevona è finalmente mia!

Metto su il casco.. e parto subito alla volta di San Benedetto..

La Brevona procede docile sulle strade toscane.. e inizio subito a prendere confidenza con la strumentazione, con il cambio, le leve della frizione e del freno.. e noto subito che in marcia è bilanciata molto bene, nonostante sia un po’ pesante negli spostamenti da fermo (ma credo sia questione di abitudine)

Qualsiasi asperità del terreno viene annullata completamente: sulla Breva si viaggia come in macchina.. comoda, rapida, scattante quando serve..

Non ha la potenza del mio vecchio CBR ma non mi importa.. non cercavo una moto da far urlare a 12.000 giri sulle curve… cercavo una compagna di viaggio, con cui osservare il mondo e con cui macinare chilometri e chilometri nella più totale libertà.. e mai nessun acquisto fu più azzeccato!

La prima sensazione è stata quella di una grande emozione.. stavo guidando la mia Guzzi, la moto con cui aveva viaggiato mia madre, che avevo sognato da piccolo, un pezzo di storia italiana.. un’Aquila di Mandello!

Certe emozioni non si possono spiegare.. vi posso solo dire di averle provate.. e credo che solo chi ha una Guzzi può capire..

Il viaggio procedeva tranquillo, con il mio sorriso stampato sulle labbra (invisibile agli altri per via del casco) e il mio cuore che batteva rapido, mentre l’asfalto scorreva veloce sotto la mia Brevona..

Pensavo di fare un viaggio tranquillo.. dovevo solo arrivare a Foligno, passando per Siena e poi Perugia e poi prendere la superstrada fino a Civitanova.. per poi arrivare comodamente a San Benedetto in Autostrada.. (non mi andava di buttarmi subito a fare curve in piega, data la mia scarsa conoscenza del mezzo e data la stanchezza dovuta al viaggio).. ma purtroppo non conoscevo bene quella zona e mi sono ritrovato senza accorgermene in una stradina buia che portava da Foligno verso Norcia..

Erano ormai le 8 di sera e tra le montagne iniziava a far fresco.. così ho parcheggiato la Brevona sul ciglio della strada (non c’erano posti per fermarsi) e mi sono spogliato in mezzo alla strada (tanto non c’era un’anima).. infilo i pantaloni lunghi, metto la maglia a maniche lunghe e infilo il giubbino di pelle.. metto su i guanti e riparto..

Mi attendeva una stradina asfaltata deserta, senza lampioni, tra le montagne, di notte.. e senza un’anima nei paraggi.. ma per fortuna lo zaino si era alleggerito di parecchio e la guida era diventata più agile e leggera..

Non nascondo di aver avuto una certa paura su quella strada sconosciuta: reggerà la mia Brevona? Sarà affidabile? Dopotutto l’ho presa solo oggi.. come si comporterà su questa lunga stradina di montagna? Sarò in grado di gestirla?

Beh.. ovviamente erano tutte paure che poi mi sono lasciato alle spalle dopo le prime due curve!

La luce illuminava alla grande quella stradina.. e sebbene fosse tutto al buio, vedevo tutto molto bene.. (tranne qualche curva molto nascosta che mi ha costretto a un paio di frenate brusche).

La Brevona scendeva in piega da sola.. pennellavo curve come non ero mai riuscito a fare con il mio vecchio CBR.. la Guzzi si è dimostrata solida, tosta, sempre pronta in piega e mai stanca di aprirsi in brevi allunghi nei pochi rettilinei che ho incontrato..

Era buio, non c’era nessuno, ma il mio sorriso si era oramai allargato ulteriormente sotto al casco.. e la Brevona sembrava sorridere insieme a me..

E’ stato un tragitto di 50 km fino a Norcia.. i più emozionanti che abbia mai provato su 2 ruote!

Guidavo in una stradina di montagna sconosciuta, di notte, la mia nuova moto, la mia nuova GUZZI.. e non c’erano altri pensieri nella testa che mi distraessero da tutto ciò: solo una bellissima sensazione di libertà e che in quei momenti mi rendeva orgoglioso e contento..

L a strada scorreva senza strappi, senza problemi, senza timori.. solo io, le montagne, l’asfalto, l’aria fresca della sera, le stelle.. e.. la mia Moto Guzzi Breva 1100.

Arrivato a Norcia ho ripreso subito estrema confidenza con la strada, visto che la conoscevo bene.. e ho potuto godermi la Brevona al 100%.. visto che quel tragitto già l’avevo fatto tante volte anche con le altre mie moto precedenti..

Beh non c’è bisogno di dire che quella strada non me l’ero mai goduta appieno.. con la Brevona le curve scorrevano veloci, le pieghe venivano da sole, difficoltà di guida praticamente nulle.. solo il piacere dei chilometri percorsi lasciati alle spalle.. e il piacere di quelli che dovevano ancora arrivare..

La stanchezza ad ogni modo iniziava a farsi sentire.. erano quasi le 10 di sera.. e dopo le 6 ore di viaggio della mattina e le 5 ore di viaggio sulla moto, iniziavo a dare segni di cedimento..

Finalmente arrivo ad Ascoli e mi ritrovo sulla superstrada… mi metto sui 100/110 km/h e apprezzo nuovamente la grande comodità della mia Brevona, che con quel soffuso rombo rassicurante sembrava sussurrarmi “non ti preoccupare.. riposati ora.. ti porto io a casa”

E senza neanche avere il tempo di apprezzare appieno la sensazione di estrema tranquillità che mi trasmetteva la mia Brevona sulla superstrada, mi sono ritrovato sotto casa.. esausto.. e con quel sorriso che ancora non accennava ad andarsene..

Parcheggio la moto.. ancora calda.. tolgo il casco.. faccio un paio di sospiri.. e scendo dal mio salott.. ahem.. dalla mia Breva..

Mi giro per ammirarla.. e guardo in alto.. le stelle che avevo visto nella stradina di montagna erano ancora lì.. e continuavano a brillare.. così come la mia Brevona.. e come i miei denti, ancora scoperti dal mio sorriso..

Per provare certe emozioni credo che non basta avere una moto.. bisogna avere una Guzzi..

Grazie Brevona..sono state emozioni che non dimenticherò mai! 

Giacomo, 27 anni, San Benedetto del Tronto (AP) 

 

© Anima Guzzista