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Alaska

 

Di Adriano Mollica

 



 

1) Partire o non partire?
Sono mesi ormai che dico a me stesso che mi merito una vacanza… che anno bestiale è stato questo! Lontano da casa, dall’affetto di mia madre, dal calore dei miei amici, dal mio lavoro, dal mio mondo. Eppure non tutto è negativo, piano piano ci si abitua a un nuovo posto e a nuove facce, e in un certo senso ci si affeziona anche a posti che non ci sono piaciuti da subito. Tucson è dove vivo ora, sede della “prestigiosa” università dell’Arizona, patria del cactus tipo Saguaro, e del caldo tutto l’anno. E' qui, confinato in questa cittadina nel deserto arizoniano, che la mente inizia a sognare. In principio è solo un’ idea vaga, un pensiero, poi le cose si fanno più serie, e le serate passate davanti alla cartina si fanno più frequenti… si, ma dove andare? Macchina, moto, aereo? Un Viaggio, sì, certo me lo merito, ma che tipo di viaggio?
La mia vita e i miei ricordi sono stati segnati anni fa da un viaggio in moto fatto a Caponord. Il viaggio di una vita. Per anni il ricordo di quei posti, di quell cielo, di quell’asfalto duro, è rimasto impresso nella mia mente. E' forse ora di fare un altro viaggio di quel genere? I dubbi sono tanti, siamo già ai primi di novembre, e sebbene a Tucson non se ne sia accorto nessuno, l’inverno si fa avanti nel nord del paese, e le temperature si abbassano velocemente. Ma c’è ancora quel tarlo in me, che mi dice, ok, doppio giaccone, stivali impermeabili, guanti di gomma, sottocasco di lana, che saranno mai 10 gradi sotto zero se ti copri bene?
10 magari si, ma 20 o trenta? E se la moto si rompe “in the middle of the fuckin’ nowhere”? Sono tutte cose sensatissime, che a chiunque sano di mente farebbero da deterrente assoluto a qualsiasi pensiero. Ma io sono come gli altri? Ma a Caponord chi c’è andato? Io o il ricordo di me stesso? E poi vuoi mettere andarci d’estate o andarci d’inverno? E' tutta un’altra cosa. E allora ecco la scusa, perchè anche io ho bisogno di scusarmi con me stesso a volte. Sì ecco la scappatoia, ok, si parte, ma si arriva solo dove si può, senza fare l’eroe, se la strada si fa brutta, si gira la moto e si torna indietro, e sarà stata lo stesso una bellissima vacanza!
Beh, non è una cosa del tutto sbagliata, in fondo mi è sempre andato di girare un pò l’America on the road… e allora eccomi qua a fare i preparativi. Primo: sistemare la moto, secondo: sistemare il sostegno per le borse e la tanica di benzina, terzo: escogitare un sistema per andare sul ghiaccio senza ropersi l’osso del collo. Scatta il piano equipaggiamento. Fortunatamente in America, anche se molti non sono d’accordo, esistono i grandi magazzini Wallmart Supercenter, che praticamente sono dei grossi discount dove dentro ci trovi di tutto. La gente dice che hanno rovinato tutti gli altri piccoli negozianti. Concordo, non c’è concorrenza coi loro prezzi, e si trova davvero di tutto, la roba è fatta in Cina e rivenduta qua. Io ci ho trovato magliette di lana pesante, calzini grossi, stivali di cuoio, felpone, pantaloni jeans militari, mutandoni di lana, sottocasco di lana, 2 borse, che diventeranno le mie 2 borse laterali, 2 teli cerati per coprirle. Che dire di più? L'avventura non è ancora iniziata, e io mi sento carico… e spaventato allo stesso tempo, le 4-5 ore di luce su nello Yukon (Canada del nord) mi spaventano un pò, la strada è ancora in buone condizioni ma la temperatura sale e scende… e quanto scende son dolori!
Non ho ancora detto dove sto andando? Beh, dove arriverò non lo so, ma la destinazione è Anchorage, Alaska!

 


2) On the road again
eccomi qui sfrecciare sulla highway. Percorrere queste strade interminabili in mezzo al deserto di Sonora in Arizona e California mi dà sempre un certo brivido. Non perchè le velocità siano alte, anzi al contrario, 65 miglia per ora, e 75 in alcuni tratti. Il panorama scorre lento, ed è tutto uguale, però... cavolo, ripeto a me stesso, sto viaggiando in America, in mezzo al deserto con la moto carica per un’altra avventura, iniziano le mie vacanze!
Mi accorgo presto che la moto viaggia molto bene, è leggera e maneggevole, il motore frulla tranquillo… eh, ma cosa succede???… la spia dell’ olio… ah ecco una stazione di servizio… scopro ora, e sarà così per tutto il viaggio che la moto “beve” 1 litro d’olio ogni 500km. Poco male, qua l’olio migliore che hanno costa 2.50 dollari, un affare!
Ok, riprendo il viaggio, la spia dell’olio spenta, ma la moto non va bene come prima. Non ha spunto, è come se mancasse la benzina… oh cavolo... il tubetto s’è staccato dal rubinetto… accosto, si è solo sfilata la gomma… questione di 5 minuti e sono di nuovo in sella!
Arrivo la sera a Los Angeles, 700 miglia hanno fatto il loro dovere, non mi fermo nella città, mi cerco un motel poco fuori, sono stanco, non sono neanche le 9 di sera e crollo.
Ok, secondo giorno, oggi non ho meta: la strada mi chiama, e la California è lunga… ho 2 opzioni, la freeway costiera o l’ interstate 5 che passa per i monti.

 

 


Scelgo quest’ultima, anche perchè in ogni caso più a nord avrei dovuto ricongiungermici. Tiratina e oliata alla catena! Ebbene si, non sono su una Guzzi, ma su una Yamaha del '87 che però mi sta facendo una buona impressione. Ha un motore 4 cilindri in linea raffeddato ad aria, è di vecchia concezione e non è molto potente, una sessantina di cavalli. Parto, è fresco, la strada sale subito e mi ritrovo per colline e valli, non piove, ma il termometro che ho montato sul serbatoio mi dice che ci sono 10 gradi, ieri erano 20 in Arizona!
I km filano lisci, oggi nessun problema, solo il freddo, ho le mani intirizzite, e anche un pò le gambe, ma la roba invernale sta tutta nelle valigie e non ho voglia di smontare tutto per mettermela, decido di resistere. Anche oggi mi sono fatto i miei bei 700 km. Mi fermo in un piccolo paesino, neanche mi ricordo il nome, ma la cucina è buona, e la bistecca me la sono proprio meritata!!!!
Il giorno seguente inizia con la pioggia, sono già nel nord della California ed è freddo, 5 gradi! Metto la tutta antipioggia e un pantalone di tuta felpata sotto il jeans, sopra ho una felpa, il giacchettone della moto Bieffe e una camicia. Altra tiratina alla catena, mi accorgo che la catena reggerà si e no altri mille km, perchè ho finito lo spazio per tirarla, e la strada è tanta di più. La farò cambiare a Seattle!
Sono in strada di nuovo, che tempo da lupi! Pioviccica e fa freddo, 5-6 gradi… e cavolo, banchi di nebbia frequenti! Quando sono nella nebbia mi accodo alle luci della vettura che mi precede, la nebbia prima mi appanna il casco e poi gli occhiali, questo mi costringe a alzare la visiera e togliermi gli occhiali. Non è che sono proprio cecato senza, però sto meglio quando ce li ho! E ancora sono solo in California… ah no, ora passo in Oregon… Più su c’è Portland, mi ricordo che in queste zone c’era ambientato Rambo 1. Infatti i paesaggi sono quelli, montani, umidi, quella luce lì… mi sa che anche il periodo dell’anno era questo! La giornata passa veloce, la moto non mi dà più problemi, supero Portland. Credevo fosse molto più piccola, invece mi appare come una grande città, priena di ponti, gru e nuove costruzioni. Guardo e passo, la mia meta è un'altra.

 

 


Un altro giorno e finalmente sono a Seattle. La mattina di buon ora mi presento dal concessionario Yamaha di Seattle a far visionare la moto, sento un rumorino dalla frizione... ma lo sentivo anche prima di partire e non mi dà problemi, poi la catena è arrivata. Ho la mattinata libera per fare il turista, visito un pò la città, anche se ci sono già stato un paio di anni fa… ma non me la ricordo molto. Faccio un giro al mercato, per le stradine intorno, è una bella città! In 3-4 ore sono di nuovo in strada, catena nuova fiammante, 180 dollari, lavoro compreso (1 ora 60 dollari di manodopera!). Il rumorino, mi confermano che viene dalla frizione, ma senza aprire non mi possono dire cosa sia. Lasciamo stare la moto va, la frizione friziona. La vita è bella!
In un batter d’occhio passo la frontiera col Canada, mi chiedono un po' di cose, ma è parecchio più semplice che attraversarla dalla parte opposta. Dico che sono diretto a Vancouver, ma in realtà non è così, e Vancouver non mi piace neanche. Il finanziere storce un pò la bocca, sa che è una balla e fa finta di crederci… eccomi per le strade del Canada, corsia singola da adesso in poi, e un certo traffico. Mi fermo a Hope, un paesino tra i monti, piove,e non ho neanche nulla da mangiare, il motel non ha il ristorante e attorno non c’è nulla aperto, ho pochi soldi canadesi presi a un bancomat dal benzinaio, mangio un sandwich, fa quasi zero gradi! Il freddo ora si fa sentire!!!
Il mattino dopo verifico la catena, è perfetta… non ha sentito I 200 km che ho fatto la sera prima. Fa un freddo cane, ma mi voglio tenere per dopo un altro paio di pantaloni e la maglietta doppio strato di lana che mi sono comprato. Però cambio guanti, anche questi nuovi sono più imbottiti. Piove di nuovo, e si inizia a vedere la neve. La strada è un pò sporca, ma non mi lamento, solo il freddo! Fa 2-3 gradi e le mani non le sento più… prima solo le punte delle dita, ora tutte le dita mi pizzicano e mi fanno male… le fermate a far benzina si fanno più frequenti… e anche la percorrenza giornaliera ne risente. Più vado verso nord e più mi lascio alle spalle la civiltà… I paesaggi non sono male, però neanche straordinari. Monti e boschi, ogni tanto qualche laghetto. Inizia anche a far buio prima, più si va a nord e più le ore di luce si riducono, anche la mattina se non sono le 8 non c’è luce. Ma la strada è pulita, qua la neve non è arrivata! La gente per strada mi guarda un pò sbalordita, siamo comunque vicini ai zero gradi. Al benzinaio mi chiedono dove sono diretto, a nord dico!, non c'è in effetti un punto preciso, soprattutto non riesco a pianificare con troppa precisione dove arriverò, il freddo che sento mi fa presagire che più a nord ci sarà parecchia neve. In un paio di giorni arrivo a Prince George, sono praticamente a metà della British Columbia, fa sempre 1-2 gradi. Io credevo che in Canada parlassero francese, invece qua in British Columbia parlano inglese, e si capisce anche meglio di quello americano! I paesaggi sempre gli stessi, però ora vedo la neve al lato della strada… e ne vedo sempre di più… ma la carreggiata è perfettamente pulita. Penso tra me e me, che se continua così in Alaska ci arriverò in 3-4 giorni… L’altezza in longitudine di Prince Georce è più o meno la stessa dell’Alaska del sud. L’iside passageè praticamente una lingua di terra costiera, sul pacifico, che sta tutta al di sotto dell’Alaska e che non è percorribile su strada, ma solo tramite traghetti. Tra l’altro il traghetto c’era pure, ma solo una volta al mese d’inverno, quindi ho rinunciato. Calcolo che con altri 200 km starò poco al di sotto di Anchorage, come longitudine, e quindi penso che anche il clima sarà circa lo stesso, per cui quello che troverò da ora in poi sarà più o meno lo stesso per tutto il viaggio, essendo ora la strada tutta verso ovest e non più verso nord. Naturalmente mi sbagliavo!

 

 


Arrivo facilmente a Dawson Creek, qui inizia ufficialmente l’Alaska highway! Sono molto contento perchè questo in effetti era uno dei miei goal! Mi sono più volte ripetuto per strada: se arrivi a Dawson Creek tutto d’un pezzo è già molto! In effetti credevo che la strada fosse già innevata e non si potesse andare avanti invece sento l’Alaska sempre più vicina, e fino a qua a parte il freddo, tutto va alla grandissima! Mi fermo a un centinaio di km dall’inizio dell’Alaska highway, fa parecchio freddo, siamo sotto lo zero, ma la senzazione che percepisco non è molto differente da quella del giorno prima, sarà l’emozione. Però i piazzali dei benzinai sono pieni di ghiaccio e qualsiasi cosa al di fuori della carreggiata è coperta da 30-40 cm di neve.
Oggi, mi dico tra me e me, vedremo se si può andare avanti o se tocca tornare indietro. Tornare indietro ora però sarebbe un colpo troppo grosso! Dopo tutta questa strada! Da qui in poi, il traffico si dirada, anche i grossi Tir che i giorni precedenti mi avevano accompagnato sulla strada non ci sono più, solo uno o 2 ogni mezz’ora. Siamo 5-6 gradi sotto lo zero, ma la voglia di continuare fa più del freddo, e poi, la strada è pulita!!!

 

 


Mi sono preparato delle corde in caso ci fosse stata neve, e delle fascette da applicare alle ruote della moto, giusto in caso… anche i benzinai si diradano e ad un certo punto finisco la benza! Niente di grave avevo una tanica con me, tempo di fare il pieno e sono di nuovo operativo. Questi posti mi ricordano un pò la Norvegia, ma ad essere onesto la Norvegia mi è piaciuta parecchio di più. Non vedo un’anima da parecchi chilometri, e penso che se non avessi portato la tanica ora starei nei guai. Inizia a esserci un pò di neve sulla strada… ma raramente, e la schivo con estrema facilità… poi c’è questo dannato brecciolino… va beh, ma, penso tra me e me, se la strada è così, tra 2 giorni sono in Alaska. E invece no! il buon Dio ha deciso di farmi arrivare fino a qui, per poi mettermi davanti, improvvisamente, neve e ghiaccio sulla strada... la moto traballa, scodinzola un po', c’è anche terra e ghiaia… la tengo in piedi… mi fermo.
Davanti a me la strada è cambiata improvvisamente… da qui in poi sarà tutta così: ghiaccio e neve! Guardo la carta, sono in mezzo ai monti in un parco. Forse nel parco la strada non la puliscono, penso… forse tra una 50ina di km, fuori dal parco, la strada è pulita come prima! Tento il tutto per tutto e applico le fascette alle ruote, ci metto una mezzora, ma se funziona ho svoltato… intanto fa –10, nevica, e io invece sotto la copertura sto sudando! Faccio qualche metro e mi pare che la fascette funzionino, la moto va dritta e non scivola, e ho anche un pò di grip… ma il gioco dura poco, le fascette ad una ad una saltano via, capisco che il sistema non funziona e sono sempre più in mezzo alla merda... inizia anche a fare buio! Mi faccio coraggio e continuo ad andare avanti, piedi per terra 10 all’ora… e sono in mezzo al nulla! In una mezz'ora in queste condizioni realizzo… in Alaska cosi non ci arriverò mai ! Il morale è un pò a terra, mancano ancora 1800 km ad Anchorage, e a 10 all’ora è davvero troppo… I sistemi anti neve che mi ero portato non servono a un cavolo, penso che ho ancora le corde... ma sotto la neve c’è il ghiaccio: insomma, inutile, non ho neanche voglia di provare. Dopo un po' arrivo a un motel, decido di fermarmi… voglio chiedere se più avanti la strada è pulita o no… ho ancora un pò di speranza!!! Al motel mi dicono che passano a pulire la strada ogni mattina, prima dell’alba! Mi rincuoro un po', penso che la neve che c’è ora deve essere quella che ha fatto oggi dopo che hanno pulito… Insomma, mi convinco a stare lì per la notte a aspettare la pulizia della strada,e poi l’atmosfera è carina, e il cibo abondante!


3) la zampata
La mattina dopo è il giorno della verità… mi vesto di tutto punto, ma la moto non parte! Sarà un segno? No! a meno 10 per tutta la notte... Ho con me uno spray, del tipo fast start… a base di etere. Va spruzzato nel filtro della moto, ed essendo un liquido molto infiammabile dovrebbe aiutare un pò la partenza... in effetti la moto parte subito! Mi metto in strada e scopro che è vero, lo spazzaneve è passato, vedo i segni, ma ha tolto la neve superficiale e ha lasciato la terra e il ghiaccio e la ghiaia… decido di provare ad uscire dal parco, piano piano, e vedere se la strada migliora… in fondo siamo in mezzo ai monti… e insomma, trovo mille scuse con me stesso per continuare…
Dopo mezz'ora di 10 all’ora e piedi a terra, passo a 20 all’ora, poi 30, il brecciolino sul ghiaccio aiuta un pò il grip, ma… eh, che succede…oooooooohhhhhhhhh! Bum!!… In un secondo mi ritrovo per terra… la moto mi scappa letteralmente da sotto il culo, la zampata per mantenerla in equilibrio mi provoca una distorsione a livello del ginocchio… e l’atterraggio non troppo morbido mi incrina 2 costole…
Il sogno è finito, sono nel mezzo del nulla, nevica, la moto a terra, un ginocchio e il torace doloranti… mi rendo conto che poteva andare peggio! Non passa nessuno da ambo le parti per una mezz'ora, poi arriva un Tir da nord. A guidarlo è una donna! Si preoccupa per me, mi aiuta a tirare su la moto, ma scopriamo che ha la leva frizione spezzata, e la moto è inutilizzabile. Mi offre un passaggio verso sud, ma dico che sto andando a nord… aspetterò il tir successivo verso nord. Ci salutiamo… sono di nuovo sotto la tormenta, da solo, ginocchio dolorante e torace pure, ma la moto è in piedi. Penso che sono stato uno stupido a non accettare il passaggio. Dopo un’altra mezzora arriva un tir dalla parte giusta!, non ha carico dietro, è un camionista che torna a casa, mi tira su, accostiamo la moto furi dalla carreggiata e si va. 200 km fino a Fort Nelson, qui il camionista è a casa, io invece sono sempre più lontano dalla cività… ci sono 3-4 case, un benzinaio e nient’altro. Nevica, fa freddo e la strada è ufficialmente chiusa.
Scopro ora che per radio avevano detto che la strada non era percorribile, e questo spiega perchè infatti per strada non c’è nessuno. Sono di fronte a un grande dilemma… andare avanti, con l’autostop, o con ogni altro mezzo disponibile, oppure tornare indietro e prendere un aereo per tornare a casa? L’opzione moto ormai non la considero neanche. Onestamente la cosa più saggia da fare era tornare indietro subito, ma in finale… perchè? Io l’Alaska la voglio vedere! Mi metto per strada e faccio l’autostop. Un minivan si ferma e mi raccoglie, è un ragazzo, ha la mia stessa età, si chiama Sid e va proprio nella mia direzione! 600 km verso Whitehorse. Smezziamo la benza e a sera sono a White Horse.
Il viaggio in minivan con lui passa in fretta, però c’e sempre quella mezza paura di incappare in uno squilibrato o chissà… che un pò mi rovina l’ atmosfera. Qui, c’è la chicca… a 10 km da White Horse, mi chede se mi dispiace fare una piccola deviazione, lui vorrebbe andare a salutare il padre che vive appena fuori dal paese. Ovviamente dico di sì, e lui subito prende la prima stradina innevata e ci infiliamo in mezzo al bosco. Non vi dico le cose che mi sono passate per la mente in quell’attimo. Stavo in mezzo al bosco, di notte, con uno sconosciuto, chi mi avrebbe salvato se qualcosa fosse andato storto? Mi faccio coraggio… sto zitto e aspetto… Oh! Il padre era un nativo della zona e viveva in un cottage in mezzo al bosco! Non mi si voleva inculare! Meno male :)))))!!!
White Horse è un bel paese, intorno tutto ghiacciato, fa –10, e dicono che non si sta ancora troppo male! Concordo, sono i –10 gradi meno freddi che abbia mai sentito. Sid mi da delle dritte su come andare in Alaska, mancano non più di 500 km alla frontiera e altri 500 per anchorage, da qui c’è un autobus 2 volte la settimana o anche l’aereo. Scelgo il bus, e con 220 dollari canadesi e 12 ore di viaggio sono ad Ancorage!

 


4) Epilogo
Il viaggio in pulman, che poi era un minivan, tipo Ducato, non è esaltante, anzi un pò noioso. I paesaggi sono molto belli, intorno è tutto ghiacciato, ma il tempo è nuvoloso e ho perso la mia chance di vedere l’aurora boreale. Ad Anchorage affitto una macchina per girare un pò le strade sono pulite e un pò rosico che non ci sono arrivato in moto. Però va bene così, il dolore al ginocchio mi è quasi passato, le costole invece mi danno fastidio, specialmente di notte… Anchorage, onestamente, da sola non vale il viaggio in Alaska, la città è moderna e non c’e nulla di caratteristico o particolare, non fa neanche freddo !!! zero gradi la minima, e prima di partire il termometro è salito a 6 gradi! Riesco ad arrivare anche a Seward, un paese sul mare a 200 km da Anchorage. I paesaggi innevati sono molto belli, penso che l’Alaska del nord valga sicuramente la pena, ma il tempo stringe, e poi le spese iniziano a farsi sentire! Passo 2 giorni e mezzo ad Anchorage e poi torno in Arizona con l’aereo.
L’ impresa è compiuta, l’Alaska è stata conquistata! La moto l’ho persa tra i ghiacci, e mi dispiace, s’era comportata bene e meritava una fine migliore… qualcuno probabilmente ne avrà miglior cura di me.

 


Mi dispiace solo di non aver visto l’aurora boreale, a Whitehorse, tutti mi hanno detto che praticamente ogni notte era visibile, ma il cielo coperto me l’ha impedito, ad Anchorage invece è scarsamente visibile in ogni caso e poi le luci della città e una serie di cose hanno fatto il resto… sarà per la prossima volta!


© Anima Guzzista