RACCONTI
Il mio 1°
elefantentreffen
di Alessandro Soriga
Come ho già avuto modo di scrivere sul forum,
doveva essere l’anno scorso, ma per motivi che non sto qua ad elencare è
saltato e ho rosicato per un anno intero, ma allo stesso tempo è stato
un anno dove psicologicamente mi sono caricato al punto che mi sentivo
“invincibile” rispetto a qualunque avversità.
Tra una chiacchiera e l’altra qua nel forum, prendiamo accordi con
nettuno61 per partire assieme, lui c’è già stato l’anno scorso, è
sicuramente utile essere in due, ma se uno ha anche già un po di
esperienza è ancora più utile. Decidiamo di evitare di portare
“doppioni” e oltre alle cose personali, ci accordiamo su ciò che può
essere utile ad entrambi: nell’ordine io porto un paio di kg di pasta,
del ragù, 4 bottiglie da lt 1.5 di vino da me prodotto, 1 di mirto, idem
come per il vino, 1 di filuferru circa 4 kg di carne, un segaccio, 1
roncola, 1 graticola, 1 pentola per la pasta, 1 colapasta, 1
caffettiera, , caffè, pane carasau, pane tipo spianata, sale fino e
grosso; nettuno a livello alimentare è fornito circa allo stesso modo,
ha in meno il vino ma ha in più il latte per la “classica” colazione
italiana, fornello e soprattutto NAVIGATORE.
Due giorni prima della partenza lo chiamo e gli dico “invece di
aspettarci in strada sotto a qualche ponte, perché non vieni a casa,
pranziamo e poi partiamo assieme?” e così abbiam fatto; giunti a casa
sistemiamo bagagli e specchietto della sua in quanto reduce da una
caduta, fortunatamente senza conseguenze serie ne per se ne per la moto
e si parte. 40 KM esatti e la moto di nettuno si ferma!! Una controllata
generale e…… la batteria non va; la moto non accenna a dare segni di
vita a livello di corrente, tira fuori l’avviatore rapido e la moto
riprende magicamente vita, si pensa immediatamente all’alternatore che
non carica e nettuno mestamente dice: “il mio elefante finisce qua; cosa
ti posso dare? Hai l’attacco per l’accendisigari? Ti do il navigatore”
“l’unica cosa che puoi prestarmi è il fornello, attacco per
l’accendisigari non ne ho” e cosi il mio viaggio prosegue in solitaria,
so che devo andare verso Monaco e verso Passau, durante il viaggio sino
all’imbarco a Golfo Aranci continuo a pensare che andrà tutto bene,. . .
. che in qualche modo me la caverò e intanto continuo a bestemmiare per
l’acqua che viene giù, ma intanto mi ha permesso di testare la tuta: non
è filtrata una goccia d’acqua.
Mercoledì 28 sbarco a Livorno (io sarei voluto partire il mercoledì, ma
nettuno ha insistito per partire il martedì perché quest’anno l’inverno
è particolarmente rigido e per chi come noi neve e ghiaccio ne vede 1
volta ogni 10 anni è meglio essere previdenti) e chiaramente prendo
direzione autostrade. Forse per chi sta “in continente” il problema non
si pone, ma i miei ricordi scolastici di geografia non sono molto vivi e
ad un certo punto vedo l’indicazione Parma – Genova verso sx e Firenze –
Bologna verso dx, che faccio? Grossomodo ho l’idea di dove sia situata
Bologna ma… Parma? So che è in Emilia, ma la dislocazione geografica in
questo momento non l'ho presente; Genova non è la direzione che mi
interessa, . . . . e se vado in quella direzione e trovo uno svincolo
per Parma che poi magari è la direzione giusta? Intanto proseguo, quando
mi trovo al bivio opto per Bologna e a posteriori riguardando il tutto
sulla carta a mio avviso è stata la scelta migliore. Il viaggio prosegue
tranquillamente sino a che tra Barberino del Mugello e Roncobilaccio
capisco che i miei guanti assieme ai paramani autocostruiti non sono
proprio il massimo, ho un freddo intenso alle mani e inizio a dubitare
anche sugli stivali.
Procedo senza particole fretta perché in me rimane la convinzione di
essere in anticipo di un giorno, arrivo a Trento intorno all’una, non so
come ma decido di dirigermi verso la zona industriale, faccio un giro
con la moto non vedo alcuna indicazione “Ristorante” chiedo in giro e mi
indicano un edificio sulla mia sx, entro e mi rendo conto che è una
sorta di mensa per tutte le aziende che operano li, comunque, primo,
secondo, contorno acqua vino e caffè € 8.65, il cibo era buono, meglio
di cosi non poteva andarmi, intanto le temperature sono abbastanza
accettabili io ho indosso un paio di jeans, una camicia e la tuta, non
sento freddo, tra me e me penso: “ non è che gli altri abbiano
esagerato? Sono già a Trento, si vede anche un po di neve ma freddo
nulla” . . . Mi è bastato arrivare a Bolzano per ricredermi:
un’escursione termica verso il basso incredibile, mani e piedi
ghiacciati generale sensazione di freddo e anche il viso e la testa
iniziano a soffrire (ancora non avevo messo il sottocasco) a Vipiteno il
freddo è ancora più intenso e più vado verso il Brennero più la neve a
bordo strada aumenta e più le cose peggiorano, non sento più ne mani ne
piedi, proseguo comunque e decido di fermarmi alla prima stazione di
servizio per apportare qualche accorgimento all’abbigliamento; per le
mani non posso fare nulla ma per tutto il resto posso intervenire
eccome!!! Intanto sono quasi le 16.00 e noto che sono abbastanza vicino
a Innsbruck decido di soffrire ancora un po e fermarmi direttamente li:
Innsbruck sud, una bella discesa molto bagnata e ghiaccio tutto attorno,
non sono abituato a queste situazioni, l’affronto a velocità alquanto
moderata e appena entrato in città (la neve e il ghiaccio la fanno da
padrone) inizio scrutare edifici e cartelli alla ricerca di un hotel, ma
l’occhio sempre vigile al ghiaccio per strada, ad un certo punto . . . .
dolce visione: ZIMMER! Hotel carino (in tutti i sensi: bello ma per i
miei gusti un po caro € 52.00) moto in garage, che sta di fronte
all’hotel in un piazzale più in basso, quasi un fosso. Noto che il
piazzale è abbastanza pulito quindi non ci DOVREBBERO essere problemi
per il ghiaccio.
Al mattino di giovedì faccio tranquillamente colazione, decido di
portare su la moto e poi vestirmi con calma ma……… il piazzale è una
lastra unica di ghiaccio spesso 5 o 6 cm. Mi faccio coraggio, credo sia
inutile attendere, lo strato è troppo spesso e la temperatura è troppo
bassa perché si sciolga; con molta cautela riesco a portare la moto
fuori dal garage e dal ghaccio, ok è fatta. Mi vesto e sono le 8.45
pronto a rimettermi in viaggio (ero sveglio da molto prima ma ho
preferito far sollevare un attimo le temperature, è giovedì e ho fatto
già parecchia strada, non ho particolarmente fretta) parto, circa 30
metri, lo stop, d’istinto freno anteriore (sapevo benissimo che non
dovevo toccarlo) e la moto è per terra!!! Danni: fortunatamente solo il
parabrezza. La moto è stracarica non riesco in nessun modo a rimetterla
in piedi e in quella stradina non si vede anima viva; la benzina
continua ad uscire dal serbatoio, un rivoletto proprio sotto il tappo e
io li ad osservare inerme. Dopo circa 10 minuti passa uno spazzaneve di
quelli da città, piccolo, sembra quasi un giocattolo, faccio dei cenni
all’operatore, molto gentilmente si offre di aiutarmi ma appena la moto
arriva a circa 45° da terra inizia a scivolare dalla parte anteriore e
di nuovo giù; cosi per due o tre volte alla fine il tizio avvicina lo
spazzaneve “giocattolo” posiziona la benna di fianco alla ruota e
finalmente siamo riusciti a tirarla su; nel frattempo io sono grondante
di sudore, evito di mettermi in viaggio in quelle condizioni, mi levo un
po di roba, faccio scendere la temperatura e poi mi rivesto che sono già
le 9.30. Mi dirigo verso l’autostrada con molta prudenza e tengo ben
stretto l’acceleratore in modo che “l’istinto” eviti di giocarmi
nuovamente brutti scherzi; l’autostrada è parecchio bagnata e in certi
punti c’è anche del ghiaccio, procedo ad una velocità di circa 90 km
orari e con l’occhio sempre attento alle insidie dell’asfalto, inizio a
pensare che strada debbo fare, sino a Monaco non dovrei avere problemi,
. . . e poi? 15 minuti circa d’autostrada e mi sorpassano tre moto, 2
salutano il terzo rallenta un po e poi si rimette al passo degli altri,
li osservo: stanno andando all’elefante se mi accodo ho risolto i miei
problemi relativamente al dove andare ma sono troppo veloci per i miei
gusti, intanto Innsbruck è sempre più indietro, la strada è sempre molto
bagnata ma non sembra ci sia più ghiaccio, e poi. . . . . . se vanno
forte loro perché non dovrei io? Mi metto all’inseguimento, 140, 150,
160 sono sempre più vicini, ma ogni tanto la moto tenta di andare per
conto suo, ho paura ma devo raggiungerli, ormai sono a 700 – 800 metri è
fatta, vedo i loro stop illuminarsi simultaneamente, LA POLIZIA,
rallento anche io ma ormai sono con loro, si procede a circa 130 km
orari, continuo a ritenere che sia una velocità eccessiva ma non posso
perderli, dopo Monaco non saprei dove andare, invece svoltano per
Salisburgo, ricordo che l’anno scorso controllando il percorso si poteva
passare anche da li, ok, sempre appresso, sono talmente concentrato
nella guida che non sento il freddo, so solo che il paesaggio era
completamente bianco, persino gli alberi non riuscivano a mostrare il
verde delle loro foglie, mai vista tanta neve e il freddo alle mani e ai
piedi pian piano inizia a vincere sulla mia concentrazione di guida, lo
sento sempre di più dopo circa 100 - 120 km decido di fermarmi alla
prima stazione di servizio perché non sento più mani e piedi, nemmeno
fossimo d’accordo vedo che loro prima di me mettono freccia per la
stazione di servizio; presentazioni, 4 chiacchiere loro sono di Verona e
dicono di essersi messi in viaggio alle 4 del mattino e ora avrebbero
pranzato, si sarebbero fermati per la notte a Passau, mi trattengo con
loro perché devo recuperare la temperatura e ormai non siamo distanti,
se le strade sono così conto di giungere a Solla nel pomeriggio e poi
decido se cercare un hotel o montare direttamente la tenda. Hanno una
carta a testa, 1 la danno a me tanto loro sono insieme, . . . . . “nel
caso dovessimo perderci” mai frase è stata tanto premonitrice!!!
Circa un’oretta di sosta e ci rimettiamo in viaggio, ormai ho stabilito
che per i primi 100 – 150 km sto bene sia alle mani che ai piedi, quindi
mi metto a ruota degli altri e non sto nemmeno attento alle indicazioni
stradali, ma sempre attento al “culo” di chi mi precede; probabilmente
non abbiamo fatto 10 km che vedo tutti e tre metter freccia a destra,
penso “1 moto in panne?” accosto pure io, sfilo un guanto e prendo le
sigarette ma. . . . . . azz stanno ripartendo!! Capisco in quel momento
che la sosta era semplicemente per controllare la cartina, velocemente
rimetto le sigarette in tasca, infilo il guanto e mi metto
all’inseguimento, non hanno praticamente nulla di vantaggio, 400, 500
metri, li vedo scomparire dietro la curva e . . . . . . . affronto la
stessa curva . . . l’autostrada si divide in tre direzioni, non sono
sulla corsia di dx, devo prendere una decisione in una frazione di
secondo, il traffico è intenso, prendo la diramazione al centro ma con
la coda dell’occhio riesco a vedere i tre sulla rampa di dx fermi ad
aspettarmi. Fine del “passaggio gratis” mi sto dirigendo a Salisburgo
Zentrum, faccio inversione, cerco uno svicolo torno indietro e svicolo
nuovamente per prendere quella rampa, chiaramente di loro più nessuna
traccia, sarà passato più di un quarto d’ora; poco male, ho la loro
cartina, imbocco la rampa, 100 mt e una rotonda 4 direzioni diverse…..
quale prendo? Ok leggo il nome di un paese (non ricordo assolutamente
quale) e un numero: 35 immagino sia il numero della strada, statale o
provinciale, imbocco per la 35, mi fermo e controllo la cartina:
1 mi rendo conto che essendo stampata da internet arriva sino a Passau;
2 non compare il nome del paese appena letto;
3 ci sono un sacco di strade e stradine numerate ma nessuna col 35!!
Stiamo calmi, riflettiamo: torno alla rotonda o proseguo? Ok decido di
attraversare questo paese che sulla carta non esiste, noto un cartello a
distanza, vediamo di che si tratta: è un cartello pubblicitario, ma più
in la ce n’è un altro e si scorgono nuovamente delle case, procedo
ancora un po, male che vada tornare indietro sono un paio di km in più;
il cartello ha ben scritto tra le altre indicazioni: PASSAU km 129
strada n. 20, è fatta, non ho più avuto bisogno della cartina in quanto
Passau era segnalato ad ogni incrocio, ad ogni bivio, addirittura quando
non c’era nemmeno da svoltare. Tra sosta per il pranzo ecc giungo a
Passau intorno alle 16.00, so che sono a circa 50 km dalla destinazione,
ma non so assolutamente che direzione prendere, quindi decido per un
hotel e……. domani incrocerò qualche moto.
Classica doccia e si va in giro per la città, mi rendo conto che il
clima è più mite, lungo tutta quella statale il freddo è stato più
intenso che altrove, ma una volta scavalcata l’autostrada, la A3, quasi
fosse una linea di separazione tra due mondi diversi, il freddo ha
iniziato a diminuire d’intensità cosi come la neve. Siamo a venerdì ore
08.30 mi metto in viaggio, si, ma in che direzione? Mi dirigo verso sud
sperando di incontrare qualche moto ad un certo punto vedo un postino:
una gran bella ragazza, parlo solo italiano, mastico due parole in
inglese in croce ma vale la pena tentare: “bitte miss, i’m going to
elefantetreffen, (e indicando con il braccio la direzione) here?” mi
guarda, farfuglia qualcosa in tedesco, intuisce che non ho capito e
risponde “i don’t” iniziamo proprio bene!! Nel frattempo passa una
signora con un bimbo, immagino andasse all’asilo, si ferma ed esclama “elefantentreffen?”
mi si illuminano gli occhi, azz…rispondo pure in tedesco “ja” una volta
afferrato che non capivo mezza parola di quel che diceva, apre la borsa
del figlio prende un pezzo di carta, un pastello e scrive B 12 FREYUNG,
mi indica di proseguire nella direzione in cui andavo. Felice come una
pasqua mi metto finalmente in viaggio verso Solla, questa B12 è molto
bagnata e parecchie zone d’ombra, la paura di trovare dei tratti di
strada ghiacciata è sempre presente, un bestione di camion mi segue a
distanza ravvicinata, lo distanzio ma le zone d’ombra sono parecchie e
mi riprende più e più volte; ho percorso esattamente 18 km e non ho
incontrato nessuna moto, qualcosa non mi convince! 4 case messe in
croce, decido di fermarmi e chiedere informazioni, chiaramente con la
mia vasta scelta di vocaboli in inglese; un chiosco dove cucinano
wurstel e altre robe tipiche della cucina tedesca, entro “hi, I no doich,
I italien: 1 information please” lui, gran sorriso e la classica
domanda: “elefantentreffen?” estraggo il foglietto B 12 lo mostro e lui
subito “nein, nein” mi fa capire che devo tornare indietro 2 km, girare
ad un bivio e poi…. Non ho capito altro; interviene la moglie che tenta
di indicarmi la strada su una carta che hanno appesa li sulla parete,
chiedo una penna per segnare in quali paesi devo passare, ma il marito
ha un lampo di genio: entra dentro e riviene fuori con la penna e una
carta turistica della zona, 1 di quelle dove ci sono segnate anche le
vacche che sono al pascolo, mi traccia la strada sulla carta e me la da,
faccio per pagare e mi fa capire che si offenderebbe, allora ordino una
birra, € 2.10 pago con 5 e lascio il resto.
Ore 10.50 sono a destinazione: la mitica discesa dove mi hanno
raccomandato di non andare con la moto, la mitica fossa e già un po di
gente in giro; cerco di capire come funziona, chiedo ad un tizio che
individuo come italiano “non saprei, è la prima volta anche per me” ok
il più è fatto, mi affido all’intuito e all’istinto, non chiedo più a
nessuno, pago l’iscrizione, entro dentro e cerco di individuare dove
montare la tenda. I posti “belli” sono parecchio distanti e non ho
voglia di trasportarmi il bagaglio in culo al mondo, scorgo uno spazio
relativamente ampio senza nessuna tenda, è abbastanza vicino alla moto,
la decisione è presa: mi piazzo li, mi guardo attorno, una bandiera
austriaca e dall’altra parte qualcuno che parla italiano, ma sono un
gruppo numeroso già organizzati per conto loro, non mi cagano nemmeno di
striscio, completata l'operazionedi montaggio, mi accingo a legare
all'esterno la bandiera dei 4 Mori. “Finito?” mi giro e appena più in
qua della bandiera austriaca mi accorgo solo in questo momento che c’è
una tendina “per conto suo” “ah, sei italiano anche tu? Qua solo? Lo
sono anche io” inutile dire che ho immediatamente tirato fuori carne e
vino e…. in serata eravamo in 5, tre single e due che sono venuti
assieme, nel frattempo lo spazio relativamente ampio è solo un ricordo,
strapieno di tende e se alla mia sx c’erano gli italiani, alla mia dx
hanno montato i tedeschi che in breve tempo non stavano più in piedi e
cascavano sopra le tende,qualcuna si poteva rimettere in sesto, altre
andavano montate ex novo. Cazzo ma sono ad un passo dalla mia tenda,
prima o poi accadrà . . . . . forse mezz’ora dopo uno casca e rotola un
po, si ferma sulla mia tenda, lancio semplicemente un’occhiata che
suppongo non sia passata inosservata in quanto nemmeno 5 minuti dopo si
avvicinano 2 tedeschi, non sono sbarbatelli come gli altri, sono sulla
40ina o forse oltre, masticano un po di inglese, tra noi 5 c’è qualcuno
che fa altrettanto, si scusano a nome dei “giovinotti”, ci spiegano che
hanno fumato risolviamo il tutto con il classico “no problem” e giù
birra da parte loro e vino (che viene apprezzato particolarmente) da
parte nostra, si passa al mirto ed infine decido di aprire le danze con
il filuferru, uno di noi 5 (fabio) dice “io non lo bevo ma mi piace
l’odore, fai annusare” lo accontento ma noto in lui un’espressione
perplessa, verso un goccio di liquido sul dito e assaggio: cazzo è
acqua!!!! Mi sono scarrozzato per 1300 km 1 bottiglia d’acqua, non so
come possa essere successo (lo capirò a casa quando ne parlo con mia
moglie) ma la figura di merda è grande. Intanto il mirto inizia fare
effetto e Fabio mi fa “ ma tu sei un guzzista convinto?” “non sono come
i fondamentalisti islamici riguardo alla religione, ma per me la moto è
solo guzzi!!!” “ beh se provi una bmw (possiede infatti una bmw, non so
nemmeno quale modello) visto che ti piacciono i bicilindirici, hai lo
stesso effetto della guzzi ma la sicurezza bmw, sai io ho avuto 32
moto…” lo interrompo immediatamente “ma una guzzi l’hai mai avuta?” “NO”
“allora devi stare zitto!!!” si continua a ridere, scherzare e bere, non
sono ubriaco ma un po brillo si. Si va a letto, i tedeschi continuano a
fare un casino della madonna, sono abituato a situazioni del genere,
riuscirò a dormire, anche se a sprazzi; intorno all’una o le due di
notte, qualcuno “frana” sulla mia tenda, stavo dormendo ma credo che un
fulmine ci avrebbe impiegato più tempo ad uscir fuori “scusa, italiano
scusa” non so cosa tutto gli abbia urlato contro so solo che rientrato
in tenda, dopo un po sento “italianschi . . . bla bla bla . . . fanculo…
VAFFANCULO” la voce era un po sommessa, io ho difficoltà a prendere
sonno, dopo una mezz’oretta evidentemente si è avvicinato qualcun altro
a chiedere spiegazioni: “italianschi . . . bla bla bla . . . fanculo…
VAFFANCULO” e prima di addormentarmi riesco a sentire ancora una volta
la stessa frase, evidentemente senza rendermene conto sono stato
ABBASTANZA duro. La mattina intorno alle 7.00 esco dalla tenda, i
tedeschi sono ancora in piedi, uno si avvicina e con un sorriso mi dice
“italiano, scusa” io non riesco a trattenere un sorriso e rispondo
“vaffanculo” ridiamo, ci stringiamo la mano e subito mi porge una
bottiglia con un liquido giallo canarino di un denso impressionante,
“adesso voglio fare colazione, non voglio bere, vaffanculo” ormai il
termine è diventato un modo per comunicare e ridere, tiro fuori la
roncola e inizio a spaccare un po di legna per accendere il fuoco, il
tedesco non mi da tregua, insiste con quella bottiglia ed io no, no,
no!! Preparata abbastanza legna “sottile” per accendere il fuoco tiro
fuori la diavolina e il tedesco inizia ad urlare dah dah dah e scuote la
bottiglia, la stappa, versa il contenuto sulla legna, cazzo era
accendifuoco liquido, ci siamo fatti una grassa risata, tiro fuori
caffettiera, caffè e il fornello di nettuno, accendo ma in un minuto non
c’è più gas, mi metto all’opera per sostituire la bomboletta di gas
ma……. Che fornello strano, ha un incastro , si nota anche un pezzo di
filettatura ma… non riesco in alcun modo a smontarlo; metto la
caffettiera sul fuoco vivo idem faccio con il latte che ho comprato a
Passau, nel frattempo arrivano i 2 italiani che erano giunti assieme,
sono entrambi vigili del fuoco “ ho un lavoretto per voi” e gli porgo in
fornello, sono diventati una barzelletta perché per loro è diventata una
“questione d’onore”, ma dopo mezz’ora abbondante non erano divenuti a
nulla.
Ore 09.00 i tedeschi riprendono ad essere instabili sui piedi e vengono
giù come birilli, nel frattempo si è sparsa voce che all’indomani
(domenica) in Italia ci sarebbe stata un’ondata di mal tempo con forti
nevicate soprattutto al Brennero; intorno alle 12.00 c’era la metà delle
tende rispetto alla sera prima, i due vigili del fuoco decidono che
sarebbero andati via nel pomeriggio, gli altri due solitari coi quali
avevo fatto gruppo hanno deciso di andar via ugualmente, tento di
convincerli, non mi va di trascorrere tutta la sera solo, ormai è
difficile anche per me trovare nuovamente compagnia, intanto i tedeschi
preparavano un “cannone” che poteva soddisfare metà dei partecipanti al
raduno, l’idea di dover “combattere” un’altra notte con i tedeschi, ma
sopratutto l’idea di affrontare la neve (per un sardo credo sia una
grande impresa) magari da solo, mi spaventa parecchio, quindi riesco a
convincere gli altri almeno a pranzare li e anche se a malincuore, avrei
voluto fare anche la sera di sabato, andare via: altra grigliata di
carne e vino in abbondanza, specifico ai compagni che utilizzando la
graticola, non posso caricare i bagagli se non dopo pranzo in quanto per
come devo sistemarli sulla moto, la graticola è la prima da mettere, poi
la tenda, poi i sacchi a pelo, successivamente la valigia ed in ultimo
lo zaino. Fabio mi aspetta, l’altro (Gabriele) inizia ad andare in
quanto va con il suo passo (90 – 100) e lo avremo raggiunto per strada.
Mi affido a Fabio e sin dal raduno facciamo il giro esattamente al
contrario ( infatti io sono arrivato da sotto mentre andiamo via da
sopra) tutto procede tranquillamente 130 – 140, la strada per Monaco è
bellissima, asciutta, poca neve e soprattutto poco freddo, sino a che
giungiamo in Austria le temperature scendono repentinamente e la neve
aumenta a vista d’occhio, iniziano nuovamente a gelare mani e piedi, ma
almeno una volta la fortuna gira dalla mia: un ingorgo ci rallenta e
recupero un po di temperatura, si va a singhiozzo, un po di km procedi
regolare un po di km sei in mezzo ad un ingorgo, riesco a tenere
temperature sopportabili, sino ad Innsruck, da li tirata unica sino a
Vipiteno ma non ero più padrone delle mie estremità sia inferiori che
superiori. Gabriele ci comunica via sms che si ferma ad Innsbruck,
peccato, avevamo prenotato una camera per tre.
iil mondo è veramente piccolo: doccia, si va al ristorante dell’hotel e
chi ti incontri? I 2 vigili del fuoco, si cena e si chiacchiera, ed io
dico: “Fabio, ammettilo che quando mi hai visto con tutti i bagagli a
terra un po ti sei preoccupato” “ma scherzi? Io quando ho visto i
bagagli, tutti quegli elastici e funi ho pensato –questo non ne viene
fuori- invece hai messo su due cinghie e hai risolto, hai una gran bella
moto, io sul mio bmw non ci sarei riuscito” cazzo che soddisfazione, che
rivincita!!!!
Domenica mattina, ore 7.30 risveglio a Vipiteno sotto la neve, io
manifesto la mia preoccupazione e incito fabio a far presto, mi guarda,
sorride (lui e di Santhià la neve è il suo pane) “non abbiamo nessuna
fretta, ora facciamo colazione con calma, poi ci mettiamo in viaggio, il
problema è da qua all’autostrada, là se proprio è sporca, aspettiamo uno
spazzaneve, ci accodiamo, andremo a 50 all’ora ma facciamo strada, tu
vai con i piedi giù e non toccare mai il freno davanti” eh lo so, lo
sapevo anche prima che la moto mi cadesse ad Innsbruck. Intorno alle
09.00 ci mettiamo in viaggio, ormai per terra ci sono 10 cm di neve, per
me è la prima volta non sono tranquillissimo ma mi pare di comportarmi
egregiamente; sull’autostrada nevica ma è pulitissima, procediamo ad un
passo di 100 – 110 sino a Bressanone, la neve è diventata acqua e si va
al solito passo, 130 – 140 e dal cielo viene acqua, neve, ancora acqua e
nuovamente neve, facciamo un tiratone unico sino a Bergamo, infatti io
sono in anticipo di un giorno (il traghetto è prenotato per lunedì alle
21.00) approfitto per andare a trovare degli amici, considerato che per
lunedì le previsioni mettono acqua.
Lunedì 02/02 sveglia alle 5,30 indipendente dalla mia volontà, purtroppo
non ho più sonno, mi affaccio furi e . . . . . è tutto bianco e nevica,
ma la neve non è come a Vipiteno, è più spessa, più solida; accendo la
tv, previsioni del tempo: mettono acqua, sarà allora solo una questione
di tempo, tra un po inizierà a piovere e scoglierà tutto. Ore 9.30 non
ha ancora smesso di nevicare, decido di mettermi in viaggio,
l’autostrada è a soli 7 km, spero di trovare la stessa situazione che a
Vipiteno.
I 7 km che mi separano dall’autostrada vengono percorsi in 45 minuti
esatti, sembra di essere sul sapone, in quel miscuglio di neve e fango
spostato da dx a sx e viceversa dalle auto e dai camion, soste e
ripartenze appresso al traffico, non è proprio il caso di mettersi a
fare le virgolette tra le auto. Finalmente l’autostrada, 30 – 50 metri,
non mi sento tranquillo, allungo un piede verso l’asfalto, cazzo quanto
è scivoloso!!! Procedo a 50 all’ora, sono in balia dei camion che mi
sorpassano e mi scaricano addosso tutta la merda che riescono a
sollevare dalla strada; procedo in questo modo sino a Brescia, dove la
neve diminuisce e anche quella che viene dal cielo è diventata acqua,
riprendo la mia andatura normale e procedo verso Piacenza, infatti ho
deciso di fare l’autostrada della Cisa, con la speranza che spostandomi
verso sud la neve sia sempre meno, subito dopo Piacenza ritrovo la
situazione di Bergamo, vado pianissimo e vicino a Parma sono quasi
tentato dal fermarmi perché davvero, mi servivano dei pattini più che
delle ruote, mi faccio coraggio e proseguo, intanto i cartelli luminosi
in autostrada recitano “obbligo di catene sino a Pontremoli” dove cazzo
è pontremoli? Quanto mi manca? Mi fermo nell’area di servizio di
Medesano, ho un freddo cane, sempre e solo alle mani e ai piedi, si
accosta una volante della polizia “ma lei dove crede di andare? Lassù
sta nevicando parecchio” “ ho un traghetto dall’altra parte che mi
aspetta, e non intendo perderlo” mi guarda perplesso poi esclama: “ io
non la fermo ma sappia che rischia parecchio” cazzo è proprio
l’incoraggiamento che mi serviva!!!! A questo punto non vedo l’ora di
affrontare il passo, mi rimetto in viaggio, l’asfalto è sempre viscido,
ci sono belle curve che in condizioni normali mi sarei gustato alla
grande, invece speravo di trovarne il meno possibile e la strada
comincia a salire, l’andatura si riporta intorno ai 50 all’ora e…… ma in
questa autostrada passano solo camion?? Uno appresso all’altro, uno ti
sorpassa e dallo specchietto ne vedi sopraggiungere un altro, e un altro
ancora…… Dopo l’uscita di Borgotaro (ricordo che passai da li nel 2004
nel mese di marzo, in macchina con un amico e mio figlio, ci fermammo a
giocare con la neve come dei ragazzini) l’andatura è ormai a 20 all’ora
e i piedi sempre pronti a tenere la moto in equilibrio, ma . . . . . . .
la fortuna non mi ha abbandonato: una lunga fila di camion che procedono
a passo d’uomo, mi accodo, nessuno mi sorpassa più e si procede in
questo modo sino allo scollinamento, il tunnel e . . . ti affacci in un
altro mondo: acqua che sembrava buttata giù coi secchi, ma ne per strada
e nemmeno nei monti un fiocco di neve, non ho mai benedetto l’acqua dal
cielo come in questa circostanza, felicissimo mi fermo e controllo
l’orologio: Bergamo Pontremoli km 224 ore impiegate 5.30. il resto è una
gran doccia “naturale” sino a Livorno.
© Anima Guzzista

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