RACCONTI
Una
mattina da guzzista
di
Fabio 'Nemokid' Salvatori
Da dove si comincia quando si
deve raccontare una storia? Beh dall'inizio direi, ma mica è facile
scrivere una storia per Anima Guzzista, un sito fatto di poeti con
i cilindri a V. Vabbè ci provo, dài.
C'era una volta un ragazzo come
tanti, proprio uno qualunque, capelli normali, occhiali, insomma
uno di quelli che quando si presenta ti dimentichi il suo nome mentre
lo dice. Questo ragazzo dopo 28 anni di vita e uno di matrimonio
decide di comprarsi una moto. Cerca che ti cerca, soppesa il portafoglio
(piuttosto leggero) e alla fine se n’esce con una moto economica
e onesta: una Kawasaki ER-5, la prima usata è stata una sfiga terribile,
al secondo tentativo dopo pochi mesi con una nuova invece è andata
bene.
Come dicevo questo ragazzo un giorno, parlando di motori diesel su un forum
ti finisce su un sito, tal "Anima Guzzista" a leggere l'intervista
di un certo Carcano che parlava di motori diesel e di Moto Guzzi. Moto
Guzzi ... mah, cosa saranno mai 'ste Moto Guzzi che hanno perfino un'anima,
come possono due ruote e un po' d’acciaio avere un'anima? Spinto dalla curiosità, gira
di qui naviga di là, comincia a scoprire un mondo sconosciuto, fatto di uomini
e moto con una lunga storia tanto che ad un certo punto decide pure di aggiungerci
la sua di storia anche se di Guzzi in vita sua non ne aveva toccata nemmeno
una.
Fu così che dopo mesi passati
a leggere le innumerevoli storie dei prodi guzzisti, i racconti delle
leggendarie gesta di questi centauri e aver riempito l'hard disk
di foto il nostro giovane capitò ad una fiera in una grande città.
Dovete sapere cari bambini (ehm, mi sono fatto prendere un attimo
la mano) che questo ragazzo da sempre ama le moto nude, spoglie,
essenziali, leggere e cattive, pure un po' sportive magari anche
se lui non le sa guidare sul serio.
Beh come vi dicevo a questa fiera
il nostro eroe si avvicina per la prima volta dal vero a queste
leggendarie moto; ne aveva già incontrata qualcuna di sfuggita e,
grazie ad internet, ormai conosceva tutti i dettagli di ogni moto
quasi a memoria però, purtroppo, non le aveva mai toccate, non le
aveva mai abbracciate. Così, con fare timoroso, comincia ad avvicinarsi
prima a quelle più sportive, quelle nude e cattive con quei cilindroni
a V, il serbatoio lungo e le marmitte grosse.
Cercando di nascondere l'emozione, sale in sella, allunga le mani sul manubrio
... eeeee...
... strano, qualcosa non va!
Non capisce bene cosa ma qualcosa proprio non va; è la stessa sensazione che
si prova ad indossare una di quelle giacche che proprio non ti stanno, e per
quanto le giri e le tiri non c'è niente da fare, ti guardi e sembri un pirla.
Ecco lui si sente così; le gambe che non sanno dove stare, il busto che soffre,
insomma si sente fuori posto.
Triste il nostro ragazzo scende
da quegli animali possenti, sentendosi respinto e quasi per dispetto,
per ripicca nei loro confronti si avvicina all'altra (in quel momento
era ancora l'altra), una moto strana, più lunga, più comoda, con
quel color argento satinato ed un nome che evoca spiagge lontane
e metalli leggeri. Si siede quasi con sufficienza gettando sguardi
nervosi alla sportiva che non lo voleva e, come per magia, si sente
assorbire, rapire da un mondo che non conosceva, e le gambe trovano
il loro posto da sole, le mani cercano il manubrio e d'improvviso
sente il rumore dell'asfalto che scorre veloce e tramonti che ti
aspettano ad un orizzonte che si sposta sempre più in là.
E questi moscerini che ti colpiscono, sempre più grossi ... ma che moscerini
sono per dare botte del genere ...
ahi ...
... è solo un sogno, altro che tramonti e moscerini, è il suo compare che lo
schiaffeggia allegramente per farlo scendere, che non si può stare tutto il
giorno seduti li, non sta bene ...
Che fatica scendere e tornare a casa dalla sua Kawa gialla, certo lei lo aveva
sempre trattato con rispetto, mai un problema o una lamentela e in fondo era
anche bella nella sua semplicità, ma l'altra, l'altra gli fa battere il cuore.
Così che per la prima volta in
vita sua (beh forse non proprio la prima, dai) il nostro ragazzo
fa una follia, si registra per una prova su strada della moto dei
suoi
sogni. Cioè mica bruscolini, mai guidato niente fino a 28 anni salvo
il Garelli del nonno per qualche mese e così all'improvviso decide
di provare una cavalcatura di acciaio di 250 kg. Ci vuole coraggio,
mica cazzi.
Il giorno della prova si alza
presto. E' nervoso, sente nella pancia quella sensazione come quando
stava per baciare per la prima volta la sua ragazza (poi fidanzata
e quindi moglie, in continua evoluzione). Porta la moglie al lavoro,
sbriga qualche faccenda domestica ma la sua mente è già altrove, è già per
strada, sta già correndo verso i monti.
Finalmente è il momento; giubbotto, caschi, guanti.
La fida cavalcatura con cui divide gioie e paure da un po' si accende subito,
senza problemi. Lei sa dove sta andando ma capisce, non si lamenta, sa che
al cuore non si comanda.
Partenza! Il ragazzo parte felice, passa a prendere prima un amico con
una vecchia cugina del suo sogno, un V35 piccolo ma con un rumore che
al confronto la sua
parla sottovoce, poi un altro amico con una cosa giapponese che fischia dalla
marmitta e via. Sbagliano strada e fanno 20 km in più ma non importa, è bello
correre fra le montagne e quando finalmente trovano la strada giusta si lanciano
decisi verso la meta. Terza, seconda e via tutte le curve a salire (la sua fedele
cavalcatura ha bisogno di cantare sempre a voce alta per dare il meglio) fino
in cima.
Finalmente si arriva, il primo turno è perso ma nel secondo turno lei è libera.
"Dove devo firmare?"
"Qui, sì sì, firmo tutto quello che vuoi!"
Via tutte le formalità lei deve essere sua.
Arrivano le moto e lei è li, grande, muscolosa, sinuosa, dolce e cattiva allo
stesso tempo, tenera e bastarda come solo una donna può essere. Il nostro prode
eroe (ehm, licenza poetica ...) ci sale sopra, con calma, cerca e trova la giusta
posizione, la pancia trema sempre di più eppure la moto è ancora spenta.
Inforca il casco, gira la chiave con un po' di fatica, l'emozione fa tremare
le mani, e lei si accende con un tremito e comincia a pulsare, lenta e costante,
e
il tuo cuore si adegua perché è lei che da il ritmo.
Le manopole sono un po' grosse, le leve dure ma non importa: si parte.
All'inizio è spaventato, chissà come sarà pesante!
"E questo cambio, come si usa questa
leva così strana?"
Le prime curve, le prime accelerate e subito senti che spinge, non importa in
che marcia sei, cosa stai facendo: tu chiedi e lei risponde, sempre generosa,
forte. E il peso lentamente scompare, la strada diventa facile, le curve si fanno
mangiare, si raddrizzano al suo cospetto e quando la strada si allarga e giri
la manopola dell'acceleratore l'asfalto comincia a scorrere veloce, l'aria ti
accarezza, anche troppo, meglio non esagerare, l'esperienza è poca e non vuoi
farle del male.
Il tempo, i km, i paesi, le curve ... tutto passa veloce!
"quanto tempo è passato?"
"Già, così tanto?"
"Come ora potete scambiarvi le moto?"
"Ma lei è mia, e di nessun altro, me lo ha detto lei. "
"Non mi credete? Devo salire su quell'altra?
Sicuri?"
La accarezza mentre scende, la guarda come a dire "non ti preoccupare, non
potranno dividerci" mentre sale su una cugina più piccola, più sbarazzina.
Lei soffre, gli manca già il suo cavaliere infatti con il nuovo ospite si rifiuta
di accendersi, ma dopo un po' deve cedere, è li per
quello.
E allora il nostro amico riparte, con una nuova
cavalcatura più agile, con meno motore, meno vibrazioni ma divertente, si beve
le curve, il motore sale bene, pulito, regolare. Si lascia buttare a destra e
a sinistra ubbedendo fedele, l'ultima salita, dove la sua fedele compagna di
tutti i giorni doveva usare tante marce, la fa tutta con la stessa marcia, dai
2000 ai 6000 giri senza paura e via su fino in cima.
E' finita, lo sapeva che sarebbe finita. Era solo una prova, un assaggio, niente
di più. Lei è li per questo, altri saliranno, altri rimarranno stregati, qualcuno
non la capirà ma
lei lo sa, è qui per questo per insegnare che ci sono tanti modi di andare in
moto e il suo è fatto di cuore, di ritmo, di sensazioni forti ma dolci.
Il ragazzo deve andare: la vita, quella vera lo aspetta ai piedi del monte, dall'altra
parte del fiume sacro alla patria. Ci torna con
la sua moto, che non è come lei, non corre come lei, non ha un cuore che batte
come il suo ma che in fondo gli vuole bene e lo porta in giro fedele e anche
se
a volte fa fatica va avanti lo stesso.
Chissà se il ragazzo potrà realizzare il suo sogno un giorno; come tutti i sogni
di questo mondo anche questo ha il suo prezzo. Per ora si tiene il suo sogno
ed una foto che conserverà, come si conservano le foto di quegli amori estivi
che durano poco forse ma che non si scordano mai.
Con tutti questi inconvenienti, alla
fine di questa prima giornata nel
Sahara abbiamo percorso solo un terzo del
tragitto. Mangiamo qualcosa e ci sdraiamo sfiniti dentro
ai sacchi a
pelo, addormentandoci sotto il
chiarore delle stelle.
E mattino, ci svegliamo coperti dallandello. A questo punto bisognava festeggiare,
e così,
insieme alla gente che ci ha
soccorso, siamo andati al vicino
villaggio di Seyumojock ed
abbiamo offerto loro da bere.
Le mie impressioni
California
Aluminium
Poichè non
ho mai scritto la recensione di una moto improvviserò, abbiate quindi
un po' di pazienza se il mio approcio risulterà un po' confuso e poco
razionale.
Dal punto di vista estetico la California mi piace troppo, le linee sinuose
e allo stesso tempo muscolose, il mix fra la forza espressa dal motore e la
tranquillità espressa dalla linea cruiser.
Poichè però a me piacciono le moto nude, essenziali e sportive non tutte le
California mi piaciono allo stesso modo. La EV non mi piace, troppo americana,
troppe cromature, troppo insomma.
La Aluminium/Titanium mi piace molto: in particolare per il manubrio dritto,
per il colore satinato, per il cupolino della Titanium, apprezzo il doppio
disco anteriore e la frenata integrale. Non mi piacciono invece i comandi a
pedale troppo da custom (troppo grossi), il parafango posteriore troppo avvolgente,
le teste dorate.
La Stone è la più essenziale e per questo è forse quella che preferisco, mi
piace la pulizia delle linee, la mancanza di orpelli, la grafica del serbatoio
(amo il grigio con la banda nera centrale).
Ci farei però alcune modifiche: manubrio e cupolino stile Titanium, doppio
freno a disco e accorcerei il parafango posteriore rendendola un po' più cattiva,
e ci monterei la strumentazione della Titanium che mi piace di più.
Diciamo che (a parte il monosella che non mi piace) la farei assomigliare un
po' alla Todd's Jackal di questo
sito (soprattutto l'anteriore) Ma torniamo alla mia prova.
Per quanto riguarda la guida inizialmente ho avuto un po' di problemi con le
leve a pedale e con le manopole.
Le manopole le ho trovate grosse e con i guanti facevo un po' fatica a gestire
in scioltezza i pulsanti delle frecce, mi dava la sensazione di non avere la
presa salda; col tempo la sensazione è diminuita ma le trovo comunque un po'
grosse.
Le leve di freno e frizione non mi sono piaciute, quella del freno è grossa
e scomoda, dovevo alzare il piede ogni volta che dovevo frenare e abituato
al minuscolo pedale della mia ogni tanto mi sono trovato in difficoltà. Per
quanto riguarda il cambio non avevo mai provato una moto (d'altronde ho praticamente
guidato solo la mia) con il cambio a bilanciere, all'inizio cercavo di fare
tutto con la punta del piede e mi sono incasinato un po' di volte, poi ho cominciato
ad usare il tallone e la situazione è decisamente migliorata anche se ho fatto
troppo poca strada per prenderci mano, anzi piede.
Ho trovato scomodo da alzare e abbassare il cavalletto laterale ma forse è solo
questione di abitudine.
Il motore è fantastico, in qualunque marcia fossi bastava accelerare e lui
andava, non ho mai girato completamente la leva dell'acceleratore perchè, essendo
la prima volta che salivo su una moto di questa cilindrata, ero un po' timoroso;
comunque la spinta è notevole ma mai incontrollabile (per un neofita come me
intendo).
Le vibrazione ci sono, inutile negarlo, ma ho fatto troppo poca strada per
valutare se sono fastidiose, sicuramente diminuiscono l'efficienza degli specchietti
retrovisori.
La posizione in sella è buona anche se all'inizio ho fatto un po' fatica a
capire come tenere le gambe, ho avuto la sensazione che le pedane fossero troppo
centrali, cioè le avrei preferite o più indietro (infatti ho guidato tenendo
quasi sempre le punte dei piedi sulle pedane) o al limite più avanti, con gambe
più distese. Nessun problema di interferenza coi cilindri.
Le cose che più mi spaventavano erano peso e dimensioni, si tratta comunque
di una moto che pesa 70kg più della mia, nemmeno con il passeggero arrivo al
peso di quella moto da sola e a serbatoio vuoto. E' stata quindi una sorpresa
scoprire dopo pochi metri che superati i 5 km/h (in pratica appena la moto è in
movimento) la moto sembra perdere peso, diventa molto maneggevole, certo non
si può buttare qui e là come la mia, però non oppone resistenza nei cambi di
direzione e riuscivo a stare dietro (fatti salvi i miei limiti di guida) al
resto del gruppo con le varie V11. Inoltre la frenata integrale, che comunque
ho sfruttato poco essendo abituato a frenare molto di più con l'anteriore,
ha fatto si che nonostante la mole per me non abituale, non mi sia mai trovato
in difficoltà su nessuna curva (vero è che non abbiamo fatto tornanti particolarmente
stretti).
La cosa più bella però è la sensazione che da correre con una moto così (qui
entriamo naturalmente in opinioni ancora più personali delle precedenti, poichè immagino
che ogni tipo di moto dia un'emozione particolare ma unica), la posizione seduta,
col busto eretto, la sensazione di avere sempre motore da spendere e andare
sentendosi l'aria addosso mentre il paesaggio (bellissima la zona del Monte
Grappa) ti scorre attorno.
Quando ho visto un lungo pezzo di rettilineo leggermente in discesa in mezzo
agli alberi e ho girato l'acceleratore con un po' più di tranquillità mi è sembrato
di trovarmi in una delle highway che portano a verso le cascate del Niagara.
Insomma la California ha un forte potere evocativo su chi guida.
Concludendo la moto mi è piaciuta un sacco, nella mia breve carriera motociclistica
ho capito che il motore giusto per me (ribadisco: per me, onde evitare diatribe)
ha le caratteristiche di questi due cilindri a V (mi riferisco a cavalli, coppia
e regime) e con mio grande stupore mi sono reso conto di apprezzare questo
tipo di moto (custom/cruiser) che fino ad oggi avevo sempre scartato a priori
(al salone di Milano ho persino provato a salire su tutte le Harley).
Non so se la comprerò, sicuramente non ora, le mie finanze non mi permettono
di spendere tali cifre per una moto, e quando avrò i soldi magari qualche altra
moto mi avrà conquistato, però per ora rimane la moto che sogno, soprattutto
con le modifiche di cui parlavo prima.
Breva
Nello stesso giorno
ho provato pure la Breva (troppa grazia signore).
Altro mondo rispetto alla California, sicuramente molto più vicino alle mie
abitudini provenendo io da una ER-5, moto quindi simile per dimensioni e prestazioni.
La moto mi è sembrata piccolissima e leggerissima, persino più della mia anche
se la sensazione credo fosse dovuta al fatto che ero appena sceso dal California.
Le manopole mi sembravano perfino troppo piccole.
La posizione di sella è molto buona, la sella forse è leggermente più stretta
della mia quindi agevola l'appoggio a terra dei piedi. La distanza sella/manubrio
consente una postura molto naturale che da la sensazione di controllare bene
la moto, le pedane sono ben distanziate ed i cilindri che sporgono sono affascinanti
ma non interferiscono in alcun modo con le gambe che si inseriscono bene nei
fianchi del serbatoio (io sono 1.80).
La moto è rossa ed è molto bella, ha una linea molto snella ma allo stesso
tempo personale, personalmente mi ricorda un po' la Bulldog (infatti entrambe
le trovo stilisticamente ben riuscite) ma è decisamente più snella.
Di negativo noto la mancanza del cavalletto centrale, dell'indicatore della
benzina e delle leve non regolabili; tutte cose a cui sono abituato e che,
in una moto che costa 3000 euro in più, onestamente mi sarei aspettato (a dire
il vero, le leve regolabili la Kawasaki è una delle poche a metterle su quasi
tutte le moto).
Anche il cruscotto poteva essere più bello secondo me, così è un po' plasticoso.
In compenso tutto il resto trasmette un'eleganza e una sensazione di "buona
progettazione" superiore alla mia (che comunque secondo me del lotto delle
500 economiche è ancora la più bella), e poi si nota che è un progetto stilisticamente
15 anni più giovane.
Ma veniamo alla guida che parlando di mezzi di trasporto è forse l'aspetto
che più ci interessa, ero molto curioso di scoprire l'effetto di 250cc in più su
una moto leggera come la mia. Beh la differenza si sente, eccome, non tanto
in termini di prestazioni che sono praticamente uguali ma in termini di facilità di
guida, dove la mia deve scalare con la Breva non serve.
Il motore è reattivo da subito, si può salire tranquillamente in quarta passando
dai 2000 ai 7000 giri senza problemi senza andare mai in crisi di motore (la
stessa salita con la mia per tenere il ritmo l'ho dovuta fare passando continuamente
da terza a quarta). Inoltre per chi come me non è molto pratico un motore del
genere risulta molto più intuitivo, infatti, pur avendo una potenza simile,
per avere la stessa spinta il motore della Kawasaki va tenuto sopra i 5000
giri che, quando sei concentrato nel fare tornanti (e magari hai pure il passeggero),
può diventare un problema se non sei esperto poichè quando rallenti prima del
tornante non hai la prontezza di spirito di tenere sempre il motore su di giri
così ti pianti a 2/3000 giri con la moto che non vuol saperne di salire. Con
la Breva invece tenere il ritmo è più facile, si cambia meno e si può sfruttare
meglio il motore concentrandosi di più sulla traiettoria da seguire che sul
regime del motore, tanto la moto risponde sempre.
Per quanto riguarda la guidabilità effettivamente sembra più maneggevole della
mia, credo dipenda da un telaio più bilanciato e da una migliore distribuzione
dei pesi per cui la Breva sembra più facile da far piegare (forse dipende anche
dal fatto che la moto non era mia quindi qualche rischio in più potevo prendermelo),
nei limiti delle mie capacità si intende.
Mi ha un po' deluso il reparto freni. Frena come la mia che in quanto a freni
sulla carta non può certo essere giudicata un esempio da seguire (disco piccolo
davanti e tamburo dietro), gli spazi e la potenza dei freni sembrano gli stessi
(almeno alla velocità a cui andavo), l'unica differenza l'ho notata nella resistenza
alla sollecitazione; nella mia il tamburo dietro dopo un po' si stanca di lavorare
e l'escursione della leva si allunga sensibilmente.
Il cambio funziona bene anche se in questo particolare devo dire che la Kawa è un
po' migliore, l'escursione delle leva della Breva è più lunga ed gli innesti
un po' più rumorosi. La precisione invece è buona anche se qualche volta mi
sono ritrovato in folle senza volerlo (è proprio necessario avere la folle
in mezzo a ogni marcia?).
Concludendo si tratta di una moto molto godibible e usabile soprattutto per
chi come me non è ancora un motociclista provetto, questo grazie alle notevole
elasticità del motore e alla quantità di cavalli; sufficienti per divertirsi
e troppo pochi per metterti in crisi. L'ottimo telaio e la distribuzione dei
pesi fa sì che la moto sia molto intuitiva da guidare.
Personalmente la trovo molto bella, nettamente superiore alla media delle moto
nude di media cilindrata (i gusti si sa sono sempre personali comunque).
Onestamente però a fronte della differenza di prezzo rispetto alla mia moto
(per alcune cose comprensibile: telaio, linea, iniezione, catalizzatore) mi
sarei aspettato un po' di più soprattutto dall'impianto frenante e da alcuni
dettagli (cavalletto centrale, indicatore benzina, leve regolabili), stiamo
sempre parlando
di quasi 300 euro di listino di differenza.
In ogni caso avendo i soldi io l'avrei presa a prescindere dal discorso prezzo/prestazioni/dotazione,
solo che non avendo proprio i soldi il discorso non si pone. Comunque visto
gli obiettivi di vendita (sia quelli previsti che quelli raggiunti) non credo
che la mancanza degli acquirenti come me sia un gran problema.
© Anima Guzzista

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