RACCONTI
La
nostra storia
di
Paolo Gambarelli e Maurizio Pambieri
Niente di eclatante,
ma come a volte capita, alcune vecchie signore di nobile estrazione,
con tanto olio di gomito e soli pezzi fatti in casa, rinascono a nuova
gioventù. Alcuni gadget di invenzione in strani materiali tipo
ergal, anticorodal e carbonchio, molto probabilmente inutili, un po
come il telefonino regalato alla propria nonna
divertente, ma
alla fine per lei del tutto superfluo; il solito radiatore per alleviarle
la calura delle giornate più assolate, le solite valvole cardiache
e carburatori maggiorati con una delicata lucidatura dei condotti orali
per meglio farle apprezzare laria primaverile ormai vicina.
Il reimpianto completo
in treccia metallica e arti flottanti di tutto lapparato tenditore
e vascolare; il misterioso albero della vita OSS, una foratina a quella
ciclopica trottola volanica, una drastica riduzione e riassemblaggio
dellimpianto elettrico; si sa
ad una certa età la
saggezza può esprimersi senza una eccessiva profusione di contatti
neurali. Unamputazione decisa dei due femori inferiori del telaio,
tanto è sempre andata su due ruote; un paio di sandali nuovi
per meglio esaltare il blu dello smalto dei suoi piedoni da 18.
Due tuboni, infine, cromati, lascito di un nobile antenato, uno Sport
14 e un fanalone, ricordo di una sua amorosa scappatella internazionale,
una Minsk di terra vietnamita.
Pochi giorni fa, al ritorno dalla Romagna, ha iniziato a raccontarci
di una strada a senso unico ricca di curve, tutta recintata e protetta
da occhi indiscreti che da un po di tempo, troppo spesso, la inopportunano.
A dir suo, un luogo paradisiaco
il carro celeste, il tramonto,
la grande quercia. Occhi indiscreti? Sarà la sua età,
sarà la sua disvelata nudità? Ci siamo guardati e un po
incazzati abbiamo capito. Ma come, non ti hanno saziato tutte quelle
piccole grandi soddisfazioni, là, sui passi di Bocca Serriola,
di Bocca Trabaria e più su, sui colli forlivesi? E tutta quella
fatica per alzarti le pedane, affinché non ti scorticassi! Niente.
Abbiamo allora cercato un compromesso: il prossimo inverno ti
liberiamo da quella fastidiosa catena! Niente da fare; una giornata
intera, in quel luogo paradisiaco, abbiamo dovuto prenotarle. Nel frattempo,
sconsolati e preoccupati, cercheremo di non disturbare il suo meritato
riposo.
Di una cosa però siamo certi; tutto questo ha già causato
una situazione insostenibile e lira e linvidia delle sue
due sorelle, una T3 e una SP, sono già a mille; prima o poi anche
loro vorranno i soliti quindici minuti di gloria.
P.S. La motosignora ci invita cortesemente a mandare un saluto a Roberto
Moretti di Macerata per ringraziarlo dei giorni di villeggiatura trascorsi
nella sua bottega.
© Anima Guzzista

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