I grandi spazi della fiera di Padova hanno accolto
la decima edizione del Bike Expo dal 16 al 18 gennaio.
Molto di consueto e già visto all'interno dei padiglioni con tanta
tecnologia esibita, delle belle special ed una sorpresa.
Per quanto riguarda le Moto Guzzi, ci accoglieva
all'ingresso la V11 Scura di Andrea Motta con tante
leghe preziose e nuovi piedini di forcella per le pinze
radiali per una moto con un fascino
identico a quella di serie.
Curioso assemblaggio d'idee
nella Audace, creata da Giuseppe Brunetti, già ideatore
della splendida Cafè Racer verde su base V35 dello
scorso anno, che prova a coniugare una base ciclomotoristica
1000sp con parallelogrammo Magni a sospensioni di qualità ed
una monoscocca per una special sospesa tra passato
e presente. Poi, nel mezzo del cammin di nostra Harley,
nel padiglione dove si sfidavano le special dominato
da molte custom, appariva lei, Rosso Puro. Un 250 posteriore
su un monobraccio collegato ad una scatola della coppia
conica Guzzi non l'avevo mai visto, ma questa
creatura visionaria dal colore elegante ha centrato
anche il cuore di coloro cui la parola custom evoca
solo orticarie. La moto che inaugura
anche la linea di parti speciali che porta con sé, www.rossopuroitalia.it, è stata
presa d'assalto quando l'abbiamo condotta nel piazzale
per le foto di rito. Presagio di una popolarità già sancita
dalla vittoria del primo premio come Custom non Harley.
Dimenticavo appositamente il
nome di colui che l'ha fatta, ma credo lo conosciate.
Vi dice niente FB?
Abbiamo raggiunto Filippo Barbacane per chiedergli alcuni
dettagli sulla sua ultima splendida creazione:
A: Da dove ti è venuta l'idea di creare una custom così poco convenzionale?
F: Da tempo volevo fare una custom a modo mio, cioè non semplicemente
prendere un serbatoio Harley e piazzarlo sopra, ma
un po' come nelle migliori creazioni americane, cioè
prendere e fare tutto a mano ex novo, ed ero alla
ricerca dell'idea giusta, dell'ispirazione. Mi è
venuta paradossalmente dalla mia moto attuale, la
Furia: avrei realizzato sì una custom ma dalla
guidabilità eccellente, così ho usato il telaio Ghezzi
& Brian perchè sapevo che era la strada giusta, volevo
dimostrare che è possibile realizzare una custom
con una filosofia più moderna, anzi: nella mia mente
l'avrei fatta anche più esasperata: avevo previsto
davanti un monobraccio, ma poi non ho avuto il tempo
per realizzarlo.
A: il posteriore è altrettanto rivoluzionario del telaio: un monobraccio
e un gommone da 250 non sono certo comuni su una
Guzzi...
F: il monobraccio l'ho realizzato completamente a mano in acciaio,
e sono riuscito a farci stare il gommone da 250 senza
problemi: bastano due giunti cardanici, uno sul millerighe
d'uscita del cambio e l'altro a valle dell'albero
cardanico per far sì che questi lavori bene anche
se sta inclinato. Figurati che avevo previsto anche
una gomma da 300 ma non sono riuscito a trovarla
in tempo... !
A: La moto oltre che per il nome richiama anche con alcuni dettagli
la tua nuova linea di parti speciali...
F: Esattamente: la moto monta diversi accessori che ho studiato
per i California e per i V11, come le pedane (che
qui sono montate direttamente sul motore e funzionano
perfettamente), le piastre di sterzo e altri ancora.
A: Mentre il cerchio posteriore da dove deriva?
F: L'ho costruito partendo da mozzi CLF, modificando il posteriore
per avere un perno più grande più il resto per adattarci
l'ingranaggio del cardano; comunque anche i cerchi
a raggi così come li vedi faranno parte del catalogo.
A: Sei soddisfatto della moto, la consideri 'finita'?
F: Guarda, se non dovessi farla fotografare l'avrei già smontata di
nuovo: ho già in mente un'altra idea, anzi, già mentre
salivo verso Padova avevo in mente come modificarla
ed evolverla. Io le mie moto non riesco quasi a gustarle
in tempo... ma è questo il bello.