5°
TROFEO DECCLA CARTAGENA 2003
L'abbiamo
fatta
da
star
di Mauro Iosca, Alberto
Sala, Roberto Masperi
TUTTO E' COMINCIATO
CREDENDOCI E PER UNA VOLTA PROVANDO A FAR FINTA DI ESSERE NEL "FILM".
Mi chiama Roby: è telegrafico, mi avvisa che mi sta girando
un e-mail che gli è arrivata dalla Spagna, leggila mi
dice e poi dimmi cosa ne pensi. Ciao ciao.
Capisco immediatamente che chi gli ha scritto è Mauro Abbadini,
ma ancora non riesco a immaginare cosa sta per succedere.
Mauro è un vero appassionato, un entusiasta dei peggiori, di quelli
che ti contagiano, che ti fanno sorridere, che ti raccontano e ti fanno
sognare; sì, Mauro è uno con cui non bisogna scherzare
se pensi che le cose siano complicate, perché stai
sicuro che lui non le vede così.
Rientro e corro ad accendere la scatola per leggere le ultime
notizie dalla Spagna: il messaggio è breve ma efficace e dice: ciao
Roby
bla bla bla... facciamo questa gara di endurance a Settembre: la
sei ore di Cartagena: perché non venite tu con Mauro (che
sarei io) e magari con Alberto... sai ho visto i tempi che ha fatto a
Monza durante le giornate Guzzi, quello lì è un bel manico,
dai fate uno sforzo: la moto ve la do io, voi vi portate Bruno come meccanico
e il gioco è fatto.
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Mentre sto già per archiviare il messaggio mi volto a sinistra
e vedo la mia faccia riflessa nel vetro della vecchia cartina Michelin
dellEuropa e comincio a pensare... uhm, Cartagena, La Manga, il
Mar Menor
ci sono stato da ragazzo, sì nel 87 dopo
il diploma, senza una lira, mi ricordo mangiammo pane e pesche quella
volta per giorni e giorni... La Manga è lì; ma sì ma
certo, Cabo de Palos, è dove partì quello spagnolo, quello
famoso che ha scoperto lAmerica, Cristobal Colon.
Ehi, un momento: ma nel 1987 io mica avevo questa faccia da impiegato
del catasto!
Prendo il telefono e chiamo la Classic.Co (www.classicco.biz),
il quartier generale di Mauro Abbadini: Hola buenas tardes, soy Mauro de la
Italia ...Mauro Abbadini estas? Oh ciao Mauro que tal? Bene
bene grazie... hei -dico io- ho letto le-mail che hai mandato a
Roby: ma dico stavi scherzando? Scherzando?!? No no Mauro,
siete voi che scherzate: qui in Spagna si fa sul serio... sta a voi di
decidere; per me è tutto pronto: se volete la moto cè. Mi
regali un sogno, lo sai Mauro? Devo ancora parlare con gli altri, ma
per me io sono già lì. Fatemi sapere,
vi aspetto, hasta pronto!
Stavolta si fa !!! Devo convincerli, questa non scappa, solo
un minchia non
approfitta di unoccasione così. Chiamo Roby ma è sicuramente
al lavoro, non posso chiamarlo in banca: sarà impegnato... me
ne infischio della banca! Tut-tuut! Sì buongiorno, è la
Deutsche Bank? Saalve, sono il cardinal Tettamanzi, vorrei conferire
con il signor Masperi... un momento glielo passo subito glielo
... he chi ? .. Mauro ?... Si ma non posso parlare molto... si come dobbiamo
farlo?... Sì a tutti i costi, dobbiamo andare a fare la gara sisi
daccordo poi ti chiamo ciao ciiiaaooo!
Roberto ci sta, sono sicuro che ci sta; controllerà i
giorni di ferie che gli rimangono e poi lui per girare in pista
di certo
non si
tira indietro.
Devo chiamare Alberto, lo devo convincere: poi domani vado in officina
e parlo con Bruno.
Con Alberto devo fare in un altro modo, meglio andare da lui
a casa tranquilli e esporre i fatti con calma; lui è un precisino: se lo chiamo
ora eccitato come sono va a finire che non mi spiego bene e lui sicuramente
mi manda a quel paese: meglio stasera. La sera stessa passo da casa di
Alberto, ci sono anche Rosella (sempre sorridente, beata lei) e Lorenzo
(amore grande, come lo chiamano mamma e papà): mi siedo a prendere
il caffè, ora sono molto più calmo ed espongo la
novella ad Alberto, lui mi ascolta placido e silenzioso, riesco
a cogliere ogni minimo impercettibile movimento dei suoi muscoli facciali è come
se stessi leggendo il suo recondito percorso emozionale e riconosco quel
mezzo sorriso e locchietto lucido, so già che non mi dirà subito va
bene ci sto, ma so che sarà SI; ne parleranno,
lui e Rosella, Rosella si preoccuperà ma senza darlo troppo a
vedere e non gli dirà di no; ne sono certo (è il premio
thats amore 2003!).
Il sabato è il giorno del caos in officina per parlare con lo zio (Bruno):
meglio andare in mattinata, gli dico serio che devo parlargli di una
cosa importante e che deve tenersi libero per pranzo; sennò il
farfallone non mascolta con attenzione e chissà quanto ci
metto a convincerlo. Mi fa segno di sì con la testa
e continua la sua opera di convincimento di un avventore a
cui
sta spiegando
che con il suo albero a camme non volano solo gli asini ma
anche i Nevada.
Andiamo a mangiare al Disco Volante e io sto viaggiando su
una nuvola; gli dico Bruno dai, raccontami di quella volta del Bol DOr...
dai zio... che tempi eh, zio? Che forza quelle moto?... Ma senti un pò...
ma cosa ne dici se ci fosse la possibilità di fare una gara così?
Eh zio, come la vedi? no perché sai in Spagna... Mauro...
Lui sorride, anzi ride, anzi fa quella specie di pernacchia
o insomma ognuno ride come vuole; accampa qualche scusa poi
ritorna
serio
e dice: io
lo farei ma deve venire anche Tiziano Ah, sarebbe fantastico, un
vero team al completo, ma non sarà facile convincerlo; per convincere
Tiziano bisogna fare in modo che tutto sia a posto, tutti daccordo
a chiedere a gran voce che ci sia. Intanto lasciamo decantare qualche
giorno, poi mercoledì sera cè la riunione del Moto
Club e lì tiriamo le somme.
E mercoledì sera e laria è calda, tutti sono
seduti fuori dalla porta dellofficina con le sedie disposte in
circolo. Sarà per le mamme che rincorrono i bambini o per la cinquecento
del Renato tirata a lucido, come appena uscita dalla Fiat o per le paste
mangiate così sotto le stelle, ma stasera sembra di
essere davvero negli anni settanta o forse sono solo le seppie
ripiene
di mamma, che
mi fanno vivere sempre nuove allucinazioni.
Arriva il momento a fine riunione in cui gli sguardi si trovano
e i complici si spostano nellufficio del Bruno. Ehi Tiziano, puoi venire
qui un momento? Arriva scrutandoci con sospetto, poi si siede e
ascolta. Mentre gli spieghiamo le intenzioni fa come per trovare la solita
sequela di obiezioni che in realtà non esistono, tutti sono lucidi
e tutti lo guardano con amichevole severità: se tu non vieni
non si può fare! Lui... abbassa la testa, prova
a brontolare, ma non ce la fa e ride.
Cavolo ragazzi bisogna organizzarsi bene! Mica possiamo andare a fare
figuracce! Tutti ridono e con fare birichino, abbracci e pacche
sulla spalla usciamo dallufficio con laccordo raggiunto,
SI VA!
E cosa fatta. Bisogna avvisare Mauro, prenotare volo e albergo,
capire cosa come e quando, ma il più è fatto, niente dubbi
nè incertezze, stavolta si fa!
E tempo di vacanze, di relax e spensieratezza e lidea che
Settembre presto arriva, per questanno non mangoscia. So
che una piccola riserva di immenso piacere, prima che linverno
come sempre ci divori, mi sta aspettando e che sarà un sogno che
savvera, fosse anche per una volta sola.
[Mauro]
GIOVEDÌ
Si parte! Dopo un breve volo atterriamo a Valencia, dove noleggeremo
un auto per scendere fino a Cartagena. Appena scesi ci accoglie
il magnifico clima spagnolo: qui è ancora estate, e soprattutto ci invade quello spirito leggero,
divertente e allegro che sembra regnare in ogni abitante di questo solare
paese. Il viaggio contribuisce anche a rafforzare il nostro spirito di
gruppo; non che ce ne fosse bisogno, ma vuoi la Spagna, vuoi il viaggio,
vuoi il fatto che stavamo procedendo verso il nostro sogno
beh,
era un gasamento continuo a vicenda.
In attesa dell'imbarco
i consigli di Bruno |
Gasati in viaggio
per Cartagena |
Prima di arrivare al nostro Hotel ci fermiamo nei pressi di Murcia,
dove incontriamo Mauro Abbadini, che dopo i rituali abbracci
ci conduce da
Miguel Angel, suo compagno nellorganizzazione della gara, e soprattutto
malato perso di moto italiane. Le loro simpatiche e gentilissime consorti
ci rifocillano in abbondanza, ma il pieno lo facciamo quando
Miguel Angel ci apre le porte del suo garage, che sarebbe più appropriato
definire atelier. Alla vista del contenuto si sentono cinque TOK!.
Sono le nostre mascelle cadute a terra dallo stupore e meraviglia nel
vedere (e odorare) Ducati, Laverda e Moto Morini della nostra epoca motociclistica
preferita (i mitici anni 70). Spettacolari. Peccato
che manchino Moto Guzzi, ma Miguel Angel non apprezza il
cardano
Il box delle
meraviglie... |
La Laverda
quasi pronta |
Raggiungiamo dopo esserci congedati lHotel, dove ci addormentiamo
pervasi dallatmosfera bellissima appena vissuta, e pregustandoci
(senza però immaginare davvero quanto) le giornate
seguenti.
[Alberto]
VENERDÌ
Stranamente il venerdi appena alzati non si registrava una tensione apparente:
tutti
erano calmi e rilassati. Uno dei momenti più belli è stato quando
siamo arrivati al paddock del circuito. Era deserto, ma l'atmosfera che si respirava
una volta entrati ed avvicinatici ai box era di quelle mai provate!!
Effettivamente si stava realizzando per noi un qualcosa che mai e poi mai ci
saremmo immaginati di vivere in prima persona. La nostra voglia di cominciare
era così alta che siamo arrivati almeno
due ore prima di tutti gli altri partecipanti!!!
Allora ci siamo rilassati sia preparando le nostre tute da gara che chiaccherando
tra di noi: Bruno ha aperto il libro dei ricordi e... ci sembrava di essere fuori
dal tempo in un altra vita meravigliosa, in cui potevamo fare finalmente una
delle
cose da noi preferite: guidare una moto in pista.
Abbiamo vissuto quattro giorni in uno spazio temporale separato dalla nostra
vita quotidiana!!!
Man mano che i vari partecipanti alla competizione cominciavano ad arrivare l'adrenalina
in corpo saliva sempre più fino all'arrivo di Mauro con il suo prezioso
carico: ben quattro moto, di cui una tutta per noi.
Ci siamo svegliati dal nostro sogno ma... era tutto vero!!! E c'era anche da
lavorare: scaricare le moto, allestire il box, fare le iscrizioni
etc. etc.
Per noi era tutto nuovo ma molto stimolante, un pò meno nuovo ma comunque
stimolante per Bruno e Tiziano che si sono ritrovati per le mani una moto fantastica
ma con qualche acciacco dovuto ad una precedente caduta.
La mattina è volata in un attimo aiutando sia Bruno che Tiziano nei loro
lavori...
[Roberto]
Appena arrivati
al circuito, con Mauro Abbadini (sant'uomo, perchè a dare in mano a
'sti tre una moto, beh...) |
Le moto dei
favoriti Javier e Alberto |
Bruno comincia
ad armeggiare sulla nostra moto |
Questa Honda
è semplicemente da urlo! |
Oops la candela...
:-( |
Impegnati nella
messa a punto... |
Le Guzzi
preparate sono tutte più o meno con le stesse
basi: telaio tipo Le Mans con la culla inferiore
segata, qualcuna con il canotto di sterzo
risaldato più chiuso, motori pompati assai,
teste a doppia candela, valvole maggiorate e così via
di questo passo, con Bruno che inizia a fiutare
suoi componenti e gli vedi gli occhi che brillano,
mentre
noi
ci limitiamo ad ammirarle da un punto di vista
estetico. Il fascino di queste moto è semplicemente
irresistibile. Sono le moto da gara più belle
che abbiamo mai visto, e ognuna di queste meriterebbe
la copertina di Cafè Racer, tanto sono curate
e spigliate, leggere nella linea ed essenziali
nella loro destinazione duso. Che meraviglia
!
Mentre Bruno e Tiziano,
come due chirurghi di fama mondiale cominciano
ad armeggiare con gli attrezzi
per la
messa a punto, Mauro Iosca mi invita a fare un
giro di pista a piedi, tanto
per dare una prima occhiata, e così, a torso
nudo per gustarci il caldo sole spagnolo percorriamo
la pista, che subito si rivela bellissima
e difficile, con una dozzina di curve (!), alcune
in saliscendi e almeno due staccate in piega difficili
da capire appieno, come poi constateremo
in sella al bolide. Il gasamento sale sempre di
più
Rientriamo ai box mentre i nostri dottori cominciano a sistemare
la nostra moto, la Guzzi numero 5, dalla bellissima
livrea bicolore rossonera divisa a metà da una fascia bianca,
che a seconda del lato in cui la osservi dà limpressione
di vedere due moto diverse. Mauro Abbadini ci spiega che è appena
caduto con questa moto, e che quindi ha bisogno di un po di cure.
Poco male. Ci poteva portare anche un catafalco devastato che non avremmo
battuto ciglio,
pur di poterlo pilotare lungo quelle curve là dietro
le gobbe del terreno. Nel frattempo il paddock
si riempie di moto
di moto
di
motociclette bellissime, sempre di più,
e riempendosi assume le fattezze d'autentico paradiso
motociclistico. Guzzi sempre più affascinanti,
una Honda CB750 gialla di una bellezza mozzafiato,
due Laverda meravigliose, soprattutto quella di
Miguel Angel che pare una bomboniera, Norton a
profusione, Ossa e Bultaco che non farei quasi
uscire dal box per paura di danneggiarle... Invece
qui le moto le usano, e meno male, e la passione
e semplicità di tutti ci mette talmente
a nostro agio che inevitabilmente ci chiediamo
perché da noi (inteso come Italia) riscontriamo
spesso tanto fighettismo inutile. Mah. Qui è meraviglioso,
si sta tanto bene, sembrano tutti amici. E lo sono.
Mauro racconta
a Miguel Angel quanto vive la sua performance |
Intanto un
minchia dà istruzioni tecniche ai meccanici... |
Ma noi, quanto
valiamo? |
Bellezze in posa |
Bellezze in posa |
Ennesima bellezza |
Purtroppo
la messa a punto dura parecchio, anche per via di una candela col filetto
spanato, e Tiziano è costretto a piazzarci un bullone per tappare il
buco (si tratta della seconda candela, per cui giriamo in pratica con
tre candele, un nuovo trend, dopotutto noi valiamo :-)), e inoltre
uno degli attacchi del collettore di scarico alla testa cede, ma l'altro
regge a sufficienza. Alla fine, quando manca solo un'ora e mezza alla
fine delle prove libere del venerdì incominciamo a girare, con la moto
che dimostra immediatamente di avere tonnellate di coppia e stabilità
notevole, ma anche di essere piuttosto 'maschia' nei cambi di direzione,
e spara certe rivoltellate in rilascio che parecchia gente alza le
mani istintivamente! Giusto il tempo di assaggiare la pista, di capire
che è bellissima e a tratti veramente difficile, con pochi punti di
riferimento (è talmente secco che mancano anche i sassi, mannaggia),
curve a raggio alquanto variabile e almeno un paio di staccate in piega,
le più difficili. Però si gode di brutto, si sta ginocchio a terra
per la maggior parte del tempo (se non erro le curve sono dodici) con
un unico rettilineo degno di tal nome.
Insomma:
a fine prove, pur col dispiacere di non essere riusciti a girare molto
(mentre Bruno e Tiziano hanno lavorato senza sosta) siamo comunque
assai soddisfatti, e prima di lasciare il circuito giriamo tra i box
con la luce ormai al tramonto per gustare l'atmosfera della vigilia,
con diversi team impegnati nelle ultime operazioni di messa a punto
e con improvvisati accampamenti di sedie dove le donne passano il tempo
chiacchierando allegramente... insomma, se avessimo lì da mangiare
e qualche branda probabilmente non ci saremmo manco mossi di lì.
Invece
facciamo in tempo, nonostante la grande stanchezza, ad assaporare una
fetta della festa di Cartagena, con chilometriche sfilate di centurioni,
donne in costume romanico e barbaro e così via, assai suggestive
come sempre in terra spagnola, e a meritarci una cena deliziosa in
un ristorante del centro. Prima di crollare a letto, in attesa del
grande
giorno.
[Alberto]
Impazienti. |
Molto bella
questa teutonica |
Altra meraviglia. |
Apparente disordine |
La Laverda di
Miguel Angel in grande spolvero. |
Davvero meravigliosa.
E fila come un treno! |
Giuoia, ma
guavda come mi calza...! |
Ogni Guzzi
presente è semplicemente irresistibile. |
Mica siamo
i soli coi problemi... (complimenti alla Montesa) |
Non mancano
le Norton all'appello. |
Peccato, qualche
problema anche per loro |
Ehm... direi
*molti* problemi... |
Bella l'atmosfera
la sera nei box |
Anche in città,
però! |
Gli spagnoli
(e le spagnole) non scherzano... |
TEMPI
DI VENERDÌ (MOTO 1)
Mauro 1. giro
2. giro 2'26"
3. giro 2'20"
4. giro 2'19" |
Roberto 1.
giro
2. giro 2'21"
3. giro 2'19"
4. giro 2'23" |
Alberto
1. giro
2. giro 2'15"
3. giro 2'13"
4. giro 2'10" |
II° parte
© Anima
Guzzista
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