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REPORTAGE DAL MOTOSALONE DI MILANO 2001

 

Testo e foto: Alberto Sala

 

 

L'impressione dello Stand Moto Guzzi e' molto impattante, e la ricchezza dei contenuti e' all'altezza di una grande casa. Mai si era visto uno stand Moto Guzzi cosi' ricco, ben fatto, con finalmente una gamma se non ampissima (in fondo le basi dei modelli sono sempre California, V11 e Nevada) senz'altro molto articolata.

La Nevada non ha subito alcun cambiamento, e stava alquanto in disparte.

Da segnalare anche una bella passerella con tre gioielli d'epoca, tra cui la sempre stupefacente otto cilindri.

Ma ancora deve giungere la notizia piu' gustosa. Nella parte chiusa dello stand c'erano due prototipi coperti di una nuova naked, che hanno potuto vedere solo gli addetti. A detta di chi li ha visti sono qualcosa di mai visto in Guzzi: telaio in traliccio, e uno dei due motori era a valvole pneumatiche.

Giustamente non sono stati esposti perche' innanzitutto sono due proposte

diverse, una delle quali verra' eliminata, eppoi perche' saggiamente e' meglio non fare vedere nulla che non possa essere messo in produzione entro 6 mesi. Questa e' la filosofia di Beggio.

 


 


SERIE CALIFORNIA

 

lo sforzo della casa e' stato ampissimo e rilevante. Il messaggio pare essere questo: il California e' una grande moto, e puoi averla in tante versioni; ben difficilmente potrai sentire la mancanza di qualcosa.

 

 

California EV80: monta un parabrezza che ricorda molto la polizia; non e' fatto benissimo, e soprattutto (probabilmente quelli in fiera sono prototipi) il plexiglass distorce alquanto guardandoci attraverso. Lo abbiamo segnalato all'addetto Guzzi. Per il resto e' davvero splendido; le borse e la sella sono assolutamente d'impatto, e ben fatte. Resta un po' di perplessita' sul colore bordeaux, che sicuramente tendera' a sporcarsi facilmente; da segnalare anche le manopole e i coprileve fatti con la stessa pelle.

 


 

California Aluminium: F A N T A S T I C A! E' di una bellezza sconvolgente, davvero una versione meravigliosa, tutta satinata color alluminio, con le teste dei cilindri anodizzati oro, e soprattutto il manubrio del Centauro tutto satinato! Una meraviglia! Giusto qualche perplessita' sulla satinatura bicolore del serbatoio, forse la tinta unita sarebbe stata meglio.

 


 

California Stone Metal: quel serbatoio cromato e' uno spettacolo. Bellissimo. Per il resto e' uno Stone normale; giusto la scritta 'metal' sui fianchetti anch'essa cromata.

 


 

California Stone: da rilevare il set di borse in cordura davvero ben fatte, capienti e ben integrate con la moto. Oltre alle borse c'e' un top-case per il portapacchi anch'esso accattivante.

 


 

California Special: chi aveva qualche perplessita' sui colori fara' bene a ricredersi. Sia il rosso-nero che (soprattutto) l'oro-nero sono splendidi, e ben realizzati. La versione oro-nero allo stand era equipaggiata con il set di borse in pelle nera, sempre splendide (direi in assoluto le borse in pelle piu' belle).

 


 

 

SERIE V11

 

Anche qui le versioni disponibili sono tante. E soprattutto (come d'altronde anche i California) ben rifinite e dall'aspetto 'prezioso'.

 

 

V11 naked: da rilevare una versione con scarichi rialzati e che tendono a stringersi alla fine: una vera finezza. Continua a non convincere il verdino abbinato al grigio.

 


 

V11 naked scura: un G I O I E L L O! Cattiva, ricchissima di dotazione, con quella forcella Ohlins dorata e possente, con quel monoammortizzatore sempre Ohlins bene in vista, con carbonio sparso qua e la' e (udite udite!) comandi a pedale in alluminio ricavato dal pieno! Perfino l'ammortizzatore di sterzo e' Ohlins. Davvero bella. Anzi, la piu' bella.

 


 

V11 Le Mans: da rilevare la possibilita' di montare un portapacchi posteriore, che pare essere quello di Stucchi, con un set composto da borsa da serbatoio e top-case tutto marchiato Moto Guzzi. Ora si incomincia a poterla concepire come 'sport tourer'. Resta sempre l'appunto (oltreche' sul nome) del coprisella posteriore non in tinta col codone.

 


 

V11 Le Mans Tenni: pensavo peggio. Dal vivo non e' affatto male. Anche qui nome a parte (se becco l'ingegnere di turno...). La sella scamosciata e' (chi l'avrebbe detto) piacevole. Un po' stiracchiato il bollo bianco sul cupolone. Belle le teste di forcella anodizzate oro.

 


 

 

GHEZZI & BRIAN

 

 

Furia: La Furia e' bella.

No, non basta.

La Furia e' stupenda.

No, non basta.

La Furia e' un gioiello.

No, non basta ancora.

La Furia SARA' MIAAAAAAA!!!!

Oh, forse ho reso l'idea.

Partiamo dai punti deboli.

Uno. Il cruscotto, che spero sia provvisorio. Bruttino.

FINE PUNTI DEBOLI.

Pregi.

Tutto il resto.

Il retrotreno con quel gommone da centottanta fa paura.

Magnifico il disco freno a margherita della Braking.

Il telaio gia' sappiamo quanto produca improvvisa e copiosa salivazione.

Il serbatoio e' massiccio e filante, evidente contraddizione spianata come uno schiacciasassi dalla Furia.

Il muso e' cazzuto e arrogante. Bel carattere.

La forcella e' grossa, saranno 80 millimetri, forse 90, ma che dico, centoventi millimetri. Tutta anodizzata e forgiata Paioli. Non la svergoli neppure se la prendi a putrellate.

Il motore e' verniciato 'a la page' come manco Gigli avrebbe potuto creare.

Il codino e' di un minimalismo assoluto. Un tubo tondo che sale, delinea il bordo del sellino del passeggero formando pure le maniglie e ridiscende dov'era partito. Preciso come il coltellino svizzero di uno svizzero che fa orologi svizzeri.

Le pedane del passeggero sono pure umane. Non crei problemi aerodinamici facendo sporgere le rotule del passeggero sopra la linea del casco.

I cerchi sono nuovi, e se Ghezzi non sta attento quelli della HRC glieli fottono.

Davanti ci sta solo un freno perimetrale; probabilmente basta, ed evita di dover pagare costose penali alle amministrazioni locali per rifare l'asfalto stracciato.

 


 

Ghezzi & Brian: