5°
TROFEO DECCLA CARTAGENA 2003
L'abbiamo
fatta
da
star
di Mauro Iosca, Alberto
Sala, Roberto Masperi
II° parte
SABATO
Il grande giorno ci sorprende da una parte ansiosi del momento della
verità, e dallaltra un po intimoriti, anche per
i pochi giri percorsi nella giornata precedente. Chi certo non è stato
con le mani in mano sono Bruno e Tiziano. Arriviamo al circuito, già animato,
e Mauro Abbadini, dispiaciuto per i problemi tecnici della moto, addirittura
ci mette a disposizione una delle sue moto di riserva, che non dovrebbe
avere i problemi riscontrati nella bicolore. Si meriterebbe
un monumento lì seduta stante: noi sulle prime non accettiamo,
ci sembra troppo, ma il suo dispiacere è sincero e quello che
desidera è vederci liberi e felici di far correre la sua moto.
Si merita un monumento. Dobbiamo ricordarci appena tornati in Italia:
comprare marmi, cemento e bronzi.
La seconda numero cinque è ovviamente un gioiello
come la prima, con alcune differenze: se da una parte è meno generosa
di motore (che però gira come un orologio), ha una ciclistica
ben più svelta, visto che dispone di un cannotto
di sterzo più chiuso con in più il cuscinetto Ghezzi, tantè che
sul coperchio dellalternatore sono ben visibili residui gommosi
di grattate in staccata. Ciliegina sulla torta, una pompa del freno
anteriore più efficace (altro problema della moto di ieri) e,
complice una impostazione in sella più alta, si rivela assai
maneggevole (perlomeno nei limiti di una Guzzi, sintende), cosa
assai positiva su questo tracciato che ti massacra di curve. Unico difetto:
la forcella scarica di idraulica,
ma lo vedremo più avanti. Certo che per noialtri piloti cera
da riimparare tutto daccapo
ma chissenefrega: una volta saliti
in sella senza più forzate soste ai box, si viaggia a meraviglia
e pian piano tutti miglioriamo i tempi di ieri.
[Alberto]
Devo dire che la notte
tra venerdi e sabato non è stata
delle più tranquille, forse era la stanchezza o forse era
la...
Comunque di primo mattino ci siamo presentati in autodromo dove ci
aspettava un vero tour de force: prove libere, prove ufficiali e infine
la gara!
Per fortuna ci aspettava anche una buona notizia: la nostra moto che
tanto ci aveva fatto tribolare il giorno prima, su intercessione di
san Mauro da Madrid, era stata sostituita con unaltra che serviva
di scorta ad un altro team del nostro gruppo.
Dunque uno dei nostri primi pensieri che ci aveva fatto passare la
notte in bianco si era dissolto. Ora rimanevano tutti gli altri.
La nuova moto era fantastica per noi debuttanti: infatti a fronte di
un motore un pò meno potente aveva un comportamento di ciclistica
più sincero e facile che permetteva una guida meno stressante
e più redditizia.
Infatti, grazie al talento di Alberto, ci siamo ben qualificati potendo
dedicarci all'aprendimento di tutte le curve della pista di Cartagena
che sono una più difficile dell'altra...
[Roberto]
Ecco la moto
per la gara. |
Una regolatina
là... |
...cambio
numero e via! |
QUALIFICA
Finite le prove libere, si incomincia
a fare sul serio. Unora
di tempo, con tutti e tre impegnati a darci dentro per strappare
il tempo migliore, che varrà per la griglia di partenza.
Ripercorro mentalmente il circuito: rettilineo del traguardo non
lunghissimo,
si inserisce la quinta solo per pochi metri, poi staccatona buttando
giù due marce per la prima bellissima curva sulla destra
in salita, senza vederne la fine. Va presa la corda lasciando
scorrere
la moto in rilascio per la curva successiva senza pausa, sempre
a destra ma in discesa; poi appena raddrizzati, dentro la seconda
e lieve pinzata
per affrontare la seguente a sinistra, la più lenta del
circuito. Brevissimo rettilineo e variante non lenta ma insidiosa
anche per lassenza
di cordoli e per la fatica nel raddrizzare la moto in uscita
per gettarsi in un curvone ampio a destra tutto in accelerazione,
aah bello, ma
quando hai messo da poco la quarta ti accorgi che là avanti
la curva si chiude, e però non cè modo di
raddrizzarsi né di capire dove staccare, visto che i cartelli
sono interni e lontani; vabbeh, mi baso sui segni di frenata
sullasfalto:
dentro la terza e vvaaaaiii in un bel curvone a destra in appoggio,
per poi andare di quarta in una semicurva a sinistra e in fondo
staccare sempre un poco inclinato; dentro di nuovo la terza per
salire su un
semitornante secco a sinistra in salita, uscendo spalancando
anche se di là non si vede dove diavolo vada lasfalto:
appena scollinati si vede che piega a sinistra
e si tiene la terza su di giri, per staccare appena dopo poiché già si
ricurva a destra in discesa, anche questa mozzafiato, e poi giù in
breve rettifilo fino ad una curva a sinistra un po bastarda
dentro, perché veloce ma non sai subito bene quanto puoi
osare. Si prosegue tirando un po la quarta fino alla staccata
per il tornantone bello godurioso super plus in appoggio in salita
a destra da fare in
progressione in terza, per poi sbattere la quarta di prepot
aaalt
che siamo in piega a sinistra e vedo là in fondo i segni
di una bella staccata ancora in piega, ma dove boia Faust devo
staccare,
che sono sempre o in anticipo o in ritardo?!? Questa è bella
difficile: si piega secchi a sinistra obbligatoriamente in seconda
rasoterra, tirata di terza fino a stracciare lultima staccata,
quella del tornante di ritorno a destra che immette sul rettifilo.
Qui si fanno urlare le saponette fino al bordo esterno, per poi
lasciar sopravanzare lurlo del bicilindrico palpato di
bestia per trapanare i tappi alle orecchie (scarico liberoooo!!!)
e via
sul traguardo. Bello,
bello da morire (metaforicamente, of course).
Ora si comincia a fare sul serio e non vedevamo lora: parte
Roberto, tira i suoi venti minuti e strappa un 2'13"92: rientra
e mi cede il ferro
caldo, salto su, porca putrella, con una voglia tremenda che
ieri mi ha lasciato un po dansia: la moto comincio a
sentirla, so che in quel curvone daccelerazione
devo stare ancora attento che soffre le sollecitazioni dellasfalto,
ma daltra
parte si lascia gettare alla corda come un fuscello, e la pompa
davanti mi dà fiducia: via! In cinque-sei giri continui scendo
fino a 2'08"5, per poi cedere il testimone a Mauro, che non
vedeva lora
manco lui. Macina i suoi giri scendendo anche lui dai tempi di
ieri e di prima mattina fino a 2'14"61. Bene! Siamo affiatati,
ci stiamo divertendo, Bruno
e Tiziano hanno gli occhi che ridono, ci sentiamo finalmente
liberi, dopo mesi a pensare alternativamente se avremmo fatto una
cazzata solenne
o se saremmo saliti alla gloria (non quella eterna, sticazzi),
e siamo a metà classifica nello schieramento! Chi lavrebbe
mai detto, noi che pensavamo che gridassero SI CHIUDEEE prima
che arrivassimo ai box!
[Alberto]
I
risultati della qualifica (da www.deccla.com) PDF
LA GARA
L'inizio della gara è stato uno dei momenti più emozionanti:
che bello vedere tutte le moto schierate per la partenza
stile Le Mans con i piloti schierati dalla parte opposta della
pista
pronti allo
scatto per raggiungerle!
Il piacere di poter iniziare la gara ci ha fatto passare
ogni titubanza o timore: per un giorno eravamo dei veri piloti!!!
[Roberto]
Schierati
in griglia. |
Pronti... |
VIA! il
filmato della partenza (occorre Quicktime) |
Il nostro
prode parte a razzo |
e comincia
a macinare giri |
Lotta serrata... |
Io mi cago sotto. Lho detto subito, la partenza mi
fa paura, non so se ce la faccio a partire io per
primo. Roberto, sei un santo, braaaaaaavo che parti tu per primo, mi togli
un bel sasso,
forse lunico. Siamo pronti, tutto è pronto:
la moto, Bruno al muretto con linseparabile
cronometro e le sue tabelline; Tiziano di là del
muretto con in mano lacceleratore tiene il
motore sveglio, Roberto dallaltra parte della
pista in piedi schierato con tutti gli altri piloti
a fianco
E il momento
tanto sognato: tre, due, UNO
VIAAAAAAA!!! In
un bordello assordante di sgasate tutti partono a
razzo (più o meno), tranne uno: Javier,
che tradito dal non sentire la propria moto in mezzo
allurlata
globale la spegne, così perde tempo a riaccenderla
aiutato da Alberto (cosa che risulterà fatale
alla loro classifica). Noi siamo tutti appiccicati
come poster al muretto, in attesa delle passate
di Roberto davanti al traguardo e tesi al responso
cronometrico di Bruno, unico termine di riferimento
dato che è impossibile
capire a lungo la posizione tenuta.
Bell'atmosfera
nel frattempo. |
Vai Roby,
dacci dentro! |
Mauro Abbadini
sulla Laverda |
Primo cambio:
rientra Roberto |
Il filmato
del primo cambio |
Il pieno,
grazie! |
Si riparte! |
Tocca
a me! |
VIA! |
Allo scadere della mezzora (tale è il tempo concordato
tra noi per i turni) cambio pilota: Roberto mi
cede la moto, ora tocca a me, ma tutta lapprensione svanisce
appena tocco lacceleratore.
Ora sono solo io e la moto: tutti gli altri pensieri
svaniscono allistante.
Mi fiondo in pista e comincio a macinare curve,
pian piano sempre più sciolto,
e mi accorgo che di gente che mi supera ce nè pochina;
peccato che quei pochi siano quasi tutti parecchio
più svelti
di me, si vede da come entrano veloci in curva
che la pista la conoscono bene. Io cerco qualcuno
da
inseguire, da cui imparare bene le traiettorie,
dove staccare, soprattutto in quelle due bastardissime
staccate in piega dove perdo tempo. Ecco che
mi supera la numero 37, però riesco
poco a seguirla, perché Tiziano implacabile,
dopo avermi segnalato un bel 206 come
miglior tempo, mi intima la sosta ai box
per il cambio pilota e il pieno di benzina. Non
importa.
La gara è lunga,
ho tutto il tempo.
[Alberto]
Siiii... |
...avanti
il prossimo... |
Olè. |
Fine della
pacchia: tocca a Mauro |
VAIII! |
Appena prima
del misfatto... |
La fortuna dei debuttanti
ci stava dando una gran mano: viaggiavamo ampiamente a metà classifica
facendo la nostra bella figura girando in tempi sempre migliori
man mano che imparavamo le strane
curve del circuito, finchè la dea bendata,
come capita spesso nelle gare di durata, decide
di andare a bersi un caffé.
Proprio davanti al nostro box la moto con alla guida
Mauro tira una sfollata tremenda seguita da fiammata
allo scarico
e successiva fumata
nera.
Sfortuna vuole che noi dal muretto abbiamo visto
tutto e chiaramente, come la natura umana vuole,
abbiamo
subito pensato
al peggio.
La moto poco dopo si fermava in una via di fuga
del circuito. Era finito tutto, da ciò che
avevamo visto sembrava chiarissima la rottura di
una valvola!!
Erano appena trascorse meno di due ore e noi pensavamo
che la nostra gara fosse finita: recuperata la
moto in effetti
il
motore sembrava
dare sintomi di quella rottura che noi pensavamo
di aver sentito durante il transito della moto
davanti ai box.
Eravamo tutti un pò delusi, anche se contenti
di aver partecipato alla gara in maniera dignitosa.
[Roberto]
Non voglio e non posso credere che finisce qui, e poi va bene la sfollata,
va bene la fiammata, i draghi il leocorno, ma adesso non esageriamo:
non erano i sintomi di una rottura, perché non mi credete? No
eh? Non capisco, mi sbaglio... va bene va bene però possiamo
cambiare moto, dai, datemi una mano, tiriamo fuori la bicolore.
Che bravi: nessuno vuole accettare la sconfitta
e in dieci minuti spostiamo numeri e trasponder
sulla prima
moto,
mentre Bruno
e Tiziano (drogati)
provano a sistemare la carburazione che, maledizione
a lei, ci aveva fatto optare per la seconda moto
fin dalla
mattina.
Esco dal box con una belva inguidabile, scoppiettante con
laggravante che quando brucia bene non ti avvisa; è come
essere sul calcinculo alla festa del paese.
Faccio tre giri, forse quattro, con tempi non
ridicoli ma che a questo punto e con questa moto
non sono
accettabili; e dato
che
il feeling
ormai è totale rientro ai box, nel momento
in cui gli altri stavano per richiamarmi con
la tabella "affinità elettive
nellinterpretazione della sfiga".
[Mauro]
Si lavora
alacramente sulle due moto... |
Finalmente
si riparte! |
Tocca a
Mauro darci dentro! |
Ma Bruno e Tiziano (quelli hanno la mentalità giusta) non si
fermano davanti a niente e anche se la gara era finita hanno detto proviamo
a vedere il guasto, tanto siamo qui a far niente!
E allora smonta la prima testa: niente di rotto.
Smonta la seconda: niente; controllano l'accensione
ed è tutto ok
allora
nelle loro menti diaboliche comincia a serpeggiare
qualche dubbio: vuoi vedere che...
Alla fine di tutto si scoprirà che era
un filo dell'accensione che faceva un falso
contatto:
incredibile!!!
Ma ancor più incredibile è stato il fatto che questi
due pazzi in meno di due ore hanno rimontato tutto permettendoci così di
finire la gara!
[Roberto]
Evvai! |
Liberi! |
Bruno e
Tiziano al muretto |
Anche Javier
e Alberto hanno noie: un filo del gas rotto prontamente
riparato dai nostri meccanici!
|
Altro cambio
e rifornimento |
Tranquiiiillo,
dai gaaas! |
Roberto
'tira' il suo ultimo turno |
Ma dooove
hai impennato in quarta...?!? |
Ultimo
turno. |
La gioia di rivedere
la moto funzionante era enorme. Mauro poi, che aveva potuto fare
solo pochi
giri, e si
sentiva addosso
la responsabilità del danno (ecco, lo so cosa pensate, che
sono il solito minchione sfasciatutto, ma io non ho fatto niente, bastardi!)
ora è libero di correre, e non se lo fa dire due volte: salta
su e finalmente può concludere bene il suo turno. Quando rientra
al box per cederla a Roberto gli esce un va benissimo liberatorio.
Evviva!!!
Terminata la sgroppata di Roberto, rientra
per il pieno e il cambio col sottoscritto.
Ora vediamo
se
riesco
a limare ancora
qualcosa
da quel 206, me la sento. Unico
dubbio, la tenuta della forcella, che manifesta
saltellamenti soprattutto in una curva,
che difatti non
riesco a fare certo in pieno. Dentro!
Stavolta solo due riescono a superarmi
in questo turno: la numero 1, che sia Alberto
o Javier
alla guida non so ma loro sono su un altro
pianeta, provo addirittura a tentare di
seguirli e devo dire che per una curva
ci riesco, ma a
quella dopo la numero 1, tesa a recuperare
il tempo perduto alla partenza svanisce
allorizzonte.
Chissenefrega, farò tutto da solo.
Pian piano comincio a forzare il ritmo,
ma più entro veloce nelle
curve più aumentano i saltellamenti
della forcella, e mentalmente mi tengo
bene a mente che questa è una gara
di durata dove conta arrivare, non fare
il tempone, per cui accetto i saltellamenti
come
limite massimo invalicabile. Comunque Tiziano
mi segnala 205,
e sono contento come una Pasqua contenta!
Cè però la
prima curva, quella in fondo al rettilineo,
che mi attizza particolarmente, dato che è una
bella goduria riuscire a raccordarla con
la curva immediatamente seguente, e allora
mi diverto a forzare sempre più la
staccata, ormai stacco ai 100 metri, entro
come una lippa, ben
ooops
FORSE TROPPO LIPPA
mi strizzo un
po e istintivamente raddrizzoooOOOO
niente
da fare, non posso più buttarla
dentro nella curva dopo, mi tocca finire
nella sabbia, speriamo di non fare danniiii...!
La moto mi cade nellultimo
metro di abbrivio, ma aiutato dal commissario
la rialzo, cielo dimmi che non ho rotto
niente... che culo si riaccende
al primo colpo
e
VIA!
Immediatamente
penso
che sia
meglio rientrare ai box, forse mi devo
calmare un po, ma dopo
poche curve mi sorprendo a ripensarci.
Io il mio turno lo finisco tutto, e anzi
rientro
ancora
veloce in quella curva, so che si può fare
senza pericolo. Potere delladrenalina
Ormai viaggiamo
con sorrisi larghi trenta centimetri: concludiamo i turni limando
sempre più i nostri tempi, sentendoci finalmente leggeri
e in sintonia con tutto, che bello! La stanchezza comincia a farsi
sentire, ma
vuoi anche per la pausa forzata, in realtà vorremmo che le sei
ore non finissero mai...
Per via della sosta,
l'ultimo turno tocca a Roberto. Lui però prima di salire
in sella mi dice: "senti, io ho già fatto
la partenza, non
è giusto che faccia anche l'arrivo: se vuoi ti cedo l'ultimo
quarto d'ora, così ti godi la bandiera a scacchi".
Roberto sei un grande. In quel momento non immaginavo cosa significasse
davvero vedere
sventolare la bandiera a scacchi, e gli rispondo che sono stanco,
mi fa un male cane la mano sinistra per via della frizione, vediamo.
Lui riparte, ma dopo il quarto d'ora rientra e mi cede la moto.
Percorro gli ultimi
giri di gara senza tirare troppo, pensando a gustarmi le ultime,
bellissime curve, col sole ormai basso sull'orizzonte, pensando
alla fortuna di aver potuto fare una cosa del genere, fino a che,
spuntato dall'ultima piega, percorro il rettilineo d'arrivo con
tutte le persone ai box a braccia alzate a sventolare e festeggiare
l'avventura, e vedo il direttore di corsa che agita davanti a me
la bandiera a scacchi tanto sospirata e mi assale
una
gioia irresistibile,
a tal punto che non riesco a trattenere le lacrime, e piango di
gioia come un vitello mentre finisco il giro prima dei box, salutando
tutti gli altri piloti, anche loro felici e festanti... e rientro
ai box con Bruno, Tiziano, Roberto e Mauro che mi vengono incontro
ad abbracciarmi... beh, mi fa venire un brivido enorme anche ora
mentre tento di tradurre in ASCII questi ricordi. E' bellissimo
e meraviglioso quant'è bella la vita.
Stanchi ma
felici. |
Le solite chiacchiere
di fine gara... |
E' tempo di
foto ricordo: Bruno con Miguel Angel |
L'equipaggio
della Laverda al completo |
Meritato riposo
per queste bellissime glorie |
Zzzzzzzz... |
Hambre, hambre!! |
Addirittura
premiati. |
Perchè noi
valiamo! :-) |
La
classifica finale assoluta (da
www.deccla.com) PDF
La
classifica ora per ora (da www.deccla.com) PDF
I
tempi giro per giro segnati da Bruno
I
tempi giro per giro (da
www.deccla.com) PDF
Il resto è grandi pacche
sulle spalle tra tutti, sorrisi di felicità sulla stanchezza della
gara, che è lunga ma da vivere tutta, col sole che cala su
questa bella arida Cartagena.
Chiuso il box e caricate
le moto sui carrelli ci attende la cena conclusiva, sempre in circuito,
dove tutti restano a chiacchierare sulla gara e a gustarsi la premiazione
e dove addirittura veniamo tirati in ballo e premiati, compresi Bruno
e Tiziano che
ricevono un premio speciale.
E' stata una avventura
indimenticabile. Ed è stata bellissima anche perchè siamo
stati splendidamente insieme tra noi, con un affiatamento e incoraggiamento
continuo. Tutto
lo dobbiamo ai componenti della Deccla che
si sono inventati questo angolo di paradiso, a Mauro Abbadini che ci
ha dato le moto (non ci sono parole per descrivere il suo gran cuore)
e a Bruno e Tiziano che hanno lavorato come pazzi consentendoci di
divertirci con le moto. GRAZIE.
[Alberto]
Una cosa che mi
ha colpito molto è stata
la premiazione. Qui sì che la gente ha la giusta mentalità.
Erano le 10 di sera e i partecipanti alla gara, provenienti da tutta
la Spagna e quindi anche da molto lontano, erano lì dal primo
all'ultimo momento.
Nessuno che se la tirasse; un'atmosfera fantastica. Potevi parlare tranquillamente
con i primi arrivati così come con gli organizzatori senza nessun
problema.
C'erano premi e ringraziamenti per tutti e nessuno si è permesso
di andare via prima della fine della premiazione.
E' stata la degna conclusione di una giornata fantastica che penso mai
dimenticheremo così come non potremo mai ringraziare abbastanza
Mauro Abbadini che si è fatto in mille per aiutarci e metterci
a nostro agio; mai conosciuta una persona con così tante risorse
da mettere a disposizione di chiunque ne avesse bisogno. Un grande.
Penso abbia contagiato tutti con il suo amore smisurato per la Guzzi
e le competizioni; forse qualcuno a Mandello dovrebbe prendere esempio
da lui.
Per quanto riguarda noi, beh: non vediamo l'ora di ripartire per la Spagna
per la prossima gara!!!
[Roberto]
Mira, mira a los italianos, mira che hambre... se parece son años que
no comen! staranno senzaltro pensando i nostri ospiti.
Ebbene sì! Questo è senzaltro il ritratto più vero
di noi e di come siamo oggi, tristemente abituati molto più allapparire
che non all'essere, istintivamente votati alla bellezza
di ardite presentazioni da nouvelle cuisine, attratti
dalla moda e dalle novità e di esse globali promotori come
unico comprensibile stimolo allesistenza, genti che di moto
e corse, ma non solo, han storia e tradizione e che oltre al verbo
si sazian
con un piatto di zuppa
di fave. Sì, le fave, le fave che mia madre da piccola non
voleva mangiare e quante botte han preso per le fave, simbolo controverso
della miseria
di un'Italia degli anni cinquanta e allo stesso tempo pietanza ricca
e vigorosa che dava la forza per andare avanti e per arrivare qui,
dove ora siamo e dove a volte un piatto di fave con la sua semplicità ci
fa provare emozioni che sanno di vero, autentico, genuino piacere.
[Mauro]
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© Anima
Guzzista
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