Trofeo Moto Guzzi '08 - Magione
Esordio in
pista
di
Beppetitanium
L’emozione
è ancora alta, sono già trascorsi quattro giorni,
intensi per il lavoro e stressanti, ma il pensiero torna frequentemente
ai momenti vissuti nel fine settimana appena trascorso che ha segnato
l’ingresso nel mondo delle gara in pista.
Molti i commenti
“da presa per i fondelli” da parte di amici e
conoscenti, ma da buon capricorno nessuno riesce a scalfire
un’idea se non io stesso … e dopo averci sbattuto
la faccia … per molte volte.
Ma andiamo con
ordine perché il tutto è quasi un racconto
dell’inverosimile e del fantascientifico.
Ovviamente la
colpa è VOSTRA, di tutti voi Guzzisti che disseminate
intorno a voi i germi infettivi che risvegliano i più
reconditi pensieri e visioni, a dare poi il colpo di grazia ci hanno
pensato Livio, Lalla e Daniele.
Ecco che dopo
aver vissuto l’emozione di Cartagena del settembre dello
scorso anno, dopo essere passato dai vari stadi di apprendimento (aiuto
cuoco, cuoco, portascarpe, lucida moto, massaggiatore, consulente
spirituale, cronoman, team manager del Tulla Nitro Team), dopo essermi
guardato in giro (poco per la verità), mi capita
l’occasione di un V35 prima serie del 1978 … 1978
ipotizza, cerca, chiedi … guarda un po’
può fare l’Endurance, ma la cosa è
… su un altro pianeta.
Il primo passo,
però, è fatto.
Giunto a casa il
V35, si accoccola di fianco al Cali (… e chissà
che cosa si sono dette e raccontate ‘ste moto, diverse
età, ma chilometraggio simile) e attende fiduciosa
l’arrivo di qualcuno che abbia voglia di coccolarla un
po’ e di rimetterla in sesto.
Il tempo passa
veloce, il mio tempo è poco, ma in quei pochi fine settimana
liberi ecco che, come voi tutti certamente ben sapete, ci si ammala
sempre di più, si smonta lo smontabile per un neofita (il
motore NON si tocca), si scartavetra a mano tutta la vernice,
più e più strati accumulati con i proprietari
precedenti, e si fa il possibile con le bombolette di vernice, a mano,
con i pezzi appesi nel box che sembra la cantina di un salumiere
… dove però non si deve mangiare nulla.
Dopo mesi e
mesi, fiero del lavoro (risultato ottimo per le mie
capacità, ma pessimo agli occhi degli altri) la sentenza
sull’operato la da un amico carrozziere che dichiara:
“se la lasci così, non va più in
vacanza insieme!” … occavolo a me piaceva tanto,
ma anche le vacanze con le due famiglie riunite sono belle …
per cui si ricomincia il maquillage e si ri-scartavetra a mano tutto,
il risultato finale però è innegabile anche ai
miei occhi, la moto è un’altra.
Nel frattempo,
memore delle storie degli anni passati sulla possibilità di
cambio del nickname e saturo degli insulti ricevuti decido il nome
della nuova arrivata, si chiamerà: Titanium ….
Bel colpo di genio!
Ma stiamo
divagando troppo, arriviamo ai giorni prima della gara.
Ho convinto il
mio meccanico a partecipare al Trofeo Guzzi ’08, ma alcuni
giorni prima della gara, la mia moto non né ancora pronta e
la sua non ha neppure iniziato a guardarla … è
proprio vero che i calzolai vanno in giro con le scarpe rotte!! Il
problema maggiore è il trasporto della moto, il furgone del
mecca è in riparazione, mi tocca affittare un furgone (ma
ca@@o, un conto è dividere le spese e un conto è
sobbarcarsele tutte) $$$$, anzi
€€€€ che se ne vanno.
Venerdì
mattina sono in officina, mancano solo gli ultimi ritocchi …
e il furgone!!
Lo trovo nel
tardo pomeriggio (tralascio i dettagli delle spese, non per non
spavetarMI) e via, a casa a caricare le mie cose, in officina a
prendere la moto. Si parte … ma dove sono i cavalletti?
Torna a casa e nel tragitto pensa che ti pensa manca anche il
sottocasco, il sottotuta, un litro d’olio che non si sa mai.
Arrivo a casa e
per guadagnare tempo … tranne i cavalletti: dimentico tutto.
E di corsa verso Varano, lo so il Trofeo Guzzi si corre a Magione, ma a
Varano ci sono Livio e Lalla che mi passano le gomme da pista (per loro
sono consumate, ma io so che ci farò tutte le gare del
trofeo senza consumarle oltre).
Varano ore 22.30
baci, abbracci e consigli e via alla volta di Bologna dove
Motopesantista, non sapendo a cosa va incontro, si è reso
disponibile ad aiutarmi ai box.
La prima
giornata passa così e termina oltre la mezzanotte nel
lettone con Tommy … si è comportato da vero
gentleman, io avevo “le mie cose” … per
la testa!!
Sabato mattina
ci sarebbe la possibilità di un turno libero, ma Tommy deve
passare a lasciare il suo Cali alla Factory di Murry, tanto Ferrara
è quasi di strada! ! !
Si arriva
finalmente, corroborati da un buon caffè offerto da Murry e
da un altro preso lungo la strada, a Magione. Il mese scorso avevo
respirato con Lalla in pista, quell’aria che ora appare
familiare.
Le prove libere
sono appena finite, ma tanto devo cambiare le gomme, e si in ogni
pista, in ogni giornata di gare c’è il camion di
un gommista … ma perché oggi non
c’è !!!
Tommy
è abituato a cambiarsi le gomme da solo (e si che non
è genovese!) per cui si cercano almeno gli stallonatori, ma
… si opta per i cacciaviti.
Che fatica (io
sudavo per Motopesantista), soprattutto all’anteriore dove
c’era, seppur con la camera d’aria, una gomma
tubless.
Dopo
più di un’ora di lotta le gomme vecchie sono tolte
e si incomincia a mettere su le pistaiole.
Trovato un
compressore si gonfiano, si tenta di gonfiarle, perché non
tallonano, perché si sente un sibilo, perché
… pizzicate le due camere d’aria!
E ora
… nel frattempo anche il buon Valtretre è
arrivato, insieme a Tommy vanno alla disperata ricerca di un gommista
… di sabato pomeriggio!!
“Guarda
che tra io partecipanti c’è uno che fa il gommista
di mestiere, senti se magari ha qualcosa”, via di corsa e
TROVATE due camere d’aria, fatte rientrare le piccole vedette
lombarde sullo stile del libro “cuore” (erano
arrivate fino a Perugina senza risultati), si ricomincia il lavoro,
stavolta con gli stallonatori, giù le gomme, via le camere
bucate, su le camere nuove, rimetti la gomma e gonfia … ti
ho detto di gonfiarla, ma il solito sibilo fetente ricompare, pizzicata
la terza camera d’aria!!
Non hai
un’altra camera d’aria? … devo avergli
fatto pena perché, non solo mi procura una camera
d’aria, ma me la monta pure senza pizzicarla!!
Sono le 16.30,
sono già stanco, devo fare le verifiche tecniche e tra 20
minuti ci sono le prime prove ufficiali.
Cortesi e
gentili alle verifiche (erano tutti addormentati nell’attesa
dell’ultimo da verificare) sorvolano (avranno visto le
lacrime che colavano dai miei occhi) temporaneamente sul fatto che i
bulloni sono sì forati, ma non sono legati con il fil di
ferro (il mecca se l’era dimenticato) e sul fatto che mancano
le fascette agli scarichi (il mecca non le aveva in casa e quelle
vecchie non erano a misura).
16.40 la
vestizione: tuta nuova, guanti nuovi, stivali nuovi, casco …
il solito.
Accendi la moto,
GODURIA, sali e subito si presenta il Problema che mi
assillerà fino al termine della gara: il casco batte contro
la gobba della tuta, così che in pista sui rettilinei devo:
stirare il collo in avanti, tirare il casco in avanti, spingere la
testa indietro alla ricerca della gobba e mantenere la pressione per
“fissare” il casco alla gobba, altrimenti non vedo
nulla, per di più sono sudato fradicio e mi cascano gli
occhiali.
Al termine del
mio primo giro, mi hanno già doppiato, nel secondo si
ripropone il valzer dei sorpassi, il “74” giunge
come una saetta e giù in piega proprio davanti al mio
anteriore, quasi a toccarlo, la scena non mi impressiona più
di tanto abituato fuori agli automobilisti, ma forse il
“74” si sente in colpa, alza la mano, si gira per
chiedermi scusa … peccato che è una curva doppia
e va a finire sui cordoli, la moto scalpita e lo disarciona proprio
davanti a me! Grazie Francesco per i freni nuovi e per aver montato il
serbatoio del liquido dei freni sul manubrio sostituendo
l’originale sotto serbatoio, la frenata è pronta,
lo scatto felino, mi spiace solo per il “74”.
E
così i giri passano, all’uscita dai box
2’33”, poi 2’13” …
2’03” fino ad un onorevole, per un V35 con in sella
un 46enne al suo “sverginamento” da pista,
1’56” … e tengo due team dietro di me,
un altro V35 e una derivata del V7.
Mi aggiro tra i
team alla ricerca del “74”, lo trovo, stupore, lui
mi dice subito: “hai visto che ti ho chiesto
scusa!” … e io che ero preoccupato per lui, in
realtà era subito risalito in sella e aveva tranquillamente
continuato a girare.
Sono le 18.00 e
si va all’albergo, prenotato la sera prima da
“Peppe Rosella” come consigliato:
“signora Rosella ho telefonato ieri sera per prenotare una
doppia”, faccia truce, pensierosa e poi la sentenza:
“Mi spiace non ti posso accontentare” …
ma uno che telefona a fare per prenotare se non ti tengono la camera?
fortunatamente c’è un altro albergo
(più costoso) con l’ultima stanza disponibile.
Al mattino dopo,
complice la disponibilità a tenere sul nostro furgone la
tenda del GMWC, mi tocca lasciar dormire il meccanico (Tommy) per
portare alle 8.00 la tenda al paddock, ritorno a prendere Tommy e si
controlla il livello dell’olio.
Secondo turno,
ormai so come “tenere a bada” i problemi con il
casco, lavo per benino gli occhiali dai residui lasciati dalle mani del
guzzista, lavoro sulle stecche per renderle più aderenti
… anche se mi segano da dietro le orecchie almeno stanno
fermi!
E via di nuovo
in pista non prima che i gentili commissari della sera prima
controllino il fil di ferro e le fascette posizionate ai loro posti
(meno male che ho rimediato anche quelle … santi guzzisti
del paddock)
Ora mi sembra di
migliorare, infatti se ieri mi hanno doppiato almeno tre volte durante
i 20 minuti di prove, oggi ho visto passare Stagi solo due volte!
… ma i tempi migliorano ancora fino ad un
1’52” che mi fa gioire come un bambino, e ho
lasciato dietro gli stessi equipaggi di ieri. Durante il turno mi vedo
sfrecciare ancora il “74” sul rettilineo e mi fa un
cenno, cosa avrò fatto? E il pensiero mi assilla fino alla
fine del turno. Vado a chiedere lumi, ma era solo un saluto, la
spiegazione è che, avendomi incontrato ancora nel punto
delle prove precedenti, ha atteso la conclusione del tratto misto e mi
ha superato sul dritto … “sai vista
l’esperienza di ieri…”
Alle 12.30
decidono di farci fare tre giri d’onore con le nuove Guzzi
seguite dalle Guzzi iscritte al Trofeo, tre giri tranquilli, meno male
così riesco a vedere meglio la pista (certo con la
velocità che avevo nei turni come facevo a vedere la
pista!!!), nelle ultime tre curve a destra dopo il lungo rettilineo ho
davanti il “74” che … booooommm mi
ricade davanti e come un grillo si rialza “olio in pista,
olio in pista, attenti”, nel paddock ritorno da lui e gli
chiedo se si diverte a cadermi davanti, mano male che c’erano
testimoni a trattenerlo e non mi ha potuto sgozzare, ma
l’intenzione c’era tutta!!!
Un panino, una
bibita e un caffè per far passare il tempo, lungo,
lunghissimo fino alle 17.20, e sì, ci fanno correre da soli
come Trofeo Guzzi, ma per ultimissimi.
Il paddock
lentamente, gara dopo gara, si svuota e rimane a nostra disposizione.
“Attenzione
i partecipanti al Trofeo Guzzi sono attesi per l’ingresso in
pista”
Stanno chiamando
noi … ehi ma allora è vero, devo correre!!!
Ci si riveste
(minchia che palle la vestizione, che caldo, che difficoltà
senza il sottotuta che ti fa scorrere la tuta addosso ….
certo che se lo lascio a casa!!) ora però la pista
è ben memorizzata.
Nell’attesa,
intutato, cascato, guantato, occhialato, mi concedo un attimo di
meditazione e di respirazione zen e ripercorro il tracciato.
Meno male che la
gara ha le regole del gruppo 4, cioè non vince chi arriva
primo, ma chi è più regolare nelle prestazioni
… e tutto al millesimo di secondo!!
OK ci sono,
tranquillo non devi correre come un dannato, ma devi tenere il tuo
passo!!
Giro di
ricognizione per ricordare al casco che DEVE stare dove lo metto io e
come lo metto io appoggiato alla gobba della tuta, schieramento,
cartello dei 5’, dopo 2 secondi (non minuti) cartello dei
3’ e subito quello di 1’, sbandieramento di tutto
OK, semaforo rosso – semaforo spento: VIAAA.
Devo tenermi
dietro i due che vanno più lenti altrimenti non riesco a
tenere il mio passo, in fondo al rettilineo è tutto ok, 10
equipaggi davanti, io e i due più lenti dietro.
Beppe
concentrati, il primo giro non conta per i tempi prendi le misure, ora
sono all’ultima curva prima del traguardo, sono in seconda,
il contagiri (chissà quali giri conta) sale rapidamente,
Francesco su questo è un piccolo mago e fa miracoli, 7000,
8000 e via 3°, 4° 5° ai 50 metri freno, scalo
4°, 3° 2° per il curvone a fine rettilineo, il
motore urla e chiede la 3° per pochi metri, ancora scalare in
2° per il tornatine, 3° frenata e scalata nella curva a
sinistra (quella del “74”), si tiene la 2°
per il cambio repentino di traiettoria a destra, non
c’è spazio per la terza anche se il motore urla
perché la curva che immette sul rettilineo, sono a 9000
giri, 3° - 4° - 5° fino in fondo per
raggiungere la massima velocità, il cartello dei 100
dov’è, eccolo allora frenata e scalata solo di due
marce perché il curvane a destra in fondo mi piace (anche
questo è stato segnato dal “74” ai 30
all’ora in parata) e tengo la 3° è una
bella curva divisa in tre trance, le prime due veloci
nell’ultima innesto la 2° per un istante per sentire
il motore che tiene il posteriore, ancora 3° per un attimo e
poi in 2° le tre curve destra-sinistra-destra che immettono sul
rettilineo e si ricomincia.
Mi sembra di
aver fatto bene tutto, non ho nessuno davanti e i due dietro sono a
distanza di sicurezza e non mi raggiungono, i giri scorrono
… ehi ma non mi doppia nessuno???, ho già fatto 5
o 6 giri!!! il tempo di pensarlo ed ecco Stagi che alla fine del misto
prima del rettileno mi svernicia. E qui l’errore del
principiante è lampante! Stagi gira 15-20 secondi
più veloce di me, cosa prendi la scia e cerchi di seguirlo
… per cosa (penso sia la sindrome della pista come uno ti
passa DEVI stargli dietro).
Ovviamente non
lo prendo neanche a pagarlo e nel frattempo altri due mi doppiano,
saranno gli unici, ed è già una conquista! Solo
in tre mi hanno doppiato in gara e se penso al primo turno dove mi
hanno doppiato tre volte ciascuno…
È
l’ultima curva e vedo in lontananza il direttore di gara con
in mano la bandiera a scacchi: che emozione passare e vederla
sventolare, poi ancora più bello tutti i commissari di
percorso che al passaggio applaudono TUTTI e allora si gira con una
mano sola sul manubrio perché è un piacere
ricambiare i saluti e gli incoraggiamenti.
Sono
felicissimo! È andato tutto bene, si attendono i risultati.
Non speravo
nulla, non pensavo neppure di farcela ma alla lettura dei risultati
finali, mi mangio le mani perché se non mi fossi ingarellato
con Stagi sarei stato sicuramente sul podio perché la
differenza con il 2° e il 3° è meno di 200
millesimi di secondo.
Tutta
esperienza, e poi meglio così perché
chissà cosa mi avrebbe fatto il “74”
vedendomi anche sul podio!!
Stanco, esausto,
con il torcicollo (che ho ancora oggi dopo quattro giorni) si carica
tutto e si va a casa … ma non ho più parole per
descrivere anche il lungo rientro.
Volevo solo
ringraziare TUTTI quelli che hanno creduto in me (Livio e Lalla in
primis, grazie anche per le gomme), Valtertre che riuscirebbe a rendere
orgoglioso chiunque di ciò che sta facendo perché
è una macchina da incoraggiamento e soprattutto
Motopesantista, senza di lui NON avrei potuto correre perché
sarei stato senza gomme (… anche se lui ci ha provato con le
camere d’aria, ma alla fine c’era la scorta
nascosta in un furgone). Un grazie particolare alla piccola Greta che
mi ha supportato nello stringere i bulloni portandosi da casa, con
Cristina e Valter, una chiave inglese e alla fine mi ha premiato con un
piccolo, dolcissimo fiore.
Ehi la prossima
gara è a Franciacorta (anzi tutte le tre prossime gara
saranno lì), vi aspetto in pista il 22 giugno!!!
Lamps a tutti
© Anima Guzzista

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