Speciale
Bike Expo Show 2003

Una
fiera importante
di
Alberto Sala in collaborazione con Mauro Iosca
Il Bike Expo Show si direbbe una strana fiera.
Nata sull'onda del fenomeno custom, si è man mano evoluta in
una fiera di elaborazioni e preparazioni a 360°; in pratica una
fiera della creatività motociclistica, e ogni anno le idee
esposte aumentano sia in numero che in qualità, con aspetti
tecnici anche molto interessanti, tanto da risultare una buona 'cartina
di tornasole' riguardante alcune tendenze stilistiche e tecniche,
forse ancor più delle fiere 'classiche', dove le case madri
fanno da padrone oscurando in parte il lavoro di alcuni 'pionieri'
indipendenti.
Difatti, girando con attenzione, oltre a notare
alcune bellezze mozzafiato (non solo di ferro, tra l'altro ;-)) sotto
forma di special, si sono viste alcune soluzioni tecniche che potrebbero
avere un bello sviluppo. Un esempio sono i freni della Beringer, dotati
di due dischi di diametro molto ridotto montati 'gemellati' e frenati
da una pinza a 4 pistoncini, con però pastiglie su ogni lato
utile dei dischi; in pratica un doppio disco che oltre a presentare
una maggiore potenza frenante, dovrebbe col diametro ridotto concentrare
meglio le masse non sospese verso il perno ruota. L'applicazione sembra
molto interessante; vedremo se si affermerà come soluzione
alternativa alle attuali.

L'innovativo
impianto frenante Beringer
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Tornando alle moto, nell'eterogeneità delle
proposte esposte si nota una maggiore attenzione all'essenzialità
e alla leggerezza, a discapito della 'sindrome da disco volante' che
affligge spesso il mondo custom, e la cosa raggiunge il suo apice
in campo sportivo e naked, su tutte la sempre spettacolare Poggipolini.
Un vero capolavoro di essenzialità a discapito della ricerca
della potenza assoluta: con 110 chili, che te ne fai di 130 cavalli,
quando ne bastano molto meno? Filosofia indiscutibile: chissà
che non riesca (come sotto certi aspetti sta già accadendo)
a prendere il sopravvento sulla ricerca esasperata di equini assatanati...
Ma veniamo al sodo: lo so che aspettate con ansia
di vedere nuove idee applicate sul nostro caro e sempreverde bicilindrico,
e vi dico già che quest'anno si è visto qualcosa in
più quantitativamente, con una riconferma assoluta come genio
creativo.
STILE
ITALIANO

Cafè
Racer Nostalgia
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Spirit
of '59
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I preparatori friulani hanno confezionato due splendide
special: Cafè Racer Nostalgia, creata partendo da una 1100
Sport, e Spirit of '59, nata cannibalizzando un vecchio SP ad opera
di Riccardo Boschian. La prima emana fascino particolare, col sapore
limpido del metallo lucido contrastato col bel cupolino di provenienza
Magni e dal bel codone tozzo e grassottello; preziosismo efficace
le gomme intarsiate da supermotard. Il tutto è disponibile
anche come kit di trasformazione per il 1100 Sport.

Bello
il telaietto in traliccio
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Raffinata
e semplice
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La seconda mischia elementi essenziali dal vecchio
macinachilometri con l'agilità classica di elementi Le Mans,
come il cupolino nero lucido che contrasta col serbatoio lucido. Un
vero peccato non aver potuto scattare foto migliori, ma uno degli
addetti non mi ha consentito di calpestare il pavimento a scacchi...
EUROBIKE/POGLIANI

Porkino
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MGP
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Eurobike, il concessionario Moto Guzzi di Padova
famoso per aver presentato alcuni anni fa un codone da urlo per il
V11 Sport, presenta oltre a diverse moto della gamma Guzzi due special,
e ospita anche quella preparata da Alberto Morandi, responsabile del
nuovo punto vendita Guzzi Pogliani. La prima, denominata (infelicemente)
'Porkino', è una special su base California, che sfrutta un
cambio di svariati California fa, più corto nei rapporti, tanto
da 'scappar via' in accelerazione come un maialino; da qui il nome
(sarà, ma chiamare una Guzzi come un maiale, insomma...). Da
notare gli scarichi di provenienza Le Mans 1000 che non stonano, e
soprattutto lo splendido cupolino in carbonio, molto cattivo. Il resto
in verità lo trovo personalmente poco armonico e ben distante
da quel concetto iniziale di 'essenzialità', e anche i due
minacciosi Ohlins li vedo un po' fuori posto...
L'altra special è una V11 con uno splendido
scarico a sogliola sotto il cambio, che scopre completamente il gommone
posteriore, reso ancor più nudo dall'eliminazione del (terribile)
faro posteriore di serie e dell'altrettanto mastodontico portatarga,
sostituiti da una strutturina ben più agile alla vista.
La MGP di Pogliani invece ricorda moltissimo la
Stone portata da Antonio Idà al nostro raduno dello scorso
anno al Mugello, con alcune significative variazioni, come gli scarichi
Supertrapp assai gustosi e il taglio deciso a 'incicciare' il parafango
posteriore. Si potrebbe dire quasi 'operazione compiuta' se non fosse
per l'esagerata abbondanza di scacchettature a correre a destra e
manca, e forse l'aspetto generale resta ancora un po' troppo 'lucido',
pur con la profusione di nero opaco teso a 'imbastardire' un po' l'anima
dei California, grandissime moto ma che forse esteticamente risultano
un po' troppo 'pulitine' per delle cruiser...
FIRESTARTER

Bellerofonte
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Bobber
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Special
da serie piccola
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Furia
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Incredibile.
Mi aspettavo certamente qualcosa di splendido
da Filippo Barbacane, creatore del V11 ciclopico e della Kimera,
due special assolutamente mozzafiato. Ma non a così alto
tasso di creatività. Cosa dire della Bellerofonte? Una follia?
La estrema via dell'essenzialità fatta moto? Io dico: arte
purissima applicata alle due ruote. Mi risulta difficile cercare
parole in grado di dare l'idea del fascino estremo che questo oggetto
emana ad ogni cambio di visuale, ad ogni colpo d'occhio sui particolari.
Una moto così non nasce, come si dice spesso, da una mente
malata: nasce da un genio. Uno di quelli che nascono ogni tanto,
ma proprio tanto. E non mi rompete le balle che è una moto
destinata a non camminare: il ragazzo (perchè possiede pure
- sic! - la leggerezza anagrafica) sa benissimo imprimere le mani
anche laddove sono richieste lunghe percorrenze e sano divertimento;
anzi, l'ha fatto proprio per la SUA moto, la prima Furia immatricolata
in Italia. E ha proseguito dove si è fermato Giuseppe Ghezzi.
La sua Furia va vista dal vivo, soprattutto per comprendere e restare
affascinati dalle 'affinature', come il nuovo cupolino che integra
uno dei due fari poliessoidali, lasciando quello inferiore ancorato
al cannotto, mentre il superiore segue il ruotare del manubrio.
E date pure un'occhio al posteriore, guardoni: che mi dite del faretto
posteriore strappato a una Duke? Questo è solo l'antipasto:
il resto delle portate lo gusterete prossimamente con due articoli
dedicati espressamente a queste due... due... sì, sono solo
motociclette, d'accordo, ma le vorrei al posto dei Picasso, grazie.
E il bravo Filippo ha evoluto Firestarter a quasi
una famiglia: le altre due splendide special sono opera di due suoi
'fratelli di passione', e anche loro ci vedono giusto.
Luca Marinucci è il creatore del Bobber.
Ogni volta che ho visto elaborazioni in chiave
custom/chopper a base Guzzi finora mi hanno sempre lasciato in bocca
un gusto strano, anzi a volte un certo disagio, perchè spesso
si finisce nella direzione del 'vorrei l'Harley ma non posso' che
è quanto di più distante c'è dalla filosofia
del California.
Qui no, proprio per niente. L'operazione mi pare
assolutamente riuscita: ecco finalmente una Guzzi veramente 'calata'
in uno stile rude ed essenziale, ma talmente rude da levare anche
la comodità acquisita da decenni del cambio al piede, sostituito
da un pomellone automobilistico. E vogliamo dilungarci sul resto,
sulle ruote, o sulla forcella...? No, ci fermiamo qui, ma solo perchè
anche questo spettacolo è destinato ad occupare lo spazio
che merita come Special.
Concludo con la graziosissima special verde su
base serie piccola, creata da Giuseppe Brunetti in collaborazione
con Filippo: anche qui il buon gusto è stato adoperato senza
lesinarci su. Gran bella.
Non posso che prendere atto che Filippo Barbacane
non è più un semplice talento applicato alla filosofia
'pastrugnatrice'. Siamo di fronte a ben altro: a una conferma sempre
più sorprendente ad ogni nuova edizione della fiera, a un
talento maturo e pronto per fare un salto. Per andare avanti. E
io non vedo azzeccata la sua collocazione nella sua officina di
Pescara: io lo vedo più a nord, molto più a nord.
Preferibilmente in riva a un lago, sotto al Resegone. Prima che
sia troppo tardi (capito Moto Guzzi?).
Ultim'ora:
CONCORSO CAFE' RACER
Notevoli i piazzamenti delle special Guzzi descritte:
eccoli divisi per categorie:
Categoria Motorfreaker:
1° posto: Bellerofonte (a pari merito)
Categoria Classic:
1° posto: Guzzino (V35 di Giuseppe
Brunetti)
Categoria Hypersport:
2° posto: Furia
©
Anima Guzzista

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