a
cura di Goffredo Puccetti
Ci sono dei momenti in cui ci sembra che la nostra passione per le
motociclette sia, come dire, non al passo dei tempi, non alla moda.
Il Continental Circus è ormai un
ricordo per i più anziani; al suo posto dovremmo accontentarci
dell'asettico MotoGP, concepito per essere seguito via cavo...
L'elettronica
ormai conta più del manico e il gap che separava il mondo della moto da
quello della Formula Uno si sta riducendo stagione dopo stagione.
Quando poi scopri che introducono il
controllo della trazione sulle moto da GP e modificano curve leggendarie per
accomodare più sponsor in un determinato punto... beh, in quei momenti
ripeti a te stesso che il motociclismo non è questo e parti alla ricerca
di chi la pensa come te.
Ebbene non siamo soli! Quella che segue
è una veloce cronaca della mia partecipazione alle "Journees
Italiennes - Trofeo Rosso", vale a dire una due giorni di moto italiane in
pista, organizzata da un agguerrito gruppo di appassionati francesi.
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La locandina
della manifestazione |
Il programma era semplice ed ambizioso
allo stesso tempo: riunire per un weekend al Circuit Val de Vienne (molto bello!)
quante più moto italiane possibile, dando a tutti la possibilità
di girare in pista, secondo le proprie capacità, attraverso diverse
formule. Si andava dalla formula Battesimo, per i neofiti della pista, fino
alla Integrale, che dava diritto a ben sei turni di venti minuti, per i veri
maniaci delle saponette! In base agli stili di guida e all'età delle
moto si definivano categorie dai nomi musicali: Piano, Allegro, Vivace, Forte,
ect.
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Gli
appassionati si sfogano in pista |
Ecco
di cosa sono capaci i guzzisti |
Gli organizzatori si sono avvalsi della
fattiva collaborazione dei più attivi moto club di Francia dedicati alle
moto italiane: Amicale 750 Laverda Benelli / Motobi Club de France, Bimota
Club de France, Ducati Club de France, Laverda Club de France, Moto Guzzi Club
de France e soprattutto il mitico club Scuderia Guzzi.
Questo ha permesso loro di contenere I costi
e di offrire la possibilità di girare in pista a prezzi estremamente
ragionevoli.
Ma veniamo alla cronaca di questa due
giorni, così come l'ha vissuta il vostro improvvisato cronista.
Inizio subito, come è nel mio
stile, con una stima fantozziana della distanza che separa il Circuito Val de
Vienne da Parigi: "ah, un bel pieno e in due ore e mezza sono
lì".
Alla quarta ora di viaggio capisco che
forse la prossima vota posso anche fermarmi un istante a calcolare i chilometri anzichι
fare ad occhio...
Passo il pomeriggio (o meglio, quel che
resta del pomeriggio) di sabato fra gli stand e a bordo pista: I turni si
susseguono incessanti; gli stand si animano, il paddock diventa a poco a poco
una allegra tendopoli.
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4
valvole!! |
Mentre mi avvicino al bar principale
ecco che mi imbatto in quella che risulterà la regina indiscussa del
Trofeo Rosso 2002: la Special sul base Centauro di Jean Marc di Grenoble,
appassionato del 4v Guzzi come pochi altri al mondo, noto nella comunità
di internauti Guzzisti attraverso il suo sito web: http://daytonasite.free.fr/english/daytona_website.htm
Non mi dilungherò nel cercare di descrivervi la sua supertwin con motore
4V anche perché a parole non rende…Per chi comunque volesse
saperne di più: http://daytonasite.free.fr/monproto/index.html
Ogni commento è superfluo. Se vi
trovaste ad applaudire di fronte al monitor, non preoccupatevi: è
normale.
La serata volge al termine e punto verso
il mio albergo, ad una decina di chilometri dal Circuito, che ho scelto
attraverso il mio sistema, infallibile in Francia: a caso. In tutta la Francia,
ad eccezione dei luoghi più smaccatamente inflazionati dal turismo, tutti
gli alberghi e i ristoranti sono ottimi. Scegliete un qualsiasi due stelle e
godetevi l’ottima cucina e l’eccellente rapporto
qualità-prezzo.
Mentre parcheggio la V11 di fronte alla
mia stanza ecco che sento arrivare due altre moto. Non sono solo due italiane
(ovvio, anche esse qui per il Trofeo) ma sono persino bicilindriche, e Guzzi
per giunta: e V11 come se non bastasse! Una Tenni ed una Verde Legnano.
Celebriamo la felice coincidenza con una sana grigliata.
Il mattino dopo, abbondante colazione e
via di nuovo verso il Circuito.
Alle 11:50 mi attende la mia batteria: “Allegro”.
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888
da vetrina! |
Incontro Steve, mio ex collega inglese
trasferitosi a Bordeaux che ha portato la sua sublime 888 Corser Replica, da
poco acquistata usata, al battesimo della pista; commentando lo stato perfetto
ed il chilometraggio ridicolo della moto riflettiamo che è un bene che
ci siano persone che si comprano moto simili solo per farsi vedere al bar,
magari solo per una stagione, per poi rivenderle!
Tocca a me, Steve si va a piazzare a
bordo pista con la sua macchinetta digitale…
Quando mi invierà poi le sue foto
scoprirò che mi ha confuso con il pilota di un Centauro giallo,
scattandogli delle gran belle foto: a lui!! Pazienza!
Ci si allinea in pregriglia dopo aver
coperto a dovere le parti esposte delle moto con il nastro adesivo, e poi via
si parte per venti minuti di divertimento su questo circuito che, per dirla con
le parole di uno dei presenti, sembra essere stato progettato da un sadico:
curve e controcurve in successione, tutte molto simili fra loro ma, attenzione,
non uguali! La prima linea con RSV, MVF4, RS250 e altre special si dilegua all’orizzonte
in un istante. Trovo fra il gruppo alcuni colleghi dei quali riesco a seguire
il ritmo. Mi ingarello per un po’ (ma non dovevano essere giri in pista a
ritmo blando?!?! ;-))) con un bellissimo V11 nero con carenatura Magni, un
Centauro ed una Magni Australia. La presenza di diverse moto d’epoca mi
tutela dallo spettro dell’ultimo posto.
Il turno in pista mi conferma, ancora
una volta, come il V11 - o almeno, il MIO V11: sembra che ogni moto faccia a se
stante… - sia una moto
incompleta:
Il motore spinge, ma potrebbe spingere
di più e la ciclistica risulta inadeguata: nell’unica chicane
larga che si percorre in piena accelerazione è facile innescare
ondeggiamenti fastidiosi. In curva e nella primissima uscita di curva invece
è una gran bella soddisfazione vedere come si tiene il passo di moto
più potenti.
Utilizzo
gli ultimi giri per tentare di migliorare le mie
croniche deficienze: mi incollo al Magni e cerco di
prendergli i riferimenti per le staccate al limite.
Noto un certo miglioramento: se ai primi
giri mi passavano in gruppi di trenta ad ogni staccata, alla fine del turno
cedo spazio a non più di venti moto alla volta… ;-)
Finito il turno, io e Steve
riguadagniamo il tavolo del bar. Il caldo inizia ad essere opprimente. Faccio un ultimo giro
e scatto qualche foto ad alcune moto esposte. Moto Passion 35, famoso
preparatore di Rennes espone una Le Mans dal telaio particolarissimo. Prima di
lasciare il Trofeo Rosso mi fermo a parlare con Bernard, uno degli
organizzatori. È visibilmente soddisfatto: I numeri sono stati quelli di
manifestazioni ben più collaudate e per essere alla sua prima edizione
c’è da essere più che contenti.
Il ritorno non è troppo
emozionante: la N151 tra Le Blanc e Chateauroux è bella ma non sublime (quindi
al di sotto dello standard medio delle statali francesi!) e poi imbocco
l’autostrada. Il V11 si conferma ancora una volta sufficientemente comodo
anche per i lunghi tapponi (al ritorno a casa il contachilometri avra’
1200 km più del giorno prima) ma decisamente l’autostrada non
è il suo pezzo forte. Con un paio di modifiche ben fatte, forse, si
potrebbe ovviare…Ma questa è un altra storia.
G.
© Anima Guzzista

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