|
N. 48 - 20 maggio 2009
Niente
di Alberto Sala
“Chi non crea non può fare a meno di distruggere”
(Ray Bradbury, Fahrenheit 451)
Cos'è un marchio storico senza budget, senza sito produttivo,
senza idee, senza una meta
precisa, senza sviluppo, senza persone illuminate, senza nuovi progetti
e ora mutilato della sua più palese e manifesta identità?
Cosa ne resta?
Quest'anno il consueto raduno biennale ufficiale di settembre a
Mandello del Lario non si terrà.
Il ricordo va alle edizioni
memorabili (come l'anno in cui si presentarono in decine di migliaia
col Guzzino saturando Mandello come cavallette) come a quelle normali
che mai normali sono.
Lo sguardo vaga con le pupille sfuocate alla memoria delle colonne di
tedeschi, olandesi, inglesi che imperterriti sotto secchiate d'acqua da
Giochi Senza Frontiere si accampano col sorriso forgiato sui loro volti
bianchicci, felici di avercela fatta anche questa volta. Al ricordo
delle tante
SP, Le Mans, V7 Sport e Special, California, 1100 Sport, V11 immerse
del loro vissuto come quelle lustre e scintillanti come i denti
sgranati dei rispettivi proprietari a petto gonfio. Ai soavi quanto
pestilenziali fumi del
lido, preso d'assalto in ogni cespuglio dalle tante grate arroventate
da braci ardenti come miocardi alla vista del cartello bianco con
la magica scritta che fa da sipario al territorio natale, assieme
all'insegna Canottieri Moto Guzzi affiorante dal
parapetto fronte lago. Alla sfilata di vecchie e nuove glorie
trattenute a stento dalle balle di paglia fino ai funamboli sugli
Idroconvert. Ai motocarri Ercole condotti da brizzolati basettoni e
baffazzi e creste di galletto sulla testa. Ai cazzari da bar come ai
nerboruti biker, tutti in nera e frangiata pelle, mutande e calzini
compresi; ai
diversamente giovani con i loro Sport 15 sguaiati come pagine della
loro storia così come ai pischelli, zainetti di padri orgogliosi
di aprire
loro un nuovo mondo.
Il pensiero va dove non vorrebbe andare, dove nessuno avrebbe
immaginato dovesse andare. Dopo tante decisioni vaque e tante non
prese, ora siamo alle GMG cancellate, non è possibile. PERCHE'?
Ma chi è che vi motiva, cari signori?
L'anima, quella viva, palpitante degli appassionati, resta. Il
vuoto sarà colmato in qualche modo dai tanti Motoclub che di
amore per il marchio ne hanno da vendere. E il vuoto nei novelli
motociclisti della nuova
generazione sarà colmato semplicemente rivolgendosi in
casa altrui, dove magari c'è più acume e buon senso.
Resta anche la rabbia. Per una decisione senza senso, una
decisione che lascia interdetti. Niente competizioni, niente motori nuovi, ora addirittura
niente raduno. Niente, appunto, come costante. Un'altra decisione che
smantella.
|
|
|