N.
24 - 2 dicembre 2004
Buoni
propositi
di Alberto Sala
Ma insomma, che fate?? C'è un cambio di proprietà,
c'è la cassa integrazione, il futuro di Mandello è incerto
e... Anima Guzzista non dice niente ?!?
Inutile rispondere a questo punto che è proprio per queste
ragioni che preferiremmo saltare l'editoriale di fine anno... Che
brucia ancora troppo la ferita delle promesse tradite e degli appuntamenti
mancati. Inutile spiegare che l'ultima cosa che ci passa per la testa è di
fare la parte dei grilli parlanti o di quelli che mentre la casa
va a fuoco si preoccupano che le tendine siano in tinta col divano...
Ma siccome volenti o nolenti questa comunità si è sempre
distinta - nel bene e perché no, anche nel male - per i suoi
contributi critici verso mamma Guzzi e visto che siamo ormai in tema
di bilanci di fine anno, eccoci a tirare le somme su come sono andate
le cose in questo strano, stranissimo duemilaequattro.
Data l'eccezionalità dell'evento di questi giorni (che spero
resti tale, già lo pensavamo coll'arrivo di Aprilia), nei
quali si delinea definitivamente il passaggio di proprietà della
nostra amata Casa di Mandello, a scanso di equivoci provo a riassumere qui di seguito in 10 punti quali sono state le immani cazzate (sì,
esatto: non semplici errori, ma proprio immani cazzate) compiute
dai precedenti
capicasa,
con la finalità non certo di tendere il dito contro qualcuno
(sarebbe teso inevitabilmente indietro e invano) ma con la speranza,
con tutti i limiti annessi e connessi, di evitare
che il nuovo padrone di casa li ripeta o ne produca di simili con
identica superficialità. E se ciò mi renderà presuntuoso, "me
ne infischio" (Clark Gable, "Via col vento", MGM,
1939).
Sia chiaro: ci dedichiamo ora alle immani cazzate perché delle
cose buone (e ce ne sono state) ne abbiamo già parlato abbastanza.
Ah, prima di iniziare punto per punto ad esaminare le immani cazzate
precisiamo che tutte queste elaborazioni si basano su fatti, non
su opinioni (ultima raccomandazione: i guzzisti più sensibili
tengano a portata di mano il fazzoletto).
Punto uno: rispetto del cliente.
Se si producono serie speciali numerate, vendendole con sovrapprezzo
a giustificare non solo la nuova vernice ma anche l'esclusività dei
suoi soli 300 pezzi, una volta vendute tutte la serie speciale finisce,
e non la si rifà una seconda volta. Se pago l'esclusività,
questa deve essere garantita.
Due: rispetto dell'ovvio.
Il nostro motore scalda. E' raffreddato ad aria per cui raggiunge
temperature più elevate sulla sua superficie rispetto ai motori
raffreddati ad acqua. Come l'Harley. Quindi, se l'Harley usa la vernice
Wrinkle per verniciare i suoi motori con effetto ruvido, o si usa
la stessa (se si desidera lo stesso effetto), testata da decine d'anni,
o si lascia perdere. Non ci si inventa un'altra vernice meno costosa
che si scrosta. E quando si commette una cappellata gigante del genere,
si chiede scusa e si fa un bel richiamo. Come fa qualsiasi altra
casa motociclistica seria. Ah, giusto una precisazione, visto che è di
queste ore la voce che in Guzzi qualche genio sta pensando ad un
richiamo ORA: dopo aver lasciato passare DUE anni prima di ammettere
l'esistenza del problema, dopo aver fatto imbestialire i propri rivenditori
con il "kit del carrozziere", ora che il cliente finalmente
ha dimenticato il problema, ora che i nuovi motori sono tutti tornati
ad essere verniciati come si deve, NON è certo il caso di
fare un richiamo che servirebbe solo a riportare a galla un problema
rimosso. Chi voleva la moto riparata l'ha avuta. I clienti che avete
perso ormai sono persi. Lasciate perdere.
Tre: "Bepi, varda se c'è rimasto un mito in
magazzino!"
Prendere in mano una casa come la Moto Guzzi non è esattamente
la stessa cosa che prendere in mano l'Aprilia. La Moto Guzzi ha una
storia enorme alle sue spalle. Storia fatta di grandissimi successi
raggiunti da personaggi entrati di diritto nella leggenda, con moto
altrettanto leggendarie. E la storia, come quella personale di chiunque,
esige rispetto. Non si prende un nome leggendario come Omobono Tenni
e lo si svende su una moto che assolutamente nulla ha a che vedere
con ciò che
significa quel nome da leggenda. E non si mette il nome di una motocicletta
sportiva degli anni '70 (quando ancora la Guzzi sapeva mettere a
tacere le avversarie anche sui circuiti nelle gare di durata) su
una simil-sport-tourer.
Quattro: rispetto dei concessionari.
L'aspetto concessionari è argomento delicato. Sappiamo benissimo,
spesso a nostre spese o a nostro piacimento a seconda dei casi, che
esistono concessionari Guzzi vergognosi, meritevoli di vendere al
massimo lattine di tonno e concessionari che hanno tenuto
in piedi letteralmente la baracca sbattendosi non solo con competenza
tecnica ma anche con grande disponibilità, pazienza, determinazione
nonostante le vendite così così, passione. Spesso ognuno
di questi ultimi ha saputo creare, anche attraverso la creazione
di Motoclub,
un suo fedele gruppo di appassionati che l'hanno poi aiutato a stare
a galla.
In uno scenario simile la Guzzi non la piazzi al supermercato
di zona (con tutto il rispetto al supermercato, s'intende). Il problema
dei bassi numeri di vendita sta nel prodotto ben più che nella
vetrina. Se oltretutto detto supermercato si trova in una zona
già ad
alta densità di concessionari, buona parte dei quali di elevata
competenza, capacità, valore, quello che farai sarà non
incrementare le vendite, bensì far sì che
i clienti vadano al supermercato a comprare per poi tornare dal
concessionario per le grane in garanzia. Come
dire: caro concessionario storico, sei cornuto e mazziato.
Cinque: lo stile.
Aprilia ha le sue peculiarità. Piaggio anche, Gilera pure,
Derbi idem. Per piacere, manteniamo dette peculiarità nelle
rispettive case e facciamo che non invadano la Moto Guzzi che di
peculiarità e stile ne ha a badilate. Inoltre piano con la
tavolozza: le moto più belle del mondo (Guzzi e non solo!)
sono tutte monocromatiche. Al massimo un secondo colore. Non otto
(e forse
ancor più)
come sulla Breva 1100. E siccome sappiamo che ci leggono anche dei
bambini non suggeriamo alcun utilizzo per i mille colori dell'operazione "Colora
la tua Griso".
Inoltre: V11 Sport, V11 Rosso Mandello, V11, V11 Le Mans, V11 Le
Mans Tenni, V11 Le Mans Rosso Corsa, V11 Le Mans Nero Corsa, V11
Scura,
V11 Ballabio, V11 Cafè Sport, V11 Coppa Italia, V11 Scura
R.
12 nomi e livree per sostanzialmente la stessa moto. In tre anni.
Disponibile con semicarena o naked, con sospensioni Ohlins e in varie
grafiche con più o meno inserti in carbonio, ma sempre della
stessa identica moto si tratta. Non aggiungo altro.
Piccola parentesi sulla Scura R: vuoi mettere che soddisfazione
presentare una moto al salone di modo che finisca sulle riviste?
Poi il cliente
cosa
fa? Ma va dal concessionario per comprarla! Ma il concessionario...
NON può vendergliela! Perché quella moto non esiste,
non si sa quando la faranno! Al che il concessionario, pensandoci
su... Quella moto ce l'ha GIÀ in magazzino: è la Café Sport! È LA
STESSA MOTO IDENTICA! Cambiano solo i colori della sella e di qualche
particolare! Ma se è la stessa moto, perché il catalogo
dice che è nuova, tutta nuova... ma questo concessionario
sarà onesto o mi vuole fregare? Il cliente se ne va, a questo
punto molto sospettoso sulla Moto Guzzi e NON compra la Cafè Sport
che resta ad invecchiare in magazzino, soppiantata da una rivale
inesistente...
E la California?
Immaginiamo adesso per un istante un nuovo manager
Piaggio che cerca di raccappezzarsi sull'offerta Moto Guzzi! Non
abbia paura, adesso
le spiego: sostanzialmente la California È UN UNICO MODELLO.
Disponibile con meno accessori e un solo disco, oppure con tanti
accessori e frenata integrale. Punto. Ah, beh sì, ovviamente
in diverse colorazioni.
Questo è quello che è in catalogo dal '99: un modello,
disponibile in più varianti. Ma ecco come è stato presentato:
California EV, California Jackal, Stone (bel nome, eh? Negli Stati
Uniti "Stone" è usato per una moto come il nostro "cancello"...),
Stone Touring, Stone Metal, California Aluminium, California Titanium,
California EV Touring, California Special, California Special Sport
(sic! Sport, giuro, non è un invenzione, sa dicono fosse per
far concorrenza alla HD Sportster..,).
Sei: saper ascoltare.
Appena uscirono le punterie idrauliche già alla fine del 2002
in Guzzi arrivarono le prime segnalazioni di guasti. Nei primi mesi
del 2003 un concessionario francese segnalò che non tenevano
e dalla Guzzi gli risposero che era tutta colpa dell'olio francese,
"notoriamente di cattiva qualità" (sic!). Alla fine
dell'anno il problema era ormai di pubblico dominio con il danno
di immagine
ed economico che sappiamo. Anche qui, non aggiungo altro.
Sette: peccare è umano, perseverare cos'è?
Se un particolare ha già dato modo di rivelarsi errato, come è il
caso della frizione monodisco inizialmente montata sui V11 Rosso
Mandello (e già questo è un danno), perchè continuare
a montarle coinvolgendo nella faida anche le California? Queste ultime,
da paladine dell'affidabilità e della solidità, grazie
a questi due micidiali uppercut sono finite al tappeto.
Otto: consapevolezza di un patrimonio.
Il mondo Moto Guzzi è composto da una rete di immensi appassionati.
Appassionati che hanno letteralmente tenuto a galla il marchio. Senza
i tantissimi motoclub, i siti d'informazione, senza le tante menti
ingegnose, oggi forse saremmo al capezzale di un defunto. E in questi
ultimi tre anni ci sono stati tanti episodi esaminando i quali non
traspare certo attenzione a questo patrimonio. Come è possibile
ignorare l'esperienza di un personaggio che ha saputo non solo tirare
fuori 140 cavalli da una Guzzi (non ora, ma cinque anni fa) ma addirittura
vincere un campionato (il ProTwins francese)? Come è possibile
che il giorno del ritorno della Moto Guzzi a una competizione mondiale
(Albacete, campionato mondiale Endurance) non c'era nessun uomo Guzzi
eccetto il progettista della moto (a titolo personale)?
Riguardo ai tantissimi Motoclub sparsi per il mondo, sono una risorsa
fondamentale. Per tenerla viva non basta certo l'istituzione di un
Moto Guzzi World Club, cosa comunque più che meritoria e che
mancava da decenni. È necessario dare a questo World Club
i mezzi e le risorse per diventare davvero il punto di coordinamento
dei guzzisti di tutto il mondo affinché non si riduca ad essere
una mailing list quale è adesso alla quale fa da contraltare
una rivista patinata che sembra più pensata per raccogliere
pubblicità che per fornire informazione vera.
Nove: la produzione.
Sta per arrivare il 2005. Non è possibile pensare che oggi escano
moto con viti serrate male, con perdite d'olio dai cilindri,
con strumentazioni non funzionanti,
senza grasso nel canotto di sterzo, con le cromature che si arrugginiscono
alle prime gocce di pioggia...
Non esiste più questa possibilità. E qui estendo il monito a chi magari a
Mandello ci lavora da tanto: basta. Non è più possibile lavorare con superficialità.
I lavoratori sostengono di essere preziosi e legati alla Moto Guzzi? Bene:
finiamola di scaricare la colpa altrove: chi non è più in grado di garantire
la qualità nei tempi concorrenziali (ricordatevi che i vostri avversari non
stanno in America ma nel Sol Levante), chi non è disposto a mettere in discussione
il proprio metodo lavorativo si faccia da parte, e non ostacoli
con parole vuote la competitività e quindi la sopravvivenza
di
Mandello.
Dieci: quelle piccole differenze tra un sito internet
ed una lastra di marmo.
In questo preciso momento la MGS-01 Corsa è in vendita, chiavi in mano
a 24000 euro. Bene. Benissimo! Era ora! Peccato che non lo sa nessuno (eccetto
i francesi e i tedeschi)!! Mi collego al sito ufficiale www.motoguzzi.it e
la notizia non c'è. Invece leggo che la MGS-01 Corsa è pronta
per essere consegnata nella prima metà del 2004 e la versione stradale è pronta
per il secondo semestre. No comment. Sulle riviste specializzate non una parola.
Inoltre, nella cartella stampa del recente Salone di Monaco mi dicono (io
non l'ho ricevuta)
che c'è
scritto che ci sarà la versione omologata per la strada, quando da tempo
lo sanno anche i licheni in Siberia che non ci sarà mai.
Insomma: gran bel mucchio di immani cazzate. Cose che, sommate alle
cazzate delle precedenti gestioni (ma erano in competizione su chi
la faceva più grossa?) in genere affossano qualsiasi azienda.
Eppure, incredibilmente, la Moto Guzzi è ancora
lì.
Questo da solo dà l'idea dell'enorme potenziale,
della fama, dell'affetto, della passione che questa marca suscita
e può suscitare
nel mondo, nonostante tutto. Ripeto: un potenziale commerciale enorme.
Ai nuovi conducenti, i nostri migliori auguri di saperla portare
al
suo posto,
nei cuori, nelle strade e nelle piste (eccome, sì!) di tutto
il mondo.
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