Editoriale 1

• Italiani, popolo di arditi geni e abili frenatori

Editoriale 2

• Ma la passione e' un handicap?

Editoriale 3

• Fabbrica dei sogni

Editoriale 4

• Voglia di... 4 valvole!

Editoriale 5

• Identita' perduta

Editoriale 6

• Uno strano dialogo...

Editoriale 7

• Una questione di equilibrio

Editoriale 8

• Voti a rendere

Editoriale 9

• Via col vento

Editoriale 10

• Il gusto delle cose

Editoriale 11

• Il punto sul punto... vendita

Editoriale 12

• Ghezzi in Guzzi

Editoriale 13

• Raffreddati con l'aria

Editoriale 14

• Pensieri e parole

Editoriale 15

• Belve, Dei, adepti e sacrifici

Editoriale 16

• Perdita d'identita'

Editoriale 17

• Double face

Editoriale 18

• Un anno vissuto appassionatamente - pure troppo

Editoriale 19

• Crisi

Editoriale 20

• Comunque vada, sara' un successo

Editoriale 21

• Non svegliateci

Editoriale 22

• Signore e signori, si cambia

Editoriale 23

• Deccla

Editoriale 24

• Buoni propositi

Editoriale 25

• In difesa di Mandello; ovvero: sulla Tradizione

Editoriale 26

• Come si resta indimenticabili?

Editoriale 27

• Repetita iuvant

Editoriale 28

• Sangue dalle rape

Editoriale 29

• Design

Editoriale 30

• L'insostenibile inconfutabilitΰ di una congettura?

Editoriale 31

• C'θ un'anima nuova

Editoriale 32

• MotoGuzziWorldChe???

Editoriale 33

• Capitani paurosi

Editoriale 34

• Destini incrociati

Editoriale 35

• Dove vai, ora che le moto nuove ce le hai?

Editoriale 36

• La matematica θ un'opinione

Editoriale 37

• Cosa vogliamo fare da grandi?

Editoriale 38

• Compriamo moto o spot pubblicitari?

• English version

Editoriale 39

• Messaggi sussurrati

Editoriale 40

• L'editto

Editoriale 41

• Tre asterischi, una penna e un taccuino

Editoriale 42

• Associazione

Editoriale 43

• Un nome ingombrante

Editoriale 44

• Sliding doors

Editoriale 45

• Quando i sogni si avverano

Editoriale 46

• Tiriamo la riga

Editoriale 47

• Essenza e personalitΰ

Editoriale 48

• Niente

Editoriale 49

• Manifesto

N. 47 - 17 fefbbraio 2009

Essenza e personalità

di Alberto Sala

 

 

 

“Tradizione è la custodia di un fuoco non l’adorazione della cenere”
(Gustav Mahler)


Stavo cercando informazioni su un gruppo newyorchese a nome TV on the radio  autore di un disco meraviglioso uscito nell'anno appena concluso, quando mi sono imbattuto in questa citazione che mi ha forato il miocardio.

2009. Siamo alle soglie di un nuovo decennio e sta terminando quello che doveva essere il decennio della speranza, del rilancio, delle grandi aspettative per la nostra amata Moto Guzzi.

Ho raccolto questa citazione perchè - come spesso accade a quelle frasi al limite della magia e nel pieno della potenza evocativa dell'estrema sintesi - nelle sue 56 battute racchiude tutta la dannazione del guzzista. Laddove per guzzista intendo l'appassionato dello spirito più profondo di questo marchio, del suo fuoco interiore ora pallido e evanescente al confronto della potenza delle sue origini e del suo sviluppo vorticoso e dirompente a suon di successi a ripetizioni ovunque: nelle competizioni più importanti come nelle motociclette di serie dalle svariate soluzioni innovative oltrechè belle all'inverosimile. Successo frutto della sua essenza apportata da Carlo Guzzi e mantenuta e sviluppata da Giulio Cesare Carcano combinandola con la personalità acquisita con l'apprendimento dato dalla ricerca, dalla sperimentazione, dall'esperienza assimilata, guardando sempre avanti. Che poi è sotto sotto l'aspettativa di buona parte del pubblico che si emoziona con questi bizzarri mezzi a due ruote, che decide di cambiare il proprio per il *nuovo* quando lo sente compiuto ai suoi occhi davanti alla vetrina del concessionario.

Perchè il *nuovo* è un'esigenza universale. Ogni tappa del cammin di nostra vita è segnata dal nuovo. Può anche essere divertente riscoprire la Polistil a 40 anni col figlio, ma dalla prima volta non abbiamo fatto altro che abbandonare le cose che più ci emozionavano perchè non ci bastavano, perchè è naturale dopo aver assimilato l'essenza emozionale cercarne altra altrove e di diversa, laddove per diversa si intenda il prodotto di una evoluzione. E anche perchè è attraverso la ricerca di nuove esperienze (e non la ripetizione continua di ciò che già si conosce e si è prodotto) che si mantiene viva la nostra anima, la nostra crescita, la nostra curiosità così come si mantiene allenato il nostro intelletto, come diceva Leonardo (Da Vinci, non l'ex fenomeno del Milan).

Nuove esperienze che derivano sempre da una tensione all'innovazione. Già, ma cos'è l'innovazione? Quanto è abusata questa frase? Sembra che tutti facciano innovazione, a dir loro. Prendiamo un esempio meno appariscente ma estremamente significativo.

In un negozio a più piani, è assoldato che la gente tende a non salire ai piani superiori se non ha un motivo per farlo. E' uno dei motivi per i quali si cerca sempre di fare grandi magazzini e ipermercati su un piano solo.
Come fare - se non hai prodotti o attrazioni particolari ai piani superiori - a invitare le persone a salire le scale?
Semplice: riprogetti le scale. Fai in modo che salire le scale diventi un'esperienza nuova. Indovinate un po' quale azienda di computer l'ha fatto per i suoi Store?
Se entrate in un qualsiasi Apple Store (eccetto quello di Roma che è su un piano solo) non potrete fare a meno di notare le scale. Sono state progettate e brevettate da loro (primo depositario del brevetto: Steve Jobs in persona), utilizzando un cristallo particolare con lamine in titanio, tenuto insieme da un sistema strutturale particolare che fa sì che al momento in cui sali hai la sensazione di lievitare. Lo stesso quando le discendi. La sensazione di leggerezza e di trasparenza sembra sia unica.
L'innovazione non passa necessariamente dal progettare un oggetto che non c'era prima (le scale sono sempre scale e la Guzzi sempre moto deve fare) ma dal far vivere un'esperienza nuova.

Ciò che è già stato fatto e vissuto perde ogni senso se lo si ripete. Ogni moto lasciata è persa, così il Vintage è riciclo emozionale, forse ecologico ma molto effimero.

Siamo alle soglie del nuovo decennio e la nostra, cara, amata Moto Guzzi si rifiuta di accettarlo e scappa all'indietro. Chissà mai che un giorno - finalmente - torni il fuoco della sua essenza e della sua personalità su quel qualsivoglia luogo sia ora depositario del marchio di motociclette più glorioso del mondo. Così da poter finalmente esaudire il nostro desiderio (e soprattutto di chi da tempo sceglie altro), così che - finalmente - Carlo e Giulio Cesare possano riposare in pace.

 

 


© Anima Guzzista