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N. 47 - 17 fefbbraio 2009
Essenza e personalità
di Alberto Sala
“Tradizione è la custodia di un fuoco non l’adorazione della cenere”
(Gustav Mahler)
Stavo cercando informazioni su un gruppo newyorchese a nome TV on the
radio autore di un disco meraviglioso uscito nell'anno appena
concluso, quando mi sono imbattuto in questa citazione che mi ha forato
il miocardio.
2009. Siamo alle soglie di un nuovo decennio e sta terminando quello
che doveva essere il decennio della speranza, del rilancio, delle
grandi aspettative per la nostra amata Moto Guzzi.
Ho raccolto questa citazione perchè - come spesso accade a
quelle frasi al limite della magia e nel pieno della potenza evocativa
dell'estrema sintesi - nelle sue 56 battute racchiude tutta la
dannazione del guzzista. Laddove per guzzista intendo l'appassionato
dello spirito più profondo di questo marchio, del suo fuoco
interiore ora pallido e evanescente al confronto della potenza delle
sue origini e del suo sviluppo vorticoso e dirompente a suon di
successi a ripetizioni ovunque: nelle competizioni più
importanti come nelle motociclette di serie dalle svariate soluzioni
innovative oltrechè belle all'inverosimile. Successo frutto
della sua essenza apportata da Carlo Guzzi e mantenuta e sviluppata da
Giulio Cesare Carcano combinandola con la personalità acquisita con
l'apprendimento dato dalla ricerca, dalla sperimentazione,
dall'esperienza assimilata, guardando sempre avanti. Che poi è
sotto sotto l'aspettativa di buona parte del pubblico che si emoziona
con questi bizzarri mezzi a due ruote, che decide di cambiare il
proprio per il *nuovo* quando lo sente compiuto ai suoi occhi davanti
alla vetrina del concessionario.
Perchè il *nuovo* è un'esigenza universale. Ogni tappa
del cammin di nostra vita è segnata dal nuovo. Può anche
essere divertente riscoprire la Polistil a 40 anni col figlio, ma dalla
prima volta non abbiamo fatto altro che abbandonare le cose che
più ci emozionavano perchè non ci bastavano,
perchè è naturale dopo aver assimilato l'essenza emozionale cercarne
altra altrove e di diversa, laddove per diversa si intenda il prodotto
di una evoluzione. E anche perchè è attraverso la ricerca
di nuove esperienze (e non la ripetizione continua di ciò che già
si conosce e si è prodotto) che si mantiene viva la nostra
anima, la nostra crescita, la nostra curiosità così come
si mantiene allenato il nostro intelletto, come diceva Leonardo (Da
Vinci, non l'ex fenomeno del Milan).
Nuove esperienze che derivano sempre da una tensione all'innovazione.
Già, ma cos'è l'innovazione? Quanto è abusata
questa frase? Sembra che tutti facciano innovazione, a dir loro.
Prendiamo un esempio meno appariscente ma estremamente significativo.
In un negozio a più piani, è assoldato che la gente tende
a non salire ai piani superiori se non ha un motivo per farlo. E' uno dei
motivi per i quali si cerca sempre di fare grandi magazzini e
ipermercati su un piano solo.
Come fare - se non hai prodotti o attrazioni particolari ai piani superiori - a invitare le persone a salire le scale?
Semplice: riprogetti le scale. Fai in modo che salire le scale diventi
un'esperienza nuova. Indovinate un po' quale azienda di computer l'ha
fatto per i suoi Store?
Se entrate in un qualsiasi Apple Store (eccetto quello di Roma che
è su un piano solo) non potrete fare a meno di notare le scale.
Sono state progettate e brevettate da loro (primo depositario del
brevetto: Steve Jobs in persona), utilizzando un cristallo particolare
con lamine in titanio, tenuto insieme da un sistema strutturale
particolare che fa sì che al momento in cui sali hai la
sensazione di lievitare. Lo stesso quando le discendi. La sensazione di
leggerezza e di trasparenza sembra sia unica.
L'innovazione non passa necessariamente dal progettare un oggetto che
non c'era prima (le scale sono sempre scale e la Guzzi sempre moto deve
fare) ma dal far vivere un'esperienza nuova.
Ciò che è già stato fatto e vissuto perde ogni senso se lo
si ripete. Ogni moto lasciata è persa, così il Vintage è riciclo emozionale, forse ecologico ma molto effimero.
Siamo alle soglie del nuovo decennio e la nostra, cara, amata Moto
Guzzi si rifiuta di accettarlo e scappa all'indietro. Chissà mai
che un giorno - finalmente - torni il fuoco della sua essenza e della
sua personalità su quel qualsivoglia luogo sia ora depositario
del marchio di motociclette più glorioso del mondo. Così
da poter finalmente esaudire il nostro desiderio (e soprattutto di chi da tempo sceglie altro), così che -
finalmente - Carlo e Giulio Cesare possano riposare in pace.
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