N.
25 - 11 febbraio 2005
In
difesa di Mandello (ovvero: sulla Tradizione)
di Roberto Ruggeri
Cosa è la tradizione, lo si capisce al meglio visitando uno
di quei bellissimi college inglesi che ne sono un così bel simbolo.
Il padre ci porta il figlio, sapendo che per quei corridoi è passato
suo padre prima di lui, ci passerà suo nipote dopo suo figlio.
Quello che passa da una generazione all'altra, creando qualcosa di
amato da tutte loro è una tradizione, dal latino traditio, trasmettere,
passare di mano.
Una tradizione è una cosa bella, e rara. Ci vuole molto a crearla,
ma una sola decisione sbagliata la può distruggere.
Per questa ragione, le tradizioni sono rare e hanno sempre affascinato
in modo sottile e magico; attraversando le generazioni, esse vanno
al di là della nostra piccola e limitata vicenda umana e ci
proiettano in una dimensione molto più grande, che supera la morte
e sfida i secoli; o come diceva una fortunata pubblicità, "ci
sono cose che il tempo non cambia".
Tutto questo avviene, a mio avviso, un pò per tutti e un
pò per tutto, ma è particolarmente valido, e magico,
per un produtttore di moto che fa della tradizione un suo argomento
di vendita. Perchè è un richiamo universale, cui tantissimi
rispondono.
Tutto questo avviene, e può avvenire in misura molto maggiore
se valorizzato, per Mandello.
Di tutto quello che fa la Moto Guzzi, tutto prima o poi è passato
(passano i nomi, passano le moto, cambiano i tempi e i costumi);
perfino Guzzi, Carcano, Tenni, Tonti.
Una cosa sola è rimasta sempre. Evolvendo, cambiando, ingrandendosi,
cambiando ma in fondo restando sempre se stessa.
La sede. Che è tanto.
Io sarò un sentimentalone, ma per me è importante che
una tradizione (come per il College che mi emoziona visitare) sia
qualcosa che puoi vedere e toccare, respirare, immergertici. L'idea
che generazioni passano di lì, che qualcosa starà sempre
lì. Che quello, e non un altro, è il posto.
Da questo portone, mi dico, è passato Omobono, chissà quante
volte. Questo corridoio, questo vialetto, hanno conosciuto il passo
di Carlo Guzzi, di Giulio Cesare Carcano. Su questo piazzale, e non
in qualche squallido posto della squallida Brianza senza storia,
senza nome e senza anima, si sono accese discussioni su cosa fare
e non fare; e gli scherzi e le risa, le litigate e le vittorie e
le sconfitte.
Questi monti e non una pianura triste e piatta li salutavano tutte
le mattine e questo lago li vedeva la sera tornare a casa; lo stesso
sulla riva del quale io ora cammino e sento questa tradizione viva
in me, che all'epoca non ero nemmeno nato.
Su queste strade sono passati correndo generazioni di piloti e collaudatori,
alcuni ci sono morti, tutti hanno contribuito a costruire il Mito.
Qui, a Mandello e non altrove. Una generazione dopo l'altra. Qualcosa
che è così lungo creare e così facile distruggere.
Per questo una tradizione è difficile che sorga.
Ma quando c'è si passa di mano, si rispetta e onora e non si
butta via.
E allora diventa un pezzo di Storia e di Patria e di Mito, qualcosa
che sta attaccato a ogni Moto Guzzi e che fa la Moto Guzzi diversa
da ogni altra. Vi siete chiesti da dove viene, la famosa "anima" delle
Moto Guzzi? Ma proprio dall'essere unite a una storia unica, in un
posto unico e famoso nel mondo.
Per questo bene immateriale chiamato Tradizione, è bene dirlo,
un sacco di gente paga.
Non paga automaticamente. Paga se questa tradizione viene valorizzata,
pubblicizzata, resa parte integrante e inscindibile del prodotto
che viene offerto. Quando compri un Rolex, un Vacheron Constantin,
un Patek Philippe, compri assieme all'orologio una tradizione non
ricostruibile con nessuna campagna pubblicitaria.
Questa unicità, questa non riproducibilità in provetta
o alla tivvù, si paga e in tanti pagano volentieri per averla.
E Mandello non sta nemmeno, come al limite una Maranello, in un
posto che in sè si sarebbe al limite tentati di definire scadente
o insignificante.
Sta incastonata in uno scenario naturale assolutamente grandioso,
è l'Arma Finale del Marketing Italofilo. E' pieno il mondo di gente
che
ammira tutto ciò che è italiano! Valorizzate bene Mandello
e date ai clienti moto serie e le adoreranno già solo per far
parte del ristretto club di chi ha la moto fabbricata in un paradiso
del genere!
Lo stabilimento di Mandello è un'incredibile storia di passione
in un incredibile scenario naturale. Assolutamente unico al mondo,
mai più replicabile da nessun'altro. E' un Miracolo nel
Miracolo.
Valorizzare questo asset unico (se la qualità del prodotto
ovviamente è adeguata) può dare risultati enormi, per
la Moto Guzzi e ovviamente per tutta Mandello e l'economia locale.
Cinque milioni di motociclisti solo in Germania, tantissimi amano
l'Italia con l'amore disperato con cui ami quel che sai che non sarai
mai; di questi, quasi tutti amano la zona dei Laghi.
Chissà in quanti non sanno nemmeno che la Moto Guzzi ha sede
a Mandello.
Ora immaginiamo che Mandello venga pubblicizzata, coccolata, valorizzata,
messa in prima pagina come si fa con la modella famosa, o con la
moto nuova. In tanti la visiterebbero. Per tantissimi, come per me
fu e resta il 25 Aprile 2002, sarebbe il Giorno Che Non Dimentichi.
Buongiorno, sono Carlo Guzzi.
Benvenuto nel mio mondo.
Il fascino del Made in Italy, più il fascino dei "monti sorgenti
dall'acque ed elevati al cielo" (altro elemento unicissimo anche
se meno accessibile agli stranieri), più la passione italiana, il
rosso del serbatoio, il sole, la gente, il lago.
In più, lo stabilimento: leggenda eppure vivo; sacrario e fucina;
vecchio e sempre giovane, da cui escono moto nuove e moderne e efficienti
come uscirono i Falcone e gli Airone.
Di generazione in generazione. Perchè ci sono cose che il
tempo non cambia.
Come lo so, che funzionerebbe?
Ma perchè ho vissuto undici anni in Germania. Perchè vedo
il fascino incredibile che ha Moto Guzzi, un prestigio quassù ancora
oggi non inferiore a quello di Ducati e al quale solo la leggendaria
incapacità di generazioni di produttori, di distributori e di
concessionari impedisce di esplodere in un mito paragonabile a quello
della Ferrari. Una vecchia T3 e a tantissimi tedeschi luccicano gli
occhi. Perchè è Italia, perchè è passione, storia,
tutto un mondo di sapori, di idee, di profumo nell'aria che la loro
BMW non potrà dare mai.
Certo, oggi comprano BMW. E' naturale, le Guzzi sono a volte
non più all'altezza, sono distribuite da distributori fantasiosamente
incapaci e vendute da concessionari mediocri o disonesti.
Poi le frizioni, le bolle, le bugie, tutto l'armamentario di stupidaggini
sfoggiato negli ultimi decenni.
Il rimedio? Moto serie e ben fatte e anche a 300 o 500 euro in più;
notorietà per il sito di Mandello; visita in famiglia, con
raduno o senza, e visita al Museo e comincerà una magia che
resterà per sempre.
Come lo so, che funzionerebbe?
Perchè nessuno, come l'Italiano all'estero, si rende conto di
quale immenso fascino eserciti l'"Italianità".
Esattamente come un'Aquila non può sapere di essere ammirata. L'Italia
viene unita, automaticamente, a un mondo fatto di amore, di passione,
di raffinatezza, di eleganza, di allegria, di vino rosso e gioia
di vivere.
"
Ah, questi Italiani...".
Unite al pregiudizio positivo un Mito Inimitabile; un prodotto onesto
e affidabile; un profumo esclusivo di "alto di gamma",
di distinzione che è però intellettuale e di modo di
vita prima ancora che economica; un'esperienza unica di una fabbrica
di tradizione unica in uno scenario di una bellezza unica!
Bingo.
Come lo so, che funzionerebbe?
Ma perchè io stesso sono in causa con la Guzzi (per via delle
prodezze descritte sopra) eppure sono qui a trepidare per Mandello,
per il portone e la storia, Guzzi e Carcano, i monti e il lago. Eppure
di marche di moto ce ne sono tante e di motivi di arrabbiarmi e dimenticare
la Guzzi ne ho da regalare. Però ci sono Carlo Guzzi, e Carcano
e Tonti e Omobono e quel portone e quella via e quel lago e quei
monti. Quelle cose che il tempo non ha cambiato.
Moto Guzzi è, in tutto, unica.
Cominciando e non finendo dallo stabilimento.
Buttare via questa unicità sarebbe un sacrilegio imperdonabile
e ai miei occhi anche una bestemmia in termini economici e di marketing.
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