N. 37 - 6 dicembre 2006
Cosa vogliamo fare da grandi?
di Alberto Sala
Eccoci alle ultime curve prima del traguardo che sancirà la fine dell'ennesimo anno di vita di questa bella avventura che si chiama Anima Guzzista.
E' quindi periodo di bilanci: tra non molto compariranno sui telegiornali quei golosi servizi su cosa è accaduto in questo 2006, i giornali ci copriranno di foto dove non mancherà certo quella di Cannavaro con la coppa del Mondo, e così via.
Stavolta però il nostro consueto riassuntino finale non riguarderà la Moto Guzzi: magari un'altra volta analizzeremo questo controverso anno. Ora parliamo di noi, di Anima Guzzista: vediamo com'è andato il VI anno e soprattutto cosa ci aspetta il settimo.
E' stato senza dubbio un altro anno appassionante, pur con qualche difficoltà, a cominciare dagli eventi: il raduno in Sardegna è stato 'gasante' e dilatato come una vacanza, mentre purtroppo è saltato l'appuntamento in pista della Sfida, in parte compensato con l'evento di Vallelunga che è stato un primo esperimento di collaborazione con la FMI. Eppoi i tanti incontri spontanei organizzati nel forum, le GMG dove siamo stati presenti con due stand, le due spedizioni sempre emozionanti in terra spagnola a minchioneggiare in pista con i nostri vecchi cancelli e così via... Insomma niente male! Il sito è sempre in costante crescita, di contenuti e di pubblico: ormai nei giorni lavorativi la media è cresciuta a più di 3000 accessi unici, il che almeno a me fa sempre una certa impressione. La struttura associativa ha subìto un riassesto abbastanza importante giungendo alla effettiva indipendenza economica, e ormai direi che ci sono tutti i presupposti per chiederci un po' cosa vogliamo fare da grandi (fatidica frase!).
Già, perchè un paio di riflessioni diventano un po' pressanti. Che hanno molto a che vedere con quello che faremo il prossimo anno, nella continua tensione alla crescita, alla novità, al non 'sedersi' sugli allori (o meno) che ha contraddistinto da sempre la nostra storia.
Abbiamo organizzato tanti raduni, abbiamo cominciato ad affacciarci timidamente nel mondo delle competizioni, cercando di farlo con l'approccio appassionante per noi imprescindibile e con l'obiettivo di coinvolgere chiunque, dando a tutti, indistintamente, la possibilità di scoprire e godere di questo mondo: non siamo solo noi a credere che questo sia l'approccio giusto. Difatti, dopo il gemellaggio spontaneo e naturale con gli amici della Deccla, dopo le nostre partecipazioni alle loro competizioni, dopo le giornate in pista della Sfida, anche la Federazione si è accorta di noi. Ha visto le nostre qualità e ci ha chiesto di fare qualcosa insieme, con le nostre stesse finalità: fare in modo che il mondo delle competizioni e della pista sia appannaggio di ogni appassionato che lo desideri, senza dover essere per forza piloti affermati e/o dotati di risorse illimitate.
Uno degli interrogativi spontanei espresso da chi ha visto le gare di Endurance a Cartagena è stato: ma perchè in Italia non si riesce a fare qualcosa del genere? Gare dove si possa partecipare senza spendere milionate, senza gente che se la tiri spasmodicamente, ma con altrettanta dose di passione dilagante e dove, anche senza essere Kevin Swantz si possa addirittura cogliere la soddisfazione di un bel risultato (se non la vittoria)? Eppoi, via di seguito: perchè non fare in modo che con un'unica licenza si possa correre le due gare in Spagna e anche in Italia, e magari in un altro paio di posti in Europa?
Facile a dirsi, ben più difficile a realizzarsi: spesso viste da dentro le cose sono più complesse rispetto che viste da fuori; comunque questo è il terreno di lavoro comune nostro, della Deccla e della Federazione.
Ma a pensarci bene le competizioni e la pista non sono gli unici terreni comuni. Verso ogni motociclista (certo, in primis i guzzisti, casta eletta e privilegiata ;-) ) vanno gli sforzi della nostra Associazione. Dovrebbe essere così anche per la Federazione, e siamo certi che lo è, anche se a volte facciamo un po' fatica a crederlo e vorremmo che lo fosse maggiormente. Chissà che, collaborando, non si riesca a farlo meglio; non sarebbe male, no? Proviamoci, credendoci. Questo è uno dei motivi per i quali dal prossimo anno Anima Guzzista offrirà in maniera facoltativa (chi non lo vorrà potrà tesserarsi solo alla Associazione) anche la tessera FMI: sarà un ulteriore servizio aggiunto. Un altro motivo è dare la possibilità ai piloti di correre con la nostra 'casacca' invece che magari con quella di un motoclub qualsiasi. Un altro è dato dal processo naturale di crescita: diventando 'grandi' ci si confronta coi grandi...
E non sarà questa l'unica novità del prossimo anno: ce ne saranno altre, una di queste si chiama "Qui abbiamo Anima Guzzista", ma di questa ne parleremo la prossima volta.
A proposito di tesseramento: dando un occhio ai numeri, direi che siamo un po' lontani da un obiettivo serio: 180 iscritti su un pubblico di tremila persone non credo sia un grande risultato. Un numero che assolutamente non premia una associazione che, unica nel suo genere, fornisce parecchi servizi: informazione approfondita e puntuale sugli eventi riguardanti le nostre amate motociclette, come reportage dalle fiere, articoli approfonditi sulle motociclette, report dalle competizioni nelle quali partecipano le Guzzi, documentazione e consulenza tecnica (ma quanto è mitico il nostro Vanni?), e così via che già sapete, fino al forum, luogo di aggregazione e cazzeggio straordinario ma anche occasione di scambio di informazioni, tecniche e non.
Ebbene, tutto questo ha un costo. Tremila utenti consumano banda come idrovore, e la banda non te la regala nessuno. Allestire stand, seguire le competizioni, organizzare eventi, realizzare interviste costa, non solo in termini di tempo.
Eppoi c'è anche l'altro aspetto da considerare. Una vera, autentica associazione, per essere tale, deve sapersi reggere sulle proprie gambe. Sulle gambe dei suoi associati, e non su quelle dello staff o degli sponsor. Ecco il senso della frase "cosa vogliamo fare da grandi?". Io credo che sia giunta l'ora di una definitiva maturazione e di una consapevolezza che porti alla completa realizzazione della vita associativa, con le elezioni del Consiglio Direttivo e le delibere d'assemblea certamente ma soprattutto con la consapevole, fattiva partecipazione dei suoi soci e di tutti coloro che, godendone tutti i giorni, dimostrano di credere in questo buffo (per me lo è ancora) progetto che è Anima Guzzista.
Perchè ciò si avveri compiutamente c'è bisogno della mano di tutti: è ora di essere partecipi e solidali.
Buon anno nuovo. Di cuore!
Il Presidente e lo Staff
dell'Associazione Sportiva Anima Guzzista
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