N. 44 - 30 giugno 2008
Sliding doors
di Mauro Iosca

“La brevità della vita ci vieta di concepire speranze a lungo termine!”
Orazio Flacco
Altrove nel mondo succedono cose.
Altrove non ci si domanda a chi delegare la “scrittura” della propria strategia esistenziale.
Altrove qualcuno pensa e lavora per costruire il futuro, se necessario anche attraverso vere e proprie rivoluzioni.
Altrove, in America, il campionato AMA Superbike (che ricordo ha un regolamento tecnico identico alla SBK mondiale) per il prossimo 2009 cambierà governo e contestualmente la DMG (nuova società titolare dell’evento) cambierà registro, con l'obiettivo di rilanciare nelle competizioni le case costruttrici americane ed europee. Avremo così un nuovo ed esaltante regolamento.
DMG significa Daytona Motorsport Group ed è una società del gruppo Nascar, colosso delle competizioni motoristiche d’oltreoceano, capace di creare manifestazioni sportive ed eventi di enorme seguito secondi in America solo al SuperBowl.
La classe più importante, che si chiamerà Daytona Superbike, avrà come connotati fondamentali i seguenti punti:
- nessun limite alla cilindrata
- peso non inferiore a 162 kg
- potenza massima non superiore a 140 cavalli
- modelli regolarmente in vendita (no prototipi)
Potete facilmente immaginare la portata di questa rivoluzione e cosa comporterà per la maggior parte dei costruttori.
Potete facilmente figurarvi l’importanza di ben comparire nel campionato giocato in casa di uno dei mercati più importanti per questo settore, mercato da numeri pari a quelli dell'intera Europa.
Fatti due conti, la lista provvisoria delle moto che potranno partecipare è composta da:
Aprilia Tuono, Bmw HP2Sport, Buell 1125R, Ducati 848, Ducati S4R, Honda CBR600RR, KTM Superduke, Kawasaki Ninja ZX-6R, Suzuki GSX-R750 e 600, Triumph Daytona 675 e Yamaha YZF–R6.
Certo che (se non fosse per il quarto punto) sembra un regolamento calzante a pennello alla MGS/01 motorizzata Big Bore, vincitrice lo scorso anno a Daytona con Gianfranco Guareschi!
Alla luce di questa novità non posso non pensare a cosa potrebbe essere il nostro “domani” se non avessimo perso questo ennesimo treno.
Dove saremmo oggi se sviluppando la brillante opera dell’ingegner Mariani si fosse progettato e costruito una supersportiva Big Bore? Quali mercati, quali prospettive di rilancio si aprirebbero alla Moto Guzzi?
Già, il Big Bore che è l’unica vera azione di distinzione, di novità applicata ad una struttura motoristica consolidata che ormai se non rinnovata rischia di appannarsi, di esaurire il suo charme.
Dato che tutte le recenti “operazioni”, rimanendo a cavallo tra un “moderno ma non troppo” ed un “classico remixed”, non riescono a convincere (e badate sono i numeri di vendita a decretarlo), l’unica - dicevo - possibilità di stupire il mondo… s'è persa.
Da che altezza potremmo guardare oggi l’ipotesi di queste competizioni se solo avessero fatto tesoro dei successi di Gianfranco Guareschi, dell’esperienza di tutta la sua famiglia e della competenza dell'ingegner Mariani?
Perché non si è creduto opportuno continuare su questa strada? Perché anzi non la si è nemmeno considerata? Quali sono allora i treni che si intende prendere per raggiungere il futuro? Quale proposta per il 2009, che adesso è futuro ma mica tanto? Cosa c’è di nuovo nel congelatore? Quale sarà il prossimo “surgelato”?
Così mentre altrove sta spopolando lo “yes we can”, noi anche per questo giro diremo a tutti “sorry we cannot”.
E saremo sempre più costretti ad essere “anime” fieramente distinte per l’aggettivo cucito sulla tuta ma cavalcanti sempre più spesso altre moto che nel presente non hanno bisogno di giustificazioni. Retrogusto a parte, il divertimento continua.
Perchè (fortunatamente) altrove si continua a crederci, a lavorare per un risultato che sia di miglioramento e d’innovazione e non solo per sopire la coscienza di chi più che della MOTOCICLETTA sente la necessità di presenziare in un “segmento”, scimmiottando i bisogni effimeri e modaioli di chi “è” senza la necessità di guardarsi intorno per stabilire se “somiglia a”…!
Altrove, dove chi è sicuro e guarda avanti senza la paura di guardare anche indietro, si faranno le moto che varrà la pena ricordare.
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