N. 39 - 10 maggio 2007
di Mauro Iosca
Il Protossido d’azoto uccide! Lo avete visto e sentito tutti: la terrificante notizia che per una saldatura di raccordo sbagliata pazienti di un ospedale abbiano ricevuto il veleno in luogo dell’ossigeno, mi procura un indicibile sentimento di rabbia mista a sdegno e vergogna. Non è ammissibile che in un luogo dove la professionalità si suppone debba essere ai massimi livelli, dove l’efficienza dei macchinari debba incidere nel budget di spesa delle strutture come maggior costo, dove il risultato delle operazioni debba quotidianamente tendere all’eccellenza (così come inversamente l’errore debba tendere a zero) si verifichino incidenti di così grossolana inettitudine.
La bieca deregolamentazione, volgarmente avallata con l’unica scusante della riduzione dei costi, genera danni ed impoverisce gli standard qualitativi dei beni prodotti come della vita.
Eppure questi pochi anni di confronto con la globalizzazione qualcosa di chiaro lo hanno mostrato, che fare le cose facili, spendendo poco, in grande quantità senza eccessivamente badare alla “bontà”, al risultato eccelso, non è un’abilità di cui la parte di mondo oggi più ricca è dotata in esclusiva. E’ chiaro che oggi chiunque voglia emergere velocemente, cominciando da zero, dovrà affrontare la strada della produzione su vasta scala senza preoccuparsi troppo del come, anzi spesso sfruttando senza riguardo l’abbondanza delle risorse più elementari siano esse cose o animali, umani compresi.
Premesso questo, possiamo certamente affermare che comunque esisterà sempre una parte di mondo che pretenderà il “meglio”, che sarà orientata verso il “meglio”, che crederà nell’eterna ed inestinguibile capacità dell’uomo di superare se stesso. In breve, una parte di mondo che non si accontenterà.
Poi in questo strano nostro paese, per la legge del contrappasso, ci sono storie come quella della equipe medica di altissimo livello, che viene ad apprendere metodologie di lavoro e tecniche operative dalla squadra corse della Ferrari, considerata alta scuola e riferimento evidentemente non soltanto per la competizione automobilistica.
“Se una cosa sta bene che basta, non la toccar perché si guasta”, a questo antico proverbio italiano possiamo tranquillamente affiancare la versione tedesca che più sinteticamente dice “il meglio è nemico del bene”. E’ facile immaginare come l’origine di queste locuzioni sia databile in quel tempo in cui “gli artigiani” (i mastri d’arte), realizzavano con sapienza e misurata esperta manualità opere che in gusto, sostanza e valore, nulla o quasi potevano essere migliorate. E quindi? Dobbiamo pensare che proverbi che per secoli hanno “illuminato la via” oggi non servono più? O più verosimilmente invece abbiamo finito i mastri d’arte?
Mi spiace, non volevo rattristarvi e quindi meglio lasciar stare; meglio parlare di gioco, di passione, di motociclette. Anche perché in questo ambito ancora sopravvivono situazioni che ci fanno sperare, ancora ci sono aziende con un grande carisma e con un importante passato. Aziende che della loro storia ne fanno il principale motivo d’orgoglio e che nel loro presente trattengono tutti i cromosomi, il dna delle origini.
Ci sono aziende qui da noi che con instancabile continua ricerca hanno costantemente elaborato, migliorato progetti buoni, sani, progetti e lavori che veri mastri d’arte avevano molti lustri prima immaginato e visto.
Ci sono aziende che investono in tutte le direzioni per l’ottenimento dell’eccellenza, grazie a veri esperti del marketing che sanno ascoltare i messaggi sussurrati, professionisti che capiscono con reale anticipo quali strategie adottare, come comunicare e affascinare il cliente: esperti che ci spiano la notte, che vedono i nostri sogni, che misurano le nostre emozioni e calcolano il ritmo del battito del nostro cuore. Aziende che hanno deciso di misurarsi col futuro scendendo ufficialmente nell’arena delle competizioni senza paura perché sanno che è la competizione a darti la “rotta”. Creando la moto da corsa dal meglio a loro disposizione, ottenendo da subito i primi risultati: 1° classificata nella categoria Open alla 24 ore di Le Mans, col piano di disputare tutte le "ventiquattro ore" del Campionato Mondiale Endurance e non solo, per poi, terminata l'impresa, finalmente mettere in vendita per tutti la moto protagonista.
Queste sono le aziende che resistono, queste sono le aziende che esistono. A volte queste aziende producono prodotti di grande pregio e come motociclista non posso che alzarmi e battere le mani.

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