N. 38 - 8 febbraio 2007

Compriamo moto
o spot pubblicitari?
di Alberto Sala
Ultimamente la Moto Guzzi sulla carta patinata la si trova abbastanza spesso. Che sia una recensione, una prova comparativa, un comunicato stampa o un'intervista, non v'è dubbio che al reparto comunicazione stanno facendo gli straordinari. La qual cosa non manca d'essere rimarcata nel nostro forum, con toni di varia intensità. A volte resto sinceramente un po' costernato da certi 'slanci' di entusiasmo, alla vista delle interviste o delle recensioni particolarmente positive.
Voglio dire: non si discute certamente la passione per la Moto Guzzi, l'amore profondo che trasla naturalmente per osmosi dalla propria motocicletta all'intera azienda, e non v'è dubbio che sia desiderabile assai ritrovare in degne posizioni la nostra fabbrica preferita nelle classifiche di vendita, e ogni osso fa brodo.
A volte però ho come l'impressione che si perda la nostra natura, che è di consumatore, non di azionista della Moto Guzzi (perlomeno per la maggior parte di noi). Consumatore che, fino a prova contraria, fornisce banconote magari leggermente scolorite o spiegazzate, ma senz'altro perfettamente funzionanti, e che di conseguenza deve aspettarsi e pretendere che il corrispettivo ricevuto sotto forma di metallo, gomma, plastica e fascino sia altrettanto, perfettamente funzionante, senza se e senza ma.
Sarebbe bello che venisse alla luce il dato di percentuale di difettosità del prodotto al termine del ciclo produttivo. Ogni azienda seria analizza questi dati, che ben più dei numeri produttivi dati in pasto ai giornali danno l'indice del vero guadagno, della redditività, dell'efficienza e del valore. Se dalla fabbrica uscissero (poniamo) 10.000 motociclette, ma di queste buona parte (che so, anche il 50, 60, financo il 70% o disgraziatamente oltre) presentassero difettosità o mal funzionamenti o incompletezze, quale pensate sia la reale redditività? Quale è il vero valore? E non può certo valere come regola l'approfittarsi dello sbattimento dei concessionari che spesso quantunque non volentieri sono costretti a metterci loro una pezza, o dell'amore incondizionato degli acquirenti della versione superaccessoriata della Norge che si ritrovano senza i suddetti superaccessori perchè indisponibili a magazzino. Sui giornali non troverete mai cartelli con su scritto quanti interventi in garanzia vengono effettuati, nè quante moto vengono consegnate senza le borse laterali, ma forse questi dati senz'altro meno fotogenici sono più importanti del primo, per noi consumatori.
Ora, mi chiedo che senso abbia gioire quando questa realtà viene nascosta. Perchè capisco che l'amore è cieco, però almeno i ciechi sviluppando maggiormente gli altri sensi spesso capiscono le cose meglio e prima di chi ha dieci decimi. Avrei preferito senz'altro la loro condizione al cospetto della qualità attuale del prodotto Moto Guzzi, così come dell'unica motocicletta 'progettata' (scusate ma le virgolette sono d'obbligo) finora dalla nuova gestione Piaggio: la 940C.
E' questa la massima espressione della creatività della marca di motociclette che si chiama Moto Guzzi? Quella Moto Guzzi che ha creato motociclette eterne come GTV, Airone, Falcone, V7, Le Mans? Quella Moto Guzzi che il raid a Capo Nord lo svolse come un vero e impegnativo test e non come esame di quinta elementare fatto da un adolescente? Il "piacere" di guida annunciato come caratterizzazione del brand escludendo, di nuovo, le competizioni e lo sport da Daniele Bandiera è il massimo dell'orizzonte dei sogni della nuova dirigenza per il marchio che ha stravinto competizioni ovunque si sia cimentata, che ha prodotto la più incredibile e sbalorditiva motocicletta da competizione quale è la 8 cilindri così come due delle più acclamate sportive per tutti, V7 Sport e Le Mans, per non parlare delle altre che hanno realizzato i sogni più arditi di ogni appassionato? Che ancor oggi tra l'altro annovera continui, testardi e appassionanti tentativi (che a volte vanno a buon fine, vedi il buon Guaro) di percorrenza dell'eterna sfida sportiva?
In conclusione: niente moto sportive perchè c'è già Aprilia (ma allora perchè non terminare gli scooter Aprilia, visto che c'è già Piaggio?), niente competizioni, 940C, motore 4 valvole (infingardamente e cocciutamente chiamato 8V): siete contenti, consumatori?
Dove sta la differenza progettuale rispetto alle visioni delle due precedenti gestioni? Anzi, mi correggo: la gestione pre-Beggio intendeva riportare la Moto Guzzi alle competizioni, e aveva anche realizzato il motore per farlo, il VA10. Non aveva i mezzi per produrlo. Ora la Piaggio ha sia i mezzi, che l'engineering: il gruppo è sempre dipinto come il più importante d'Europa, il suo centro motoristico è acclamato da tutti come uno dei più avanzati al mondo, e oltre alla fiducia che ripongo nel rispetto dei termini preannunciati per la consegna dei Griso 4 valvole, mi attenderei anche qualcos'altro per il blasone sportivo più titolato e famoso al mondo, ma non solo per le sportive. Qualcos'altro che scuota radicalmente e brutalmente i tristissimi dati di vendita reali così come affossi definitivamente l'equazione Guzzi-scarsa qualità e peso massimo, che richiami all'evidenza che senza qualcosa di radicalmente nuovo non arriva linfa esterna per mantenere in vita il vegetale, che senza l'idea di voler cambiare il mondo non si accenderanno mai micce esplosive nei desideri (e nei portafogli) dei centauri consumatori planetari.
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