N. 3 - 4 aprile 2002
Fabbrica dei sogni
Su qualche
testata specializzata straniera da mesi sta
girando voce che in Guzzi starebbero per
lanciare un nuovo bicilindrico raffreddato ad
acqua.
Personalmente penso che il raffreddamento ad
acqua sia un passo obbligato per rispettare i
futuri limiti di emissione che le leggi stanno
per imporre.
Noi tutti
ci lamentiamo del fatto che a forza di strozzare
i motori ad aria per farli rientrare nelle
normative, ci ritroviamo dei motori che vanno
peggio di quelli di 25 anni fa.
Per forza!
Il motore è sempre quello; se lo strozziamo
all'aspirazione e lo strozziamo allo scarico hai
voglia ad aumentare la cilindrata. Il risultato
sarà sempre un motore "pigro" ai bassi e
limitato agli alti.
Quindi
penso che il water-cooled sia inevitabile.
Quello che
mi chiedo però è in che modo si arriverà a
questo.
Si userà
la via "mettiamoci una pezza", facendo un
progetto al minimo indispensabile o si coglierà
l'occasione per qualcosa di nuovo, per ritornare
in corsa, per riallinearci finalmente
all'attuale livello tecnologico delle altre
case?
E ancora:
si porrà finalmente rimedio a questa limitante
distribuzione ad aste e bilanceri o si cercherà
solamente di raggiungere lo scopo con il minimo
investimento?
A questa
seconda ipotesi i guzzisti ormai sono più che
abituati visto che è stata la principale
politica adottata dalla casa dell'aquila negli
ultimi 20 anni.
Ma la
speranza è che questa volta forse ci siamo; non
si può sempre vedere tutto nero, prima o poi
l'aquila dovrà pur risorgere e riappropriarsi di
quella che una volta era la sua giusta
collocazione lassù, nell'olimpo dei costruttori
delle moto più rivoluzionarie e ambite che i
motociclisti di tutto il mondo potevano sognare.
Sul
calendario 2002 donatomi da un mio amico
Ufficiale di Marina che campeggia sulla mia
scrivania c'è scritta una frase emblematica:
"Non chi
comincia ma quel che persevera!".
E col
cuore dolorante purtroppo devo prendere atto che
la Moto Guzzi pur avendo cominciato bene, anzi
benissimo, pur avendo aperto al mondo nuove
strade della ricerca e dello sviluppo di moto
mai pensate prima (il forcellone oscillante
adottato per la prima volta su una moto da
competizione, il V8, il 3 cilindri in linea
sovralimentato raffreddato a liquido da
competizione degli anni '30) non ha poi
perseverato nel suo intento di casa leader, di
marchio principe della produzione mondiale.
Oggi la
casa ha la possibilità di ricucire in parte lo
strappo ormai esteso col suo passato.
Le
imposizioni di legge in termini di emissioni
inquinanti possono essere viste senz'altro come
un grosso handicap per la produzione, ma possono
anche costituire un formidabile stimolo a
proiettarsi verso il nuovo, verso il confronto
diretto con le altre case che hanno ormai un
vantaggio enorme tecnologicamente parlando. Può
essere l'occasione giusta per dire: "Ok, dato
che dobbiamo metterci le mani, facciamolo per
bene!".
E'
incredibile come il popolo guzzista sia fedele
al marchio. Però oggi di malumori ne abbiamo di
che minare la fedeltà più morbosa del mondo. E
questo fatto rende il momento che la casa sta
vivendo fortemente critico, perchè tutti si
aspettano grandi cose dalla nuova dirigenza.
L'unica
cosa che possiamo fare noi guzzisti, visto che
in qualità di proprietari di Guzzi il nostro
contributo economico alla casa già lo abbiamo
dato o lo stiamo dando, è tifare con tutta la
passione che ancora sentiamo.
Quindi
forza Guzzi, facci vedere che il genio di Carlo
Guzzi aleggia ancora tra le vecchie mura di
quella che per noi è, e rimarrà per sempre, una
piccola ma grandissima fabbrica di sogni!!
Fange
Staff Anima Guzzista
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