N. 2 - 20
marzo 2002
Ma
la passione è un handicap?
Sono
appena tornato dalle giornate 'Aquile in strada' con un certo piacere
nel vedere un po' di movimento 'aziendale', soddisfatto dal miglioramento
generale della gamma, ma anche con alcune preoccupazioni che non mi
fanno stare tanto tranquillo.
Ho
colto molta attenzione verso il guzzista.
Sì,
molta. Pure troppa, in un certo senso.
C��
da dire che siamo un bel gruppo. E il guzzista ha davvero qualcosa
di unico.
Un
guzzista è sempre visto come un motociclista sul quale puoi
contare, con un bagaglio tecnico aggiuntivo (tante grazie: per necessit�;
e non dite di no, che vi vedo spuntare una puntina dal taschino),
abituato ad un forte rapporto quasi umano con la propria moto che
facilmente trasla ai suoi consimili, sempre propensi alla minima occasione
a fare capanna.
E
non solo coi suoi 'fratelli' di moto: anche se hai una jap (ipotesi)
in panne, il guzzista si ferma a darti una mano, e ai suoi raduni
sei sempre comunque ben accetto (certo, lui sa che la tua moto arde
bene, ma non sottilizziamo).
Ma
se il nostro 'guzzismo' viene colto come uno stato di ebbrezza che
ci distoglie dalla realta', che ci fa accettare lacune, difetti, progetti
superati, interassi e peso eccessivi allo stesso modo col quale la
moglie cessa ci appare ancora gradevole alla vista inebriata dall'alcol,
allora vado a disintossicarmi immediatamente.
Ci
meritiamo di meglio che di un 'lieve miglioramento generale' delle
nostre moto. Ci meritiamo tutto quello che gli altri hanno, anche
perche' la passione non fa cambiare valore o colore ai soldi.
Fino
a quando continueremo a comprare in sostanza sempre la stessa moto,
quando dall'altra parte la tecnica segue a svilupparsi, i costi scendono,
le prestazioni salgono?
Venerd�
ho provato la V11 Scura in pista e su strada.
Per
quanto penalizzato dal cattivo tempo, per almeno un giro di pista
sono comunque riuscito a trarre alcune impressioni. Bella posizione
di guida, anzi ottima, splendida forcella, motore bello coppioso.
Ma resta, per quanto zeppa di sospensioni ultratoste, una moto da
230 chili con 84 cavalli, con un'inerzia direzionale ben avvertibile,
con un interasse che non ti consente di cavartela agevolmente nelle
chicane e nel misto stretto, con sempre quel 'bordino' da superare
in piega se la guidi con distrazione.
Aah,
certo, moto calda, motore bello godurioso e con la giusta dose di
buone vibrazioni, con una linea personale e che ti sorride. Insomma:
una moto per guzzisti.
Come
cinque anni fa. Come dieci anni fa. Anche quindici anni fa si facevano
moto per guzzisti, difatti chi si accattava una LeMans 1000 quando
poteva prendersi una GSX o una 851?
Vent'anni
fa no. Vent'anni fa (beh, diciamo venticinque, meglio) la Guzzi faceva
ancora una moto per motociclisti: la prima Le Mans 850.
Quella
la compravano mica solo i guzzisti, perchè tremendamente efficace.
Urca se bastonava!
E
nulla ti impediva di godertela tranquillo, o di percepirne il calore
di cui siamo tossici cronici. Ci mancherebbe.
Il
fatto che alcuni si ostinano a girare e tirare con ancora quella moto
dalle teste tonde non va preso come pura performance da esteta od
ostracismo agli spigoli sui cilindri.
C'�
chi si ostina a dire che quella moto va comunque meglio sul famigerato
misto stretto (del quale ne abbiamo le strade zeppe) di tutto quello
che Guzzi ha prodotto poi (1100 sport, Daytona, V11 Sport), e il problema
� che HA RAGIONE!
C'�
un po' di gente, guzzista s� ma mica pirla, che conscio di questa
poco straordinaria quanto avvilente considerazione ha provato a segare
telai, rifarli, modificarne parti per cercare di porvi rimedio, e
il bello � che ci riescono, senza usare materiali strani.
Per
esempio, mi chiedo (e mi riprometto di farlo personalmente) come faccia
Magni a fare una moto usando motore, cambio, frizione, coppia conica,
marmitte, strumentazione, fari, freni, cerchi, comandi uguali alla
Daytona, facendola pesare quasi trenta chili in meno. E se me lo chiedo
io che mica vendo moto, in Guzzi se lo chiedono?
C'e'
perfino qualcuno che ha provato a montare teste a 4 valvole sul 750
serie piccola, solo che non erano le famigerate teste a 4 valvole
che tutti conosciamo, ma erano le VERE teste che aveva progettato
Lino Tonti con valvole maggiorate rispetto a quelle poi montate di
serie e ci ha cavato novanta begli equini scalpitanti: ma quello di
serie non era gi� un motore al limite delle sue possibilita'?
Impariamo
a non dare nulla per scontato. E piano col pensare che il guzzista
non vuole moto iperperformanti.
Nessuno
chiede una R1 con l'aquila sul serbatoio, certo. Ma a un'aquila che
fila come una R1, se ci fosse, chi direbbe di no?
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