Aquile in Atlantide 2005

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Atlantide 2005

Piero Pintore

 


 

Orosei report 4 - il gran giorno

La sera di giovedì arriva dopo una giornata in cui ho fatto un milione di
cose, arrivo a letto come un automa.
I bagagli li porterà Rita con l'auto, quindi preparo solo tuta e scarponi.
La sveglia suona alle 5,10. Gli occhi non vogliono aprirsi, ma sono già in
bagno.
Mi preparo di tutto punto e vado a cercare la cartina in macchina. La
cartina non c'è.
Eh sì, perchè la settimana scorsa ho distrutto la macchina della moglie ed
ho dovuto cederle manu militari la mia vecchia Volvo. E lei l'ha trasformata
nella Sua macchina, togliendo (e mettendo chi sa dove) le mie cose.

Vabbè, ho perso un sacco di tempo, sono passate le 6 e mezza, ho 130 km. da
fare per arrivare al porto di Olbia, quelli sbarcano tra mezz'ora...
Ne comprerò un'altra al più presto.
Metto in moto.



Cioè: avvio la procedura perchè la moto parta. Ma la moto non parte, come
sempre, al secondo gnec gnec gnec.
Lascio riposare un attimo e riprovo. Eddire che il ducatista (meccanico ex
ducati della concessionaria Guzzi di Pigi Corda) m'aveva detto che non avrei
avuto problemi. Massì, di solito non lo faccio mai, ma tiro lo starter. gnec
gnec gnec. Niente. Manco uno sputazzo. Aritolgo l'aria, la rimetto, invoco
santantonio...

Calma.

Devo mantenere la calma.

In quattro anni ha semnpre acceso al primo colpo.
Lo farà anche oggi.

La guardo, controllo le pipette...
Sembra tutto a posto. La pompa della benza si accende regolarmente.
Riprovo.
Niente.

Sudo.
Bestemmio.
Mi pento di averlo fatto.
Mi pento di essermi pentito.

Nel frattempo il motorino gira come non fosse collegato al bicilindrico...
Mi tolgo il giubbotto, il casco e sento Rita che mi chiama dal balcone. Si è
svegliata per via del motorino che girava inutilmente. "Se non parte prendi
la macchina" sentenzia con grande buonsenso.
Ma i guzzisti, per definizione, buonsenso non ne hanno.
Sono le sette meno dieci ed in paradiso anche Carlo Guzzi si dev'essere
ormai svegliato. Infatti, quando ormai immagino sceneri di ducatisti
sbranati e di orientale da percorrere con la nuova SW che nel frattempo ho
comprato...
Faccio l'ultimo tentativo.
La batteria è ormai al digestivo, il primo giro è penosamente lento ed
incerte ma al secondo...
sputa, tossicchia, scoppietta, peta ma...
PARTE!
va ad un cilindro, ma è accesa. Accelero con cautela e pian piano,
gradualmente, il secondo cilindro si sveglia anche lui. Forse hanno ragione
i cilindri, non sono ore di partire queste...
Ore??
Guardo l'orologio: le sette!!!
Oddio, se il buongiorno si vede dal mattino...

Decido di passare dal porto industriale e prendere la nuova superstrada:
niente semafori o centri abitati ne' controlli di polizia. Mentre passo al
porto industriale vedo entrare la nave su cui ci sono Gnappo Mauro e Steven.
Per un attimo mi passa per la testa di aspettarli ma poi penso al gruppone
dei 40 e più al porto di Olbia che sta sbarcando in quel momento. Se ora mi
fermassi Li lascierei nelle mani di Pedro. Quello li porterebbe al primo
bar, offrirebbe da bere a tutti...
Incubi popolati da guzzisti ubriachi che imperversano per le strade della
Gallura oramai irrimediabilmente persi nelle nebbie di bacco si affollano
nella mia mente. Già vedo il tatuato in piedi sulla sella della moto in
corsa che tenta di abbracciare Marcello che scappa a gambe levate inseguito
da Antonella con il mattarello...

Do gas, sempre di più, e vado. tanto gas, anche perchè agli alti regimi la
moto va bene.
Al bivio per Olbia raggiungo Fabrizio Kingfaber. Ci fermiamo un attimo: "Ma
non dovevi venire più tardi?" gli chiedo. Mi fa notare che E' GIA' "più
tardi"!
Non ricordo bene la strada da Codrongianusa ad Olbia. Ricordo solo che
Fabrizio non riusciva a starmi dietro. Di solito è il contrario.
160 - 180 e spesso, soprattutto nelle discese in rettilineo anche di più.
Almeno così dice il tachimetro che guardo solo ogni tanto, con qualche
paura.
Alle 8 ed un quarto avvisto sul piazzale dell'isola bianca un gruppo di
moto. Avvicinandomi mi accerto che siano guzzoni.
Arrivo, mi fermo, mi guardo intorno.
In un attimo i timori, le preoccupazioni, la tensione provata guidando come
non si dovrebbe, sono dimenticati.
Mi guardo intorno e vengo circondato e sommerso da Fange, Goffredo, Valerio,
Andrea, il Comandante, Micky, Luca, Macho, Ciro, Pascquale... ma anche
Raffa, Francesca, Antonella, Giorgia, Stefania, Enza...eppoi tanti, tanti
altri.
Viene veramente difficile descriverlo, ma quello, per me, è stato il momento
più bello del raduno.
Finalmente, dopo tanto tempo ed almeno un precedente tentativo andato a
vuoto, ci sono riuscito.
I miei amici, tutti insieme (o quasi) per trascorrere qualche ora insieme
sulla "mia" terra. Sono frastornato dai saluti, dagli abbracci...
Con la scusa della congiuntivite mi asciugo gli occhi.
Ed ancora adesso, ripensando a quel momento, mi commuovo di nuovo.
Sto decisamente invecchiando.

Chi c'era sa che c'ho messo un po' a capire che Pedro non era ancora
arrivato, che qualcuno aveva bisogno di una farmacia, che tutti erano
stanchi di aspettare come scemi lì sul piazzale del porto...
Dopo qualche minuto arriva Pedro. Porta via Valerio in macchina: vanno a
prendere il maresciallo (il T5 ex caramba che Pedro presterà a Valerio).
Appuntamento in un rifornitore sul lungomare di Olbia. Prima di partire
chiedo a Fabrizio di mettersi in testa e mi incarico di chiudere la colonna
e di tenere d'occhio la Brava con Stefania e Valentina Cottini e Raffa e
Michela Annino.
Dopo poche centinaia di metri mi rendo conto che si è perso nei
sottopassaggi e stiamo puntando direttamente verso Orosei. Accelero, la moto
smette di starnutire e, pian piano, in mezzo al treffico, guadagno la testa
della colonna e la conduco ad un distributore che vagamente ricordo sia ad
un paio di Km a sud di Olbia.
Tento disperatamente di telefonare a Pedro per dirgli del forzato cambio di
programma mentre tutti riempiono i serbatoi, ma non risponde. Ovviamente: è
in moto e non può sentire la suoneria. mando anche un messaggino. Ma intanto
aspettiamo sotto un sole che comincia a diventare caldo.
Finalmente arrivano Pedro e Valerio e possiamo andare verso la Costa
Smeralda. Ci alterniamo alla testa del gruppo. Vado piano perchè l'auto in
coda può perderci di vista, e faccio un paio di soste per riunire il gruppo.
In una di queste, fatta su un piazzale che è un belvedere sul golfo di
Cugnana si scatenano (giustamente) le macchine fotografiche.
Arriviamo a Porto Cervo e mollo il gruppo èper portare in farmacia le
persone che hanno dimenticato farmaci che non possono smettere di prendere.
Quando raggiungo gli altri al porto dò un'occhiata al cellulare e...
Cazzo! il mio capo ed il presidente del tribunale. DEVO richiamarli. La cosa
fa incazzare Pedro che ha (giustammente) fretta. In realtà mi rendo conto
che sia Lui che Kingfaber sono preoccupati per l'enormità e per la lentezza
del convoglio. E dobbiamo macinare ancora tanti km....

Guido il plotone fino all'entrata di Olbia. Lì mi dà il cambio Pedro e,
nell'attraversare i sottopassaggi appena inaugurati dal Berlusca (porterà
sfiga?) mentre la testa va (presumubilmente) verso Lòiri ed Alà dei Sardi,
la coda, seguendo non si sa bene cosa, ha imboccato di nuovo la strada
versop orosei. Fabrizio se ne accorge, mi spetta, mi informa.
Ci lanciamo all'inseguimento e li raggiungiamo poco prima di Porto San
Paolo. Ricordo vagamente di una stradinache da lì porta a Loiri. Chiedo ad
un locale e me lo conferma. E' una stradina di penetrazione agraria larga
circa tre metri, ma asfaltata. Andiamo.
Siamo con il gruppo dei più lenti e meno esperti di strade con curve. Si
procede a passo ridotto. Arriviamo finalmente a Loiri. E' già l'una, fa
caldo, ho sete e sono stanco. Decido democraticamente d'autorità una sosta
in un baretto dove mi scolo circa un litro di bibite. Vedo che anche gli
altri sono contenti della pausa: l'unico che brontola e grufola al
telefonino è Pedro che mi rampogna per il ritardo. Evabbè, chi glielo spiega
come stanno le cose?
Gli dico dell'appuntamento al nuraghe dopo Buddusò: lì lo aspetta il gruppo
proveniente da Porto Torres. Gli dico di andare direttamente a Mamone (sede
del pranzo) dove li raggiungerò appena possibile.
Ripartiamo e ci dirigiamo verso Alà. La strada sembra non finire mai ma, una
curva dietro l'altra (e, talora, con la curva dentro la curva) superiamo Alà
e Buddusò. La strada si fa sempre più bella, i tornanti si snodano tra le
leccete; siamo quasi a mille metri di altitudine e le strade sono
assolutamente deserte.
Quando arriviamo alla centrale di Mamone (Casa di Reclusione, galera,
insomma) vedo gli altri che mi guardano strano.
Eh sì. Solo Fange e Goffredo sanno che il pranzo lo faremo in un carcere.
Dopo una dozzina di km. finalmente arriviamo alla Diramazione (sede
secondaria) dove è stato allestito il banchetto. Sono stanco morto e
nell'accedere al parcheggio, ingannato dal passaggio luce-ombra, prendo in
pieno la ruota posteriore di un Nevada, abbattendolo al primo colpo.
Scoprirò solo dopo che è quello di Nico Praticò, moro di origine calabra. Se
non altro, mi consolo, sarà più facile gestire la pratica di risrcimento dei
danni.

Arrivo ai tavoli in uno stato mentale pietoso: mi metto addirittura a
concionare per ringraziare il personale del carcere ed i detenuti che hanno
allestito un pranzo a base di porcetto arrosto e pecora bollita. Abbiamo
preparato una traga ricordo che un imbarazzatissimo Fange (pomposamente: "il
nostro Presidente") consegna al direttore del carcere.
Mangiamo, ci rilassiamo (il peggio è passato: tra settanta km siamo ad
Orosei ed i vari gruppi si sono riuniti) ed assaporiamo i digestivi.
Al termine il momento più bello: I detenuti girano per il parcheggio delle
moto, ammirandole come se si trovassero ad un qualsiasi motoraduno. Una
boccata di "normalità" in un periodo della loro vita certamente non facile.
Noi siamo in mezzo a loro, rispondiamo alle loro domande, o come si direbbe
nel burocratese carcerario: "socializziamo".
Alla fine ci lasceremo dopo una foto di gruppo che, nel suo simbolismo...

un momnento!
che cavolo sto scrivendo? Simbolismo?
Insomma, volevo dire...
Guardie, ladri e comuni cittadini, per qualche minuto tutti insieme per
dimenticare le pene di tutti i giorni.
E' un altro momento delle Aquile in Atlantide che ricorderò a lungo.
Quello di cui, forse, c'è da essere veramente orgogliosi.

4 - continua
 

 


 


© Anima Guzzista