Aquile in Atlantide 2005

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Atlantide 2005

Piero Pintore

 


 

Prologo

A novembre '94 , tra pioggia e freddo si cazzeggia in lista.
Qualcuno (Goffredo, se non ricordo male), parlando della nuova pista
di Mores in Sardegna, propone un incontro di anima guzzista in
pista. Ne nasce una querelle pista sì – pista no, giustificata
soprattutto dalla scarsa possibilità di andare in moto per via del
maltempo. Nel frattempo, alla chetichella, mi informo sulla
fattibilità della cosa. Ne parlo col Grande Sotgiu che si offre come
istruttore gratuitamente e Pigi si offre di procurarmi un altro
istruttore (che normalmente lavora per l'Amaca): si potrebbero fare
sia un corso di "Base" per principianti come me, che un corso di
guida "veloce" con il Sotgiu. Chiedo a Stefano Caiazza di informarsi
sui costi della pista. La risposta è devastante: 2000 euri al giorno
nei feriali!!! Oppure girare insieme agli altri smanettoni su giappa
per 25 euri ogni mezz'ora. Niente da fare.
A questo punto telefono ad Albertone Sala e conveniamo che, per i
trenta – quaranta partecipanti previsti la spesa pro capite sarebbe
improponibile.

Però, ormai, l'idea di un incontro in Sardegna c'è.
Passate le feste di Natale mobilito i guzzisti Mori (che sono poco
più di quattro, per l'appunto). Stefano Caiazza Nico e Giannino, che
hanno già partecipato al Mugello, ad Ostia ed a Trevignano si
mostrano da subito pronti a collaborare; Demetrio e Roberto, che ci
sentono continuamente parlare dei personaggi della lista dei pazzi,
sono incuriositi e disponibili; ma l'incoraggiamento principale mi
viene da Pedro: affermazioni come "ma chi cazzo te lo fa fare", "ma
lasciale fare a chi le sa fare queste cose", "ma perché ti vuoi
incasinare", guarda che ci rimetti la caparra", "guarda che in
Sardegna non ci viene nessuno", etc. mi rincuorano e mi danno la
forza di cominciare a cercare la sede dell'incontro. Eh, sì, perché
bisogna saper "leggere" i pareri di Pedro: Io, di solito, comincio a
preoccuparmi quando si mostra gentile: vuol dire che è incazzato con
me!.-

Se ne discute a lungo, agli aperitivi, ed alla fine si concorda sul
fatto che le strade più belle sono quelle della Sardegna centro
orientale, e che la sede ideale è vicino al mare, tra Siniscola e
Dorgali.
Nella seconda metà di gennaio, con un tempo da lupi, parto con
Demetrio e Giannino a caccia di Camping con bungalow in quella zona.
Lungo strada (è un mercoledì ed io ho preso qualche giorno di ferie)
telefoniamo al cinghiale olbiese, sapendo di poter contare sulla
sua: "noi stiamo andando, se vuoi ti passiamo a prendere":
"Ma dove cazzo andate, io c'ho da lavorare, mica vivo di rendita,
c'è un tempaccio…"
Insomma: è venuto con noi.

Prima tappa: "camping Tavolara" a trenta Km. da Olbia, vicino a
Porto San Paolo. Bel posto, bel mare, bei paesaggi, ma io ho la
fissa del giro sull'orientale: non l'ho mai fatta in moto ma la
conosco bene: nel paradiso dei motociclisti ce ne deve essere
sicuramente un'imitazione meno bella.
Si continua verso sud: buchiamo poco prima di San Teodoro, tentiamo
di attendere un po' che il diluvio si plachi, ma la pazienza non è
la dote migliore di Pedro, che scende dall'auto e comincia ad
armeggiare con Giannino, mentre io e Demetrio tentiamo invano di
proteggerli con gli ombrelli dalle raffiche di pioggia spinte dal
grecale gelato.
Arriviamo a La Caletta di Siniscola giusto per mangiare in un
postaccio, perché il ristorante che che conosciamo è chiuso. Nei
Camping non troviamo più nessuno, e l'unico che riusciamo a vedere
non ci convince.
Torniamo indietro con le pive nel sacco sempre sotto il diluvio.
Pedro, scendendo dalla macchina ribadisce "ma quale orientale, alla
gente interessa un buon bar, una bella spiaggia, delle strade se ne
frega: andiamo a Porto S. Paolo e buonanotte".
Rientrando a sassari ci rendiamo conto che un ulteriore tentativo a
sud di Siniscola è indispensabile.
Due giorni dopo nevica. Prendiamo il Land Rover di Demetrio e
ritorniamo in zona. Questa volta, per caso, Pedro deve davvero
lavorare. Giriamo un po' per camping, maaaaa…
Lungo strada mi ricordo di aver conosciuto, qualche anno fa, il
padrone di un albergo della zona. Decido di andarlo a trovare per
chiedergli informazioni: magari c'è un bel camping non segnalato su
internet.
Questo signore si mostra gentilissimo, si informa sulle mie
esigenze, e mi dice di aver aperto da poco un residence vicino a
Cala Liberotto: oggi non me lo può far vedere, ma mi farà avere un
preventivo via imeil in giornata: se sarà di mio gradimento, vedremo
il posto.
Passando davanti al residence vediamo che è aperto il cancello e ci
intrufoliamo nel parcheggio. In pianura la neve si è trasformata in
pioggia e, sotto l'acqua scopriamo la pizzetta con la piscina. Già
ci vedo la GLBB che suona con il popolo guzzista che balla ai bordi
e dentro la grande piscina.
Quando rientro a casa accendo il computer e trovo il preventivo:
sono pochi euro al giorno in più di quelli dei camping, ma è
compresa la cena.
Grazie a Skype ne parlo con Gof, Alberto e Fange i quali, fidandosi
di quel che dico, mi danno l'Ok.
A questo punto mancano il pranzo di venerdì e di sabato. Ed in
questo subentra la genialità si Stecaiazza: andiamo a Mamone, tra
Buddusò e Bitti, in carcere. Conosco il posto, è l'occasione per un
diversivo per i detenuti e, perché no, una giornata di lavoro pagata
in più: ed in carcere il lavoro vuol dire poter uscire dalla cella
ed aiutare la famiglia.
Poi perfezioniamo l'itinerario del giro del sabato e Stefano trova
il posto giusto per mangiare in zona Villagrande, a mezza costa sul
Gennargentu.
Il programma è pronto e, consultato lo staffo di Anima, tra mille
incertezze e con mille euro anticipati di caparre, parte
l'avventura. Abbiamo prenotato per 35-40 persone: se saremo meno,
dovremo mettere mano al (mio) portafoglio.

1 - continua
 


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