13° Trofeo Deccla Cartagena 2007

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XIII° TROFEO DECCLA, Cartagena 28/29 settembre 2007

 

 

Estratti da Cartagine

 Testo e foto di Alberto Sala

 


Per una volta, un report un po' diverso, assolutamente incompleto e parziale, in tono semiserio e mi scuso sin d'ora se suscito l'irritabilità di qualcuno: è evidente che non è mia intenzione :-pp

ESPLORAZIONE DELL'ESTREMO CONCETTO DI MINCHITUDO
Già. Da uno che va a Cartagena per la settima volta, vi aspettereste una certa uniformità di prestazione, che ormai le curve le conosca bene, che le traiettorie siano ormai ben definite. Che direste invece di uno che ad ogni edizione si ritrova a girare in modi sempre diversi? Lo scorso anno erano le curve a destra ad essere ostiche. Quest'anno nessuna differenza tra curve a destra e a sinistra, peggioramento netto nella prima curva dopo il rettilineo, miglioramento nella staccata della palma. Due anni fa invece era la terza curva ad essere percorsa bene e di rognoso c'era la melanzana. Tre anni fa facevo benissimo la prima curva dopo il rettilineo e l'ultima, e a fatica la Gasgas 1 e la palma. Soffrivo la durezza nei cambi di direzione della moto, mentre quest'anno pareva non dico una piuma ma quasi. Volete che aggiunga anche che di solito i primi turni del venerdì i miei scarsi muscoli raggiungevano la flessibilità torsionale del tungsteno mentre quest'anno ero sciolto come neve ad Acapulco?
Meno male che in mezzo a cotanta minchitudine, un briciolo di buon senso è rimasto. Preso atto nel primo turno in gara della scarsità nella concentrazione, che si produrrà in un dritto con conseguente tuffo nella ghiaia (meno male che è morbida), in tre mancati inserimenti della marcia in staccata (il più lassativo quello in fondo alla melanzana) e in una tremenda sfollata tra melanzana e Gasgas 1 (the new Fange Point), tremenda non per la moto ma per la rinculata solenne alla schiena: avete presente quando siete belli gasati, e tirate la terza VRAAAAAAAAAAAAAAAM! sempre più in crescendo fino ai settemila giri, poi di slancio buttate dentro la quarta preparandovi alla botta di coppia al momento del rilascio della frizione, e in più state pure facendo il verso del motore con la bocca dentro al casco? Ecco, immaginate in quel momento, quando riprendete a ruotare il polso, di trovarvi in folle. Le vertebre sostengono faccia male.

 

UN UOMO NEL MIRINO
Non era bastato il precedente. E sì che, malato ben più nella mente che nel fisico segnato dall'esperienza, era presente pure lui. Anche qui a Cartagena, dopo Franciacorta, Iosca doveva subire un secondo tentativo d'abbattimento, dopo il primo di FastFabolous.
Stavo in quel mentre scattando delle istantanee all'interno della palma, notando gli stili e le differenze tra i pirloni che si dannavano per raddrizzare quanto più possibile quella lingua d'asfalto attorno a quella povera pianta. Vedevo Abba, Iosca, Davide SinSPeccetera, Javier e poi Teto, Manel, Paolone Mototopo bambinone col suo rosso giocattolo nuovo, Fange. Orpa, sta viaggiando bene Fange. Sta riducendo pian piano il distacco da Iosca. Sa Dio e pochi altri santi perchè, alzo l'occhio verso la Gasgas1 che si vede dietro alla curva della Palma, e vedo un gran polverone sollevarsi dopo la comparsa di Iosca. Faccio la spunta dei presenti e manca Fange mentre sventolano bandiere rosse che manco al Cremlino s'era mai visto. Imbrocco la bici e volo a fianco dell'infermeria, dove si vede meglio che succede là dietro, notando in lontananza riporre la barella metallica dentro l'ambulanza (buon segno), e poi partono. Li aspetto, e difatti aperta la portiera salta fuori Fange con un buco nella tuta all'altezza della spalla sinistra piuttosto impressionante. Pensavo gli avesse raspato la pelle, invece la superficie è intatta. La clavicola naturalmente no. Da qui in avanti, un film già visto. Dato che non si ricorda sega, vado da Iosca rientrato nel frattempo. I segni sullo scarico (e i raggi rotti) sono inequivocabili: tamponato di nuovo. Ragazzi, capisco che siamo il team di riferimento, però è inutile accanirsi, fatevene una ragione!

 

SGUARDI, GESTI, AFFANNI

massimo viegi

bruno scola
bruno scola
bruno scola


SUICIDI
E' dura inseguire. Se poi nell'arduo tentativo ti paccano, beh, sono colpi difficili da superare. Noi obliteremo anche, ma intanto gli altri pagano il biglietto al nostro stile insuperabile. Per non dire degli improbabili capanni da bracconiere al muretto, al cospetto della Postazione di Cronometraggio dei Minchions. Unico all'altezza Abba, con una struttura scintillante adeguata al gruppo svedese omonimo. Per il resto, in allure, siamo i Numeri Uno.
Con l'occasione esprimiamo solidarietà alla famiglia del fornitore delle curiose magliette da bowling bianche e rosse, pare indotto alla pratica mishimiana dal suo boss col sigaro.

 

NOVELLE CINQUEMILA
Al cospetto della nostro risultato in gara, dove siamo passati dal 26° posto al momento della rottura del bilanciere (glittering as mirror ball ma pare vada bene così) al 12° finale, ho rilevato lo strano e repentino defilarsi (man mano che la rimonta prendeva corpo e sostanza) delle Novelle Cinquemila di Franciacorta, sapete, quelle dispiaciute della nostra precaria forma fisica bresciana. Chissà, forse hanno compreso appieno il concetto di *allenamento*... dovrebbero avermi sentito sussurrarglelo nel mio turno notturno: sono certo di aver avuto modo per entrambe di farlo almeno due volte...

 

ARDIMENTOSE PIEGHE

massimo viegi

bruno scola
bruno scola
SEGARRA
bruno scola

SPAGNA: TERRE DI RELAX
Tiziano pensava alle precedenti esperienze, quando stava in forze al Minchions Team, e si era portato il selz e la Tequila con la sdraio. Ma stavolta era nel Wil Coyote Team, ed è stata una bella doccia fredda! Con Firmino poi che aderisce in pieno al Comma 22: le valvole perchè cambiarle? Si cambiano quando si rompono. Ma non puoi pretendere che una valvola di 26 anni non ceda, ecchediamine!

 

PARTIAM, PARTIAM

CARTAGENA

 

 

ESPLORAZIONE DELL'ESTREMO CONCETTO DI MINCHITUDO (seconda parte)
Preso atto della scarsa capacità di concentrazione (e dell'accanimento coi cordoli a gradino), l'esemplare di Minchia già citato si consolava beandosi della visione obliqua prodotta dall'inclinarsi piacevolmente in curva, e del dolce strusciar di rotula in questo mar catrame. E concludeva il giro del rientro dopo l'esposizione del cartello rosso "BOX" ringraziando ripetutamente il ferro tra le gambe, compreso qualche "pat pat" perchè mai gli era capitata una moto così bella, solida e performante in quel toboga secco.

 

BAGLIORI

 

IT'S JUST AN ILLUSION
Non è difficile, nè impossibile constatare che quando vieni passato dai missili (come Manel, Jack, Abba, e Javier su tutti), a centro curva vai più o meno alla loro stessa velocità. Ma non significa nulla. Se sei dotato di un bel bolide (come Olimpia), stai certo che loro ti passeranno quasi sempre in staccata (che in rettilineo il gas non ti manca), e allora *per un attimo* viaggi alla loro stessa velocità. Ma non è in centro curva che si fa la differenza. E' in ingresso e in uscita curva che loro ti fottono, fino a doppiarti. Care minchie solenni, meglio farsene una ragione!

 

ZZZZZZZZZZ!

 

Lo sperimentatore ringrazia:
tutto il Minchions Team, e quindi:
- Paperinik, estremamente efficace al cronometro, infaticabile, imperturbabile, a tratti pitagorico, resistente ad ogni morso della fame o a qualsivoglia necessità fisiologica. Unici effetti collaterali quando non hai a portata di mano il nastro americano.
- Adelio: per lui, in grave crisi d'astinenza da motocicletta, deve essere stata dura. Ci ha messo quel tocco di sarcasmo in più.
- Furio: una certezza non solo d'aiuto ma soprattutto di allegria, sempre col sorriso.
- Remo e Nino: un po' cip&ciop, anche loro assieme agli altri hanno fatto meravigliosamente bene un compito eccezionale: tenere a bada a ben tre team, senza far mancare nulla. Impeccabili.
Spettacolare poi Nino al muretto: "dài Nino, ora sta passando Roberto: vai col cartello!" Nino sporge in fuori il cartello di segnalazione, e una folata di vento gli srotola indietro tutti i numerini.
- lo zio Bruno: farfallone sempre e comunque, ma impressionante nel suo esserci quando si deve essere pronti. Un bilanciere cambiato in un nanosecondo, e tanta disponibilità a cercare di rendere meno brusca l'apertura del gas a quel polsino di seta con la tutina bianca fashion (e pure un po' vintage).
- Roberto e Mauro, impressionanti nei primi due turni di gara, infoiati come miura alla vista del rosso. Roberto non la piantava di tirare neanche a gara finita.
- Olimpia, mai così a punto di ciclistica e di motore. E' una fortuna poterla portare a spasso per pascoli d'asfalto.
- la Deccla, come sempre, fedele al suo motto: divertirsi con le classiche. Grazie Mauro, Michi e tutti gli altri.
- tutti i partecipanti dall'Italia, con licenza di correre o meno, di Anima Guzzista o meno. Siete una bella soddisfazione.

Invece, un apposito V-Day per:
- la federazione spagnola, ignobile e mafiosa nel richiedere un pizzo del tutto inutile e nel non rispettare gli sforzi di chi, al contrario di loro, si sbatte prima di chiedere.
- quello che si è fottuto un paio di gomme, sia pur usate.
- Vaffanculo rinviato invece per la direzione dell'autodromo, giusto perchè si è scusata dei disagi anche se in ogni caso venerdì di commissari in pista ce n'erano troppo pochi.

 

© Anima Guzzista