13° Trofeo Deccla Cartagena 2007

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XIII° TROFEO DECCLA, Cartagena 28/29 settembre 2007

 

 

IL RAGGIO MALEDETTO

 Di Beppe

 

Questa volta le aspettative c’erano inutile nasconderlo, dopo le spedizioni degli anni passati fatte un po’ alla buona come il leggendario team CICALONE del 2005 (Mario e il sottoscritto 1, 51 con un SP accorciato a 139) e rimaneggiamenti vari il team CP quest’ anno si presentava a Cartagena con le carte in regola per un bel risultato, la moto veloce e guidabile quanto basta, i piloti: Mario Jack, CP e Claudio Ceracchi, uno velocissimo, un altro veloce e in grado di assettare bene la moto, un altro infine costante e affidabile; un tris vincente!
Ma veniamo alla cronaca dei fatti:
impossibilitato a correre per motivi fisici (lussazione dell’anca Cartagena 2006) mi aggregano al team in qualità di general top manager, mi occuperò dei compiti più delicati e gratificanti come prendere i tempi, andare a prendere la benzina e soprattutto rompere i coglioni al resto del team. Oltretutto sarò il fortunato copilota di CP per guidare il furgone con le moto e il resto da Roma a Cartagena. Primo problema da risolvere: la mancanza di uno stereo sul furgone ma per un colpo di culo ritrovo nel mio garage un vecchio stereo a cassette con un’entrata per CD quindi è bastato collegare un cavetto minijack all’ipod e abbiamo avuto a disposizione 30 giga di musica selezionatissima. Questa volta non misureremo la distanza in km ma in Lp ascoltati, offrirò a CP un viaggio nella storia del rock!
La partenza doveva essere subito di mercoledì dopo pranzo ma non riusciremo a partire prima delle 18:00, faremo il viaggio insieme a Fiore che ci accompagnerà da vero masochista con la sua BMW a una media ridicola. Verso le 19.00 siamo in autostrada col furgone (stracarico) che divora la strada, ehm, diciamo che la mordicchia infatti riusciamo a superare i 100 km orari solo con l’aiuto della scia di qualche tir per guadagnare velocità propongo di buttare le cose più inutili e pesanti tipo la moto di Nello, la tuta di Fange ma CP rifiuta fermamente mah!
Passeremo tutta la notte a guidare in compagnia di WHO, Led Zeppelin, Deep Purple, Rolling Stones, Pink Floyd, B.B.king, SRV, Eric Clapton, Doors, Black Sabbath e via cosi.
CP non sarà più lo stesso dopo un trattamento del genere.
Ragazzi anche se era la seconda volta che mi facevo il viaggio in furgone non ci si rende mai conto realmente di quanto è lontana Cartagena da Roma: 24 ora di strada, 2200 km più o meno 50 Lp e quasi 2 pacchetti di sigarette, roba da stroncare chiunque e infatti arriviamo giovedì pomeriggio stroncati. Dopo esserci un po’ ripresi nel tardo pomeriggio ci dedichiamo subito al circuito dove stanno ultimando i lavori di ammodernamento che purtroppo hanno tolto quel fascino e l’atmosfera vintage che si respirava prima ai box, per fortuna la pista è stata lasciata come era. Dopo un po’ veniamo raggiunti dal resto della spedizione, il nostro pilota di punta, Mariojack, Ceracchi con consorte e l’altro team satellite composto da Alessandro er Ciccina, Fiore e Jorge faranno la gara con un bel Ducati 650 by CP. La sera ci organizziamo per le stanze al Manolo dove io da vera merdaccia faccio di tutto per evitare di dormire con CP (Cartagena 2004 dormito con CP + Fange = stesso livello sonoro del concerto U2 flaminio 87) adducendo scuse tipo “la stanza è troppo orientata a sud” o “non mi piace come è disposto il bagno” ecc. ecc. Mi organizzo così con Alberto, un nostro amico di Roma venuto per darci una mano il quale non russa minimamente anche se la notte si ciuccia il dito ma in fondo non è così fastidioso.
Venerdì le prove:
sono finiti i bei tempi quando con 70 euri ti facevano girare Todo El Dia cioè dalle 9.30 alle 18.00 senza interruzioni. Adesso si gira a turni e cosa ancora più grave mi hanno tolto il piacere di fumare una sigaretta seduto su un fusto di benzina mentre smonti una moto, ne sa qualcosa Alessandro er Ciccina cazziato duramente da un commissario che ci aveva beccati (io ho ingoiato la cicca accesa).
Cominciamo le prove: i tempi cominciano a venire fuori, la moto va bene di ciclistica e dopo una smagrita ai getti va da Dio pure il motore con i tempi fatti dai tre piloti abbiamo un potenziale a giro di 1,54-55 di media!! Mario in particolare è velocissimo capace di girare in 1,52 con disinvoltura, CP veloce, Ceracchi rapido insomma un mix perfetto per una gara di endurance. Intanto il nostro team satellite prende confidenza con la pista e scoprono che il Jorge lo spagnolo ingaggiato per la gara è uno vero. Alessandro e Fiore girano impercettibilmente più lenti ma astutamente lo fanno per non stressare la meccanica. Dopo le prove decidiamo la strategia di gara: Mario farà la partenza, poi toccherà a CP e poi Ceracchi e via in questo ordine. Io mi occuperò delle segnalazioni dal muretto, rifornimento benza e coordinamento generale. Comincio a calarmi nei panni del top manager team e licenzio uno a caso che stava appoggiato senza fare niente.
LA GARA: sarà la coreografia ma la partenza stile le mans è sempre emozionante da vedere anche se qualcuno dovrebbe spiegare agli spagnoli che per motori superpompati e raffreddati ad aria non è proprio il massimo stare accesi e fermi più di dieci minuti sotto il sole.
Ovviamente ai piloti più veloci non gliene frega una minchia che la gara dura sei ore e cominciano a girare subito come dannati, al primo giro Mario è terzo staccato di poco, al terzo giro con uno strepitoso 1,50 passa i testa poi si accoda per manifesta inferiorità di motore ai due spagnoli.
Vedendolo girare così veloce, pulito, sicuro i viene da pensare che finalmente siamo usciti dal RAGGIO d’azione della sfiga ma all’undicesimo giro i raggi (sfigati) della ruota posteriore all’unisono cedono di schianto e Mario si fa un tuffo a 150 km/h al curva della melanzana, quando ritorna al box esaminiamo la moto: la ruota posteriore è completamente distrutta, il codone è sfasciato e danni vari alle pedane, ai fari, al cupolino ecc.ecc. un gran bel botto insomma, cosa ancora più grave non abbiamo una ruota di scorta. Gara finita? No, Mario riesce a farsi prestare un cerchio posteriore dal team di Lalla, in venti minuti con due rotoli di nastro adesivo, mezzo pacco di fascette e svariate bestemmie riusciamo a far ripartire la moto. Decide di rientrare Mario ancora saturo di adrenalina ( “mi raccomando i primi giri vai tranquillo vedi come si comporta la moto”) e lo rimandiamo dentro. Corro al muretto a riprendere  i tempi 1,53? Come al solito ha capito al volo.
Primo cambio rifornimento perfetto entra CP e comincia subito a girare forte poi dopo una decina di giri alla curva prima della palma per non tamponare un BMW frena bruscamente, sterzo che chiude e nuovo botto. Ricominciamo.
Per rabberciare la moto usiamo le ultime scorte di nastro, garze, cerotti, adesivi, elastici, il codone è formato all’80% da nastro adesivo, il cupolino è virtuale, i fari rotti, pedane storte dulcis infundo siamo senza freno posteriore, in queste condizioni un entusiasta Claudio (Ceracchi) fa il suo esordio in gara nonostante tutto la moto ancora regge. Dopo una ventina di giri su buoni tempi Claudio rientra per il cambio e mi dice subito che sente la moto muoversi davanti. Do un’occhiata alla ruota anteriore e vedo che mancano una decina di raggi. Propongo di riparare anche i raggi con il nastro adesivo ma stranamente la mia proposta viene rifiutata. Questa volta è finita davvero. Decidiamo di fermarci e rientrare per solo gli ultimi giri ad andatura da parata.
Intanto nel box vicino Nello prende alla lettera la frase “accendi la moto”  l’unico inconveniente di questa procedura è che per spegnerla non basta girare la chiave ma serve un estintore. Gara finita anche per loro. Non mi resta altro da fare che mettermi al box ad osservare il resto della compagnia e in un momento di raccoglimento estremo dopo un po’ faccio una scoperta sorprendente che mi spiega anche lo strano fenomeno che avevo osservato nella gara di gennaio 2006 quando abbiamo corso in coincidenza del diluvio universale e cioè come era stato possibile che avessi superato il Tatuato due volte nello stesso giro!?! Un’allucinazione? Una clonazione del Tatuato? Ricordate la teoria di Einstein con l’esempio del paradosso dei gemelli? Se uno dei due viaggia alla velocità della luce il tempo per lui non passerebbe e al suo ritorno troverebbe il gemello invecchiato rispetto a lui. Si ma che centra col Tatuato? Centra perché la velocità del Tatuato è l’esatto contrario della velocità della luce E =  tatuato/mc2 quindi alla sua  velocità non invecchia e per di più si sdoppia cioè ho incontrato la sua trasposizione temporale (che mi ha pure mandato affanculo). Questo fenomeno è detto il paradosso del tatuato: il primo è reale, il secondo lo potete anche tamponare ma è rischioso perché non è facile distinguerli comunque a breve pubblicherò tutti i dati scientifici sulle maggiori riviste per idraulici. Intanto la gara volge al termine e un pilota deve rientrare sulla moto con mezza ruota anteriore ma nessuno si offre volontario (e ci credo) allora prendo tre raggi spezzati e dico: “chi di voi prenderà il più corto non potrà rifiutarsi o sarà maledetto per sempre e farà gli stessi tempi del Tatuato”. Il destino sceglie Claudio Ceracchi che si avvia in pista come incontro alla fine per fortuna nonostante altri sei raggi rotti finiamo la gara ma la delusione resta. Con le ultime energie rimaste ricarichiamo il furgone .
Da ricordare poi la cena allucinante non si riusciva nemmeno a capire cosa ci fosse nei piatti se un animale, un vegetale o un minerale. El Caporal a confronto è alta cucina poi le solita premiazioni e autocelebrazioni ma dell’atmosfera degli altri anni ne resta ben poca. Faremo anche noi la fine della formula uno e della moto GP? Tutti incazzati e con le termocoperte? Io non voglio fare il pilota voglio solo giocare a fare il pilota. Mi diverto ugualmente a sorpassare i più lenti e a farmi sorpassare dai più veloci ma non per tutti è lo stesso. Un saluto a tutti i presenti alla prossima!!

 

© Anima Guzzista