UEM VINTAGE EUROPEAN CUP - FRANCIACORTA
Cronoman
di BeppeTitanium
Da che parte si incomincia per raccontare
l’esperienza di una gara?!?!?!
Si potrebbe dire dall’inizio, ma le emozioni e
l’adrenalina possono fare brutti scherzi per cui il report
sarà un po’ …disarticolato.
Sarà un lungo week-end, ho la fortuna di avere anche il
venerdì libero per cui via, alla volta di Franciacorta.
Durante la notte nulla di promettente qui a Pavia
c’è una alluvione che lascia una decina di cm di
acqua nella zona garage, ma chissenefrega noi siamo Guzzisti, mica
ca@@i.
Imposto il “(in)fido” Tomtom e, indossato tutto
l’indossabile antipioggia, via.
Quando arrivo a destinazione Livio e Lalla stanno ancora montando il
motorhome che sembra un motorPALACE da quanta roba si portano dietro
(secondo me hanno fatto in tempo a nascondere due tir prima del mio
arrivo.
La pioggia va e viene leggera e allora si controlla la moto, pressione
gomme, serraggio viti e bulloni, benzina, livelli e anche di
più.
Livio prova a fare qualche giro anche col bagnato, nonostante tutto
stacca dei buoni tempi, e si perché si DEVE provare, il
cambio è stato rovesciato e questa è la prima
uscita, non si può andare in giro e tantomeno in pista
tirando allo spasimo la 4° e … ti confondi e metti
la 3° … il motore si potrebbe inca@@are un pochino.
Le sensazioni sono buone, la tranquillità sembra regnare
sovrana, il tempo vola ed è già ora di pranzo, si
imbandisce la tavola, acqua sul fuoco e si invitano tutti quelli che
sono già lì, una bella pastaciuttata per 10-12
persone.
“Livio dove hai messo la pasta?” –
“Lalla la dovevi prendere tu” e via di corsa nel
paesello più vicino per comprare la pasta … e si
una pastasciutta solo con il pesto non è piacevole.
Come d’incanto, nel giro di 1-2 minuti esce il sole e la
temperatura passa da circa 20 gradi a oltre 30 … azz.. che
caldone!!!
Si aspetta un po’ che la pista asciughi e dentro a turno
Livio e Lalla si alternano.
“Non forzate, sforzatevi di acquisire l’automatismo
con il cambio!!!”, il cronoman si preoccupa e sembra essere
anche ascoltato dai piloti.
In un soffio arrivano le 18.00, ho promesso di essere a casa per cena,
solo il tempo di salutare il terzo pilota SinSP1910LE, al secolo
Daniele, che per mantenersi in allenamento è arrivato fresco
fresco da Roma …. in moto!!!
La notte vola, è già sabato e Franciacorta mi
richiama.
Oggi ci sono i controlli alle moto iscritte e le prove ufficiali.
I controlli sono sempre, all’apparenza, molto severi, a volte
rasentano la pignoleria … su alcune moto
“Perché iscrivete due moto?”,
“In questi serbatoi c’è poca
spugna!”, ma va bene così.
Non si è ancora deciso se usare la
“Verdona” o la “Piccolina”,
Lalla preferisce la Piccolina, Livio vuole lasciare aperta ogni
possibile scelta, Daniele … pur di correre …
userebbe la sua!!!
Primo turno con la Piccolina, il cronoman prende posto tra i piccoli
spazi lasciati liberi nelle reti di protezione, ci si deve sporgere un
po’ per vedere arrivare in ingresso di rettilineo le moto, ma
almeno qui il muretto ha una altezza umana e il basso cronoman non ha
le difficoltà che ci sono ad Adria dove si deve rimanere in
bilico su uno gabellino.
Prendi i tempi, controlla costantemente il crono, impara più
o meno a che punto della pista si potrebbe trovare il
“tuo” pilota dopo 10, 20, 30, 40, secondi. E
sì bisogna fare così perché la sfiga
del cronoman è questa dalla pitlane non si vede un ca@@o,
riesci a scorgere a volte solamente il casco, in altri punti della
pista riesci a vedere benino, in altri punti devi solo sperare di
rivedere la sagoma e riconoscerla al volo tra le altre che girano con i
“tuoi” piloti, devi segnare tutti i tempi, devi
ricordarti di segnalare il rientro ai box per far entrare il pilota
successivo, devi avere tutti sottomano, devi controllare ad ogni
passaggio se il pilota ti segnala qualcosa nel soffio di tempoi che
sfreccia sotto i tuoi occhi, NON TI PUOI DISTRARRE CRONOMAN, devi stare
lì, qualunque cosa succeda sotto il sole a picco a 30-35
gradi, senza sederti, senza muoverti, senza distrazioni, lì
in mezzo a tanta gente, ma solo con te stesso.
Se non hai il cuore forte … non si può fare il
cronoman.
30 minuti, la percezione del tempo non è solo una cosa
soggettiva ciò che ti circonda, ciò che stai
facendo, le sensazioni che stai vivendo ti fanno
“vivere” quei 30 minuti dapprima, durante il loro
scorrere, molto lentamente, ma appena conclusi ti appare un soffio
… “ma come, già finiti??!”
Non c’è tempo per distrarsi, ma a volte
c’è la possibilità di fermarsi un
attimo su una sedia e, come un semplice spettatore
“consapevole”, è bello osservare le
persone con cui stai condividendo l’esperienza come
“dal di fuori” … e allora vedi 2-3-5
esseri umani che si muovono all’unisono intorno a una
“macchina di ferro”, quella che ti porta gioie e
dolori, pensieri e angosce, che può portarti alla vittoria!!
E così, dopo un’altra pastasciutta (…
per noi italiana è la VITA!) è già
l’ora del secondo turno di prove.
Corri in pitlane, si perché mentre il pilota ci va
giustamente in moto, non puoi permetterti di arrivare quando ha
concluso il giro di lancio … e qui a Franciacorta si gira in
un minuto!!!
Il tempo di rilevare il crono del giro, lo trascrivi, godi del tempo
fatto come se il cronoman fosse sulla moto, passano quei pochi secondi
che non ti consentono di vedere l’ingresso nella curva in
fondo al rettilineo, ok dopo 12 secondi la moto è in quel
punto, DEVE essere là, sposti lo sguardo più
avanti, perché in cuor tuo speri che questo giro si sta
migliorando, ma dov’è, dove ca@@o è,
non c’è più, e allora lentamente
perché vuoi che sia successo percorri la posta a ritroso,
cercando una nuvoletta di polvere uno sbandieramento giallo che ti
fanno salire il cuore in gola.
È là, in fondo al rettilineo, la moto sdraiata e
il pilota, ca@@o il pilota dov’è, “LALLA
dove sei??” vorresti urlare anche se sai benissimo che non ti
potrebbe sentire, eccola! IN PIEDI, bene “Livio, LIVIO, Lalla
è caduta!!” che faccio corro là, non
serve a nulla ci sta già andando Livio, e allora come un
marziano che può spostarsi alla velocità della
luce uscendo dal tuo corpo, lasci le tue spoglie sul muretto e il corpo
eterico va a controllare lo stato di salute del pilota.
Svegliaaaaaa!! La moto è a terra, il pilota sembra stare
bene, corri ai box che c’è certamente da fare
qualcosa, sono passati pochissimi minuti, la qualifica NON è
compromessa, dobbiamo mettere in pista gli altri.
La Piccolina è temporaneamente fuori uso, ma san Firmino
farà il miracolo.
È Lalla a preoccupare, a botta calda, e complice
l’adrenalina, ha un po’ di dolorino al polso
destro; pian piano i dolorino si trasformano in dolori e in
incapacità di movimento. “Ghiaccio, serve il
ghiaccio!! Stai ferma e NON muovere la mano!” è
come dire a un bambino che ha scoperto che in un cassetto ci sono i
suoi giochi preferiti … di non aprirlo!!
Il motociclista comune si metterebbe a piangere per i danni alla moto,
il motociclista fuori dal comune (leggasi Guzzista) piangerebbe per i
dolori causati alla moto, ma vedrebbe immediatamente la
possibilità di recupero, il Pilota sa che tra meno di due
ore c’è l’ultimo turno di qualifica e
DEVE poterlo fare …e san Firmino fa il miracolo.
Lalla è KO, ma abbiamo altri due validissimi piloti
… a ri-corri in pitlane, non c’è tempo
per pensare a Lalla ora, fortunatamente il nostro cervello è
uno strumento fantastico che riesce a “fare”
diverse cose contemporaneamente e così pur facendo lo
“sporco lavoro” di cronoman, una parte di esso
riesce a elucubrare possibili scenari fausti e infausti sul terzo
pilota … “allora a casa ho…, potrei
portare questo e quest’altro, passo in mattinata in ospedale
e mi faccio consigliare, rielaboro il corso di massaggio indiano per
valutare i possibili effetti benefici, etc. … e
l’ultimo turno è finito.
Stasera c’è la cena dei team, siamo gli ultimi a
sederci al tavolo, non avevano un tavolo sufficientemente grande per
tutti e quindi c’erano altre tre tavolate da 8, una capita
agli ultimi a cui si aggregano Guzzisti
“spettatori” di pescasseroliana memoria, forse
è una fortuna perché Lalla non è di
molta compagnia stasera.
Si cena con un alone di tristezza che comunque ci permette di distrarci
abbastanza.
Il cronoman comunque è preoccupato, l’occhio
vigile cade spesso sul pilota “fuori uso”, ne
cattura i movimenti della mano dolorante, scruta il suo volto per il
minimo accenno di dolore … e ne vede tanti, troppi e infine,
complice la fatidica domanda dei commensali presenti “Domani
ce la fai a correre?”, scorge con profonda tristezza, lacrime
che rigano il volto e che non lasciano spazio (temporaneamente) alla
speranza.
GuzziRock allieta la serata, l’inizio è
fantastico, complici i team presenti si prende gioco del piccolo
cronoman che, dovendo rientrare a casa per cercare rimedi per il
pilota, chiede le più belle canzoni subito, gli sviolinano
una “Fin che la barca va” improvvisata …
ma quanto sono “bastardi dentro” i guzzisti
musicisti!!
Il viaggio di rientro solitario al buio è foriero di
pensieri, nonostante i problemi le qualifiche sono andate bene, la
giornata un po’ meno, ma almeno non è nulla di
grave cui poter porre rimedio.
La sveglia mattutina suona quando il cronoman è in piedi da
un pezzo, anzi è già sulla strada
dell’ospedale, ci ha messo un po’ a trovare i
rimedi e a ricontrollare gli appunti del corso di massaggio indiano,
è speranzoso.
All’arrivo le speranze si spengono un po’ alla
visione del volto di Lalla, l’espressione non è
rassegnata, ma è certo carica di dolore sia fisico che dello
spirito.
“Vieni Lallina, siediti qui” e il piccolo cronoman
attinge alle proprie risorse di conoscenza, di sostanze, di strumenti,
di energia interiore e fa, e da, ciò che ritiene essere in
quel momento, in quelle condizioni, in quella situazione il meglio di
se stesso.
Il tempo scorre e Lalla NON sta ferma, la si deve richiamare ogni
momento, poi arriva il tempo di prepararsi la gara sta per iniziare.
I piloti si “incutano”, anche Lalla stringe i
denti, sa che le gare sono cose strane, può succedere di
tutto si DEVE essere comunque pronti.
Non le chiedo più nulla, scruto gli occhi
“specchio dell’anima … e del
corpo” e so che è pronta, non può dare
cambi regolari, è in attesa – PRONTA –
forse non entrerà, ma è PRONTA.
Pronti VIA
Una capriola stile gara di corsa con i sacchi è la cornice
iniziale con cui Livio effettua la partenza, da sesto in griglia
è già dodicesimo o tredicesimo, ma la Piccolina
non ci sta, si fa dare tutto il gas a disposizione e in due giri si
riprende la posizione che spetta al team.
I giri scorrono veloci, ci si scambiano sguardi fugaci con i componenti
del team che sono poco dietro, anche loro a cuocere sotto il sole
complice una direzione di gara di merda! che ha chiuso i box e lascia
tutti in pitlane.
È ora del primo cambio pilota, gli accordi semplici e chiari
sono stati presi in mattinata, al cambio pilota facciamo
così, per il rifornimento invece cosà, se Lalla
se la sente … se la sente?
Man mano che la corsa si sviluppa, gli occhi di Lalla sono
più vivi, lei vuole entrare, la gara è anche la
sua, si è preparata molto, ha imparato, come gli altri due
piloti, ad automatizzare i movimenti con il cambio rovesciato nel corso
delle due giornate precedenti.
Il povero cronoman non ha alcuna possibilità di sapere come
sta andando la corsa. “Ma come, tu rilevi i tempi, tu stai al
muretto, tu vedi passare tutti i concorrenti in gara, e non sai come
stiamo messi!!!”. Le gare di endurance sono gare strane, tre
ore di corsa, equipaggi che girano in 55” ed equipaggi che
girano in 1’05”, la pista lunga … corta
che si fa in un soffio, dopo 6 giri incominciano i doppiaggi, le soste
per il cambio pilota, per i rifornimenti. Il cronoman deve prendere i
tempi e vedere se a chi è in pista accade qualcosa di strano
per allertare il box. “Come può il cronoman sapere
a che punto siamo, posso dirti in giro stiamo, posso dirti se il giro
precedente ha girato in un buon tempo, non si sente neppure
l’altoparlante dello speaker che ogni tanto da la classifica,
come ca@@o faccio a sapere qual è il distacco da chi ci
precedere o il vantaggio su chi ci insegue!!”
È frustrante per il cronoman, ma in cuor suo lui sa che
serve anche quello “sporco lavoro”.
“Rifornimento, al prossimo giro, ehilà
RIFORNIMENTO!!! al prossimo giro!! Guardate che sto dando il segnale
box al pilota” E sì, al box ci si può
rilassare forse un pelino di più che al muretto.
Segnalazione box, controlla che il pilota fa il segnale convenuto, e
… ovviamente rileva il tempo del giro … ma che ha
‘sto cronometro!!! Si è azzerato!!!
..azz… lo strano cronometro con tanti pulsanti che devi
pigiare nella giusta sequenza, non ne vuol sapere di andare oltre i 40
minuti complessivi e si autoazzera. Uno potrebbe pensare
“Poco male c’è il timer del circuito
che, nonostante sia con il limite di 60 minuti, ci dice quanto
è passato dal via”. Mio padre ripeteva spesso un
vecchio detto “A pensare non si fa mai male”
… peccato che il timer del circuito è controsole
e dopo la prima ora di gara con il sole tangenziale non ci fa vedere
una bella mazza.
Sono ormai trascorse oltre le due ore di gara, il terzo pilota
è pronto ad entrare, come il terzo pilota “Lalla
te la senti? Non devi forzare, tra meno di un mese
c’è Cartagena!!”.
“Me la sento, vorrei tanto concludere la gara per vedere la
bandiera a scacchi!”.
La strategia di gara è messa in discussione, il problema
maggiore (dopo la salute del pilota, ovviamente) è non
sapere quanto vantaggio abbiamo sull’immediato inseguitore,
lo speaker che al box fortunatamente riescono a sentire, tace da un
po’ e quando da la classifica non segnala il numero di giri
nel quale si trovano i team (a parte i primi tre!!!).
Questo è il problema, in teoria abbiamo un solo cambio da
fare, ma i giri per concludere sono molti, facendo quattro conti sono
più di 20 e Lalla in quelle condizioni NON se lo
può permettere, facciamo entrare chi deve e eseguiamo un
altro cambio a 10 giri dalla fine così Lalla conclude.
Questi sono ragionamenti con il cuore, non sono strategie logiche, e
sì perché se poi Lalla entra e dopo un giro si
accorge cha non ce la fa?? che si fa un altro cambio? “Ma
quanto ca@@o di vantaggio abbiamo su chi ci insegue?” NON si
sa!!
La strategia più logica convince anche Lalla che torna a
pensieri più da Pilota vero che da pilota che VUOLE vedere
la bandiera a scacchi.
“Lalla sei sicura?” il piccolo cronoman non ascolta
la risposta, scruta lo sguardo e sa.
“Ok do il segnale di rientro, Lalla pronta? Tra un minuto vai
in pista!!!”
Il cambio è regolare, la Piccolina riconosce il suo pilota
preferito, si addolcisce, riduce le sue possenti vibrazioni, quasi
sapesse che sarebbero troppo fastidiose e dolorose per il piccolo polso
del “suo” pilota, ma certo non riduce la
velocità, la prontezza di reazione, la capacità
di piega e la stabilità in curva, anche a lei, alla
Piccolina, piace annusare lo scarico di chi la precede per poi in un
lampo ricambiare il favore e marcare il terreno.
“Come va?” il pilota piroettante, compagno di corse
e di vita di Lalla si preoccupa, la sua domanda non era certo riferita
al tempo in pista, lo si vede nello sguardo che si illumina ogni volta
che nomina o sente parlare di Lalla, della “sua”
Lalla.
Intuisco e di rimando do il segnale di pollice alzato che Lalla ha
trasmesso al “suo” cronoman al primo passaggio .. e
poi gli dico anche il tempo fantastico che sta staccando e che poi
migliorerà nel corso dei giri.
Il piccolo cronoman non può distrarsi, neppure un secondo,
neppure un decimo di secondo, segue a vista o tratteggiando con il
pensiero nelle zone oscure del tracciato, le traiettorie del pilota
appena entrato che ha bisogno, forse più degli altri, di
essere seguito a vista.
Ad ogni passaggio lo sguardo si fissa e si acuisce sulla mano sinistra
del pilota per cogliere un minimo segno che potrebbe trasmettere una
necessità.
Siamo al quinto passaggio, ancora OK, a vederla come
necessità di gara più che OK visto che ha
migliorato di 2 secondi il miglior tempo delle propria qualifica!!!
Ma il dolore è forte, lo percepisco, ad ogni passaggio
aumenta, il piccolo cronoman sente il dolore del
“suo” pilota … e infine lo sente anche
Lalla e segnala il desiderio di rientrare.
“Lalla rientra, le do il cartello al prossimo
passaggio!!”
Pochi giri dal termine, non riuscirà a prendere bandiera, le
belle sensazioni legate a quello strano oggetto a scacchi bianchi e
neri le riceverà direttamente Livio, ma all’ultimo
giro TUTTO il box affianchi il piccolo cronoman in pitlane e urla la
gioia dell’arrivo.
Sono sicuro che nonostante il ruggito della Piccolina nelle orecchie,
Livio ci ha sentito.
La gara è finita, il risultato è eccellente,
tutto il team è felice, sa che è stato fatto il
massimo, la Piccolina riposa al parco chiuso orgogliosa di se stesa e
dei “suoi” piloti.
Dopo le premiazioni si deve risistemare tutto, Livio e Lalla devono far
entrate tutto nel loro furgone perché i due tir se ne sono
andati, c’è talmente tanta roba che …
anche stavolta, come alla cena dei team, siamo gli ultimi a lasciare
Francioacorta.
La gara è finita, il piccolo cronoman sorride in cuor suo,
sa che i farmaci antidolorifici sono più forti di lui, ma
vuole credere che le sue attenzioni, i suoi massaggi, le sue
fasciature, che anche lui ha avuto una piccola parte nel far salire in
sella Lalla.
© Anima
Guzzista

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