Endurance Vintage UEM Cup

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UEM VINTAGE EUROPEAN CUP

 

 

Stavolta si parte davvero!

 

di Alberto Sala. Foto di Warsaw

 

 

 

 

Evvai!!

Dopo lo sfortunato mancato esordio di gennaio a Cartagena, stavolta un sole spettacolare fa da preludio alla seconda prova del neonato UEM Vintage European Cup nel circuito veneto di Adria.

Il weekend è piuttosto zeppo di eventi: non ci sarà solo la tre ore endurance per classiche, ma anche l'intero circus delle prove per classiche e sidecar d'epoca, quindi le due prove Vintage 1 e 2, particolarmente affollate di iscritti, le gare del Gruppo 3 e 4, regolarità (che vedono anche qui delle Guzzi al via), sidecar e le silenziosissime moto elettriche.

Numerosi i team italiani iscritti all'endurance, e fa certamente una bella impressione vedere nelle tabelle riepilogative così tante volte ripetuto il nome del motoclub di appartenenza: Anima Guzzista. Così pronti a scaricare i loro bolidi sono i due team Moto Europa con la 44 del lampadato Graziano Molendi e di Francesco Gaddi (che nel venerdì si divertirà in pista anche con la MGS/01 di un amico), la 33 dei Licini Brothers; il Wil Coyote Team al gran completo con il granitico Fabolous Forlati, Massimo Viegi e naturalmente the brontolous boss Orazio Lupis con l'assistenza del fido Maestro Firmini da Cinisello; gli esordienti (che ti fanno girare i maroni per come vanno) Lalla e Livio, presenti con due del loro ormai sterminato parco moto: la V7 da competizione e il bellissimo V75 biancoarancio; il Votantonio Racing Team di Davide De Martin con l'ormai naturalizzato Fange; il Gallobilly Racing Team con Marco Del Bello, Stefano Luciani e nell'occasione affiancati nientepopodimeno che da Roberto Freddi; gli agilissimi tra i cordoli Paolino Stagi e Max Mantovani del team Stagi col loro Monzino volante; il trio Mario "Jack" Tagliatesta, con Cippì Petrassi e Claudio Ceracchi; Mauro Abbadini dalla Spagna con Mario Salmeron con la potentissima 53, e infine naturalmente noialtri Minchions "Short Version" cioè Mauro Iosca e il sottoscritto, con naturalmente Bruno Scola agli attrezzi.

Oltre al nutrito gruppazzo guzzista saranno della partita un team Ducati (Solazzo-Tirelli) e tre team Honda, tra cui quella di Mannheimer che già si era vista in qualche edizione di Cartagena.

 

Che dire? Innanzitutto che il tempo è splendido, quasi sin troppo caldo ma intendiamoci: va benissimo, vista la situazione meteo della precedente gara. Nel comodissimo paddock coperto si armeggia da subito sulle moto pronti per i due turni di prove cronometrate, che si svolgeranno con cronometraggio manuale per un disguido sui transponder ufficiali che si vedranno solo la domenica mattina. ciò causerà simpatici sdoppiamenti di personalità ad alcuni team, complice anche la non chiarissima definizione dei numeri di gara (se al numero vero vada o meno anteposto il numero che identifica la categoria), così al termine dei due turni di prova, dietro al missile Ducati, primo in griglia, il Wil Coyote occupa la seconda e pure la terza posizione (che si siano portati anche Beep-Beep?).

Epurati gli schizofrenismi e riverificati i tempi, secondi e primi dei guzzoni saranno invece Abba e Mario con 1'30.667, terzo il Wil Coyote (grande tempone del Forlati che qui, ricordiamo ai nostri telespettatori, gioca in casa), quinti assoluti e quarti dei 'nostri' Graziano Molendi e Francesco con 1'32.157, sesti e me so' rotto, gli altri li guardate qui, che tanto noialtri Minchions stiamo indietro: c'abbiamo avuto (intonazione della voce che devia in stile biaggiano) un zacco de' probblemi, chattering alla ruota anteriore e pure posteriore, svariati contatti tra gomito e ginocchio (di cui almeno due falsi contatti), la zia malata in ospedale in corsia che non c'ha manco il letto fisso, la forcella cedevole e un disco anteriore storto che mandava la leva del freno a fondo corsa (gli ultimi due unici autentici, oltre naturalmente alla nostra natura di pippe). Comunque, come sempre, eravamo i più sciccosi del paddock, e come ben sapete, per noi questo è quello che conta.

Quello che ha lasciato molti piuttosto vicini a gettare la propria Guzzi dal ciglio del burrone è vedere come minchia piega Lalla. A tal proposito, ecco, io non capisco questa modernizzazione estrema. Le donne vanno tenute vicine ai fornelli, se si devono allontanare è solo per lavare i piatti. E' inammissibile che le si lascino fare cose da uomini, ecco. Perchè posso capire essere passati da Abba, figuriamoci da Jack che mentre ti passa ti fa anche un cerchio attorno in burn-out, ma ecco, essere passati implacabilmente da un pilota col reggiseno, ecco, non ci si resta tanto bene. E Livio? Altra bella sorpresa: quel V7 sembra sempre sdraiato in curva. Complimenti davvero.

Certamente un paio di considerazioni sono d'obbligo. Rispetto a Cartagena, unico altro punto di paragone nel valutare le posizioni dei vari team, qui conta molto la potenza del motore e la tenuta in staccata: avere più cavalli e una forcella bella solida aiuta, non c'è dubbio. Poi vabbeh, lo sappiamo che il circuito non può certo dare lo stesso piacere che dà quella pista sperduta nel sud della Spagna, ma vi garantisco che non ha granchè importanza rispetto al piacere enorme di ritrovarci in tanti qui a cazzeggiare insieme, compresi tutti coloro che sono qui da spettatori e da aiutanti.

Ah, dimenticavo: la mattina del sabato è stata anche occasione per poter girare in pista tra guzzoni indipendentemente dall'essere iscritti alla gara o meno: peccato che ci sia stato un disguido spiacevole col circuito che non ha compreso che tutte le Guzzi potevano girare (non solo quelle d'epoca) così Warsaw alla fine è rimasto col becco asciutto; peccato anche che in ogni caso solo Guzzirock e MarcoB hanno approfittato della possibilità, il primo divertendosi come un bimbo, il secondo assai meno soprattutto per via del disintegramento del cerchio posteriore, probabilmente più che per la voluminosa corpulenza del nostro, per via dei raggi eccessivamente cazzati.

Nel frattempo, nella classe Vintage 1 Oreste Zaccarelli (che come sapete - e se non lo sapete fatevi un giretto sul report precedente di Vallelunga - ha preso posto di Davide Rossi in sella alla verde 750 del team Altinier curata sempre da Carlo Cagnani) si piazza in terza posizione nella griglia di partenza, dietro al fuoriclassifica Ilmberger, tedesco proveniente dal campionato Alpe Adria in sella a un mostruoso (nel senso che va da paura) BMW 1200 e alla Ducati di Giancarlo Rossi; più attardata l'altra Guzzi in classifica, quella di D'Aliesio, 24° mentre nell'altra Vintage, la 2, Davide Rossi con la Norton Manx si piazza al quarto posto, dietro i sempre velocissimi Soppelsa e Magrotti, e la Honda di Vitali.

 

Cominciamo una piccola panoramica al paddock...

In primo piano la bella V75 di Lalla e Livio, che però per problemi tecnici resterà ai box

Sempre spettacolare la moto di Abba!

Ragazzi, è finita... diamoci al cricket!

La bella V7 Sport del TNT

Mario Licini

 

Nuove forme di proselitismo...

 

 

La sera, generalmente riservata al relax e ai soliti esercizi di ego-stretching più o meno stiracchiati in base alla posizione sul foglio riepilogativo delle prove, il programma prevede dopo il satollamento, più o meno in occasione del ruttino, un concerto di intrattenimento. Detta così non dà l'idea della sorpresa. Nel giro di pochi minuti Enrico Santacatterina (GuzziRock per gli incalliti forumisti), il fratello Carlo e Maurizio Dal Gesso montano come il Lego la loro strumentazione semplicissima e attaccano, di fronte a un pubblico composto da quattro pirla (io e Iosca eravamo in pole, capirete). Solo che, già dai primi riff, comincia ad espandersi tanta musica divinamente suonata quanto proporzionalmente calano le mascelle dei presenti. Pian piano come un pifferaio magico Enrico e i suoi magici compari radunano col rastrello a sei corde, la paletta con due tastiere e il secchiello batteria la maggior parte dei presenti nel paddock, grazie alla loro splendida incursione tra blues caldissimo e funky disco miscelata in un medley continuo, per poi espandersi nel rock d'annata dapprima con Hush, attraversando l'autostrada delle stelle (generando brividi irresistibili) e concludendo col fumo sull'acqua, dando perfettamente l'idea di avere di fronte proprio loro, i Profondo Porpora. Tanto Enrico si snocciolava gli assoli di Riccardo Piùnero quanto Carlo ci faceva gustare l'Hammond di Giovanni Lord. Spettacolari! SPETTACOLARI!!! Ma questi suonano da Dio!!! E se siete troppo giovani da non capire le citazioni, fatevi un doveroso ripassino sull'enciclopedia della musica Rock, capitolo Inghilterra, primi anni '70... ;-)

 

DOMENICA

La mattina ci svegliamo con una piccola sorpresina: nella classifica dell'Endurance compare magicamente in pole position la Honda numero 45 di Vitali, che evidentemente era sfuggita ai cronometraggi manuali delle prove. Il come sia apparsa in cima alla lista non lo comprendiamo, comprendiamo certamente che il meccanismo organizzativo qui ha bisogno di essere ancora rodato e nessuno si lamenta più di tanto, anche perchè la maggior parte sa che la posizione in griglia in una gara di Endurance conta sostanzialmente solo a fini ego-statistici.

Nel contempo noi Minchions® riusciamo a porre rimedio al problema del freno anteriore: grazie alla generosità di Roberto Masperi smontiamo il disco sinistro da Olimpia (la moto che usiamo a Cartagena) e lo montiamo su Cioppy (sì, lo so, scusate, citofonate Iosca) al posto di quello che fa Giacomo-Giacomo, e subito la pompa diventa turgida come l'Holmes dei tempi migliori.

Certo che nel frattempo si avvicendano le gare delle varie classi: riuscire a seguirle tutte è appannaggio solo delle personalità più molteplici schizofrenicamente parlando, così mi riservo lo spazio solo per la Vintage 1, dove ruspa in prima fila la verdona V7 di Oreste Zaccarelli.

 

GARA VINTAGE 1

Mi piazzo sugli spalti, da dove si vede buona parte della pista ed è già ora di sventolare il via! Oreste si fa un po' fregare e resta risucchiato dietro un po' di moto: in testa schizza la BMW di Ilmberger che non sarà più visto da nessuno (eccetto che dai doppiati) fino alla fine della gara, ma in fondo la falsa partenza di Oreste sarà solo motivo di puro divertimento per noi dagli spalti: comincia difatti da subito a rimontare generosamente, passando Vitali al tornantino al terzo giro, dopo aver passato il precedente a calibrare i tentativi. Ora davanti ha oltre alla imprendibile BMW Giancarlo Rossi su Ducati e la Honda di Damiani. Al 5° giro Oreste passa alla staccata in fondo al rettilineo d'arrivo Damiani, e comincia subito a prendere quel vantaggio necessario non solo a lasciarselo definitivamente alle spalle ma anche valido per pensare seriamente ad attaccare la seconda posizione di Rossi, che poi in realtà è la prima posizione, dato che Ilmberger corre per l'Alpe Adria.

Al 6° giro comincia il divertimento. Oreste infila Rossi alla prima curva, ma quest'ultimo ha gioco facile nel rettilineo seguente, grazie alla maggiore potenza della sua Ducati, così torna davanti. Non per molto. Al tornantino Oreste butta giù l'ancora e lo passa in staccata: è primo di classe! Ma c'è poco da esultare: mancano ancora troppi giri. Difatti al giro dopo sono ancora botte da orbi: al tornantino di nuovo si impone Oreste, e man mano che snocciola curve prende quel vantaggio minimo da dare l'idea di poter tirare il fiato. Niente da fare: Rossi non si arrende mica tanto facilmente, eh signora mia siamo in gara, mica a briscola: approfittando della gomma posteriore di Oreste che comincia a mandare chiari segnali di stanchezza Giancarlo Rossi si riporta sotto e all'ultimo giro nel secondo rettilineo si riporta in testa. Al tornantino vediamo chiaramente Oreste remare di brutto in curva con la gomma dietro che implora pietà, e allo svanire dei due contendenti nella parte di pista non visibile dalle tribune non ci facciamo tante illusioni. Invece all'ultima curva è il colore verde il primo che compare alla nostra vista: Oreste ce l'ha fatta, è primo ancora una volta sul traguardo!!!

Mi precipito a complimentarmi col Carlone che è ancora in trance agonistica, e all'arrivo di Oreste al paddock lo sento divertito e contento della gara: dopo poco arriva anche Giancarlo e i due cominciano a prendersi un po' in giro scherzosamente: se le sono suonate parecchio, non risparmiandosi anche qualche colpetto un po' poco da baronetti inglesi, ma qui non siamo al thè delle cinque e volano abbondanti pacche sulle spalle e sfottò in allegria. Oreste è felice di guidare questa Guzzi. Ci si è ritrovato su un po' per caso, ma mi confessa che si sta divertendo tanto, mi racconta un po' della sua passione per il TT che ha visto più di una volta, di Joe Dunlop che ha conosciuto personalmente e della grande considerazione che ha di quell'uomo davvero straordinario; di aver guidato personalmente più volte le MV tra cui la 3 cilindri di Bonera... insomma quest'anno abbiamo un Davide Rossi in meno sulle Guzzi (ma non è detta l'ultima parola, chissà...) ma abbiamo preso un altro bel manico e altrettanto sanguignamente appassionato, come piace a noi! A proposito di Davide Rossi: purtroppo non sarà molto fortunato (per usare un eufemismo) nella sua gara, la Vintage 2: i freni della sua bella Norton Manx lo tradiranno dopo pochi giri, costringendolo al ritiro forzato. Era, manco a dirlo, in testa. Bella sfiga, speriamo tutti che abbia più fortuna nelle prossime prove: non vederlo portare la moto nei suoi bei piegoni è gran perdita per il pubblico.

Il tempo di citare la presenza di altre Guzzi nelle altre classi, tra cui quella di regolarità che vede tra le altre la bella 750S di Piccirillo giocarsela in un clima sicuramente meno teso delle altre classi, che è già ora di scaldarsi per la nostra gara.

 

GARA ENDURANCE

C'è trambusto nell'aria. Anzi, in griglia. Complice qualche commissario che contrariamente a quanto stabilito nel briefing esorta a spegnere la moto nell'attesa del semaforo verde, e mettendoci anche qualcuno che si prodiga in false partenze, ma alfine arriva il semaforo verde: VIA! Neanche un metro e c'è già il primo infortunio: Fange esagera nello scatto e arriva zoppicando in sella: il responso medico parlerà di strappo al polpaccio! C'è poco da fare: lo sanno tutti che la gara è lunga, ma sventolare la bandiera del via è come sventolare una bella sventolona: tutti scattano allupati per arrivare primi alla prima delle sue curve. Ne sa qualcosa Abba, che ivi si produce in plastica scivolata. Il responso del gommista parlerà di gomma nuova di zecca, troppo nuova. Così al comando scatta Graziano Molendi seguito da Mario Jack, la Ducati di Solazzo e Tirelli e via via il gruppone. Abba rientra quindi subito ai box e con tre-quattro martellate rimette in sesto la pedana del cambio. Anzi, in prima e riparte a spron battuto, che poi il battuto per ora è il suo polso destro sul quale prenderà nuova vita un bitorzolo ereditato da un'altra precedente escursione bitumosa. La loro rimonta sarà una delle cose più entusiasmanti della gara.

 

Lalla.

"Allora, il verde lo dai quando lo dico io..."

Lalla un attimo prima di impennare

Iosca è già davanti!!! Ah, non è il verde giusto?

Mario esprime tutta la sua aggressività pre-gara succhiandosi il pollice.

Zum! Ta-zum!

Pa-pa-paaa (due giri di mazurca...)

VIA!!

Fange, che guardi?

Approfittando del fatto di non essere inquadrato, Abba è già per terra.

Fabolous Fabio e la Honda di Magrotta

Fabolous Fabio dopo avere seminato la Honda di Magrotta

 

 

Nel frattempo Iosca fa la sua solita bella partenza che gli piace assai spintonare nel bordello e macina giri stando sull'uno e quarantadue circa, più o meno la stessa ciofeca di tempo delle nostre prove, anxi (posso mettere una x ogni tanto, che siamo in terra veneta?) un po' più ciofeca del suo miglior tempo di sabato.

Dopo mica tanti giri la prima delusione: Lalla, che finora era viaggiata come un mezzo missile, nel rettilineo tra il tornantino e la chicane scalcia la leva del cambio sgasando, come se non gli entrassero le marce. Purtroppo appena passata la chicane è costretta a fermarsi: la moto non va. Si scoprirà poi che il precedente proprietario del loro V7 Sport pistolato aveva pistolato pure l'albero di trasmissione forandolo implacabilmente alla ricerca di un alleggerimento probabilmente discutibile per gare di velocità, certamente del tutto fuori luogo in una di durata.

La cosa assurda è che la giovincella si è dovuta spingere per un bel pezzetto cotanta moto, che pur col cardano alleggerito seguitava a pesare come una Guzzi, che si tramuta in caso di abbigliamento da gara e sole cocente in una enorme putrella imbullonata al suolo. Arrivata stremata al box e superato il siparietto Orazio, il responso non darebbe adito a nessuna replica: ritiro inevitabile. Se non ci fosse dietro l'angolo il solito, subdolo Abba. Il quale non perde occasione di rovinare i clienti con la sua irritantissima disponibilità, e così tira fuori dalla cassetta dei ricambi un bel cardanone nuovo di zecca, e soprattutto vergine, così il motore della verdona ristabilisce il contatto con la ruota posteriore e Livio non perde tempo saltando in sella come il Wayne dei tempi migliori (scegliete voi se John o Gardner). Dopo un simpatico dietro le quinte del siparietto si lancia al recupero e così il TNT team è di nuovo della partita.

Oh, ragazzi, mi raccomando: sicuramente non avrò colto esattamente ogni dettaglio e sfumatura della gara: mi rendo conto che non ve ne sarete accorti ma in gara c'ero anch'io e quindi, quantomeno mentre stavo in sella, qualche particolare mi sarà sfuggito e ho dovuto affidarmi, oltre alla sopraffina arte spannometristica, ai racconti degli astanti.

 

La Ducati viaggia da paura...

...ma per adesso davanti c'è Graziano.

Certo che anche i romani non scherzano...

Di nuovo Fabio

The Votantonio Bike da Short Track

Lalla prima del patatrac

Abba lanciato in rimonta

Ecce Iosca!

Graziano esagera: cominciano i doppiaggi

 

A proposito: c'è il primo cambio: Mauro mi cede la moto e parto: finalmente tocca a me il divertimento! Però praticamente da subito sento un rumore metallico, sembrerebbe il tipico battere in testa; proseguo girando in tempi sempre pietosi e lo smetallare non smette, anzi aumenta: i due pistoni mi paiono Hetfield e Ullrich. Che faccio? In uscita di curva posso così ruotare il gas ma la fiamma non s'appiccia: Cioppy resta lenta, poi prende giri ma la coppia sembra solo un single. Resto dentro, mi sembra di fare il bambinone a rientrare che poi magari è lo scarico che vibra, fino a quando Bruno mi espone il cartello BOX. Mi sa che si sono accorti di qualcosa anche loro. Rientro e difatti sgamano subito la cazzata: lo spinterogeno lasco. Si era girato andando quasi completamente fuori fase. Data una bella girata empirica riparto. Ah, ma è tutta un'altra cosa! Ora sì che gira bene: resta una incertezza a bassi giri, tipo che al tornante c'è da stare un po' attenti che non riprende subito ma per il resto finalmente viaggia bene! Eppoi la cosa più importante: le pinze pinzano, i dischi discano, la leva del freno lev... ehm frena come ti aspetti dalle pompe ammodino. Ora si comincia a ragionare: peccato che nel frattempo il mio tempo è scaduto e rientro ai box. Siamo settimi e va già ben meglio che in prova. Intanto cominciano i ritiri: clamoroso quanto misterioso quello di Graziano (sicuramente qualcosa al motore ma la scientifica ancora non si è pronunciata), mentre a dirla tutta Vitali manco ha preso il via, non so perchè. Dietro a noi bella la lotta tra le 'piccole' del team Stagi e Gallobilly, con questi ultimi limitati dagli scarichi rasoterra, il che su questo circuito e su questa moto significa togliere ogni possibilità di andare forte.

 

 

Lalla dopo il patatrac.

Fange all'attacco dei Licini!

Ecce Max.

Jack va come un treno. No, di più: va come Jack.

La Honda di Mannheimer

E quella di Magrotta

The Wil Ledzep

Uno dei Licini (e mica potrò riconoscere tutte le tute eh?)

VAIIIII!!! SIIII DACCI DENTR... ehm scusate...

 

 

 

In testa la lotta è aspra: ora ci sono i romani seguiti a breve dalla Ducati di Solazzo e Tirelli, mentre Abba e Mario stanno recuperando giri su giri furiosamente. Mi aspettavo più avanti il Votantonio ma anche loro hanno pagato pegno con un condensatore bastardo, così veleggiano dietro. Il TNT sparisce definitivamente dalla gara: Livio ci mette forse un po' troppa irruenza alla chicane e va per farfalle. Iosca procede benone, il team Honda di Mannheimer è nel mirino davanti a noi, mentre The Licini Brothers, Votantonio e Wil Coyote arrancano alle spalle. Roba da apporre firma immediata con tanto di sigilli in ceralacca. Ma ci andrà ancora meglio. E' di nuovo il mio turno: mi sento benissimo, inforco Cioppy e rimacino giri. Complice il fatto che in pista siamo pochi e ben distribuiti, riesco a concentrarmi sul cercare di staccare un po' più in là. Bisogna prima o poi farsi coraggio. Prendo come riferimento una riga bianca e pian piano la lascio sempre più alle spalle quando mi attacco alla sante pinze anteriori. E' vero, non abbiamo la bella forcella da 41 di Olimpia, quando tiri la staccata senti la moto tutta di gomma che si torce, ma non mi fa più paura, il freno davanti diventa modulabilissimo, e in più arrivando leggermente lungo rispetto a prima mi accorgo che riesco a inserirmi meglio in curva. Pian piano comincio a capire questo strano circuito, che certamente rispetto ai mugelli, misani e cartaginesi ha così da correre, ma non è così brutto come ho sempre pensato, anzi. E' proprio vero che solo quando una cosa la comprendi ne sai apprezzare i suoi pregi. Mi faccio coraggio anche alla seconda curva, è vero che c'è il filler ma vedo che tanti ci passano sopra senza problemi, così finalmente anche il Grande Mistero della Seconda Curva mi è rivelato. Capisco che buona parte delle curve è meglio chiuderle in uscita che subito, compresa l'unica vera curva del circuito, quella prima della melanzana. Insomma, dall'1'42 comincio a scendere a 1'40, poi 1'39, poi mi scappa da ridere e vedo 1'38, poi tengo d'occhio il transponder all'uscita del tornantino: se vedo 48 secondi vuol dire che scendo ancora sul traguardo, e difatti saranno 1'37... le cose cambiano. Mi passa Abba e mi tira su il pollice, mi passa la Ducati e per un giro intero gli sto dietro, così vedo pure 1'36 e rido e urlo! Guardo il tempo mancante e spero si inceppi, ora non ho più paura, e mi 'vendico' passando due volte il team Stagi che a Franciacorta mi girava intorno in quel toboga malefico (sempre perchè non la capisco, naturalmente), poi porca putrella il mio tempo scade, vigliacco se mi fa un'eccezione. Cedo gli ultimi giri a Mauro, avrei visto volentieri la bandiera a scacchi ma vedo altrettanto volentieri il monitor che mi dice che siamo davanti anche a Mannheimer, così siamo quinti e quarti di classe!! Iosca pone la firma finale su questo risultato, mentre in testa succede di tutto. Mario Jack mentre è in testa vola per terra. La sua batteria si è staccata ed è finita sulla ruota posteriore. Il team Classic Co. dopo la furiosa rimonta si ritrova al comando, ma a pochissimi giri dalla fine Mario all'ultima curva va lungo stirato sull'asfalto (nulla di grave, solo una botta a un dito). Così torna in testa indisturbata la Ducati, che passa definitivamente prima davanti alla bandiera a scacchi. Secondi restano Abba e Mario nonostante la caduta, mentre al terzo posto la beffa: proprio nell'ultimo giro il team di Magrotti riesce a recuperare il distacco dai romani e li scavalca relegandoli al quarto posto. Quinti siamo noi, sesta la Honda di Mannheimer, settimi Stagi, ottavi Gallobilly, noni i Licini, decimi Votantonio, undicesimi Wil Coyote e dodicesima la Honda di Baracchi e Caprara.

 

Bel piegone, Graziano!

Sì, sì, ceerto, anche tu pieghi di brutto...

Francesco Gaddi, il socio di pieghe di Graziano

La Honda di Baracchi e Caprara

The Demartin Votantonio Boss

Ridendo e scherzando, Abba torna in testa

Il Paolino volante

Aah-ehm...

Cippì.

 

 

A una giornata così la firma ce la metto volentieri sempre, non solo per la nostra bella gara, ma perchè è andato tutto bene, ci sono ancora alcuni meccanismi da oliare e sincronizzare da un punto di vista organizzativo ma credo proprio che tutti si siano divertiti: è stato un gran piacere vedere la presenza del pubblico e di tanti guzzisti, alcuni dei quali hanno potuto così gustarsi e capire dal vivo il piacere che dà vivere una gara di durata, coi suoi tempi, le strategie, gli avvicendamenti, la fatica (che qui non è stata poi molta, tre ore volano). Dopo il 'prologo' dell'ottobre scorso a Franciacorta questa è stata la prima gara endurance per classiche fatta in Italia. Chi ben comincia... ;-)

 

CLASSIFICA GARA VINTAGE 1

CLASSIFICA GARA VINTAGE 1 PER CLASSI

CLASSIFICA ENDURANCE

CLASSIFICA GARA ENDURANCE PER CLASSI

 

 

GALLERY

 

 

A grande richiesta...

 

 

 

 

© Anima Guzzista