Campionato Italiano Naked 2002

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A quattr'occhi

con Fabio Sotgiu


Chiacchierata con uno dei piloti piu' brillanti del Campionato Naked, in occasione della 'cura' rinvigorente da Scola prima delle due ultime gare

di Mauro Iosca

 

 

Fabio con Bruno Scola


...Bruno Scola col solito malcelato orgoglio, mi ripete da qualche giorno che venerdì arriva Sotgiu; sarà lì con la moto per montare il suo famoso albero a camme da corsa. L’occasione mi sembra ottima per fare due parole con uno dei piloti più brillanti del campionato italiano sport-naked e per scoprire qualche segreto in più riguardo “l’incompiuta” (ossia la più perfettibile della gamma Moto Guzzi, e non parlo per sentito dire) V11 sport.
Arrivo all’officina e prima ancora dell’umanità, incontro la moto, appollaiata nel piazzale insieme alle altre (i soliti pezzi di modernariato), che attende come nella sala d’aspetto del dentista il proprio turno. Osservandola distrattamente entro per conoscere chi la guida.
Mi presento e immediatamente chiedo a Sotgiu se è disposto a rispondere a qualche domanda per un “articoletto”, mi risponde con un 'si!' calmo e deciso.

Fabio Sotgiu è una persona che trasmette tranquillità e fierezza per certi aspetti, caratteristiche che è facile riscontrare in molti suoi conterranei: il tono è subito cordiale e la conversazione prende il largo; gli chiedo perché corre con una Guzzi e lui inizia a raccontarmi la sua storia.

“Da ragazzo correvo per le strade fino quando un giorno ebbi un brutto incidente, caddi in un burrone, e mio padre decise per me che se avessi voluto andare in moto nuovamente lo avrei fatto solo in pista. Li’ cominciò il rapporto con una moto da gran premio (aprilia 125) ma sopratutto con il mondo delle gare, dei circuiti e dei vari team”.


IMPORTANZA DELL'HABITAT

“Mi piace correre in moto e avrei voluto potermi dedicare di più a questa passione; purtroppo l’abitare in Sardegna non mi ha certo aiutato: lontano da tutti i circuiti non puoi allenarti con costanza, non puoi provare le novità, non entri appieno nel meccanismo e ti ritrovi sempre a rincorrere gli altri; io ho corso con tutti i più famosi di “oggi”: Rolfo, Locatelli, Valentino e molti altri, conservo ancora i tempi e le classifiche di quegli anni, ma sai, finché sei giovane funziona; dopo il lavoro inteso come mestiere diventa prioritario. Cercai così l’ingaggio in categorie superiori, alla Bimota per esempio mi chiesero trenta milioni, alla Ducati ne bastavano cinquanta capisci?!”


CONTAGIATO DALLA PASSIONE

“Non sono mai stato un guzzista; oggi faccio il rappresentante e lavoro comunque nel mondo della moto, possiedo una R1. Ho conosciuto per caso Corda e lui è riuscito a trasmettermi parte della sua illimitata passione per la Moto Guzzi; mi ha chiesto cosa ne pensavo di correre con una Guzzi e per invogliarmi mi ha messo a disposizione una V11 nuova per fare le vacanze. Mi sono divertito un mondo e ancora continuo a chiedermi perché si vendano più giapponesi con oggettivamente troppi cavalli, piuttosto che moto divertenti e gestibili come le Guzzi”.


IL CAMPIONATO NAKED

“Sono dispiaciuto di non vedere più Vittoriano in pista con la V11: lui è per tutti un assoluto riferimento; quando vuoi correre forte hai una sola possibilità: stare dietro al più bravo e seguire il suo esempio: traiettorie, cambiata, strategia della corsa etc. Peccato che questo campionato non si possa giocare ad armi pari: le Ducati sono troppo potenti e la comparazione non ha senso, inoltre i piloti sono bravi, le Raptor sono anche più potenti eppure ce la giochiamo; con le Hornet si può lottare: se ci fossero le Monster due valvole non ci sarebbe storia. Mah, tant’è”.

Eccolo in azione dopo la 'cura Scola'...

...e al secondo tentativo ecco il risultato!


...QUALCHE CONSIGLIO

“...Per un giovane che volesse cominciare a correre sono importanti alcune cose, ammesso che abbia l’innata attitudine ad andare forte: non si puo’ prescindere da disciplina e da un costante allenamento fisico ma sopratutto in pista, ricordandosi che la maturità si ottiene facendo le gare.
Il mondo delle corse, va detto, non è fatto di rose e fiori e successi: sono pochi quelli che riescono ad emergere e non senza una buona dose di fortuna. Faccio un esempio: questo mondo è pieno di, come li chiamo io, “team del gatto e la volpe”; se ci si imbatte in uno di questi sei fuori in una stagione. La cosa più importante e’ trovare meccanici e tecnici che capiscano le tue esigenze e le tue sensazioni e che siano in grado di tradurle al di là dei loro convincimenti; non c’è niente di peggio che un ingegnere che non ascolta il suo pilota e di un pilota che non riesce a spiegarsi al suo ingegnere”.


FONTI DI ISPIRAZIONE

“Il pilota che preferisco è Biaggi; guardarlo girare al Mugello è uno spettacolo, guida talmente bene che sembra annullare la sensazione di velocità, poi quando vedi i tempi non ci vuoi credere”.


Questa moto con cui corri?

“La V11 di Corda non ha subito grandi trasformazioni dall’originale, per quanto riguarda il motore sono state raffinate le parti standard lucidando le bielle, i bilancieri e l’albero motore; le teste anch’esse lucidate nei condotti per migliorare i flussi specie allo scarico; infine abbiamo aumentato un poco la compressione e alleggerito il volano. Il filtro aria e’ più permeabile (K&N) e allo scarico abbiamo sostituito il compensatore con l’incrocio di Stucchi; i terminali sono in carbonio (Shark). Sulla ciclistica si interviene continuamente, l’ultima modifica sono stati i cerchi in magnesio (Marvic) e il mono (Fg) posteriore, che ha contribuito a sollevare il retrotreno per aumentare il carico sull’anteriore.

Vista frontale con le Ohlins bene in vista

Gli scarichi Shark, poi sostituiti dai nuovi Guzzi

Le forcelle (Ohlins) sono nuove e rimaneggiate, forse troppo dure per la strada ma eccezionali per la pista; sono state inoltre sfilate per dare spazio a due nuovi semi manubri (PBR). La gestione elettronica è stata costruita al banco prova con l’ausilio del programma Dynojet Power Commander.
“La vuoi provare?”.

E così si chiude l’incontro con il simpatico e pragmatico Fabio Sotgiu; lui si ritufferà tra le pagine di “Motosprint” e io mestamente tornerò a casa pensando alle modifiche future per la mia V11, ancora invaso dalle benefiche emozioni provate sulla sua.

Il raddrizzatore spostato per fargli pigliare piu' aria

Per le gare e' meglio la piastra dello Stone...


 

© Anima Guzzista