VII° TROFEO DECCLA CARTAGENA 2004
Testo di
Fange. Foto di Fange e Peppe
A molti
appassionati di Guzzi sportive piace navigare con la
fantasia attraverso i mitici anni ’70, quando si era ancora
al sicuro da punti patente ed autovelox e sulle strade si
vivevano episodi molto più selvaggi di quanto non si veda
oggi. Certo, ne ha guadagnato la sicurezza, su questo non si
scherza, ma non si può negare il fascino dei racconti di chi
trent’anni fa era già abbastanza grande per ritrovarsi su
qualche passo di montagna del Bel Paese alla guida di un V7
Sport, magari con un mitico Ducati SS carter tondi alle
costole e chissà, pure con un Triumph Bonneville che
arrancava cercando di tenere insieme tutti i pezzi…
Il
pensiero che un V7 Special del ’69 potesse sfrecciare
sull’autostrada a 180 all’ora sverniciando impunemente nei
curvoni i 750 Four ed i Kawa Z1 mi porta ad invidiare in una
certa misura i protagonisti di quelle gloriose (almeno per
la Guzzi) epoche.
Ora vengo a sapere che come nel cult-movie “Il mondo dei
robot” interpretato dal grande Yul Brinner, nel quale
venivano proposte ai turisti tre epoche diverse
perfettamente riprodotte in cui passare le ferie (antica
Roma, Medioevo e Far West), in qualche posto,
abbastanza lontano ma comunque raggiungibile, qualcuno è
riuscito a rimettere insieme i frammenti di quell’epoca
motociclisticamente così attraente ricreando praticamente lo
stesso clima, lo stesso livello tecnologico e lo stesso
spirito da Continental Circus che si respirava nei favolosi
Seventy.
E
allora che facciamo? Semplice, prendiamo la prima macchina
del tempo che passa e ci fondiamo come pazzi in questa
utopia incredibilmente trasformata in realtà dalla passione,
dal coraggio e dallo spirito d’iniziativa di alcuni
appassionatissimi che in mezzo alle moto ci lavorano, ma che
hanno come primo obiettivo quello di trarre emozioni dal
loro lavoro, di divertirsi con chi gli sta intorno e di
creare un micromondo migliore possibile nel quale vivere
ogni giorno…
Il
viaggio per Cartagena è lungo, aereo da Roma a Girona, poi
700 km in auto a nolo fino al circuito. Non è uno scherzo ma
tra una minchiata di Peppe (incredibile, direi che per
quantità e qualità raggiunge addirittura il livello di
Goffredo!), una paella, un casello ed un pieno di benzina,
il giovedì sera verso le 20.00 siamo in albergo, o meglio
non un albergo qualsiasi ma da Manolo, eletto ormai a base
operativa e logistica di Anima Guzzista!
Bacin bacetti con tutti i presenti, cena a base soprattutto
di cerveza come fanno i veri piloti (!) e poi a nanna che
domani i chilometri da fare in pista sono tanti. Intanto sta
arrivando anche Nello che eroicamente porta la nostra moto
insieme alla sua col furgone di CP.
La
mattina seguente ci rechiamo al circuito: spettacolo!!
E’
tutto uno scaricare moto dai furgoni e dai carrelli, Guzzi
Guzzi e ancora Guzzi, qualche ducati bicilindrico a coppie
coniche, un Ducati mono 400 Desmo, qualche BMW due o tre 4
cilindri jappy e poi le piccole Ossa, le Montesa e altre
prelibatezze. Insomma, tutta roba puramente anni ’70.
E
i nostri? in tre box affiancati, compreso il Team Moretti,
che non avevo ancora mai avuto l’onore di incontrare di
persona, con una moto dal serbatoio di puro carbonio
scintillante. E la festa è già cominciata. Cosa può volere
di più un appassionato?
Arrivo in albergo |
I primi turni del
DAJERGASSE Team |
Vita di box del
Team DAJERGASSE e del Team
GasGoNel
|
La Moretti Bike |
La Orazio Bike |
La Votantonio Bike |
Dopo aver compilato
i moduli burocratici iniziano i turni in pista, tutta la
giornata a disposizione, una pista al nostro servizio e
nessuna “testa calda” con l’intenzione di rovinare la festa
a qualche malcapitato. La storia si preannuncia perfetta.
Parte CP e infila
subito un tempo meglio dell’altro, manco conoscesse la pista
a memoria e sarà la nostra salvezza (mia e di Peppe), poi
capirete perché.
2’10”, 2’8”, 2’6”,
2’4”, CP sembra un martello pneumatico, ogni giro tira giù
secondi e la moto sembra andare benissimo. Poi sale Peppe,
anche lui gira bene, lontano da CP ma non accusa nessun
timore reverenziale verso la pista. Quando torna ai box sono
già pronto con la tuta, infilo il casco e vado e non ho il
tempo di sentire i commenti di Peppe. Entro in pista sul
rettilineo e penso “Sta pista m’ho me la magno!!”… see, un
par di pelotas!!!
Imbocco la curva
alla fine del rettilineo un po’ troppo sicuro e il cordolo
esterno arriva a fil di ruota con una velocità che mi
impressiona, raddrizzo la moto, mi attacco ai freni e cerco
di tenerla dentro: “NO NO, non posso uscire così da fesso,
magari rompo pure qualche pedana e abbiamo appena iniziato a
girare”. Con la forza della disperazione tengo la moto in
pista e questo episodio mi farà capire che forse dai tempi
delle ultime imprese in pista la panza è cresciuta un po’
troppo e ai muscoli era meglio non firmargli le ferie
proprio in questo periodo…
Nonostante questo i
tempi sono stati più che buoni, mi sono comunque tolto la
soddisfazione di diversi sorpassi in curva ed in staccata e
il divertimento è stato tanto, ma tanto, ma proprio tanto.
La stessa curva
mieterà nei successivi turni molte parti meccaniche di altre
moto: il Team Moretti ci lascerà il serbatoio in carbonio,
svariati Team a me sconosciuti solcheranno molte volte la
ghiaia, il Guzzi numero 23 dell’Xtra Team si autoeliminerà
da solo andando perfettamente dritto mentre stavo cercando
di passarlo e non ultimo Goffredo con la Numero Tre,
imparerà che per passare un avversario (nel caso specifico
Davide) al massimo si può salire sul cordolo esterno alla
curva ma non andare dieci metri più in la come ha fatto
lui!! Insomma, una curva veramente bastarda.
Dopo la foto ho
infilato il Kawa...LO GIURO!!! |
Il DAJERGASSE Team |
Sulla griglia di
partenza. (vestiti Armani!!) |
Vita di paddock: Alessandra e la
piccola Viola
|
CP pronto al via e
Peppe che fa da cavalletto!! |
Primo cambio pilota |
Ma delle vicende in
pista si sta parlando già molto su questo sito.
Mi sposterei su un
po’ di sano gossip Cartageniano…
Straordinarie le
impressioni di vari Guzzisti che non avevano mai usato una
moto con il telaio Tonti (la doppia culla per capirci) e i
carburatori Dellorto PHF da 36 o da 40!!!
Si tratta di questa
generazione di Guzzisti ad iniezione troppo abituati a
muovere un potenziometro con la mano destra piuttosto che a
tirare su due belle valvolone 60/3 smussate come Dellorto
comanda, con le loro brave molle di richiamo che sembrano
fatte apposta per far salire la temperatura dei tendini
dell’avanbraccio.
Nel nostro box ad
esempio i due V11 muniti, Peppe del Team DAJERGASSE e
Goffredo del Team GasGoNel, non si capacitavano della
mascolinità richiesta dalle moto a loro disposizione.
Peppe:“Ma che questo
me lo chiami comando der gasse!! Questo va bene pe Lou
Ferrigno, no pe girà ‘n ‘pista!!” E Goffredo pensando di
avere a che fare con un cambio difettoso rilanciava:”Non mi
entrano le marce, è incredibile, è pazzesco, io cambio e la
marcia non entra, sul V11 cambio col pensiero e qui invece
avrò sfollato tre volte in un giro!!”
Non sapevo più come
spiegare a Peppe che i comandi del gas dei Le Mans sono
tutti così e a Goffredo che se non aspetta quei quindici o
venti secondi la marcia sul cinque marce non gli entrerà
mai!
Ma tanto hanno detto
e tanto hanno fatto che CP ha cominciato a lavorare sul gas
di Peppe e Nello sul cambio di Goffredo. Peppe è pure
riuscito a farsi vendere due manopole maggiorate nel
diametro per diminuire lo sforzo da un tedesco che le aveva
di scorta. Goffredo invece è stato più radicale: è riuscito
a convincere Piero GasGas a sdraiarsi in una curva a
sinistra per tranciare tutto il comando del gas e poterlo
così mettere completamente nuovo (un caro saluto
all’infortunato Piero).
Ma è impossibile
rendere per iscritto ciò che le mie orecchie hanno sentito:
Peppe:”Ai primi giri
fatti co sto cancello c’ho avuto l’impulso de scenne e
buttallo pe fratte…!! Meno male che poi ho cominciato a
abituamme…”
Goffredo:”Con questo
contagiri è impossibile sbagliare regime…”, indicando con il
dito la plancia della sua moto completamente vuota visto che
il contagiri si era rotto prima della partenza dall’Italia e
la caduta di Piero aveva tranciato pure il cupolino…
Mha, bisogna
capirli, le vecchie Guzzi fanno innamorare anche per questo,
si concedono poco per volta e solo quando hai imparato a
conoscerle perfettamente allora le ami.
Certo che guidare
una di queste moto in una pista supertecnica e tortuosa come
quella di Cartagena non è proprio uno scherzo, se poi ci si
mette l’anteriore ballerino come quello della nostra moto
diventa ancora più difficile.
In curva, la ruota
anteriore della nostra moto non faceva altro che saltellare.
Un saltellio costante, ritmico, perfettamente sincronizzato
con l’angolo di piega, più piegavi più lei saltellava. Nel
box chiaramente le discussioni tra me e Peppe erano
infuocate:”Ma se diminuiamo il freno in estensione
diminuendo anche lo sfilamento della forcella nelle piastre
con un conseguente riquadro del cerchio per tre e
quattrordici mentre Nepero dice antani guardando a
destra….?”
Dopo due o tre ore
di teorie sui più profondi meandri della dinamica della
motocicletta ci rivolgiamo a CP esponendo ciò che per noi
era il risultato di quelle elucubrazioni mentali:
“Claudio ma se
provassimo…”. CP ci guarda per un lunghissimo attimo, prende
fiato perché ogni parola che egli dice gli costa una enorme
fatica e sentenzia:”Io ho girato in 2 e 1, la moto va bene,
dateje er gasse!”.
Chiaramente ciò ha
significato la fine del discorso…..!!!
Ora capirete perché
in questa situazione la sentenza di CP ha impedito che io e
Peppe stessimo due giorni a sfilare e infilare la forcella,
regolare il freno idraulico in
quattordicimilaseicentoventidue posizioni diverse che
combinate con le sedicimila regolazioni del precarico molla
sarebbero risultate almeno quattromilioni e trecentomila
prove da effettuare. Considerando che CP girava almeno dieci
secondi sotto a noi il discorso si è chiuso. Certo girare
con l’avantreno ballerino non faceva un gran piacere e si
scoprirà poi al ritorno che la colpa era di una deformazione
della costosissima gomma Avon Racing nuova di pacca. Inutile
dire che la Avon ha ricevuto le mie più sincere attenzioni
appena saputa questa notizia.
I fatti degni di
nota sono giusto lo sbiellaggio del motore dopo quasi 4 ore
di gara e 90 giri fatti ad un ritmo ottimo che ci aveva
portato intorno alla sesta posizione della categoria open.
La causa è ancora da appurarsi ma le ipotesi più probabili
sono la rottura della pompa dell'olio o l'otturazione di
qualche canalizzazione dell'olio nell'albero motore.
Comunque sapremo presto l'esito dell'autopsia... I due
giorni di Cartagena comunque erano quasi finiti e alla fine
il buon umore ha prevalso sui primi momenti di sconforto e
delusione.
Per il resto sono
state emozioni, emozioni ed ancora emozioni. Il clima
amichevole era ben condito con quella minima dose di sano
spirito di competizione che se non ci fosse stato avrebbe
reso tutto più insipido. E quando dico “sano” intendo
proprio dire “sano”. Secondo me il segreto del successo di
queste gare è tutto qui. Si respira lontano un miglio quel
clima di “casereccio” che fa vedere in ogni vite di ogni
moto le notti passate nel garage, le preghiere fatte
all’amico o a quello che ha messo l’annuncio sul giornale
dei ricambi usati per avere il pezzo mancante nel puzzle del
mezzo a poco prezzo, il fatto di accorgersi un’ora prima
della partenza di essersi dimenticati di mettere l’olio
nella coppa quando magari tutti i ricambisti del mondo hanno
appena chiuso la saracinesca, il non avere la minima idea
mentre si rimontano le testate di come si porterà la moto
fino in Spagna o semplicemente il montare una tavoletta di
legno tenuta da due fascette in plastica per colmare il
vuoto che è venuto fuori tra codino e serbatoio una volta
messa insieme la moto (grande Nello). Questo è Cartagena,
l’unica vera, autentica, funzionante macchina del tempo che
io conosca!
V
Fange
PHOTO GALLERY
Le prove della
settimana precedente la gara a Cellole |
La "rozza"! |
Peppe in pista a
Cellole |
Durante il viaggio sosta a
Tarragona (non
c'entra niente ma è veramente carina) |
Vita di paddock |
Vita di paddock |
Dopo la foto ho
infilato il Kawa, LO GIURO!! |
La moto del
DAJERGASSE Team col motore
grippato
|
Peccato mancavano
solo due ore... |
Delusione |
Delusione |
Delusione che
diventa scherzo |
Delusione che
diventa scherzo |
Delusione che
diventa scherzo
con GasGas
ammaccato |
Fine della gara |
Fine della gara |
Goffredo si è
spremuto in pista |
La Minchions bike |
|
La Orazio bike |
La DeMartin bike |
Team Votantonio |
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Team Votentonio con
Scola e Tiziano |
Il Minchions Team
con Scola e Tiziano |
Il DAJERGASSE Team
con al centro CP |
|
Foto di gruppo |
Foto di gruppo |
Foto di gruppo |
Foto di gruppo |
Targa che la Deccla
ha
offerto ad Anima
Guzzista |
Medaglia al
GasGoNel Team
|
Team GasGoNel |
Medaglia al valore
di chi
ha partecipato |
Noi valiamo!! |
CP stappa e brinda |
Lo staff di Anima
Guzzista |
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© Anima Guzzista
|