7° Trofeo Deccla Cartagena 2004

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VII° TROFEO DECCLA CARTAGENA 2004

 


 Testo di Goffredo. Foto di i' Babbo, Fra, Peppe e Fange

 


Premessa

Ci sono eventi difficili da raccontare. In genere, più una cosa è emozionante, più difficile risulta trasferire tutta questa emozione attraverso una tastiera. Stamattina sono uscito a comprare il latte perché era finito. Ecco, visto? Non è stato difficile scriverlo. Del resto non è stato nemmeno particolarmente emozionante: nessuno mi ha preso il tempo dall'entrata alla cassa, e nessuna massaia mi ha passato all'interno, staccando di bestia davanti al reparto surgelati. Ma per Cartagena, come faccio? Da dove comincio? Facciamo così: un breve racconto della gara e dei giorni che l'hanno preceduta così come l'ho vissuta, poi delle foto e quattro nomi, saluti, ringraziamenti e quant'altro, va bene? Mi dimenticherò senz'altro di qualcosa o qualcuno ma pazienza. Proviamo.


Esserci

La prima cosa da fare è decidere di farlo. E dopo aver vissuto dai box l'epica impresa degli originals Minchions a gennaio, la decisione è presa: s'ha da fare. Una volta almeno nella vita, ma qui tocca ritornarci: troppo bella l'atmosfera, troppo simpatici tutti, ma proprio tutti e poi troppo divertente l'idea di ritrovarsi in pista fra così tanti amici. Insomma, la decisione è inderogabile. Si parte alla costituzione di un Team. Vi risparmio le telefonate, i messaggi in lista, gli accordi internazionali, ufficiali e quelli sottobanco; le offerte in nero, quelli che dicono: "ci sarò" e poi hanno il gomito che gli fa contatto col ginocchio... Mentre in Brianza si favoleggia di team dove pure i piloti hanno il riporto al birillio ecco che sull'asse Parigi-Rapallo-Roma prende vita il GasGoNel Team: Piero alias Gasgas, il sottoscritto e NelloBelloaMandello. La moto sarà la Le Mans 850 di Nello, opportunamente preparata dal Nello medesimo ed impreziosita da vari ammenicoli pistaioli tra i quali un serbatoio endurance ed un codino vagamente retrò. Il serbatoio dimosterà in seguito di non essere all'altezza del proprio nome, risultando bucato. L'inconveniente costringerà Nello a lasciar perdere i lavori di verniciatura finale ed a rimontare il serbatoio originale, impreziosendo il tutto con una zeppetta in legno per colmare la distanza tra la sella ed il serbatoio originale, più corto di quello da endurance previsto.

Poveri ma belli

Oltre l'inconveniente del serbatoio, durante gli ultimi tests (eh, fico, eh? Tests...) di Nello (leggasi: tirate a palla sulla Roma - Fiumicino) si rompe il contagiri. A Cartagena, i piloti del Gasgonel andranno ad orecchio. I poliedirici, partiti uno in aereo da Parigi, uno in furgone da Roma e uno in auto da Rapallo, si incontrano al Manolo, ormai leggendario Hotel di Cartagena. Anzi, non si incontrano visto che io e Fra ci accodiamo alla comitiva lombarda che graziosamente ci carica ad Alicante, la notte di giovedì. Tra frizzi e lazzi, arriveremo in albergo alle 3 di notte. Appuntamento quindi rimandato al giorno dopo, direttamente in pista. Dividiamo il box con il Dajergasse Team. Claudio (alias CP, lieve cenno del capo), Fange e Peppe insieme sono uno spettacolo. Peppe è un vulcano continuo di battute (secondo Fange: di minchiate) e Fange non è da meno. Claudio per non sentirli, inizia a girare in pista in 2:02, così, tanto per capire la pista...
Ad allietare il box Cristina, Benzin Manager e cronometrista con il cellulare figo e Fra, secondo meccanico e cronometrista anche lei (ma con cellulare meno figo) che si occuperà di prendere anche i tempi di quei tre sfigati di cui sopra. Ma non divaghiamo ed entriamo subito in pista: la sessione di prove libere del venerdì inizia! Inizia ed io sfollo! Una, due, tre, quattro, cinque volte! Neanche la Fallaci sfollerebbe in questo modo. Non va meglio a Piero e nemmeno allo stesso Nello. Insomma, mettere la terza è un terno al lotto, mettere la quarta un ambo al sette e.. no, vabbè mi sono impicciato. Per farla breve, abbiamo il cambio che non cambia. Peppe è implacabile: "A Goffrè, t'ho passato alla chicane... Me parevi lento... Qualche problema?" "No, Peppe, a noi ci piace farle in folle le chicanes, siamo fatti così"...
E a forza di sfollate, il motore protesta. Proviamo a ripartire nel pomeriggio ma andiamo ad un cilindro solo! Una valvola si è storta, troppe sfollate, troppi fuori giri. Grazie ai servigi di Claudio che le valvole le raddrizza solo mettendogli paura (GIURO!!! Lui le fissa, loro si cacano adosso e si raddrizzano da sole!!) e Bruno Scola che ci piazza "come nuova, neh" una valvola appena scartata dalla moto di Davide, ripartiamo. Facciamo in tempo a rompere completamente il cambio, spezzando la leva, a montarla al contrario, sfruttando i preziosi consigli di Fabio (grazie mille!) e ripartire: funziona anche meglio di prima. Ma è molto duro e resta comunque molto frustrante dover guidare aspettando, dopo ogni cambiata, di sentire che la marcia sia entrata; la testa è tutta concentrata (tutti e nove i neuroni) ad azzeccare gli inserimenti e non si ha tempo per badare come si guida... Ed i tempi del venerdì lo confermano... Piero sarà quello che girerà meno di tutti il venerdì, complice un dritto in una curva che, decisamente, non gli risulterà simpatica... Nel frattempo, al box a fianco, la moto numero 1 riceve le attenzioni della sua scuderia. Per le prossime edizioni, bisognerà ricordare a Mauro Iosca di chiamare anche delle danzatrici del ventre, degli incantatori di serpenti, dei suonatori di liuto e tre o quattro madrigalisti, le uniche figure professionali che non comparivano nello staff dei Minchions... A dividere il box con questa (in)vincibile armada, la leggendaria Le Mans dell'altrettanto leggendario Davide De Martin, affiancato dal duo Frigerio-Indaco. Da notare che Stefano mantiene le promesse e prova a sfidarmi sul piano estetico presentadosi con una tuta sgargiante che sarebbe eccessiva in un matrimonio Rom ma nulla può contro la mia, altrettanto sgargiante, ma di sei taglie più aderente... Se non altro, la coppa Cocò Chanel, sarà nostra! Al box alla nostra sinistra, la Le Mans di Orazio era semplicemente spettacolare nella sua livrea gialla. E non da meno era la splendida e potentissima belva preparata dal Team Moretti.
Poi che altro è successo? Ah sì, abbiamo montato il cupolino, anche se solo mezzo, senza plexiglass, e a fine giornata abbiamo aspettato un' ora prima di mangiare a cena, poi però si è mangiato bene pagando poco e quindi, signora mia... Ma non è importante. Poi tutti a nanna e arriviamo così a Sabato!

La mattina, dopo arriviamo gasati in pista per le qualificazioni. Noi non brilliamo particolarmente, al primo giro mi riperdo un pezzo del pedale del cambio. Nello smonta, prova, modifica e rimodifica. In breve, alla partenza arriviamo con una moto dal cambio più che accettabile. I tempi che abbiamo fatto fino adesso non sono eccezionali; dovremo fare di meglio in gara. Gara che inizia con una decina di minuti di ritardo. Si parte in parata e poi ci si piazza ognuno in corrispondenza della sua tacchetta... Ostia come siamo indietro! Meravigliosa la griglia di testa che vede tre equipaggi italianos nelle prime dieci file capeggiati dal Team Moretti che ormai ha fatto capire a che gioco sanno giocare... Io sono in 26 fila. Nello tiene la moto, ecco che la bandiera è abbassata: si parte! Che emozione! Alla prima curva si capisce di essere sì in una gara con tutti crismi, ma animata da uno spirito di competizione onesta e sana: nessuno regala niente, sia chiaro, ma nessuno, soprattutto al primo giro, si produce in quelle infilate da pirla così frequenti anche nei più banali turni in pista di casa nostra. La pista si rivela subito per quello che è: un parco giochi. Ho memorizzato le indicazioni di Claudio e Peppe (grazie!) e quindi non seguo il mio istinto (di conservazione) che mi suggeriva di mettere la seconda qui, e la seconda là ma provo a lasciar andare la moto di coppia. Una goduria. Il problema è che si tocca troppo presto! Abbiamo le forcelle forse troppo sfilate o le pedane non abbastanza rialzate... Fatto sta che il cambio è di nuovo maciullato e rientro ai box. Mentre avvitiamo la punta del freno posteriore al cambio, al posto del pezzo di pedana lasciato in pista, Nello e Piero riportano gli steli in basso. Sarà Nello a rientrare in pista con la moto che sembra un po' una custom ma almeno si piega tranquilli.

Partenza: perfetta sintonia tra i membri del team

Ecco i primi passaggi...

Il cambio è di nuovo frullato. Si tirano giù gli steli per guadagnare un po' più di luce a terra

Sembra andare molto meglio...

Nello insegue la splendida (e velocissima) Guzzi del Team Moretti

Tocca a Piero! Entra in pista e si immola pur di sbarazzarsi una volta per tutte della leva del cambio!


E Piero pensò: qui c'è un solo modo per avere un nuovo cambio...


Nello volteggia fresco e sicuro e anche lui abbassa subito i tempi di ieri. Cede la moto a Piero che dopo un paio di giri di rodaggio - praticamente non ha ancora fatto un giro lanciato, con tutti i casini che ci sono capitati tra venerdì e sabato! - inizia a buttare giù secondi: 2,24, poi 2,21, eccolo che passa a 2,18 e... Poi non passa più. Tre minuti, cinque minuti... Siamo preoccupati sì, ma non angosciati: non c'è sventolio di bandiere, men che mai di bandiere rosse, quindi non dovrebbe esserci stato alcun incidente grave; rassicuro Cristina e pensiamo ad un dritto con spengimento del motore. Finalmente dopo altri interminabili minuti, arriva il camioncino dell'assistenza che ci riporta il nostro e la moto. Piero, che indossa il riassunto di una Dainese, spiega di essere andato per margherite nella curva più bastarda del tracciato, una curva in leggera salita a sinistra, in contropendenza, da terza piena. Non sarà il solo. Quel tratto di asfalto a fine gara sarà una sorta di magazzino di ricambi... Al box, sollevati dal fatto che Piero sembra non riportare danni seri (sapremo solo dopo che Piero si è fratturato tre costole...) si inscena un gioco delle parti: Piero si sente in colpa, io e Nello fingiamo disinteresse per la gara: "ma sì, forse si ripara, forse no, ma cosa importa! L'importante è la salute..." In mezzo a tutta questa filosofia, si inizia una stima dei danni. Il cupolino lo leviamo e non se ne parla più, la forcella sembra dritta, ok. Pipetta kaputt. Che qualcuno c'ha una pipetta? - Il grido si leva dai box. Candela! Ci serve una candela. Che numero è? Bruno, ne hai di scorta? Ma che cacchio di candele sono queste?.. Dopo l'infruttuosa ricerca tra le candele speciali al nitruro di miononnesio calibrate alla fragola nella cassa di Bruno, una candela normale salta fuori. Il motore, nonostante il Lafranconi sinistro adesso rechi la scritta " RI ERV T COM E IZ ONE" e finisca a falce di luna, gira come se niente fosse. La pedana del cambio, lei, non è più. Forse ora riposa nei celesti pascoli delle pedane; forse dal solco che ha scavato nascerà un rigoglioso ginepro. Non lo so. Chi può dirlo? Di sicuro, attaccata alla nostra moto non c'è più.

In quei giorni, un poverello si avvicinò a San Mauro..


Ci servirebbe un gruppo leva-pedana completo. Arriva Mauro Abbadini, che viene distolto a forza dal suo box dove contemplava la sua magnifica 53, che dopo aver impressionato tutti, girando più volte sull'1;51, aveva appena deciso di mangiarsi l'albero motore! Abba si china sulla nostra moto. Nello sta provando a risistemare i leveraggi superstiti. "No, no.."- interviene Abba: "leva tutto. Leva tutto da qui a qui". E da qui a qui significa dal rinvio del cambio alla pedana, tutto nuovo. Montato, fresato e forato lì, all'impronta. Et voilà. Ci raccomandiamo ai fotografi di farci le foto solo a sinistra dove spicca la pedana racing di Abba e di evitare il lato destro dove c'è " er pezzo de fero co ' lo scotch". Non mancano nel frangente i suggerimenti dei miei genitori che sono venuti a vedersi la gara con i genitori di Fra. Ovviamente si tratta di consigli ispirati più dai legami di sangue che dalla conoscenza del mondo delle moto. Nell'ordine: "ma non vorrete mica ripartire?"

"Ah, ma tanto non si può riparare, vero?"

"Ma perché non vi limitate a provarla pianino nel parcheggio?" .

Intanto Abba comunica: "mettiti la tuta, che fra tre minuti la moto e pronta". Vado! Che dire? Quel cambio non lo toccheremo mai più! Tutti i problemi di innesto spariti! Un cambio assolutamente perfetto e posizionato a prova di grattata. Siamo ormai la supermotard del gruppo, senza cupolino, e ci lanciamo! Al secondo giro mi lancio un po' troppo letteralmente. Per una volta che riesco a fare il discesone come si deve ecco che arrivo lungo alla staccata successiva, la più facile del circuito. Sì, sì, andare dritti lì significa essere davvero dei minchions, avete capito bene. Non spengo la moto, né provo a darle un minimo di direzione fino a che sta lì impegnata a fare il rodeo sulla sabbia ma l'assecondo fischiettando. Lezione che mi servirà sul finire della gara. Adesso c'è spazio solo per il puro e totale divertimento. Inizio ad abbassare i tempi considerevolmente e in un attimo appare il cartello Box! Mi fiondo dentro e... Nello sta sdraiato intorno alla moto di CP!! Cosa conta una gara quando c'è da aiutare un amico col motore in panne? Grande Nello... Riparto sotto gli occhi divertiti degli astanti (cioè, divertiti per modo di dire: anche col casco, percepisco distintamente un: 'ah ah che coglioni!") per dare tempo a Nello di prepararsi. Sale in moto e si lancia per il penultimo turno anticipandomi che mi rilascerà la moto per il turno finale. Tra tensione, emozione e stanchezza mi sembra di avere appena il tempo di scendere dalla moto per andare al bagno perché tocchi di nuovo a me. L'ultimo turno è fantastico. La moto va perfettamente, mi diverto a descrivermi, anche ad alta voce (!) nel casco le manovre da eseguire, e ho la nettissima sensazione di fare meglio ad ogni giro. Mi resta il complesso della "Curva Gasgas", davvero bastarda e che affronterò con eccesso di prudenza fino alla fine.


Nello riparte: la moto è ormai in versione dirt-track

riparto io

Nello in piega

Nello mi cede la moto per l'ultimo turno

È finita! Stanco? Chi io?

Francesca, cronometrista e aiuto-meccanico

Mauro non verrai mica in mutande a farti la foto?!

The Mighty Gasgonel Team!

La splendida Targa regalataci dalla Deccla


Ma sarà mica l'indegno?...


Siamo agli sgoccioli della gara. Ad un certo punto vedo in fondo al rettilineo la Le Mans di Davide che appare stranamente alla mia portata (saprò dopo che hanno fatto gli ultimi giri con una ruota posteriore che non a posto). Lo agguanto alla chicane, mi ci incollo dietro per tutto il curvone, allargo appena appena appena mentre inizia la staccata e di terza piena lo passo all'esterno! Inizio subito a ridere pensando alla faccia di Davide e al pensiero di quanti nanosecondi gli serviranno per lavare l'onta: tenete presente che per lui io sono semplicemente "l'indegno". Sono ancora davanti alla "Curva Gasgas" e resisto al suo attacco al discesone; la staccata successiva - ormai! - l'ho capita pure io e mi lancio per avere del margine alla staccata della palma. Ma è una battaglia persa: a forza di pensare da quale lato mi starà attaccando, arrivo largo e pinzo tardi, Davide mi infila sul cordolo che è una bellezza, ma non è finita! Vedo che se alla curva dopo e per tutto il rettilineo mi prende parecchio, in tutto il resto del circuito gli resto incollato! Dopo un giro, mentre ci si rilancia nel rettilineo, Davide gira il casco e gli leggo in faccia: "eh ma che due palle, ancora qui?". In quel momento preciso (The moment of the Minchia) decido che posso - devo! - attaccarlo in staccata, alla fine del rettilineo. Appena pinza, mi tuffo! Tanto, come dice Peppe, la pista è larga, hai voglia a correggere una traiettoria. Il problema è che ho deciso di prendere come riferimento Davide. Che di pinzare, di darmi una sia pur vaga chance non ne ha la benché minima intenzione. Davide semplicemente non stacca, o almeno così mi pare e quando lo vedo sparire sulla destra faccio solo in tempo a dire "oh oh" ed ecco che sono di nuovo per margherite. Faccio tesoro delle esperienza acquisita nella precedente scampagnata e dopo una breve visita nelle regioni limitrofe al circuito rientro in pista. Bastano due curve per levare la sabbia dai pneumatici. Qualche giro ed ecco un cartello:" Ultima Vuelta". Faccio l'ultimo giro più veloce che posso ed infatti segnerò il mio miglior tempo proprio all'ultimo. Il passaggio sotto la bandiera a scacchi è un' emozione fortissima. Poi la festa ai box ed il via alla seconda gara, quella dei commenti, delle analisi, degli sfottò. La premiazione avviene come al solito al ristorante del circuito, dopo la cena a buffet. Veniamo premiati tutti ed in più, come Anima Guzzista, riceviamo una targa di ringraziamento da parte della Deccla che, lo dico francamente, a momenti ci lasciavo la lacrimuccia. Che altro dire? Non saprei. Una delle esperienze più belle della mia vita. Farò di tutto per esserci di nuovo a gennaio. E a settembre, e a gennaio, e a settembre...

Personaggi e interpreti / Ringraziamenti vari / Amore cosmico:

Cosa sarebbe stata questa due giorni di Cartagena senza:

Mauro Abbadini.
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purtoppo il testo è coperto dal fragore della standing ovation! Ed in ogni caso non ci sono parole. Grazie.

Miguel Angel, Teto, e tutto lo Staff Deccla.
Grandissimi. Sempre gentili con tutti. Poi quest'anno c'erano effettivamente meno fave a tavola!..


Nello.
Meccanico (e che meccanico!) pilota, saldatore, navigatore, poeta e filosofo. Un cuore più grande del naso (e ho detto tutto!). L'anno prossimo il Team si chiamerà NelloBello Team. Mi spiace, Nello, ma l'abbiamo scelto in due: maggioranza vince, caso chiuso. Hare Nello, hare hare!

Piero.
La sua reazione dopo il pindarico volo mi ha fatto venire in mente quella storia del guardiano dello zoo di Londra, al quale una tigre staccò a morsi un braccio. Gli chiesero un commento e lui disse: "ah, un contrattempo che stava quasi per guastarmi la giornata"... Un grande, peccato che la sfiga lo abbia bloccato prima che potesse esprimersi.


Fra.
Vabbè, è mia moglie, ma è obbiettivamente un mito! No, dico, spassionatamente...


Cristina.
Corre voce che abbia fatto delle foto fantastiche... Vero? Vero?? :-)) Grazie mille per assistenza e sopportazione!


The Anima Guzzista Minchions Ensemble featuring Tutti Quanti:
Ma quanto, quanto valete??!!!
Arrivederci a tutti a gennaio!

G.

 

NUOVA PHOTO GALLERY (Photos by Alessandro. Nessuna foto è stata alterata. Giuro!)

Per fermare Alberto... Ogni mezzo è lecito: parte l'operazione distrazione

Ma quanto vale quest'uomo?

I nostri sbonsorz

The one, the only, the Ultimate Nello

Ma... Ah, ora capisco!!

La moto del Gasgonel, termina la gara col motore perfetto...

© Anima Guzzista