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CRESPI D'ADDA, VILLAGGIO INDUSTRIALE DI INIZIO NOVECENTO

Le esperienze ti passano davanti come una immaginaria lunghissima pellicola di un film in proiezione, con sempre nuove immagini, nuovi scenari, nuove situazioni, in continuo movimento ed evoluzione. La fame post adolescenziale ti fa divorare quelle immagini, poi giunge il momento in cui l'ansia si placa e desideri prendere alcuni dei fotogrammi che ti sono passati davanti in rapida sequenza per fermarli, farli tuoi, appenderli nelle pareti dei tuoi piaceri per poterli rivedere ogni mattino, come quando passi davanti al quadro appeso in soggiorno prima di entrare in cucina per la colazione e che ancor meglio gusti la sera vedendolo dalla tua poltrona, in relax.

Perchè l'ansia giovanile ti è servita per formare il tuo gusto, il tuo carattere, i tuo tono, e quei fotogrammi senti che fanno parte della tua fattura, cellule visive dei tuoi tessuti cerebro-passionali. Momenti che ti sono piaciuti, che ti hanno appassionato, attimi che vuoi conservare per sempre.

 

 

 

A Crespi d'Adda un lungimirante e visionario imprenditore ha col tempo costruito un luogo magico, lontano dalla modernità dei palazzi luccicanti d'acciaio e vetro, contenente un gusto unico che è facile cogliere in ogni aspetto, dal suono lieve del quotidiano alla luce mai troppo vivida, al profumo dato dal punto di incrocio di due fiumi e dai mattoni stagionati tra sole e umidità. Oggi c'è chi vorrebbe radere al suolo il cuore del villaggio: la fabbrica della tessitura, per farci l'ennesimo inutile roboante chiassoso abbagliante puzzolente emicranico centro commerciale. Chissà, magari pur modernissimo, con veloci tapis roulant e rampanti scale mobili, finanche con linee ardite, al passo coi tempi, per soddisfare i bisogni della società d'oggi e di domani.

 

 

 

Alberto è nato a pochi passi da qui, ed ha il V11 Sport appeso nelle sue pareti come il villaggio vicino. Perchè il V11 Sport ha la sua dimensione definita nella sua grande forza evocativa, ha il suo sapore preciso, è moto finita nel suo gusto inconfondibile, incorruttibile alle tendenze moderniste e ipertecnologiche. E' una moto che qualcuno classificherebbe con quello slow food oggi tanto in voga per identificare uno stile ben preciso, fatto di abbandono del superfluo e del costruito per lasciarsi trasportare dalla sua forza autentica, semplice, unica, decisa come mai invadente, calda senza eccessi.

E questo, oltretutto, non è un V11 Sport qualsiasi, ma è il primo pensato forgiato in metallo: l'esemplare primo, esposto al Salone di Milano alla fine del secolo scorso. Così il piacere di averlo con sè è ancora più tipico e stimola ancor più al lavoro di ricerca delle emozioni che ci hanno accresciuto. E' a tal fine che si deve l'accurata ricerca e affinamento a cui l'amico minchia Mauro Iosca ha provveduto. A cominciare dall'aggiunta più forte, caratterialmente parlando: la semicarena di quell'Arturo Magni che in fatto di gusto e sapore ha riempito pagine di storia del motociclismo. Così il V11 Sport prende con sè qualcosa di un'epoca magica (perlomeno per noi quarantenni inoltrati persi), quella che attraverso le schermaglie sportive dell'endurance ci fornirono fotogrammi e fotogrammi di stupore e meraviglie, tra zampe d'elefante, capelli lunghi, Sticky Fingers e tanta birra nel corpo e nel polso. Mauro ha magicamente miscelato questo ingrediente stemperandone l'irruenza e la dominanza stendendo un bel rosso uniforme, dando ancor più l'effetto di inserimento indolore, di fusione naturale col resto, come se questa motocicletta fosse nata così. Certamente è nata anche così, dopo aver avuto la fortuna di conoscere il suo creatore (e i relativi studi e bozzetti), quel Mago Merlino Marabese così capace di racchiudere nelle sue Guzzi tutta la storia della fabbrica.

 

 

 

Entrare in dettagli tecnici qui è certamente fuori luogo, anche perchè al di fuori di quello che i naturalmente affini alla filosofia sopra descritta avranno già colto (come le belle ruote raggiate e raggianti) non c'è molto altro da dire e certamente nulla di tecnicamente eclatante. Nulla più del piacere semplice che questo piccolo frammento di storia sa dare.

 

 

 

 

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© Anima Guzzista