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So eighties!

di Alberto Sala. Foto di Filippo Barbacane

 

 

Filippo mi ha fregato anche stavolta.

E sì che in questa occasione si cimentava in un ambito piuttosto difficile. Ormai, quante cafè racer su base Guzzi abbiamo visto, circolanti su strada e su internet oltrechè nelle riviste? Una tonnellata. Buona parte tendenzialmente dallo stile kraut-teutonico, seimila delle quali col codino di Chiodino e coi serbatoi spesso un po' troppo uguali o un po' troppo riciclati. Non me ne vogliano i tanti appassionati che hanno (giustamente e sacrosantemente quantunquemente) piacevolmente trasformato il loro SP: riuscire a stupire o anche solo non cadere nel deja vu non è facile.

Ta-dah.

"Ciao Alberto, ti mando un po' di foto del mio ultimo lavoro, che ne dici, ti piace?" Eh sì, eccome se mi piace! Già a primo colpo d'occhio mi fa tirare un bel respiro di sollievo, così come automaticamente mi mette in moto almeno un paio di idee.

 


Anche in questo frangente siamo di fronte al solito 1000 SP, giuntogli inaspettatamente da un amico, e che naturalmente va liberato dalle sue pesanti e obsolete sovrastrutture. Basta poco per far balenare l'idea di fondo: trasformarla in una specie di via di mezzo tra una moto da short-track e uno scrambler dal sapore eighties, mantenendo però una esigenza fondamentale: la moto deve poter essere utilizzata tutti i giorni, quindi niente stravolgimenti che potrebbero creare qualche problemuccio con le forze dell'ordine, nè scomodità come mezzi manubri o pedane eccessivamente arretrate. "Usabile tutti i giorni" significa anche sostanzialmente comoda. Il manubrio originale può tirare un respiro di sollievo.

 


Altro puntello fissato saldamente è l'utilizzo per lui, una volta tanto, del nobile metallo in tutte le sovrastrutture e le parti di carrozzeria (con l'unica eccezione del faro, strappato da una Griso). Così resto meravigliato dallo splendido serbatoio, di provenienza Honda CB Four debitamente tagliato, stretto e scavato ai lati per ricavarci gli incavi per le ginocchia, ma anche dai fianchetti laterali. Questi sono due dei dettagli più difficili, dove è assai facile ricadere nel già visto o nel poco curato (quanti pezzi di lamiera fatti passare per fianchetti ci siamo dovuti sorbire?).

Ma il tocco di Filippo non si vede solo qui: a primo colpo d'occhio sembra che la moto calzi gommone maggiorate, quasi da bobber. E' solo un effetto ottico, dato dal sapiente dosaggio del nero, nei cerchi apparentemente identici ma in realtà nuovi (con tanto di dischi da 320) e soprattutto tubeless così come negli ammortizzatori Asatek, nella forcella 'bombata' fino a segnare 45 di diametro, e così via. Ammortizzatori e forcella tra l'altro di altezza maggiorata, così da sollevare la linea dell'intera moto per andare incontro allo stile scrambler, imitati dai doppi scarichi ricavati da un paio di Quat-D tagliati e accorciati ai quali ci pensano i collettori fatti a mano a fornire abbondante gas combusto da silenziare. Peccato che non si può (sempre per motivi 'legali'), altrimenti avrebbe dato volentieri una bella spruzzatina di gomme tassellate, sempre per aggiungere scrambleraggio al tutto.

Altri dettagli non certo insignificanti sono il tachimetro annegato nella benzina così come lo strano supporto della restante strumentazione, oppure l'adozione combinata di piastre di sterzo provenienti da un California e concomitante riduzione dell'angolo di sterzo di 1 grado, così il bolide appare più attozzato in avanti. Che dire poi della sella cicciotta? O della cromatura nera del telaio senza averlo preventivamente lucidato, così resta ruvido? Insomma, tanto per cambiare, lo stile di Filippo ha fatto centro anche questa volta. Fortunato chi potrà accattarsela, visto che è in vendita!

www.filippobarbacane.it

 

© Anima Guzzista