CAMPIONATO ITALIANO SUPERTWINS 2006 - MISANO
COMMENTI
Tre o ventisette pensieri dopo Misano
di Alberto
Sala

Beh, che
dire? Due Guzzi che in prova si contendono pole position e secondo
tempo, grande lotta e spettacolo in gara (con un primo giro come se
fosse l'ultimo) culminati con la netta vittoria della MGS/01 di
Gianfranco Guareschi e il podio strappato all'ultimo giro da quella di
Daniele Veghini... insomma, è tutto bello e fantastico, no?
E in
effetti è così, si preannuncia un campionato per noi
zeppo di soddisfazioni, con due MGS in gran spolvero da darci
più che buone possibilità di strappare il titolo, dieci
anni dopo quello di Samuele Sardi con la Ghezzi&Brian.
Solo che,
come spesso accade, ci sono alcuni dettagli al di fuori del puro
aspetto agonistico che danno adito a qualche riflessione, pensiero,
dubbio e preoccupazione.
Perchè
anche solo guardando quello che è successo in pista, durante le
primissime curve del primo giro, ho avuto sì brividi di pura
esaltazione, ma anche uno meno piacevole che (grazie al cielo solo per
un istante) mi ha gelato in rapida progressione tutte le vertebre dalla
cervicale all'osso sacro, mai sacro abbastanza.
Se poi
considero il clima nel paddock durante tutto il weekend di corsa, non
posso fare a meno di constatare una tensione lampante, con tanto di
tuoni e fulmini a sole e asfalto asciutto, che mi portano a fare alcune
riflessioni e a pormi alcune domande.
Gli
ingredienti nella teglia sono molteplici. Metti un team che da tempo,
quasi da solo tiene alto (anzi, altissimo) il nome della Moto Guzzi nel
suo naturale habitat (ricordarlo fa sempre bene), la cui ultima,
sonante doppietta a Daytona è solo uno degli exploit, che ha
però anche in programma di correre con un motore geneticamente
modificato; metti un altro team nuovo di trinca ma che dimostra di aver
già brasato i pirolini dalle gomme grazie a ingenti risorse, a
un pilota coi controcosi e... alla presenza fissa ai box di Mr. MGS/01:
Giuseppe Ghezzi.
Insomma:
una situazione un po' complessa, che per ora ha sì prodotto
vittoria e terzo posto, ma anche una palpabile tensione (il termine
'palpabile' passatemelo come eufemismo...).
Che dite?
Situazioni normali nelle competizioni? Ah, certamente. Sono cose che
capitano: rivalità, gelosie, rivalse, e via di seguito col resto
del campionario dei sentimenti sono all'ordine del giorno. Solo che, in
genere, nelle competizioni c'è chi è preposto a gestirle,
soprattutto all'interno di una stessa marca.
Perchè
è evidente che, se da una parte, il signor Giuseppe Ghezzi come
privato cittadino ha tutto il sacrosanto diritto di dare il suo
contributo di grande (anzi, grandissimo) tecnico e appassionato a chi
desidera, mi viene da pensare comunque che inevitabilmente quantunque
involontariamente nessuno come lui interpreta il ruolo naturale di
'padre' di questa meravigliosa (e forse sottovalutata) motocicletta;
che la sua figura, volente o nolente, sia difficile da limitare entro i
confini della sua libertà di scelta. Con tutti gli annessi e
connessi, riassumibili nella magica parola 'svilupppo' che fa la
differenza, soprattutto tra moto identiche.
Ora,
è ben chiara la strategia della Moto Guzzi: basso profilo e
nessun impegno ufficiale. È una scelta che condividiamo e che
comprendiamo perfettamente: chi scrive era ad Albacete quando Giuseppe
Ghezzi passava di lì per caso, in vacanza... Ma detto questo, un
invito ci sentiamo comunque di farlo ai dirigenti di Mandello: che dal
Mugello in poi ci sia al paddock qualcuno a monitorare queste
delicate situazioni e, se il caso, ad intervenire. Sono cose
importanti, anche in competizioni minori. Ricordo la presenza di
Antonio Idà nei paddock del Campionato Naked di qualche anno fa,
presenza che servì anche a gestire queste difficili situazioni
(che si erano presentate - oh eccome!! - anche nel Naked).
Va bene
l'agonismo, ma non vorrei trovarmi al prossimo appuntamento al Mugello
con una bella frittata all'Arrabbiata, con tutti i contorni possibili e
immaginabili.
Ripeto:
sono naturalmente stra-felice di come sia andata domenica (vi confesso
che ogni tanto ripenso a quello che ho visto al primo giro, foss'anche
per fissarmelo meglio nella memoria): proprio per questo non è
il gusto della polemica a manovrare le mie dita sulla tastiera, ma solo
il desiderio di vedere ancora delle Guzzi 'legnarsi' di santa ragione
in pista, con nell'animo di piloti e team manager solo ed
esclusivamente il più puro ardore agonistico, e non altri
sentimenti assai meno nobili e dagli esiti tanto spiacevoli quanto
pericolosi.
© Anima
Guzzista

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