Campionato Italiano Supertwins 2006

Misano 26/3

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CAMPIONATO ITALIANO SUPERTWINS 2006 - MISANO

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Tre o ventisette pensieri dopo Misano

 

di Alberto Sala

 

Beh, che dire? Due Guzzi che in prova si contendono pole position e secondo tempo, grande lotta e spettacolo in gara (con un primo giro come se fosse l'ultimo) culminati con la netta vittoria della MGS/01 di Gianfranco Guareschi e il podio strappato all'ultimo giro da quella di Daniele Veghini... insomma, è tutto bello e fantastico, no?

E in effetti è così, si preannuncia un campionato per noi zeppo di soddisfazioni, con due MGS in gran spolvero da darci più che buone possibilità di strappare il titolo, dieci anni dopo quello di Samuele Sardi con la Ghezzi&Brian.

Solo che, come spesso accade, ci sono alcuni dettagli al di fuori del puro aspetto agonistico che danno adito a qualche riflessione, pensiero, dubbio e preoccupazione.

Perchè anche solo guardando quello che è successo in pista, durante le primissime curve del primo giro, ho avuto sì brividi di pura esaltazione, ma anche uno meno piacevole che (grazie al cielo solo per un istante) mi ha gelato in rapida progressione tutte le vertebre dalla cervicale all'osso sacro, mai sacro abbastanza.

Se poi considero il clima nel paddock durante tutto il weekend di corsa, non posso fare a meno di constatare una tensione lampante, con tanto di tuoni e fulmini a sole e asfalto asciutto, che mi portano a fare alcune riflessioni e a pormi alcune domande.

Gli ingredienti nella teglia sono molteplici. Metti un team che da tempo, quasi da solo tiene alto (anzi, altissimo) il nome della Moto Guzzi nel suo naturale habitat (ricordarlo fa sempre bene), la cui ultima, sonante doppietta a Daytona è solo uno degli exploit, che ha però anche in programma di correre con un motore geneticamente modificato; metti un altro team nuovo di trinca ma che dimostra di aver già brasato i pirolini dalle gomme grazie a ingenti risorse, a un pilota coi controcosi e... alla presenza fissa ai box di Mr. MGS/01: Giuseppe Ghezzi.

Insomma: una situazione un po' complessa, che per ora ha sì prodotto vittoria e terzo posto, ma anche una palpabile tensione (il termine 'palpabile' passatemelo come eufemismo...).

Che dite? Situazioni normali nelle competizioni? Ah, certamente. Sono cose che capitano: rivalità, gelosie, rivalse, e via di seguito col resto del campionario dei sentimenti sono all'ordine del giorno. Solo che, in genere, nelle competizioni c'è chi è preposto a gestirle, soprattutto all'interno di una stessa marca.

Perchè è evidente che, se da una parte, il signor Giuseppe Ghezzi come privato cittadino ha tutto il sacrosanto diritto di dare il suo contributo di grande (anzi, grandissimo) tecnico e appassionato a chi desidera, mi viene da pensare comunque che inevitabilmente quantunque involontariamente nessuno come lui interpreta il ruolo naturale di 'padre' di questa meravigliosa (e forse sottovalutata) motocicletta; che la sua figura, volente o nolente, sia difficile da limitare entro i confini della sua libertà di scelta. Con tutti gli annessi e connessi, riassumibili nella magica parola 'svilupppo' che fa la differenza, soprattutto tra moto identiche.

Ora, è ben chiara la strategia della Moto Guzzi: basso profilo e nessun impegno ufficiale. È una scelta che condividiamo e che comprendiamo perfettamente: chi scrive era ad Albacete quando Giuseppe Ghezzi passava di lì per caso, in vacanza... Ma detto questo, un invito ci sentiamo comunque di farlo ai dirigenti di Mandello: che dal Mugello in poi ci sia al paddock qualcuno a monitorare queste delicate situazioni e, se il caso, ad intervenire. Sono cose importanti, anche in competizioni minori. Ricordo la presenza di Antonio Idà nei paddock del Campionato Naked di qualche anno fa, presenza che servì anche a gestire queste difficili situazioni (che si erano presentate - oh eccome!! - anche nel Naked).

Va bene l'agonismo, ma non vorrei trovarmi al prossimo appuntamento al Mugello con una bella frittata all'Arrabbiata, con tutti i contorni possibili e immaginabili.

Ripeto: sono naturalmente stra-felice di come sia andata domenica (vi confesso che ogni tanto ripenso a quello che ho visto al primo giro, foss'anche per fissarmelo meglio nella memoria): proprio per questo non è il gusto della polemica a manovrare le mie dita sulla tastiera, ma solo il desiderio di vedere ancora delle Guzzi 'legnarsi' di santa ragione in pista, con nell'animo di piloti e team manager solo ed esclusivamente il più puro ardore agonistico, e non altri sentimenti assai meno nobili e dagli esiti tanto spiacevoli quanto pericolosi.

 

 

 

© Anima Guzzista