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SP1000 EVO

 

Testo e foto di Giampaolo Cicioni

 

 

 

Se qualcuno mi chiedesse qual è la moto a cui non rinunceresti mai ?

La risposta sarebbe indubbiamente la mia Guzzi 1000 SP !!!

 

Di moto ne ho avute molte (Guzzi, Ducati e MV) e ho avuto modo di provarne molte, ma il gusto e la sensazione di guida che mi offre la mia SP sulle curve e i tornanti non ha uguali.

L’efficacia della ciclistica, con la sua sensazione di stabilità che diffonde in ogni occasione,l’equilibrio della frenata integrale, il pompare del bicilindrico ad ogni apertura di gas ed anche le “sane vibrazioni” e i classici cloc del cambio fanno tutti parte di quel gran gusto nel guidare Guzzi.

 

Chi non ha mai avuto occasione di guidare una Guzzi serie “grande” con il proverbiale telaio di Lino Tonti, a cui vanno sempre i miei ringraziamenti per il regalo che ci ha fatto, non potrà mai capire di cosa sto parlando.

 

 

 

 

Anch’io facevo parte di quella schiera di motociclisti che diffidava dalle Guzzi, che vedeva nell’aquila di Mandello un oggetto da vecchietti nostalgici non più al passo con i tempi.

Benché fossi innamorato solo delle moto italiane, caso già anomalo per un giovane motociclista, le Guzzi non entravano proprio nel mio cuore.

 

Chi a contribuito a farmi cambiare idea è stato principalmente Fratini Silvano, attualmente concessionario MV di Perugia, ma da sempre sinceramente devoto all’aquila.

La svolta è avvenuta quando ebbi modo di scendere dalla mia Ducati 900 SS debitamente modificata e di salire nella sua 1000SP, lungo le strade del Monte Peglia, strada classica per i motociclisti perugini.

Le prime sensazioni furono letteralmente disarmanti………………..gusto allo stato puro pieghe da brivido nonostante la gommatura tipo Ciao Piaggio !!!, da allora non sono più sceso da una Guzzi.

 

Tra l’altro lo devo ringraziare perché è stato il mio principale collaboratore per la realizzazione della moto.

 

Io (a destra), con Fratini Silvano e la sua Guzzi con cui ha partecipato al campionato di moto classiche.

 

Uso abitualmente la mia SP sia per le lunghe gite in moto anche in due, l’ultima è stata proprio questo Agosto 2005 nelle valli del Verdon francese, sia per gli spostamenti quotidiani o per le puntate  nel misto in cui far arrossire qualche “fighetto” con l’ultima sportiva alla moda.

 

L’SP si presta in maniera perfetta a tutti questi utilizzi, se la cava bene dappertutto, è una vera moto totale.

In più rispetta in pieno la mia filosofia di moto, semplicità, possibilità di metterci le mano da soli senza grosse complicazioni, robustezza e prestazioni giuste senza inutili eccessi.

 

Le varie evoluzioni che ho introdotto nella mia SP hanno sempre avuto come linea di guida la filosofia sopraelencata e non hanno mai stravolto il concetto originale della moto.

 

Bella piegha nelle valli del Verdon

Modifiche  alla carburazione: spostamento spilli per  smagrire  durante la mia ultima vacanza.

 

 

Ecco l’elenco delle varie modifiche apportate:

 

 

Modifiche estetiche:

 

-Bombatura laterale serbatoio, sede ginocchi ed eliminazione piegatura.

 

-Fianchetti laterali california 2.

 

-Parafango anteriore cromato.

 

-cromatura parafango posteriore, portafanale anteriore , fanale anteriore e supporti pedane.

 

-pedane anteriori in ergal.

 

-Lucidatura con mola a stracci dei copritesta dei foderi della forcella e dei condotti di aspirazione.

 

-Applicazione delle frecce del California e rifacimento portatarga in acciaio inox.

 

-Verniciatura serbatoio fiancate e fanale posteriore con l’azzurro metallescente Alfa Romeo.

 

-Verniciatura del telaio e forcellone in rosso.

 

-Il contachilometri, tramite una controflangia in alluminio è stato inserito nel portastrumenti della Cagiva      Mito e la piastra laterale, sempre in alluminio lucidato, supporta il tutto.
Via l'orologio ed il contagiri, i giri si sentono ad orecchio,per una bella riduzione di peso.

 

-Cupolino anteriore di derivazione Cucciolo Cagiva.

 

-Specchietti di derivazione GranCanyon Cagiva.

 

-Spostamento delle congiunzioni elettriche, a tenuta stagna sotto il serbatoio.

 

-Collegamento elettrico del faro anteriore “diretto” tramite relè per evitare dispersioni dell’impianto.

 

-Blocchetti elettrici “moderni” di derivazione Cagiva.

 

 

 

 

Innesti ellettrici spostati sotto il serbatoio

 

 

Modifiche ciclistica:

 

-Smontaggio e revisione completa della forcella anteriore, con introduzione delle cartucce Bitubo.

 

-Sostituzione dei ammortizzatori originali con due Koni.

 

-Il supporto della pinza posteriore è stato sabbiato forato e lucidato nelle nervature con la mola a stracci.
Il disco posteriore è stato forato con tornio CNC.

 

 - I dischi anteriori di provenienza Supermotard Husqvarna sono stati accoppiati ai cerchi originali tramite una flangia in ergal lavorata al tornio CNC, le pinze sono di derivazione Ducati e tramite una piastrina sempre in ergal sono stati accoppiati al fodero della forcella.
I tubi originali sono stati sostituiti con quelli in treccia metallica e l'ottimo impianto di frenatura integrale originale è diventato ancora più efficiente.

 

- L'ammortizzatore di sterzo originale è stato sostituito con uno che funziona, recuperato da un Monster sbattuto. Ho rifatto lo stelo, che era piegato, e l'attacco in ergal con unibol per adattarlo alla Guzzi.

 

-Sostituzione dei cuscinetti del canotto, del forcellone e delle ruote.

 

 

 

 

 

 

Modifiche meccanica:

 

-Ho sbassato i cilindri ed ho rilavorato le sedi valvola dei pistoni originali per portare il rapporto di compressione a circa 10,5:1.

 

-I condotti delle teste sono stati raccordati con il flessibile e sabbiati.

 

-Le molle sono più robuste e le valvole sono nuove ma delle stesso diametro dell'originale, per non perdere il tiro in basso.

 

-L'albero a camme è di Scola nella versione più "dolce", sempre per esaltare il tiro in basso.

 

-Ho montato la terna di ingranaggi in ergal al posto della catena e nuove aste e punterie più leggere.
 

- I carburatori sono da 36 di derivazione LeMans, ma privati della pompa di ripresa, per mantenere il comando del gas più morbido, con i filtri aria della BMC.

 

- Eliminazione dei denti “bassi” dei manicotti di innesto del cambio, per una maggiore precisione negli innesti.


-Tubo in acciaio inox di basso spessore con coperchio in alluminio, riempito di paglietta metallica, montato al posto della scatola filtro, come recupero per i vapori dell’olio.


- Sostituzione dei cuscinetti del cambio e della scatola cardanica.


- Sostituzione del giunto cardanico.

 

-   Nel cambio utilizzo come olio quello specifico della Fiat Punto 6 marce, che era stato studiato con particolari additivi per migliorare la scorrevolezza, provare per credere !!!

 

  Lavorazioni sedi valvola del pistone nella fresa

  Teste

  

Lavorazione cilindro nel tornio, per aumento rapporto compressione

Sfiato vapori olio

 

Conclusioni:


 La carburazione ha richiesto un pò di aggiustamenti per raggiungere un risultato più che soddisfacente.
Ho provato vari spilli e polverizzatori fino a raggiungere un risultato ottimale nel passaggio.
Spesso gli interventi sono stati fatti lungo i vari tornanti appenninici, perché le prove migliori si fanno sul "campo".
La moto mi stà dando molte soddisfazioni, il motore ha raggiunto una bella grinta senza perdere la sua proverbiale dolcezza che è fondamentale per una guida efficace con la trasmissione cardanica.

La mia scelta di non toccare il volano per diminuirne la massa, è stata proprio orientata a non "rovinare" l'ottimo equilibrio del telaio Guzzi con un motore poco rotondo.
La ciclistica, nonostante le misere dimensioni delle gomme, è sempre ottima, specie nel misto, e grazie alla riduzione dei pesi con la sostituzione dei dischi anteriori è diventata ancora più agile .

 

Modifiche future potrebbero essere, quelle dell’introduzione di un cupolino più piccolo, della frizione idraulica che ho già in cantiere ma, causa lo scarso tempo a disposizione, non sono riuscito a portare a termine.

Inoltre mi stà balenado un’idea un po’ strana in testa, introdurre nel Guzzi un sistema tipo l’EBS della MV Agusta . La sua caratteristica di funzionamento si basa sul sistema che prende l’aria dall’airbox e la indirizza verso l’aspirazione del secondo cilindro. Il risultato è una forte riduzione del freno motore perché, mentre i cilindri 1-3-4- continuano a frenare, il 2 spinge.

 

Vedremo come studiare il tutto e se porta reali vantaggi in staccata.

 

 


© Anima Guzzista