Special
"Amare non significa trovare la perfezione, bensì perdonare terribili difetti." (Rosamunde Pilcher)
La mia moto è una puttana.
Sfuggente, nervosa, irrequieta.
Fa quello che vuole lei.
Scalpita, palpita, vibra. Già da ferma, sul cavalletto.
Ci mette poco a scaldarsi. Sfrontata quanto sorniona: ogni volta ti
guarda con sfida, ma alla fine sarà mia. Alla fine, però.
Non è una moto facile. Non è una compagna
affidabile. Non è come pensi.
La devi capire, la devi saper
prendere. Devi saper essere dolce così come devi saper essere duro, al momento giusto.
Non è da tutti portarla vicina al suo limite. E non è
scontato che ci riesca sempre.
Sì, è un'amante focosa e ribelle che ti fa
vedere e toccare le stelle.
La prima volta che la vidi era patinata in copertina. Me ne sono
innamorato subito. Stava praticamente nuda, con quelle due belle teste
squadrate che spuntavano dai suoi fianchi. Due cilindri possenti che
proiettavano di tutto. Un bel drag bar per domarla. La promessa di un
centinaio di cavalli. Era bella da morire. Era diversa dalle altre. Non
facevi più paragoni: era unica.
"Un giorno sarà mia". Dovranno passare tre anni.
"Toto, visto che hai qualche soldo da parte, perchè non ti prendi una seconda moto?"
Quando la tua donna ti insinua parole così suadenti come il serpente al Principe Giovanni, e
perdippiù a solo un paio di mesi dall'averti dato un bel
maschietto, nel momento in cui la maggior parte dei "motociclisti" la
moto l'abbandonano al margine della loro esistenza, ti chiedi cosa potresti desiderare di più
dalla vita.
Dieci giorni dopo lei era già nel box, accanto all'altra
compagna, la fida California II.
Non era più di primo pelo,
aveva già avuto un'efficace ritocco da alcuni eccessi agendo in sottrazione (niente botox nè silicone) e vestiva
una splendida livrea rossonera. Era già esperta. La guardavo con
la salivazione azzerata. Già pensavo a come renderla ancora
più affascinante, ma calma. Ora pensiamo a conoscerci a
fondo. A portarla al massimo. Chi ha la fortuna di condurre un
Centauro sa cosa intendo. E' tutto meno che una moto semplice e ti
dà proprio idea che segua le fasi lunari e fors'anche quelle di
Venere e Mercurio.
Già solo cosa farle calzare diventa determinante. A me piace
più agile possibile, così più le spalle delle
coperture sono vertiginose meglio è. Se poi le chiudo l'angolo
di sterzo di un grado col solito cuscinetto, comincia già ad
essere prossima a come la desidero.
Ma andiamo con ordine.
Il
suo motore è un portento. Quando ruoto a fondo la manopola ai
5000 giri lei spinge con forza irresistibile. Solo il limitatore dice "basta".
Ma con lei non è bello solo andare forte. E' bello anche
decelerare, con la vibrazione dell'aria prodotta dal sobbalzo mentre
accarezzi la vista di lato del motion blur che ti contiene e nella mente hai Billy Corgan che urla "we must never be apart". E lei che prende respiro.
Un
tempo sotto singhiozzava, strappava, ogni tanto si spegneva, aveva
dei vuoti. Lo sappiamo bene, non ci hanno messo l'anima per metterla a
punto. Ci ha pensato un'officina Ducati di Bologna con un tecnico Weber
a tarare una bella eprom a 4 posizioni che toglie tutti i sighiozzi e
le incertezze, riuscendo anche ad attenuare la flessione a 4000 giri.
Così il suo carattere si trasforma. Ora la puoi condurre anche
con un filo di gas, dolcemente, e lei ci sta. Almeno per un po'. Poi la
tentazione di spalancare diviene irresistibile con lei che comincia a
muoversi e se lo fai nel punto giusto la senti torcersi col forcellone
che si muove non solo su e giù e coi palmi delle mani
spinti sul manubrio per contrastarla, senza troppa forza, restando
sensibile a come reagisce per muoverti con lei in una danza
ipnotica tra le curve, inseguendo a vicenda il ritmo fluente. Ma devi
sempre stare attento. Perchè l'ho detto, è imprevedibile.
Entrando in curva non è raro sentirla chiudere troppo (facile
soprattutto con le forcelle sfilate) lasciandoti col fiato mozzato in gola come a
fare un salto nell'ignoto, quando superi una certa inclinazione.
Il
160 dietro non gli basta. Difatti, col 180 calzato sullo spettacolare
cerchio OZ in alluminio forgiato le cose cambiano e non di poco. La
sensazione di appoggio è maggiore, lei scende meno
ripidamente in piega e puoi pensare liberamente a gustarti i bei curvoni
autostradali in quinta piena. Quando sposti la linea dell'orizzonte a
incocciare il sole.
Sì, è nel misto veloce che
si esibisce al meglio. Non ti porterà mai volentieri per
tornanti. Non gli piacciono. Ma appena le curve si allargano si libera dalle redini in un flirt
senza fine. Eppoi ha una voce che ti smuove dentro, grazie ai
Termignoni che come nessun altro tubo sa farla urlare di piacere. Nelle
gallerie, come per un tenore alla Scala, a tirargli il collo si esalta.
Ricordo una volta una R1 superarmi dopo la galleria col pollice alzato.
La mia moto si chiama Pupa®.
Si chiama così dopo avergli messo lo smalto ai cerchi. L'ha
coniato quel minchia di Goffredo ed è perfetto per lei.
E dopo quel maquillage, di regalini ne ha ricevuti tanti. Le teste
lucide. Il reggi-radiatore inventato da quel gioielliere di Giacomo. Il
progressivo e continuo sollevarle il culo, così da dominarla
meglio. Il volano alleggerito e la leggerezza dei cerchi OZ ai suoi
piedi. La pompa radiale Brembo. Gli splendidi dischi anteriori Alth che mi ha procurato Filippo.
Li
apprezza, i regalini. E ne avrà altri.
"Che cos'è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce." (Heinrich Heine)
Di tempo ne è passato. Di bellezze nuove fiammanti sono pieni i concessionari.
Ma lei resta. Ogni volta che la guardo sobbalzo in un frangente di smarrimento sciogliendomi come il primo giorno.
E voi direte: "e tutto questo per un cazzo di Centauro?!?"
GALLERY
DETTAGLI
- Volano alleggerito
- Eprom a 4 settaggi, il test al banco è qui
- Dischi freno anteriori Alth
- Cerchi OZ in alluminio forgiato, il posteriore con canale da 6" e pneumatico da 180
- Pompa freno anteriore radiale racing Brembo
- Disco freno posteriore proveniente da Suzuki 250
- Piastrine Molteni sul telaietto posteriore
- Parateste Valentini o Jean Marc (a seconda di come si alza la mattina)
- Serbatoio freno anteriore Rizoma
- Cuscinetto di sterzo Ghezzi&Brian
- Coperchi teste lucidati o satinati (a seconda di come gli gira)
- Scarichi completi Termignoni oppure con terminali in titanio Mistral (anche qui...)
- Staffe radiatore BHR
©
Anima Guzzista
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