Pietro
Ignagni
Testo e foto di Fange con la
collaborazione di Andrea Bornago
La mattina di un
sabato di luglio ci incontriamo al casello
autostradale di Ceprano (FR) con Pietro Ignagni
che ci accoglie con entusiasmo a bordo della sua
SP1000 dall'aspetto molto tranquillo. Sono quasi
incredibili le ripetute coincidenze che più
volte mi hanno fatto incontrare Pietro. La prima
volta fu un paio d'anni fa alla mostra scambio
di Reggio Emilia. Io ed un mio amico avevamo in
mano una tale quantità di pezzi Guzzi da non
passare inosservati. Pietro si rivolse a noi per
chiederci se avesssimo per caso notato nella
fiera delle teste tonde per la sua moto da
competizione. Quello fu il nostro primo
incontro. Poi in occasione della gara di moto
d'epoca a Vallelunga nell'ottobre del 2001
Pietro mi fermò per chiedermi una maglietta di
Anima Guzzista. Li per li non ci
riconoscemmo ma dopo poco entrambi abbiamo
ricordato l'incontro di Reggio Emilia. In questo
secondo incontro lo immortalai nel servizio
dedicato alle moto che partecipano al Campionato
Italiano Gruppo 5 per moto storiche e d'epoca
(lo trovate nella sezione Saloni&Eventi
sotto la voce Campionato Italiano Gruppo 5). La
moto da competizione che vi presentiamo in
questo servizio non era ancora completata e lui
era
nel paddock con la sua fida SP1000 di serie con qualche
piccolo ritocco, con la quale alla fine del
campionato 2001 conquisterà un magnifico 6°
posto contro moto ben più prestanti.
Evidentemente la simpatia di Pietro lascia il
segno e visto il suo passato sportivo e
agonistico da guzzista DOC abbiamo pensato che molti
avrebbero apprezzato una intervista come questa
che ci proietta direttamente nel mondo delle gare
per moto d'epoca dove, non dimentichiamolo, una
Guzzi V7 Sport preparata dall'officina Italbike
di Roma nel 2001 ha conquistato il titolo
italiana nella categoria 750.
Fange: Pietro
raccontaci quando hai iniziato a correre
Pietro: Iniziai nel
'79. Dal '79 fino all'83 ho partecipato a 4 o 5
campionati italiani juniores insieme a nomi come
Walter Villa, Walter Kussig, Massimiani che è
stato anche Senior, insomma gente di un certo
calibro, di un certo spessore
F: E con che
cosa correvi?
P: Il primo anno
ho corso con una Honda 550 con preparazione 630
Yoshimura. L'avevo comprata a Tigani che era
molto conosciuto a Roma negli anni '80.
F: Hai corso
sempre come privato?
P: Si ho corso
sempre come privato e sempre di tasca mia e di
Bruno D'Aliesio (il meccanico preparatore di
Pietro n.d.a.). Andavamo sempre con "una scarpa e 'na ciavatta"
come si suol dire, ma abbiamo fatto sempre la
nostra figura perchè non abbiamo mai fatto un
11° posto, arrivavamo sempre nei primi dieci
perchè c'era la passione e c'è tutt'ora la
passione e voglia di fare anche se si correva
non per vincere ma per partecipare, ma è
normale che quando corri poi l'agonismo viene
fuori. Il bello è che c'è mancato poco che
qualcuno buttasse alle ortiche la propria moto da 60-70
milioni perchè venivano sistematicamente
battuti da una moto da un milione e mezzo.
F: E dopo l'Honda
con che moto hai continuato?
P: Ho abbandonato
l'Honda perchè non era una moto che sentivo. Ho
preso il mio Le Mans con cui andavo a spasso,
l'ho trasformato così all'acqua di rose e sono
andato a girare a Vallelunga. Poi chiedendo in
giro informazioni su qualche bravo meccanico ho
avuto la fortuna di conoscere Bruno D'Aliesio di
Cassino, anzi di Cervaro per l'esattezza e
abbiamo unito le nostre passioni.
Andrea: Quindi
vi siete capiti subito?
P: Subito. E'
stato un colpo di fulmine
F: In che anno
avveniva questo incontro?
P: Erano gli anni
'80... anzi, proprio il 1980. E cominciammo a
preparare la moto, anzi le moto erano due,
il mio Le Mans portato a 860 con camme B10 e i
soliti carburatori da 36 e poi con camme ancora
più sofisticate con l'aiuto di Bruno Scola. Poi preparammo un 1100 che però era molto
scorbutico ma aveva 108 CV provati al banco. A
quell'epoca riuscivo a girare a Vallelunga a
59,2-59,6 con l'860. Con il 1100 che era troppo
scorbutico salivo di qualche decimo e stavo
intorno al minuto netto. Ma l'ideale era l'860,
quello derivato Le Mans
F: Ma il Le
Mans come lo hai portato a 860 visto che la
differenza rispetto alla cilindrata originale è minima?
P: Comprammo due
pistoni fatti bene e per montarli abbiamo dovuto
portare la cilindrata a 860. Con questa moto ho
partecipato a quei campionati con i vari
Tigani, Massimiani, Oscar Laferla e si stava
nella mischia.
F: Ma
esattamente che campionati erano?
P: Erano
campionati italiani velocità juniores. Se si
vincevano quei campionati si passava alla
categoria senior
nazionale e poi senior internazionale come i
vari Max Biaggi o Rossi. Sono stati 4 anni
divertenti ma poi mi sono dovuto trasferire in
Friuli per lavoro e ho abbandonato il mondo
delle corse. Nel 2000 sono tornato, mi è ritornata questa passione di correre, ho fatto la
licenza da pilota e nel 2001 ho partecipato al
campionato italiano Gruppo 5 per moto storiche
con un SP1000 originale da 52 CV e sono arrivato
6°. Avevo modificato solo le
sospensioni, un albero a cammes spinto, due
scarichi aperti, gomme da pista e questi 52 CV
li dava subito.
A: E ci siamo
lasciati dietro?
P: Ci siamo
lasciati dietro moto come le BSA, le Norton, le
Kawasaki da 130-140 CV. Ci sono moto che fanno
paura li dentro.
F: Ma come
giustifichi la differenza di risultati tra la
tua moto da 52 CV e moto da 130CV? Cosa avevi in
più? Il manico?
P: Questo lo
lascio dire agli altri, poi sono i risultati che
parlano. Comunque la differenza la fa la voglia
di fare e anche di vincere, perchè no!
F: Sei mai
salito sul podio nello scorso campionato?
P: No, non sono
mai salito sul podio. Io ho una coerenza, quella
di essere sempre 4°, 5° o 6°.
A: Però con
una moto da un milione e mezzo
P: Esatto. L'anno
scorso ho partecipato anche ad una gara in salita
qui nel Lazio valevole per il campionato italiano
e Toscano Gruppo 5 e sono arrivato 3°. E' stata
una bella soddisfazione per me ma soprattutto
per il mio amico e preparatore Bruno D'Aliesio.
A: Ma tu hai
solo una grande passione per la Guzzi o c'è
anche dell'altro
P: C'è proprio
una passione morbosa per quel bicilindrico a V a
90 gradi.
A: Ma se uno
mette da parte la passione, quali sono i motivi
per cui uno sceglie Guzzi.
P: La Guzzi è
una filosofia, o la ami o la odi, io la amo, mi
da tanto, mi da la possibilità di scoprire i
miei limiti, cosa che non posso fare con le
altre moto...
A: Mi spieghi
il perchè di quello che stai dicendo?
P: La Guzzi ha
una guida particolare, molto particolare, se uno riesce da subito a capire quella moto e
quella guida allora ne diventa padronissimo. Io
penso che chi riesce a guidare bene una Guzzi
con le altre moto ci gioca. E poi quando si sale
su questi bicilindrici si è pervasi da una
atmosfera di potenza e di voglia di stare su una
moto vera e non su un motore elettrico
(tipo frullatore) come troppo
spesso si vede oggi
A: Questa me
la stampo e me l'attacco in camera!!
P: E' una
realtà, come ripeto la Guzzi o la ami o la odi
F: Mi hai
detto che il tuo preparatore oggi non fa più
una attività continuativa
P: Il mio
preparatore oggi è in pensione, ma in pensione
per modo di dire perchè quando ha saputo che
tornavo da Pordenone proponendogli di fare
ancora qualcosa insieme per divertirci, non se
l'è fatto dire due volte, mi ha preparato il
mostro con il prezioso aiuto di Nicola, suo
figlio quarantenne molto bravo e capace tanto
che anche lui corre nel gruppo 5 e nella stessa
categoria da quest'anno con il nostro vecchio
guzzone di 20 anni fa rielaborato, rivisto e con
alcune migliorie. Spesso si va a correre insieme
aiutandoci l'uno con l'altro, devo dire che
anche lui va molto forte, lo ha dimostrato in
alcune performances, insomma continuiamo a
divertirci oltre a non perdere di vista
l'aspetto agonistico, altrimenti non avrebbe
senso spendere denaro, energie, notti in bianco
a cercar fasi e a cercare di sistemare
carburazione e distribuzione.
F: Ma quindi
Bruno non ha più una officina aperta al
pubblico
P: No, Bruno
lavora solo per gli amici, ma per i
guzzisti è sempre aperto. Bruno ha veramente
tanta esperienza. Inoltre è uno dei pochi
meccanici che è riuscito ad entrare nelle
grazie di Bruno Scola. Con Scola ci sentiamo
spesso, ci consultiamo, ci scambiamo pareri,
Scola stima moltissimo Bruno D'Aliesio. Tra di
noi c'è molto feeling. Poi tra D'Aliesio, me e
questa moto c'è quasi una simbiosi. Queste cose
ti fanno passare tutti i guai che hai. Se sei
giu di morale basta che vai a trovare Bruno, ti
metti vicino ad una Guzzi e ti scordi tutti i
problemi
F: Bruno Scola
a Carate mi aveva parlato di un suo amico qui
nel frosinate
P: Si, si tratta
di Bruno D'Aliesio. Questo mio amico e
preparatore è una vita che è in mezzo ai
motori e soprattutto ai bicilindrici. Se
consideri che oggi ha circa 62 anni e che
ha cominciato da giovanissimo. Tra l'altro
ebbe un brutto incidente molti anni fa. Ma
nonostante questo ha il suo T3 California con
alcune modifiche che se ti incontra su queste
montagne... è meglio non incontrarlo!
A: Certo che
se si ha un brutto incidente con la moto e continui ad
amarla così tanto si deve avere dentro una
passione sconfinata
P: Se andiamo ad
analizzare questo aspetto per cercare una
spiegazione neanche noi guzzisti sappiamo
cos'è. Però c'è questa passione, è come se
tutto ruotasse intorno a quel mezzo, la Guzzi è come una
calamita.
F: Vuoi
parlarci un pò di questa nuova moto e del
campionato
P: Innanzi tutto
devo dire che quest'anno la FMI ci ha un pò
messo da parte. A Vallelunga si disputano sole 2
o 3 gare di Gruppo 5. Evidentemente preferiscono
affittare la pista alle società che vendono i
turni ai semplici motociclisti. Per fortuna ci sarà una bella gara a Misano Adriatico, la
Paolo Tordi valevole per il campionato Paolo
Tordi e per la Alpe Adria che è un campionato
europeo. Almeno il 60 percento dei partecipanti
a questa gara vengono dall'estero. Poi i
regolamenti del 2002 sono un pò cambiati per le
nostre moto. Ci hanno chiesto le marmitte
silenziate tirando fuori questa regola proprio a
Roma. Evidentemente volevano agevolare il
commercio delle marmitte all'unico produttore
romano che le fa... Poi ci hanno chiesto di
mettere la sottocoppa raccogliolio. Comunque
tornando alle gare ci saranno solo 3 gare a
Vallelunga, hanno annullato le gare che si
dovevano svolgere a Magione senza dare
motivazione. Non ci è rimasto che buttarci
sulle gare in salita. Però le gare in salita
sono un'arma a doppio taglio. Siamo andati a
fare una gara vicino Maranello, abbiamo fatto
1200 km tra andata e ritorno e non ci hanno
fatto correre perchè il regolamento quest'anno
è cambiato e prevede che nelle gare in salita possono
partecipare solo moto con cilindrata massima di
500 cc. Le 750 possono andare solo in pista. In
questo marasma di regolamenti speriamo in
qualche miglioramento della situazione per il
2003. Intanto aspettiamo questa Paolo Tordi il
25 agosto al Santamonica di Misano sperando che
vada bene come l'anno scorso quando sono
arrivato 4° di classe,
quest'anno spero anche di migliorare il
piazzamento visto che
ho una trentina di cavalli in più e poi
aspettiamo le gare di Vallelunga a settembre e
dicembre.
F: Parlaci un
pò della nuova moto
P: La moto ha un
motore con marmitte Stucchi, distribuzione in
ergal, varie parti realizzate da noi al tornio o
a mano, carburatori da 36mm tarati appositamente
per questo motore, un albero a cammes di Bruno
Scola che preferisco non specificare, è stata
alleggerita al massimo togliendo alternatore e
motorino d'avviamento ed stata messa una
batteria piccola.
F: Che
cilindrata ha?
P: E' una 950 con
cilindri originali da 88mm al Nigusil e testate
dell'850 T3 lavorate per montare le stesse
valvole del Le Mans 850. I pistoni sono degli
Asso lavorati per queste teste. E' stata
modificata la geometria del telaio per adattarla
alla mia persona adottando delle piastre
di sterzo che riducono l'avanzamento delle
forcelle di circa 4 cm. Abbiamo lavorato le
piastre di un'altra moto per adattarle a questa.
E' stata personalizzata la carrozzeria usando un
serbatoio da endurance con due tappi e un codone
preso da una moto moderna ma modificato e
saldato con la vetroresina al serbatoio per
creare un unico pezzo. Gli ammortizzatori
posteriori sono Koni e i dischi anteriori sono
di provenienza 1000SP forati a mano come quelli
del Le Mans. I cerchi sono dei Sanremo a raggi
da 3,5 pollici al posteriore e 3 all'anteriore
con le solite gomme Avon Racing.
A: Prima stavi
dicendo che il regolamento quest'anno prevede
delle novità per le classi
P: La novità è
che prima le classi erano la 500, la 750 e la
Open. Da quest'anno hanno introdotto una classe
che si chiama Open GP. La differenza sta nel
fatto che prima erano ammesse moto costruite
fino al 1975 mentre ora sono ammesse moto
costruite fino al 1978. Questo vuol dire che
saranno ammesse moto come la Bimota KB1, la SB2,
la Honda Bol D'Or bialbero in testa e sono tutte
moto che scherzando scherzando ti tirano fuori
140 CV con estrema facilità. Se rimaniamo con
la Guzzi così com'è sarà dura.
A: Però pensa
se riuscirai a stare davanti con questa Guzzi...
P: Mha,
sicuramente ne infileremo parecchi...(risata
generale)
F: Quindi
ricapitolando il prossimo anno che categorie ci
saranno?
P: Ci sarà la
750 e la Open GP dove rientreranno dei mostri
come ho detto prima. Saranno ammesse anche moto
da Gran Premio come le MV 750 ex reparto corse.
Quindi se nel 2001 riuscivo a stare nei primi 4
il prossimo anno spero di riuscire a stare nei
primi 10
A: Vorrei
chiedere anche a te la questione cardano. Tu
cosa ne pensi?
P: Il cardano
può essere un mostro solo per chi non ha mai
portato una moto col cardano. Ma come tutte le
cose ci si fa l'abitudine e il cardano poi
diventa come la catena. E' solo leggermente più
rigido in scalata. Se uno cerca il pelo
nell'uovo ce ne sono tanti altri di piccoli
difettucci ma queste sono tutte cose che a noi
guzzisti piacciono, cioè per noi sono pregi, come la
famosa coppia di rovesciamento che da 0 a 1400
giri si sente che la moto tira di più a destra e di questo bisogna tenerne conto
in gara perchè se si fa una curva a destra e si
sta in quel regime allora la moto piega di più
se invece si fa una curva a sinistra allora la
moto piega di meno e devi essere tu a spingerla
un pò più giù
F: Però a
quel regime raramente ci si arriva
P: Al tornantino
di Vallelunga ci si arriva. La coppia di
rovesciamento si sente ma poi ci si abitua
(...si discute un
pò sulla facilità per un guzzista abituato
alle moto d'epoca a guidare una moto di oggi,
anche Guzzi come la V11 Scura...)
A questo
piacevole colloquio è seguito un pranzetto a
base di tartufo che ci ha permesso di scoprire
altri aspetti di questo personaggio che definire
Guzzista DOC è quasi diminutivo. Pietro e la
Guzzi sono come due parti di metallo saldate
insieme da un cordone al cromomolibdeno.
Un'accoppiata inscindibile. Un'anima unica.
L'unico rammarico della giornata è stato quello
di non aver potuto fare la conoscenza di Bruno
D'Aliesio che aveva avuto un grave contrattempo
all'ultimo momento. Questo fatto non sarà che
una scusa per tornare a trovare Pietro e per
conoscere finalmente quello che Pietro definisce
il DALAI LAMA dei preparatori Guzzi!!!
Fange
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