Competizione
«Nulla può curare l'anima se non i sensi, come nulla può curare i sensi se non l'anima.»
(Oscar Wilde)
SABATO 28 MARZO, ANDANDO A RITIRARLA DA BORIS
Mattia: "sai che sono tutto agitato?"
Io: "non vedo l'ora di sentire il suo rumore"
Qualcuno potrebbe pensare...
Sì lo so, spesso comincio un articolo con "qualcuno". Perdonatemi, l'emozione è grande.
Qualcuno potrebbe pensare che è da idioti commuoversi per una
motocicletta. In fondo, è solo un oggetto di ferro, gomma,
plastica e vernice.
Qualcun altro invece al pensiero di quell'insieme di materiali si
emoziona. Palpita, extrasistola. Non so dove stia la ragione, ammesso
che esista: nel dubbio finora ho preso quel che potevo e senza tante
balle ho dato gas.
Poi è successo qualcosa. Ho sentito il bisogno di una nuova vita. Una motocicletta
da corsa come la desideravo io, anzi come la desideravamo io e Mattia:
sembra che per dare la vita si debba sempre essere in due. Forse anche
più di due.
DOMENICA 29 MARZO, APPENA ACCESA
Sgasando al telefono con Roberto Freddi: "La senti come gira bene? Hai fatto un gran motore!"
Costruire
una motocicletta da corsa è cercare, racchiudere, armonizzare,
contenere tante anime. Quella di Giovanni Magni, espressa
nella leggerezza dei cerchi in magnesio come nella pulizia delle flange
dischi. Quella di Boris Minoretti (Bormiparts) che si consolida nella robustezza del
telaio come nel raccogliere i vapori bollenti e in tanti altri dettagli
importanti. Quella preziosa e generosa di Roberto Freddi, nell'armonizzare quel complesso
che è il suo motore tracciando il sentiero tra camme, valvole,
pistoni e cilindri per far produrre quella dose di spinta che ci aspettiamo di sentire al nostro ruotar di
polso. Quella (che sarà la più chiassosa) di Romano
Micheli aka Mistral esalata degli scarichi. Quella di Bruno Scola
attraverso le sue leggendarie manone che l'hanno rifinita, messa a punto e accesa e che la
toccheranno spesso. Quella di Mauro Abbadini e di Miguel Angel
Martinez, che non hanno messo nulla di materiale ma hanno scoccato sei
anni fa la prima scintilla, quella che accende quel fuoco che non si
può più spegnere. Quella di Manel Segarra col suo codino.
Quella di Scintilla che l'ha cablata. Quella di Mauro Iosca e Roberto
Masperi che concedendomi negli anni la loro bella mi hanno coltivato
fin qui. Quella di tutte quelle persone alle quali abbiamo estorto un
consiglio o un pensiero: Fabio Forlati, Paolo Gambarelli, Samuele
Sardi, Giuseppe Ghezzi, Graziano Molendi. Quella di MarcoB, anima nobile. E naturalmente, la mia e quella del mio socio, Mattia
Mattavelli.
Purtroppo
il tempo è tiranno, ancor più tiranno è il nostro
desiderio, dopo un anno di astinenza dalle piste (non credevo fosse
così dura), così per ora - ma solo per ora - mancheranno
all'appello alcune anime che vorrei là dentro. Ma ci entreranno.
Le vorrò sentire cantare all'unisono al pigiare del tasto
d'accensione, sapendo che si fonderanno con la nostra nella nuova appendice,
alla ricerca del risultato che non sarà necessariamente la
ricerca del numero più basso possibile nel tabulato di fine
gara, ma l'esplorazione dei nostri limiti, l'infilarsi nella grotta
buia nudi, come dice quel grand'uomo del Dottor Costa, per uscirne
dall'altra parte più leggeri di prima, nell'esercizio della
presenza e nella consapevolezza della nostra forza di minchioni. Per
divertirci. Per sentirci liberi e felici che tanto dà la
leggerezza tra i cordoli. E per farci quattro risate sempre e comunque,
prima e dopo, che diamine! Perchè siamo e restiamo Minchions,
è questa la nostra bandiera, è questa la nostra unica
fede.
La
guardo e la vedo già sulla linea di partenza, allineata a bordo
pista trattenuta allo scatto come un elastico al verde. La vedo
scivolare per linee curve nel giallo caldo del tardo pomeriggio
all'approssimarsi della bandiera a scacchi, quando la stanchezza e la
strada accumulata ti rende più tenero; la sento odorare di metallo buono quando
è calda appena rientrata da una sessione di prove; mi vedo
sull'aereo per la Spagna malinconico a guardare dall'alto quanto siamo
piccolini... Sì, palpito, extrasistolo, e non vedo l'ora di
saltar su e dare gas. E' l'ora di tutto questo e di tutto il resto.
Finalmente.
Brigida è venuta alla luce. Grazie a tutte le anime che ci hanno
messo del loro. E grazie soprattutto a lei. Al mio faro. Al mio mare.
Alla mia terra. Grazie Gigi mia.
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Anima Guzzista
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