9° Trofeo Deccla Cartagena 2005

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9° TROFEO DECCLA CARTAGENA 2005

 

 

 

 

Missione compiuta!

 

di Mario "Licio 1000sp" Licini

 

 

 

La moto

Il team

 

Quasi sani e salvi all’arrivo, ottavi assoluti e sesti in classe Open, premio speciale per il miglior team debuttante!

Considerato che i nostri obiettivi erano:

1° - partecipare

2° - arrivare fino in fondo (nello spirito dell’endurance)

3° - provare ad entrare nei primi 10

possiamo dichiarare la nostra piena soddisfazione per il risultato ottenuto.

Ma come siamo arrivati a questo risultato, considerato che i tre “piloti” sono entrati in pista per la prima volta questa primavera?

In buona parte per puro culo (leggi sfiga degli altri)

In minor parte per meriti nostri.

Visto da fuori, partecipare ad una gara come il Trofeo Deccla de resistencia, può sembrare una cosa abbastanza semplice, che ci vuole?

Prendi un vecchio Guzzone un po’ pompato, una tuta di pelle e il più è fatto.

Non è così!

O meglio, secondo noi l’organizzazione approssimativa è il miglior sistema per farsi più di 3000 Km a vuoto.

 

Capitolo 1 – l’organizzazione

Visto e considerato quanto sopra, ci siamo organizzati:

prima di tutto abbiamo coinvolto nell’impresa un personaggio fondamentale, Roberto Colombo detto “Il Monza” (per noi il RUDE Monza)

Il rude Monza

 

concessionario Guzzi di Gorla Maggiore (VA), meccanico sopraffino e, lo abbiamo scoperto dopo, animatore di serate a base di sangria e generi alimentari.

Insieme abbiamo definito come preparare il bombardone partendo da un 1000 Sp che Graziano ha gentilmente messo a disposizione del team.

Una volta preparata la moto e i piloti, con varie uscite in pista ad Adria e a Lombardore, prove e controprove, abbiamo nominato un santo protettore

Il rude Monza

 

e trovato un'arma segreta che, purtroppo, non abbiamo potuto usare

L'arma segreta

 

Quindi, definito tutto nei minimi dettagli siamo arrivati in Spagna con la ferma determinazione di sconfiggere l’odiato avversario facendolo morire dal ridere

 

L'arma segreta

 

Capitolo 2 – la Gara

Prima di tutto segnalo che non ho ancora capito come si fanno le prime tre curve, mentre sulle rimanenti nutro qualche dubbio; la pista di Cartagena, per un principiante, è veramente difficile e bellissima, forse proprio per la sua difficoltà.

Per darvi un’idea di quanto sia complicata per me l’interpretazione del tracciato vi dico solo che tra me e Graziano, con la stessa moto, ad Adria ci sono 2 secondi mentre a Cartagena ce ne sono 10, un’eternità.

Di seguito alcune immagini per apprezzare il purissimo stile di guida dei nostri campioni…

Graziano el Rapido

Mario il crash tester

Dino l'ammazzaleprotti

 

 

Va bene, torniamo al racconto,

Venerdì prove libere, Graziano va subito bene, mentre io e Dino siamo dei veri chiodi (ometterò di segnalare i tempi per decenza).

Tra l’altro, visto che si è aperta la stagione venatoria, Dino si da alla caccia grossa abbattendo un innocente leprotto che ha la sventura di attraversare la pista nel momento sbagliato.

In aggiunta all’imbarazzante incapacità di guida del sottoscritto, si aggiunge un fastidioso dolore al ginocchio destro, residuo di un incidente sciistico di gioventù, che permette alla nostra mitica Mara (infermiera e sostegno morale) di testare su cavia umana consenziente ogni sorta di pomate (il balsamo di tigre ha un effetto placebo sorprendente).

Fa niente, miglioreremo in gara, mentre qualifiche e partenza le farà Graziano, che è meglio.

Sabato mattina ci presentiamo in pista con la tensione della gara in corpo, verifichiamo tutto il verificabile (niente) e ci lanciamo (o meglio lanciamo Graziano) nelle prove cronometrate, il 13° posto in griglia, proprio davanti ai famosissimi Minchion’s ci fa ben sperare.

1° Manche

Pronti?

Via!!!

Graziano scatta come un criminale tutto a destra e ne passa almeno 6 in 200 metri, noi temiamo per l’incolumità della moto, al primo giro non capiamo già più niente e il sistema di cronometraggio in tilt non ci aiuta.

Forse è meglio, avessimo saputo della nostra posizione in gara probabilmente la tensione eccessiva avrebbe provocato qualche danno, certo che così ci siamo persi un po’ di adrenalina e di competitività.

Al primo cambio è il mio momento, parto e cerco di andare rapido e in sicurezza. I tempi sul transponder si abbassano giro dopo giro e arrivo a segnare 11 secondi meno delle prove di Venerdì, sono piuttosto soddisfatto…

Passo davanti ai box e vedo il cartello che mi chiama al cambio, ce l’ho fatta!!!

Così arrivo alla prima curva leggermente deconcentrato, mi parte l’anteriore e volo nella ghiaia.

Il mio primo pensiero è stato “gara finita dopo un’ora” accompagnato da tutti i santi del calendario, e adesso chi glielo dice al Monza che ci aveva raccomandato di fare il possibile ma non cadere?

Tiro su la moto ma non parte, un commissario mi aiuta a spingerla fuori, faccio il conto dei danni:

>non parte

>leva del freno rotta

>semimanubrio storto

>plexi del cupolino crepato

niente di irreparabile, per fortuna, ma devo arrivare al box

mentre aspetto il furgone del soccorso provo a riavviare il motore, dopo due tentativi parte, evviva!

Rientro al box dal parcheggio, percorrendo uno sterrato degno della Valli Bergamasche, al mio arrivo pare che la prima espressione di Graziano sia stata “porca troia la mia moto” disinteressandosi completamente delle mie condizioni fisiche, del resto gli amici…

Il rude (Monza) prende in mano la situazione e, grazie alla nostra organizzazione, in due minuti la moto è riparata e piena di benzina con Dino in sella già pronto a ripartire!

Sono stupefatto!

La prima manche finisce senza particolari inconvenienti e riesco anche a fare un altro turno da 30 minuti, non sappiamo nulla dei risultati ma la sensazione è abbastanza negativa.

Nella pausa tra le due manches ci dedichiamo ai nostri passatempi preferiti

Relax

Tutta rigata, accidenti a lui!

Rifornimento rapido

 

Sì cara, tutto bene, sono incolume

 

 

 

2a manche

Durante la pausa prendiamo due decisioni che si riveleranno fondamentali

>Graziano farà la seconda partenza

>Allungheremo i turni di Graziano risparmiando un cambio

Ri-pronti?

Ri-via!!!

Il nostro eroe, galvanizzato dal peso della responsabilità, parte a razzo e fa un primo giro da manuale, alla curva della palma è terzo, preceduto solo da Segarra e da Abba, all’ultima curva passa Abba all’esterno e transita al traguardo in seconda posizione!!!

E’ l’apoteosi, il boato al nostro box supera in decibel il rombo delle moto in pista!!!

Per il resto la gara si svolge normalmente, con Graziano che tira a più non posso, mentre il sottoscritto e Dino viaggiano sui loro ritmi pensando a finire sani e salvi.

All’arrivo non abbiamo idea del risultato anche se siamo certi di aver fatto una gara onorevole.

L’arrivo di Dino dopo la bandiera a scacchi viene accolto con il distacco anglosassone che ci contraddistingue…

Festeggiamenti all'arrivo

Ti voglio bbene

Aplomb anglosassone

 

Poco più tardi viene distribuita la classifica della 2° manche, siamo quinti!!!

Il risultato va ben oltre le nostre aspettative e sarebbe sufficiente a motivare una sbronza collettiva ma è solo qualche ora dopo, durante la cena, che vengono distribuite le classifiche finali e scopriamo con gioiosa sorpresa che siamo ottavi assoluti e sesti in classe open!

La soddisfazione è massima ma sarà superata nel momento in cui il Gran Cerimoniere Mauro Abbadini pronuncerà la frase “premio especial por el mejor equipo debutante, con el numero 44, Mario Licini, Graziano Molendi, Dino Colombo”

Gente, ho ancora la pelle d’oca.

Ringraziamenti:

a nome di tutto il team Moto Europa vorrei ringraziare, per l’amicizia e la collaborazione

Roberto Freddi

Mauro Abbadini

Firmino Gulmini

Ercole Maffezzini

Massimo Cortese

Bruno Scola

E tutti gli amici del Guzzi Club Moto Europa che non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto e il loro incoraggiamento.

 

 

 

© Anima Guzzista