9° Trofeo Deccla Cartagena 2005

- Presentazione Team DAJERGASSE e VSC Team Roma

- Report Minchions Team

- Report Ledzep

- Report Orazio

- Report Team Moto Europa

- Report Goffredo

9° TROFEO DECCLA CARTAGENA 2005

 

 

 

 

Anch'io ho superato Garibaldi...

 

di Massimo "Ledzep" Viegi

 

 

 

Garibaldi non è l’eroe dei due mondi ma una scritta su una tuta da gara. Garibaldi non è il nome della persona che ci sta dentro ma la marca della tuta. La persona che ci sta dentro è talmente larga e cavalca una moto talmente piccola che chi si avvicina da dietro vede in tutta la sua lunghezza la scritta G A R I B A L D I che si avvicina a velocità siderale e si chiede se la pista è abbastanza ampia per entrambi…

Ma torniamo all’inizio.

Finalmente, dopo averne sentito parlare, dopo averla fotografata, è giunto anche per me il momento di partecipare all’avventura di Cartagena da protagonista. Forte della mia enorme esperienza su pista, circa cinquanta giri ad Adria sul California, opto per l’avvicinamento lento. Col pilota di punta del Will Coyote Team Fabio Forlati e il suo amico Furio siamo incaricati di portare le moto fino in Spagna. Ci troviamo così a guidare il peggior furgone su cui abbia messo il culo in vita mia (il fiat 850 dei pompieri almeno faceva le curve su due ruote). Un giorno e mezzo alla velocità di 80 orari in salita e 140 in discesa ed arriviamo al circuito che ancora non c’è nessuno. Quasi nessuno: c’è una 250 da gran premio che gira ad una velocità pazzesca. Mi metto al muretto a guardarla ed inizia a salir la tensione: guardo la moto pennellare le curve e mi chiedo se ne sarò capace, se tutta questa storia non sia un tantino irragionevole. L’arrivo dei Romani, Milanesi, Maceratesi, Parigini, Madrileni, tutte persone che fa piacere rivedere, mi distoglie dai miei pensieri, ma, dato che non riesco a star fermo, inizio un giro di pista a piedi in compagnia di Paperinik (membro fondamentale del team e cronometrista più veloce del mondo: il suo margine di errore rispetto al computer è di ben due centesimi di secondo). La pista vista da dentro è ancora più bella e complicata e la tensione si tramuta in voglia di essere già al mattino dopo. Mattino dopo che si presenta con la faccia di Paperinik che per una mezz’ora mi intrattiene raccontandomi tutti gli incidenti in moto di cui è a conoscenza. Lo prendo come un incoraggiamento, anche perché non posso far altro.

Arriviamo al box. I nostri vicini rappresentano le due opposte interpretazioni dello spirito di questa gara: alla destra abbiamo il team Moto Europa, numerosissimi ed organizzatissimi, alla nostra sinistra il team Gasgonel, il team del minimo indispensabile e delle soluzioni tecniche innovative quali le spine B-Ticino  e le cinghie Invicta. Il nostro team è una via di mezzo: la nostra moto è pochissimo elaborata, non abbiamo praticamente pezzi di ricambio, ma abbiamo Obi Wan Firmino che ci dice che il nostro motore lo ha preparato lui 27 anni fa, ha fatto 250000 km ed è chiaro che non abbiamo bisogno di niente… e noi ci crediamo.

Ore 11: via alle prove libere. Gli altri decidono che tocca a me per primo, Obi Wan mi dice che le gomme e la pista sono fredde e devo andare piano. Parto ponendomi il primo problema del pilota neofita: come faccio a sapere quando le gomme e la pista si sono scaldate? Ma appena l’omino che sta all’ingresso mi da il via ogni pensiero sparisce, finalmente inizio a guidare. La pista è bellissima, un continuo saliscendi con curve tutte diverse. Prendo coscienza dell’organizzazione spagnola: dopo una curva ceca in salita e uno scollinamento c’è un leprotto morto in mezzo alla pista. Ci rimarrà per un sacco di tempo e per tutti quella sarà la curva del leprotto. Scopro così che ci sono due filosofie di vita, chi passa a sinistra e chi a destra del cadavere: Io a sinistra.

Giriamo molto io ed Orazio, entrambi abbiamo bisogno di migliorarci, mentre Fabio sa già che può girare sotto i due minuti. Ci miglioriamo. A fine giornata Orazio arriva a 2 e 17 ed io a 2 e 14. Siamo contenti e convinti di poter fare una buona gara.

 

SABATO

 Nelle prove libere facciamo tutti qualche giro per scaldarci. Miglioro ancora un paio di secondi. Le prove cronometrate le inizia Fabio. Gli diciamo di girare quanto vuole tanto sappiamo che nessuno di noi può fare meglio. Strappa un 1 57 e 7 che è il suo record personale e vale il decimo posto in griglia. Faccio anch’io qualche giro: Parto e… cos’è questo casino? Mi sono dimenticato i tappi per le orecchie. La pista adesso è molto affollata e si presenta il secondo problema del pilota neofita: come si superano quelli che vanno più piano? Da spettatore la risposta è facile, all’interno in staccata. Da protagonista vedo davanti a me Gasgas, ci avviciniamo alla curva della palma, mi porto all’interno e ritardo la staccata... forse un tantino troppo… intuisco gli accidenti che mi sta mandando… andiamo lunghi ma facciamo la curva e siccome sono un gentleman in uscita aspetto ad accelerare, poi lo supero in rettilineo. Rientro ai box e scopro di aver fatto per tre volte 2 e 08. Decido che non metterò più i tappi per le orecchie.

La gara inizia nel peggiore dei modi: si stacca un filo del gas in partenza e Fabio rientra dopo un giro fatto ad un cilindro. Obi Wan ripara e ripartiamo per ultimi. Fabio è incazzato ed inizia a girare sul passo dell’1 e 58. Anche Orazio è incazzato, è convinto che stiamo andando male e, complice il black out del sistema che fino a sera non ci farà saper niente, sarà incazzato tutto il giorno. Da parte mia mi incazzerei solo se interrompessero la gara, l’unica cosa che mi interessa a questo punto è girare. Arriva il mio turno. Ormai ho una mia idea della pista: la esse dopo il rettilineo non la capisco, so che ci perdo un sacco di tempo ma non so che farci. Per adesso accantono il problema. Le due curve in discesa, che quelli bravi fanno sparati in quarta, le ho capite ma continuo a farle in terza. Tutte le volte mentre le faccio mi dico “il prossimo giro in quarta” ma quando ci arrivo continuo a scalare. Poi ci sono i pezzi che mi vengono bene: la curva ceca in salita, dove a volte vado lungo per eccesso di confidenza, la curva che immette sul rettilineo dei box che mi piace un sacco con quel suo spararti proprio sulla riga bianca e dove faccio anche qualche sorpasso e soprattutto l’uscita della chicane con la lunga semicurva che la segue. Lì ti spiani tirando la terza e la quarta e ti sembra di essere davvero un pilota. Ma proprio in quel punto mi si presenta il terzo problema del pilota neofita… GARIBALDI. Lo vedo da lontano mentre dò tutto gas e mi dico, memore dell’episodio con Gasgas, di aspettare a superarlo dopo la curva. Faccio tutto il bellissimo tornante, apro il gas e decido di passare all’esterno: sono quasi affiancato e la massa immensa si sposta verso l’esterno… e ora?!? Decido di andar dritto, esco di pista e faccio un paio di centinaia di metri di sterrato prima di rientrare. Quarto problema del pilota neofita… dice che quando esci di pista prima di rimetterti a tirare bisogna che le gomme siano pulite. Come si fa a sapere quando lo sono? Provo a dare un’occhiata ma non si vede un‘emerita cippa…. dopo quattro curve mi ricordo dello striscione davanti al nostro box e… nel dubbio dò gas…

Finisco il turno. Tocca ad Orazio che è sempre incazzato e rientra prima del tempo facendo una sfuriata contro i nostri uomini del muretto che a volte sono un po’ lenti di riflessi ma che tutto sommato non la meritano. Un altro turno di Fabio e poi tocca di nuovo a me che guido fino alla bandiera a scacchi. Pausa. Nessuno sa la classifica ma sono convinto che siamo andati bene. Siamo stati costanti e non ci siamo mai fermati. Ho la brutta sorpresa di vedere la moto del team Moretti distrutta. Pare che abbia ceduto la gomma posteriore e Paolo si sia rotto la clavicola.

Seconda manche sulla falsariga della prima: gas che si stacca in partenza, Fabio veloce, io contento e Orazio incazzato (che poi gli fa bene visto che non è mai andato così forte in vita sua). Arriva l’ultimo turno che è stato quello più bello. Sono stanco ma ormai ho capito la pista, le curve in discesa le faccio in quarta e la esse dopo il traguardo non è più un mistero impenetrabile. Continuo a girare in 2 e 10 - 2 e 11 nonostante cerchi di non rischiare niente, sia stanco e senta la gomma anteriore piuttosto consumata. La verità è che sono molto più fluido e mi sto divertendo come non mai. Lascio la moto ad Orazio che conclude la gara.

A sera finalmente sappiamo i risultati e abbiamo la lieta sorpresa (non per me, io me lo sentivo) di essere settimi assoluti e quinti di classe, il miglior risultato nella storia del team. Orazio non è più incazzato e non vuol più vendere la moto. Tutti hanno dato il meglio e questa è un’ottima base per la prossima gara: già abbiamo studiato come migliorare di un giro l’ora.

Probabilmente mi sono dimenticato un sacco di episodi divertenti e conversazioni piacevoli con persone piacevoli dalla A di Abbadini alla W di Wan Kenobi Firmino. E’ stata un’esperienza eccezionale e da ripetere. L’unico effetto collaterale per ora è che da ieri girando in moto non ho mai superato i 70 orari. Una specie di saturazione da adrenalina.

 

 

 

 

 

© Anima Guzzista