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TROFEO DECCLA CARTAGENA 2005
Gasgonel Team
Un anno dopo...
.
Testi:
Goffredo. Foto: Cristina, Edo e Deccla
- Oh? E il report non lo
fai?
- Ma guarda sono incasinato, poi con 'sta storia di
Paolo non mi viene un report scherzoso e le cose serie non
ci riesco e poi il lavoro e... Ero rimasto senza benzina,
avevo una gomma a terra, non avevo i soldi per prendere il
taxi, la tintoria non mi aveva riportato il tight, c'era il
funerale di mia madre. Era crollata la casa, c'e' stato un
terremoto, una tremenda inondazione, le cavallette, non è
stata colpa mia, lo giuro su Dio!
Ieri ho parlato con Paolo Mototopo, che sta bene: la
clavicola non gli si è saldata a dovere ma lui ne ha
approfittato per farne una tensostruttura modulabile capace
di incidere in maniera inedita nel territorio pur
rispettando le pre-esistenze ed il tessuto urbanistico. Ah,
il vantaggio di essere architetti postmoderni. Non ho
scuse, dunque. In più fuori piove. Ed eccovi il report.
Prima di volare con la mente sulle assolate terre di Murcia
corre l'obbligo di una precisazione. In ragione delle
serissime motivazioni sopra citate, mi accingo alla
redazione della cronaca in oggetto dopo un intervallo spazio
temporale non indifferente; intervallo cui si dovranno
certamente imputare le mancanze ed inesattezze che - non è
arduo supporre - fioriranno tra queste righe come papaveri
in un campo di grano (leggasi: so' passati du' mesi; nun me
ricordo 'na mazza). Come se non bastasse, le amorose
attenzione dei miei ventiquattro lettori mi impongono
altresì di ricordare che il report precedente, ovvero quello
dedicato alla Leggenda dell'No Hay Problema Racing Team,
giace da mesi incompiuto, monco. La seconda parte, della
quale vennero annunciati i titoli dei capitoli, non vide mai
la luce. Che fare, adunque? Se il ricordo della gara di
settembre già si fa fumoso (era davvero Orazio a sfrecciare
impennando?) per quella di gennaio non parleremo nemmeno più
di ricordi ma di sensazioni, vaghe immagini, ectoplasmi
rombanti, fantasmi su scarichi liberi, fantasie neuronali
bicilindriche e poi uno dice che il bigné a colazione lo
digerisci meglio, ma quando mai, che mi gira la testa?.. Ma
deh, di slancio la decisione è presa: confidando nella
benevolenza dei miei ventitré lettori, recupero i titoli dei
capitoli promessi e mi abbandono ad uno stream of
consciousness che non ho idea di cosa voglia dire ma il
vantaggio di avere un sito è che uno ci scrive quello che
gli pare: salvadanaio, otaria, Vintage Tounina e auto-setup.
GENNAIO, NO HAY PROBLEMA
Ricordate? In un modo o
nell'altro il Monza venne messo in condizione di gara e con
tre marce su cinque io, Paul Stawgee e Piero Gasgas ci
accingevamo alla tenzone e...Miii non mi ricordo nulla!!!
Vediamo se i titoli dei capitoli promessi mi attivano
qualche sinapsi...
- La saga di Paperinik o degli infranti scroti
Paperinik (il cui vero nome è Paperinik) è un
cronometro umano. Nonostante l'aria intelligente ha deciso
di sua spontanea volontà di occuparsi del team di Orazio
Lupis. Nonostante l'aria intelligente deciderà di ripetere
l'operazione a settembre. È un ragazzo eccezionale, purché
non inizi a parlare di carburazione del suo imola o Hi-Fi in
generale e diffusori a cono e a tromba in
particolare. In quel caso suggeriamo la tecnica Pisolino© by
Fra & Mototopo che consiste nello sbadigliare ripetutamente
per poi fingersi saporitamente addormentati. Una tecnica di
sicuro effetto ma da praticare con prudenza quando si guida.
Per i conducenti di furgone suggeriamo la Variante CD® by
Sala: "eh, scusa, non ti sento ho lo stereo a palla ed il
volume è bloccato!"...
- Obi Wan Firmino e le regolazioni dei getti
Ah, questo episodio lo ricordo vagamente...
C'era una moto che non andava bene, un tester che azzardava:
"direi carburazione un filino grassa" ed EGLI che imponendo
le mani sui carburatori li costringe a rivelarsi per ciò che
sono: carburatori privi di getti. L'immagine di Obi Wan che
fa levitare un carburatore gridando "assassini! Assassini!"
resterà a lungo scolpita nella mia memoria.l
- Box vuol dire Box: The moment of the Minchia
Il Momento del Minchia® (L'instant du Minchià,
Das Minkionmomentum, Eu momenju du minchiao) è un brevetto
originale del Gasgonel Team. Molteplici sono le imitazioni
ma, onestamente, ben pochi sono i team capaci di dedicarsi
così assiduamente, così caparbiamente alla minchitudine.
Come si riconosce un Momento del Minchia®? È necessario
forse un piccolo promemoria. Leggiamo insieme i resoconti
dei primi Moments® a settembre dell'anno scorso.
Immaginatevi il vostro modesto cronista, in sintonia col suo
tempo e la performance che corre garrulo e lieto in pista e
si prepara ad un veloce pit-stop, di quelli come fanno i
grandi, con la moto che quasi non si ferma e oplà! un pilota
prende il posto dell'altro... Leggiamo: <<inizio ad
abbassare i tempi considerevolmente e in un attimo appare il
cartello Box! Mi fiondo dentro e... Nello sta sdraiato
intorno alla moto di CP!! Cosa conta una gara quando c'è da
aiutare un amico col motore in panne? Grande Nello...
Riparto sotto gli occhi divertiti degli astanti (cioè,
divertiti per modo di dire: anche col casco, percepisco
distintamente un: 'ah ah che coglioni!") per dare tempo a
Nello di prepararsi...>> Ecco: questo è un Original
Moment of the Minchia®: entrare ai box per dire al collega:
"o neno, mettite a tuta che mo ripasso.".. Ma questo era
settembre. A Gennaio, al posto di Nello, c'era Paul Stawgee
che di minchitudine non se intende come noi (ma è giovane,
diamogli tempo). Che fare dunque? Sarà Piero ad incaricarsi
di portare la minchitudine al livello di arte pura.
Immaginatevi ciò che è stato, perché quanto scrivo è
realmente accaduto: Piero entra in pista e concorda con le
ineffabili Fra e Cris una strategia impeccabile: "allo
scoccare dei 15 minuti esponetemi il cartello BOX, mi
servirà per gestirmi la mia manche". Vengo informato di
cotanta strategia mentre Piero è in pista. Azzardo: " ma non
è che poi uno in pista si scorda di 'ste cose? E se vede il
cartello Box e semplicemente entra ai Box?". Le ineffabili
mi guardano come fossi un paria lebbroso con alitosi e
replicano: "senti, è tutto coordinato non ti preoccupare".
Io non mi preoccupo. Allo scoccare del quindicesimo minuto
il cartello viene esposto a Piero che puntuale entra ai Box.
Questo è più che un Moment of the Minchia®. Questo è un
Moment of the Minchia D.O.C.G. Da non provare a casa.
- Il buio oltre la sfiga: Votantonio e Minchions
Poche ma significative righe per ricordare la
classe e l'aplomb anglosassone dei membri del Votantonio
Team di fronte all'apocalisse di sfiga che si abbattè su di
loro a gennaio. Mancò la fortuna, non il valore. Parimenti
nobile - a parte le sceneggiate napoletane di Iosca e
Tiziano (pazza! Scema! Ti graffio!!) - lo stoico resistere
degli original Minchions agli strali di una sorte beffarda.
- Differenze e analogie tra un pneumatico racing
ed un mattone
Quando si parla di gomme, lasciar decidere
Piero. Quando si parla di gomme, lasciar decidere Piero.
Quando si parla di gomme, lasciar decidere Piero. Quando si
parla di gomme, lasciar decidere Piero. Quando si parla di
gomme, lasciar decidere Piero...
- Berrettini Iosca mai più senza!
A giudicare dal titolo sarebbe stata mia
intenzione scrivere qualche arguto mottetto sui copricapi di
Mauro Intillimano Iosca. Non ne ho più la forza.
- L'importante è non farsi male, e ora levati dal
ca$$o!
Ah, questo me lo ricordo, eccome!! L'amicizia,
l'affetto fraterno, tangibile, quello vero, sincero che
viene fuori nei momenti difficili, ah ragazzi mi avete
proprio commosso... Siamo a tre giri dalla fine, sto
spingendo al massimo la motoretta dadaista verso la bandiera
a scacchi quand'ecco che vado lungo al tornante dopo il
discesone... vado lungo, saltello e... Cado! Emozione,
paura, adrenalina! Minchia, son caduto! Ma non mi sono fatto
niente! Sarà l'adrenalina?? La moto la riesco a far
ripartire, tremo tutto ma almeno la voglio riportare ai
box... Ecco che arrivo a passo d'uomo ai box. È palpabile la
preoccupazione dei miei compagni di team, degli amici, di
tutti quelli che aspettavano di vedermi comparire alal palma
ed invece i minuti passavano ed io non arrivavo. Ed ora
eccomi la, tra loro, pronti ad occuparsi di me, a verificare
che non mi sia fatto male. Ah, quante attenzioni gentili,
non posso ricordarle tutte, ma d'altronde son tutte
racchiuse nelle amorevoli parole di Tiziano: "ma la moto va?
E allora levati dal ca$$o che finiamo la gara!". Grazie
ragazzi, sniff, sniff...
- Da Calatafimi a Calatrava.
Anvedi che titolo e che avevo mangiato? Boh, magari
volevo parlarvi dell'Acquario di Valencia. Magari no. In
ogni caso importa sega dei delfini, no?.
Pronti per il ritorno del Gasgonel? Via!!!!
SETTEMBRE 2005
CARTAGENA VIA MADRID
Noi che valiamo, quest'anno
siamo scesi a Cartagena passando da Madrid. Questo mi ha
permesso di vedere il tempio del Guzzismo Madrileno, ovvero
la sede del Classic Co. Che rooooba!!! Altra novità di
quest'anno: addio Hotel Manolo, i duri campeggiano al
Paddock. Gran bella esperienza a parte la terribile
ultima notte a base di musica heavy metal proveniente da un
box verso il fondo. Nelle parole di Sua Saggezza Frensis:
"non tanto per il volume ma per la qualità..." La vita al
paddock sarà meravigliosa: Iosca è attrezzato a tal punto
che la sua tendopoli sarà presto battezzata Casa Vianello.
Frensis, giunto da Roma insieme a Nello in camion
sperimenterà posizioni yoga dormendo nella cabina del
camion. Nello dopo una notte nel camion si lascerà tentare
dal confort del box caratterizzato da un'escursione termica
degna di Venere ed un tasso di umidità notturno da Rio de
Janeiro.
HARE NELLO
Dopo la zeppetta di legno
dell'anno scorso, diversi fans del Gasgonel Team si
attendevano qualche altra mirabolante prova del Nellico
genio. Ed egli non li ha delusi. La spina B-Ticino da
abat-jour che faceva bella mostra di sé attorno alla nostra
batteria è stata ammirata e fotografata. Per la Collezione
Autunno Inverno 2005, Nello ci ha proposto la sua belva in
una elegantissima colorazione nero opaco, impreziosita
dall'ormai famoso cupolino Alien by CP. Oddio, a dire il
vero quel cupolino è orrendo ma sulla nostra, e solo sulla
nostra, non stava affatto male. Quest'anno per la somma
gioia di Piero, abbiamo una moto che - tutto sommato - va
bene, nel senso che sì, scopriremo più tardi che avrà seri
problemi oltre i 5500 giri, ma rispetto alle precedenti
edizioni giriamo tutto il venerdì provando qui e là
manopole, settaggi e pedivelle ma è tutta un'altra musica
rispetto a quando dovevamo riaddrizzare valvole o cercare
marce scomparse... Come se non bastasse, riesco sin dal
venerdì nel mio obiettivo: strusciare le saponette. E sì,
perché fino ad oggi il mio stile di guida (alla hailwood per
i miei fans, alla manico di scopa in culo per i meno
raffinati) mi aveva lasciato assolutamente intonse le
protezioni al ginocchio. E sposta di qui, e butta giù di
là... Niente, la mia tuta restava assolutamente linda.
Finché, sommessa, giunge al mio orecchio una delle tante,
tantissime, perle di saggezza di Peppe Cavaliere, di nome e
di fatto, maestro di vita e di pista, Romano di quelli che
non ce ne sono più che butta lì: "butta giù la spalla,
vedrai che col ginocchio tocchi subito". Detto fatto: il
contatto con l'asfalto arriva subito! In alcuni punti della
pista sarà sinonimo di cacarella e sudori freddi (al
discesone...) in altri (tornante in salita, palma...) sarà
pura goduria puntare deciso il ginocchio a terra e fare la
curva a compasso. Se poi tutto questo significhi un mezzo
secondo in più o in meno... Boh! Ma il divertimento è
assicurato!!
A Madrid,
l'indomito Monzino del No Hay Problema Racing
team... |
Powered by
Nello. Directed by Ridley Scott... |
Alien II |
Iniziamo
a prendere le misure della pista |
I primi
giri continuo a farli all'antica maniera... |
Dunque, ha
detto peppe di spostare anche le spalle.. |
Pian
piano si migliora..
|
Gara
uno, occhio che questi fanno sul serio
|
...Ma non li
lasciamo mica, eh!
|
Nello in
azione (accidentalmente non in mutande).
|
Nello
in uscita di curva
|
Anche Piero
inizia a prendere le misure...
|
NON SIAMO SOLI NELL'UNIVERSO
Intanto ci scambiamo le
presentazioni con i nosti colleghi di Box. Trattasi di
allegri nuclei familiari della Capitale con marginale
presenza di una moto e due tizi simpatici che ci salgono
sopra di tanto in tanto, quando non sono impegnati a
minacciarsi di morte. Il nostro box è allietato da pargoli
di varie fasce di età. Un giuovane monello fa subito
amicizia con Nello e per dimostrargli quanto è bello, usa il
suo calibro come un martello. Nello per poco non si adira,
e a momenti nell'aere lo tira. Non il calbro ma l'infante,
che ne ha combinata questa ed altre e tante. Poco ci manca
che lo fa a pezzi quando scopre che gli ha mischiato gli
attrezzi. ( Perché scrivo in rima? Dunque avevo detto: vado
di là a farmi un the... O cacchio: ho sbagliato bustina...).
Sempre a proposito della simpatia che regnava nel nostro box
segnaliamo il confort grazie alle diverse sedie, portate da
Nello perché "stavolta basta mettersi la tuta per terra,
ah!". Ah, la fava. Diversi esemplari di Adolescentis
Playstationensis e di Commissaria Stanca-Stanca si
impossesseranno delle nostre belle seggioline costringendoci
a ripetere la nota danza del pinguino innamorato ad ogni
vestizione... Lasciato il kindergarden, faccio una veloce
scorsa tra i box per salutare vecchi e nuovi amici. Al box
alla nostra destra, il variegato team di CP composto dal
Verbo Incarnato CP, che parla per mezzo dei profeti, Il
Mistero Gaudioso di Fange, destinato a riapparire dopo mesi
e mesi di latitanza ed il Profeta Davide, giunto dalla
Brianza a miracol mostrare. A dividere il box con cotanta
Grazia Celeste, il parimenti sublime Peppe che come quelli
che nella taverna tirano fuori da sotto la giacca il
boccione di vino buono, ha preparato per Cartagena un'arma
segreta. Anzi due. La prima è una moto: una Le
Mans-California Special-Segata-AntiSegarra-Orange-con
scarichi affetta-avversari... Da paura: interasse di 80 cm e
760 cavalli alla ruota. Vabbè, più o meno. La seconda
arma segreta è un replicante, generazione Nexus 6, più
umano dell'umano: Mario detto Jack lo Staccatore. Incapace
di contenersi, programmato per uccidere, il Nexus 6
disintegrerà la moto in breve tempo ma solo dopo aver
regalato agli astanti dei momenti di emozione pura sul filo
costante dell'1,55...
VOLVEREMOS Y SEREMOS MILLONES!
No, non lo disse anni fa un
rivoluzionario dell'america latina. A dirlo fu Graziano a
gennaio. E a settembre ha mantenuto la promessa. Il Moto
Europa Team alla sua prima apparizione surclassa le corti di
Iosca dei tempi d'oro. Quanti erano? Mille? Duemila? Nessuno
lo sa con precisione. Ma la devastante immagine di quei
CAPPELLINI FUCSIA che ondeggiano minacciosi resterà a
lungo a tormentarmi nel sonno. Nel box a fianco a questa
invibile armata campeggiano i leggendari Minchions Originals,
che faranno una splendida gara nonostante qualche problema,
e il Moretti Team di Roberto e Paolo ai quali quest'anno
Omobono volterà decisamente le spalle.
LEDZEP OVVERO: CHI VALE CONOSCE IL SUO TEMPO
Al box a fianco stretto
nella morsa del Moto Europa Team (c'è chi giura di aver
visto nel loro box: un frigo bar, un letto a castello, una
poltrona Eames, due trumoncini del settecento, una
riproduzione del Castello di Blois fatta di fiammiferi, un
sistema home cinema, un piccolo generatore a pannelli
solari, il cast di Jesus Christ Superstar, due labrador,
dodici casse di Chateau Margaux e Moira Orfei), Orazio Lupis,
persona squisita e gran gentiluomo (o incommensurabile testa
di minchia, a seconda di come gli gira) si affannava alla
ricerca dello spazio - vitale - necessario al suo meccanico
artista e poeta Obi Wan Firmino per poter creare al meglio.
Della somma impresa Oraziana parleremo tra poco, per adesso
i riflettori si poseranno su Massimo Ledzep, egregio
debuttante che, come si confà a chi davvero vale concluderà
il suo weekend di gare segnando un eccellente 2:08.
Spettacolare la sua progressione con i primi giri fatti in
stile
californista-che-ha-imparato-ad-andare-in-moto-facendo-il-pony-a-Milano-e-che-non-vuole-rovinare-la-moto-di-Orazio
e la conclusione della gara con pieghe in folle abbandono.
Ma si diceva di Orazio...
ORAZIO E I LIMITI DELLA SCIENZA.
Orazio Lupis è un mito. Che
dire di quest'uomo che non sia già stato detto? Walt Whltman
si vantava di essere vasto, di contenere moltitudini? Ebbene
allora il nostro Orazio contiene universi, spazi siderali.
Altro che Dottor Jeckill e Mister Hide!! Il dottor Jeckil
era un bimbo autistico in confronto alla deflagrante
personalità del Lupis. Un uomo capace di tutto e che infatti
tutto ha osato e vinto varcando i confini labili tra storia
e leggenda entrando direttamente nel mito. Facciamo un passo
indietro: nelle precedenti apparizioni del Will Coyote Team,
il Nostro si era imposto, oltre che per il suo carisma ai
box, anche e soprattutto per il suo contributo alla scienza
e all'astrofisica in particolare. Sappiamo infatti che
L'anno luce è un'unità di misura che esprime la distanza
percorsa dalla luce nel vuoto nell'intervallo di un anno
siderale; questa unità è utilizzata per esprimere le
distanze tra la Terra e oggetti celesti posti al di fuori
del Sistema Solare. Ebbene, in un teorema brillantemente
esposto l'anno scorso dal Professor Forlati, veniva definito
il Giro-Orazio quale unita di misura capace di
esprimere l'anno-luce non solo come unità di misura della
distanza ma anche del tempo, nell'ottica della più compiuta
relatività einsteniana. Tale sublime concetto venne
suggerito al Forlati dal fatto che i primi giri in pista a
Cartagena del Lupis furono talmente lenti che gli
consentirono di varcare le soglie del continuum
spazio-temporale: era infatti possibile vedere Orazio seduto
ai box durante la gara del sabato mentre girava in pista per
le prove del venerdì! Gli esempi, brillantemente illustrati
dal Professor Forlati durante quella che nei libri di fisica
è ormai comunemente chiamata "la cena al Manolo", sono
chiarificatori: "Alpha Centauri dista dalla terra due
giri-orazio" (distanza); ma anche: " cazzo, sono tre
giri-orazio che aspetto il 30 barrato, quasi quasi faccio
prima a piedi" (tempo). Ma la scienza è foriera di sorprese
e come sempre ciò che sembra acquisito è destinato ad
infrangersi contro l'onda incessante del progresso umano. A
distruggere la teoria del giro-orazio è stato Orazio
medesimo. Il venerdì delle prove, O Animalo, la sublime
motocicletta allestita dal Maestro Obi Wan Firmino sfreccia
veloce e passa sulla linea del traguardo a gas spalancato.
Ma a guidarla non è quell'adolescente cinquantenne del Prof.
Forlati, né quel debuttante fotografo capellone... No.
Aggrappato ai semimanubri, a medie lontane due, tre "giri-orazio"
dal passato c'è proprio Orazio. Alcuni di noi scrutano il
cielo... È forse l'Armageddon? Una congiunzione stellare?
Nello in pista prova a contenere la furia gialla ma non c'è
niente da fare. Dopo aver abbassato di una quindicina di
secondi i suoi tempi Orazio rientra ai box tra le ovazioni
della folla. La terribile sindrome della variante gialla
(raro disturbo che si manifesta al pilota di moto gialla
facendolo inchiodare senza ragione alcuna in rettlineo e/o
facendogli percorrrere curve a passo d'uomo) è ormai un
ricordo del passato. Avrà sì due o tre ricadute in pista, di
cui una in forma acutissima alla curva Gas Gas mentre io gli
stavo dietro... ma ormai gli anticorpi sono belli saldi.
RIPARA UN MINCHIA E SUBITO SE NE ROMPE UN ALTRO
La Gara di Settembre ha
sancito due ritorni: il primo quello di Alberto che
dopo essersi rotto la clavicola a gennaio è tornato garrulo
e lieto a girare intorno ai 2'00 di media a settembre.
Immenso! Insieme a lui è però tornato pure quel cacchio di
piedino che tira fuori per salutarti ad ogni sorpasso. Prima
o poi glielo amputo. Il secondo e altrettanto gradito
ritorno è stato il Mistero Gaudioso di Fange. L'uomo che
dimagrisce in sella alla Le Mans. Dopo i leggendari sorpassi
all'esterno al Mugello ai danni di Jappisti su moto
superpotenti infilati come birilli alla Bucine, da troppi
mesi i casi della vita (ivi compreso qualcuno che in pista
gli monta sopra) avevano appannato la grinta del Profeta e
il suo leggendario folle abbandono. A settembre dell'anno
scorso cercava di farsi una ragione di tempi intorno al
2'12. Quest'anno era lì a battagliare al posto che merita.
Hare Fange, Hare Hare Hare! Per cercare di imitare i
suoi idoli, Paolo Mototopo ha pensato bene di
frantumarsi vieppiù in modo da stupire i suoi fans quando,
fra poco, pochissimo, tornerà a sfrecciare tra i cordoli più
garrulo e veloce che pria.
LA
GARA
Quest'anno la gara di
settembre si è svolta in due manche. Un esperimento
destinato ad attrare più pubblico, offrendo due volte il
brivido della partenza, che però per me è riuscito solo in
parte. Per carità, io a Cartagena mi divertirei anche a fare
24 manches da un quarto d'ora ma, se devo dare una
preferenza, voto deciso per le formule di Endurance puro: si
parte e si corre per un tot di ore. Fin quando tutti rompono
tranne una moto preparata da Nello. Ma a parte ciò: gran
bella gara, le solite emozioni ( 'solite' si intende scritto
tra due virgolette grandi quanto una casa: portare un Le
Mans 850 powered by Nello in una pista come Cartagena è un
orgasmo continuo) quest'anno arricchite da piacevoli
dettagli: il già citato ginocchio che finalmente gratta
l'asfalto e una velocità media di tutto rispetto. Purtoppo
il cronometraggio quest'anno ha fatto cilecca e quindi mi
devo accontentare di una proiezione Abacus intorno ai 2'05.
La regia può far partire il contributo con le ultime
immagini.
Sempre Nello, sempre bello. |
La partenza.
Un momento emozionante, quest'anno raddoppiato!
|
Nello ormai
lanciato!
|
Piero dà
lezioni di guida a sinistra...
|
...Et
voilà a destra...
|
Ah, c'è il
fotografo? |
Allora, aspetti che mi metto così...
|
Ecco, il mio profilo migliore, direi...
|
Facciamone un'altra, non si sa mai...
|
IL
TEAM. UI AR DE BEST
Siamo i migliori. E
diciamocelo!! Magari non i più veloci, i più attrezzati ma
sicuramente a umorismo e sportività non siamo secondi a
nessuno: anche durante le prove cronometrate facciamo un po'
per uno: prego, tocca lei! Ma avvocato, lei mi parve più
rapido! Ma Duca, le pare, ella sfrecciava parimenti... Poi
per la gioia dei fans, Nello parte sempre dal baretto,
rigorosamente in mutande, quando tocca a lui entrare in
pista. Se si tratta di far benzina non prendiamo taniche ma
il decanter... Cristina supplisce all'assenza di Fra
approvigionando il team e prendendo i tempi sul suo abaco
travestito da telefonino portatile. Mitica! E Piero, che
dire di Piero? Le sue saponette dimostrano che l'impatto con
la curva che ormai di fatto porta il suo nome è svanito: a
gara finita, festoso e giocondo compra pneumatici per tutti!
E poi, quando negli ultimi giri una cronometrista, forse
vittima delle scosse allo spazio-tempo causate da Orazio*,
ci impone una sosta supplementare che ci fa perdere minuti e
posizioni in ottemperanza ad un regolamento ed un orario
validi sul pianeta Belino ma non a Cartagena... Ebbene,
finisce a taraluccios y vinos. Se la poverina avesse fermato
senza motivo, che so un Lupis... cosa resterebbe ora di
lei?.. Brrr.. Non pensiamoci. Sta di fatto che con le nostre
medie che si abbassano ad ogni gara, l'arte meccanica di
Nello che si affina ogni giorno, e la nostra minchitudine
che si ingigantisce, il Gasgonel Team è destinato a far
ancora parlare di sé nel futuro e non solo per il nostro
folkloristico modo di gestire i cambi pilota.
*la mia naturale modestia e
la mia ben nota riservatezza mi impediscono di considerare
seriamente l'ipotesi, più volte avanzata dal Professor
Gasgas, che la cronometrista fosse soggiogata dal mio
magnetismo animale. Considero invece senza tema di smentita
che la causa delle eccessive attenzioni a noi rivolte sia da
ricercarsi in Nello, uso a passeggiare per il box in
mutande, spandendo abbondanti dosi di testosterone
nell'aere.
DECCLA
Le gare di Cartagena sono
quel che sono perché qualcuno le rende così. Miguel Angel,
Abba e tutto il loro staff: gracias! Che altro dire?
Mah, per adesso è tutto. Certo, potrei andare avanti giorni
a raccontarvi il viaggio di ritorno con il mitico Adolfo il
più grande Harleysta di Spagna, che guida la sua BMW station
wagon come se stesse inseguendo i Segarra... Mauro Iosca
agli ultimi giri su una moto che gira quando vuole lei...
Fange che si passa all'esterno da solo anche le birre a
tavola...Davide de Martin che dice: maddeche, aho?... E i
dialoghi tra Peppe ed il suo Nexus 6 che riceve una moto
sana e la restituisce in scala 1:18... Del vino che sa di
aceto e Bruno Scola che dice: "mmm, ottimo!"... I Segarra
che cortesemente si incendiano una moto... Mario che fuma il
sigaro in modo tale da far sembrare Al Pacino un
complessato... Paperinik che corregge l'equazione del tempo
a mente... Tutto questo e molto, molto altro ancora... Bah,
magari fra sei mesi aggiungo qualche riga a questo report.
Ma io fossi in voi penserei ad organizzarmi per la prossima
gara a Cartagena piuttosto...
© Anima Guzzista
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