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PROVA MOTO GUZZI BREVA

 

 

Azzeccata

 

di Alberto Sala, Goffredo Puccetti, Simona Cardinali e Iko

 

 

Nella splendida cornice del Castello di Casiglio nei dintorni di Erba si è svolta la presentazione stampa dell'attesa Moto Guzzi Breva, la nuova 'piccola' di Mandello presentata lo scorso anno e a breve già in consegna ai concessionari. Durante la presentazione l'Ing. Roberto Brovazzo, amministratore delegato Moto Guzzi, ci ha illustrato le molte modifiche attuate soprattutto sul motore, che beneficia di una messa a punto più accurata e di modifiche importanti, come l'adozione dell'iniezione, la modifica dei profili delle cammes, il nuovo rivestimento dei pistoni, modificati anche a livello di fasce, e altro ancora che dovrebbero dare una risposta più corposa e lineare al 'piccolo' 750; anche il cambio beneficia di accurata revisione volta a dare una maggiore precisione negli innesti e maggiore morbidezza d'uso; il telaio pur derivando da quello della Nevada beneficia di molte modifiche così come l'impianto di scarico, provvisto di catalizzatore con sonda Lambda per rientrare nelle ormai obbligatorie norme Euro 2. Carichi di sana curiosità dopo le delucidazioni tecniche abbiamo preso visione delle moto pronte per la prova (e Simona ha apprezzato molto la sella ribassata in optional, che consente a chi è meno alto di toccare terra agevolmente) e ci siamo finalmente lanciati nella verifica pratica.

 

 


I commenti di Alberto

Teatro della prova dinamica è parte del Circuito del Lario: una zona ricca di curve senza (in settimana) grossi problemi di traffico e asfalto buono, condito da un panorama che passa dolcemente dalla pianura ai primi colli, fino a salire alla Madonna del Ghisallo per poi tuffarsi nel lago di Lecco e seguirne le forme fino al ritorno. Un territorio ideale per testarla, sia da un punto di vista puramente dinamico, sia per verificarne l'eventuale attitudine alla 'distrazione' paesaggistica.

 

 

La posizione in sella la trovo immediatamente comoda. La sella risulta per me (altezza 1.80) piuttosto bassa e mi consente sia di controllare perfettamente la moto, sia grazie alla sua ampiezza di trovare longitudinalmente la migliore posizione di guida. Il manubrio viene comodamente incontro e le pedane sono 'giuste', nè avanzate nè arretrate. Insomma: posizione molto comoda. Bastano poche curve per sentire la moto molto agile: i cambi di direzione avvengono con facilità, anche grazie al peso contenuto (dichiarato attorno ai 180 kg). Il raggio di sterzo è poi ampio, e consente di fare tranquillamente una inversione a U anche nelle strade attorno a Canzo, non certo larghissime. Insomma: a primo approccio la moto è facile, maneggevole, comoda.

E il motore? Niente male. Coppioso sin da subito, sale dando tutta la sua forza con relativa facilità, mostrando il suo limite solo in allungo, dove la cavalleria limitata si sente, ma a mio parere non è certo un problema. Anche guidando svelti e volendosi divertire la spinta c'è, c'è da subito (ho provato a trotterellare anche a 1500 giri senza alcun strappo), c'è senza alcuna incertezza o vuoto, e per il tipo di moto in fondo può bastare. Un bel passo in avanti rispetto al motore della Nevada, non c'è dubbio. Le vibrazioni si sentono in maniera moderata al manubrio e ancor meno alla sella e alle pedane; durante la prova non mi hanno mai disturbato, anche se forse per poter esprimere un giudizio definitivo si dovrebbe provare a macinare 500 km di autostrada o più.

 

 

 

 

 


Prima di salire verso Canzo lanciamo ventre a terra la Breva su un tratto misto molto veloce: la protezione aerodinamica è pittosto scarsa, anche se il cupolino leva parte della fatica nel fendere l'aria anche oltre i 140 kmh; le sospensioni, tarate morbide e quindi molto confortevoli, mostrano qualche limite innescando qualche lieve ondeggiamento sullo sconnesso affrontato a razzo; in questo frangente lo sterzo risulta un po' leggero, ottimo sul misto stretto ma forse sul veloce si sente la mancanza dell'ammortizzatore di sterzo.

Saliamo verso il Ghisallo e incomincia il divertimento: curve e controcurve vengono digerite con facilità dalla Breva, dimostrandosi moto molto divertente: la coppia in salita non manca, l'agilità è tale da chiudere facilmente anche i tornanti, il tutto conservando un comfort notevole. Il verdetto sul misto stretto all'italiana è assolutamente positivo.

La discesa prima ripida, poi dolce verso Bellagio merita un po' di calma. Dopo averla spremuta in salita, voglio gustarmi il paesaggio senza dover pensare troppo alla strada. Mi lascio cullare dolcemente tra ville immerse tra il verde e l'azzurro spensierato, ondeggiando dolcemente senza fretta, per vedere quanto la moto riesca a 'sparire' dalla mia mente, e immerso tra i pensieri e il cielo solo lievemente velato, il tempo passa leggero e prima del previsto sono a Bellagio. Questo è il lato migliore della Breva: una moto con cui lasciarsi piacevolmente condurre.

Volgiamo al ritorno sullo stretto e suggestivo lungolago verso Lecco, dove le auto che spuntano all'improvviso mi danno modo di verificare la frenata d'emergenza, e nulla da dire: la potenza è sufficiente anche con un solo disco anteriore, mentre il posteriore risulta sufficientemente progressivo e blocca solo dopo energico pestone.

 

 

 

 


Rientriamo infine alla base riaffrontando di nuovo ventre a terra il tratto veloce, che conferma la leggerezza di sterzo alle alte velocità in caso di sconnesso affrontato deciso: francamente mi pare uno dei pochi appunti (insieme alla poca potenza, al cambio - migliorato ma l'escursione è ancora lunga - e al prezzo, leggermente alto a mio parere) a una moto che, per chi desidera un mezzo piacevole, facile, da usare in città come su strade aperte e anche per farci vacanza, trovo assolutamente azzeccata.

 

I commenti di Simona

Prima di iniziare a parlarvi della Breva vorrei parlarvi di me! Guido la moto da meno di un anno, la mia esperienza come pilota si limita al mio Ducati Monster e mettiamoci pure una bella dose di imbranataggine. Detto questo possiamo parlare della giornata di ieri: la prova della Breva.
La Breva mi era già piaciuta molto quando l'avevo vista a Mandello durante la visita alla fabbrica in occasione del GMG.
Certo che qui sembra ancora più bella! Anche perchè si sono scelti un posticino niente male per la presentazione! La versione grigia con sella rossa è davvero elegante, ma anche la versione con le borse rimane esteticamente molto gradevole e quella rossa è davvero grintosa... insomma: diciamo che hanno fatto proprio una bella moto. A volerle trovare un
"difetto" potrei dirvi che potevano pensare a qualcosa di meglio per gli specchietti, ma nell'insieme è davvero una bella moto! L'idea poi di farla con una sella ribassata pensata per i nanetti come me mi piace davvero!
E' arrivato finalmente il momento di provarla.

 

 

 

 


Si parte! Primo problemuccio: il cambio! Diciamo che non c'è stata sintonia tra di noi. A parte lo strano rumore, avevo proprio delle difficoltà a cambiare! Mi ha dato l'impressione di doverci mettere troppa attenzione e forza ogni volta che si vuole cambiare marcia.
Proseguendo poi nel giro ho come la strana impressione che la moto sia un po' leggera sul davanti... non saprei spiegarvi in termini tecnici questa mia sensazione, ma tradotto in termini di guida non mi invogliava molto a correre! Forse il mio è solo un problema di abitudine... in fondo l'unico termine di paragone che ho è il Monster, e forse è troppo poco per poter esprimere dei giudizi.
A proposito di leggerezza della Breva... posso assicurarvi che è davvero molto molto, ma molto leggera... tanto leggera che quando mi è cascata sono riuscita a rialzarla da sola!

 

 

 

 


Comunque proseguendo nel giro e prendendoci un pochino più di confidenza la moto si guida bene e si litiga un po' meno con il cambio, ci si può quindi godere la comodità della posizione di guida ed ho avuto l'impressione che possa essere una moto agile anche in mezzo al traffico dal momento che ha uno sterzo ampio (si dice sterzo ampio? Boh... ormai l'ho detto!).
Il motore poi ha una buona spinta, ci si sente quindi sicuri nell'affrontare qualche sorpasso, ci si annoia forse un po' sui rettilinei (ma questo anche con il Monster).
Un bel passo avanti, rispetto al Nevada provato l'anno scorso al Mugello, è dato dalle diminuite vibrazioni... io ne ho avvertite un po' sul manubrio, ma era quasi un particolare trascurabile.
Onestamente non posso dire che di essermi trovata male, ma neanche completamente bene: anche se esteticamente è davvero bellissima, non mi ha entusiasmato, soprattutto se penso a quanto costa.

 

Si ringrazia la Axo per il casco.

 

I commenti di Goffredo

Uh, che sollievo! È bella e va bene. Beh, potete anche non crederci, ma la primissima sensazione che ho provato al termine della prova è stata questa: un gran senso di sollievo. E sí, perché Roberto Brovazzo durante la presentazione aveva più volte insistito sul fatto che la Breva ci avrebbe fatto capire, su strada, dove fossero state concentrate le energie e gli sforzi della nuova gestione, molto più di qualsiasi video o cartella stampa: "Andate a provarla e poi mi dite".

Ma iniziamo dal principio. Arriviamo al Castello di Casiglio, presso Erba, e io inizio subito ad invidiare il signor Casiglio, se mai ce ne è stato uno... La location è molto bella e suggestiva, vengo subito informato che il Castello è un luogo storico e tradizionale di presentazioni Guzzi; forse non c'entra molto con una moto dalla vocazione urbana e moderna come la Breva ma bisogna riconoscere che le moto parcheggiate nel parco facevano la loro bella figura. Mi incuriosisce di più di tutte la versione con borse Hepco Becker (molto ma molto belle) e borsa serbatoio floscia. Appena arriverà l'optional di un parabrezzino maggiorato di 5, 10 cm, ecco che la media per il turismo a medio raggio sarà pronta.

Incontro Patrignani, che cavallerescamente mente fingendo di ricordarsi di me, poi candidamente ammette che dice sempre a tutti:" eh, come no!? certo che mi ricordo di te!..."

Mi dice di essersi di nuovo lasciato tentare dalla Guzzi, dopo tanti anni: ha preso una V11 Le Mans. Gli chiedo cosa ne pensa della Breva e Patrignani sintetizza magistralmente: "hanno fatto una bella moto".

Vero. La Breva mi è piaciuta anche da ferma. Rodolfo Frascoli, della Marabese Design - L'uomo che ha disegnato la Griso - ha centrato pienamente l'obiettivo: le linee del serbatoio sono una vera goduria, le proporzioni dell'insieme magistrali. Avete notato come in sella alla Breva una persona anche di stazza importante non sfiguri affatto? Merito delle proporzioni perfettamente azzeccate. L'incantesimo di questi continui rimandi di linee, curve, dettagli (un'aquiletta incisa sul tappo della benzina...) si spezza quando Simona mi chiede se non trovo che quegli specchietti siano un po' troppo imponenti...

Effettivamente degli specchietti più snelli, soprattutto negli steli, e dalla foggia diversa non guasterebbero. Per il resto, design da dieci e lode: già soltanto esteticamente, la Breva si pone su un livello differente dalle varie entry level giapponesi. Alberto ci mette alla prova: "e questo faro posteriore? ma quant'è bello??" . Ci casco come un minchione: "Ah, meraviglioso! e poi slanciato che segue le forme del..." Alberto mi interrompe: "ehi, pirlotto, ma non vedi che è quello del Centauro girato?". Ah, già. Beh, che dire? il genio di un designer (Frascoli, non Alberto, eh) si vede anche da queste cose.

Con Patrignani, di fronte alla semplice bellezza della Breva, complice un cocktail a stomaco vuoto, iniziamo un discorso su forma, funzione e tecnologia, progressi veri e presunti. Il discorso, partito dal parabrezza era arrivato fino alla forchetta, strumento in sé perfetto e immutato da secoli, quando viene fortunamente interrotto dall'inizo della presentazione ufficiale...Chissà a cosa saremmo approdati, altrimenti.

La presentazione la fa il direttore generale Roberto Brovazzo in persona. I toni sono seri. Non fa nulla per nascondere quello che gli appassionati già sanno: i tempi sono ormai maturi per la nuova gestione per dimostrare, attraverso un prodotto - non attraverso uno spot, un restyling o un bel raduno - che adesso c'è una nuova motocicletta Moto Guzzi, che si chiama Breva, che beneficia del know-how Aprilia, e che quindi è moderna, razionale, dalla difettosità diminuita e quant'altro. Il succo del discorso è che la Breva sarà la prima di una serie di moto di media gamma, destinate a riprendersi quei segmenti del mercato nei quali la Guzzi per decenni fu la Marca che motorizzò l'Italia.

La presentazione comunque è breve e concisa; Brovazzo invita tutti a pranzo promettendo che sarà la prova su strada a convincerci più di qualsiasi diagramma o grafico sulla nuova iniezione, le modifiche al cambio, valori coppia e così via.
E allora andiamo, che si è pure aperto il cielo e la nebbiolina è sparita...

 

 

 


Partiamo in allegra brigata capeggiati da uno dei collaudatori di casa Guzzi. Andante, andante con brio, allegretto, si capisce che tutti siamo animati da una sola preoccupazione: ma 'sta potenzuccia basterà o mi svernicieranno le ax diesel in salita? Ecco quindi che i primi rettilinei ci vedono pressochè tutti impegnati alla ricerca del limitatore. Il giudizio è unanime: lo hanno proprio azzeccato questo motore. Troppo divertente! La coppia è da motore elettrico, c'è sempre e subito ed è quella che ci permette di ingarellarci come assassini sui tornanti di Asso, Madonna del Ghisallo e sul lungo lago. Il cambio non ha nulla di quello della Nevada se non, forse, una corsa ancora un pò lunga ma è davvero fluido e preciso. Quando il punto di fuga si allontana e si può aprire a manetta, volendo, non si fatica a raggiungere quei ritmi ai quali quella manciatina di cavalli in più non guasterebbe, ma questo avviene quando siamo abbondantemente oltre i limiti del codice della strada...
È mancato un tratto in autostrada o superstrada per poter testare la velocità massima; nei tratti di misto veloce comunque la Breva diverte quanto sui tornanti: è davvero una bicicletta. Volendo trovarle un limite, nel veloce e nelle accelerazioni, si avverte come il busto inizi a far da vela ed ad alleggerire l'avantreno. La frenata è ottima e modulabile. Un secondo disco non servirebbe, anche se una prova esaustiva in tal senso andrebbe fatta in due, a pieno carico con un paio di passi alpini di mezzo. Per l'utilizzo quotidiano e le escursioni la potenza frenante basta e avanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Il ritorno alla base mi permette di scoprire che, volendo, si possono snocciolare un paio di marce su una ruota (grazie al collaudatore Guzzi...) e che tra rotonde e semafori, la Breva si muove con la stessa disinvolura dimostrata sulle curve di montagna. Concludo: la Breva mi è sembrata bella e originale. Molto indovinata, direi, per quei motociclisti ai quali per troppo tempo la Moto Guzzi non ha avuto nulla da offire. Penso a chi vuole una prima moto e vorrebbe entrare nel mondo della Moto dalla porta principale, a chi vuole un mezzo per la città che non sia uno scooter, alle donne e a chi non vedeva l'ora di vedere l'erede delle vecchie stradali serie piccola.

I commenti di Mary, motociclista di motocicliste.net - che a fine percorso si prenderà anche i meritati complimenti del collaudatore Guzzi - e Simona, che ha provato la versione con la sella Lady, vengono ascoltati con attenzione a testimonianza dell'interesse della Moto Guzzi per il pubblico femminile, in continua espansione.

Il prezzo ufficiale comunicatoci da Roberto Brovazzo è di 7660 chiavi in mano. Alto? il nuovo motore, il look, il comportamento generale della moto e il fatto che sia una Moto Guzzi lo giustificano pienamente. Considerato però il periodo economico che stiamo vivendo, la cifra resta comunque alta. Staremo però a vedere se con la sua personalità saprà imporsi su un mercato che la vedrà circondata da "entry level' giapponesi e italiane e da tante concorrenti, vere o presunte, ma comunque ben più economiche.

 

 

I commenti di Iko

 

PRESENTAZIONE UFFICIALE MOTO GUZZI BREVA - MANDELLO DEL LARIO - 16/03/2003
Voce tonante: “La Ballabio!”. Più forte: “Dove sono i moduli?”. Subito dietro: “E’ qua! E’ qua! Venite!”. Quindi: “Si può provare anche il Centauro?”. “No, il Centauro non è disponibile, mi dispiace” Risponde rassegnato l’addetto all’assegnazione dei turni.
Una vivace ressa mi accoglie alle 12 di domenica 16 Marzo per la presentazione a “porte aperte” della Breva. Nel piccolo (un po’ troppo a dire il vero) spazio per l’accoglienza dei visitatori e per l’iscrizione ai giri di prova in sella all’ultimogenita Guzzi si respira eccitazione. Sarà vero che “l’occasione fa l’uomo ladro”, un giro “aggratise”, ecc. ecc., però bisogna anche dire che per un guzzista la possibilità di provare una motocicletta “nuova” non capitava da un po’ di tempo...
Il pubblico è eterogeneo con una grossa prevalenza di guzzisti, naturalmente: ad occhio direi il 70%. Sarebbe bello se da Guzzi ci facessero sapere com’è andata esattamente, visto che questa dovrebbe essere il modello per avvicinare nuovi clienti.
All’accoglienza facevano mostra di sé dei gadget molto apprezzati dai visitatori: enormi vassoi di chiacchiere carnevalesche accompagnate da bottiglie di bevande dolci (un guzzista preferisce il vino, ma tant’è, meglio non istigare, visto che poi bisogna guidare le nuove moto...). Scherzi a parte, un peccato che non si sia celebrato l’evento con qualche ricordo (ammesso che non mi sia sfuggito, visto che sono arrivato tardi).
I turni di prova si seguono a ritmi di mezz’ora e l’attesa non è eccessiva: al peggio si aspetta un’ora. In prova ci sono una quindicina di Breva, qualche California nelle diverse versioni ed anche, insieme ad una V11 LM ed una V11 Sport, un paio di V11 Ballabio abbastanza richieste.

Mi iscrivo alla prova e finalmente salgo in sella alla Breva schierata tra le altre nel passaggio d’ingresso alla fabbrica. Io e il mio vicino ci guardiamo: “Ma è una bicicletta!”. In effetti la sensazione di compattezza e leggerezza è notevole. Abituato al V11 mi sembra di essere troppo “grosso”, “corto” e “in alto”. La sensazione scompare quasi subito grazie alla posizione di guida davvero confortevole. Si avvia il motore che gira bene, rotondo e con poche vibrazioni; la tonalità allo scarico è davvero azzeccata: abbastanza corposa e “secca” allo stesso tempo. Bravi. Mi stupisco ancora quando scopro il termometro della temperatura esterna nel display della strumentazione (carina ma non eccezionale, un po’ più di fantasia forse era meglio) chiedendomi a cosa diavolo serva su una moto (di solito me ne accorgo da solo se fa troppo freddo...) e finalmente si parte.
Il collaudatore Guzzi guida la carovana in sella ad una California EV touring, io parto subito dietro di lui. Il tipo parte come un razzo superando una fila di macchine ed ho la mia prima sorpresa: il motore della Breva “tira” che è un piacere! Sembra di avere 10 CV in più di una Nevada (lo dico da ex-possessore) e soprattutto senza buchi o strappi. Bravi davvero, non me lo aspettavo. Il cambio è superlativo, se si pensa a quello della sorella custom. E’ vero che non sarà un fulmine come altri, ma vi assicuro che è davvero facile: senza impuntamenti, salti, ecc. La dimostrazione che per anni nessuno in Guzzi ha veramente avuto voglia (e soldi) per sistemare un cambio perfettamente migliorabile. La prima è molto lunga, bene per chi usa tanto la moto in città.
Tiro le marce per bene alla povera Breva anche per riuscire a star dietro al caposquadra: questa moto mi piace veramente. Mi sembra talmente agile che mi viene voglia di fare gli slalom tra le auto!
La prima parte del percorso è sulla superstrada per Lecco dove tocchiamo i 140/150 Kmh (per un non-smanettone come me, non è stato il massimo, visto anche il traffico intenso): noto un deciso alleggerimento dell’avantreno in un curvone in piena accelerazione. Chiudo il gas e il problema si risolve; mi chiedo se con una taratura diversa degli ammortizzatori si può ovviare. Piccolo difetto fastidioso ma non pericoloso: stavo anche tirando parecchio.
La seconda parte del percorso mi vede ancora all’inseguimento del collaudatore assatanato per delle stradine strettissime sopra Mandello. La maneggevolezza della Breva è tale che ad un certo punto vengo preso da raptus “supermotardistico”: sto per appoggiare il piede per terra ma rinvengo subito quando mi ricordo che la moto non è mia...
Ragazzi, nel misto stretto con questa qua è uno spasso!
I freni sono adeguati alla moto. Certo, abituato al doppio Brembo serie oro del V11, sarebbe troppo chiedere lo stesso alla Breva, non vedrei male comunque un kit con il secondo disco opzionale.
Rientro alla base: forse abbiamo fatto il record del percorso. I casi sono due: o il collaudatore doveva andare in bagno, oppure cominciava davvero ad averne le “cosiddette” piene!
I consigli dello zio Iko:
Cari ragazzi, fatevi un giro sulla Breva che vi divertite, garantito. Se siete motociclisti che non cercano prestazioni estreme ma solo praticità, comfort e maneggevolezza, allora questa moto è pane per i vostri denti. Non escludo comunque che presto vedremo qualche “Brevista” curvare con “folle abbandono” sui nobili circuiti lariani...

 

 

Scheda tecnica

Motore
Bicilindrico a V di 90°,4 tempi
Materiale cilindri: lega di Alluminio con riporto in Gilnisil
Pistoni: fusi in conchiglia, con 2 fasce ed 1 raschia olio
Raffreddamento: ad aria
Cilindrata: 744 cc
Alesaggio e corsa: 80x74 mm
Rapporto di compressione: 9,6:1
Distribuzione: 2 valvole ad aste in lega leggera e bilancieri
Diagramma di distribuzione:
apertura valvola aspirazione 18° P.P.M.S.
chiusura valvola aspirazione 50° D.P.M.I.
apertura valvola di scarico 53° P.P.M.I.
chiusura valvola di scarico 15° D.P.M.S.
(valori validi con gioco di controllo tra bilancieri e valvole di 1 mm)
Potenza massima albero correzione: 35,5 kW a 6.800 giri/minuto (48,8 CV)
Coppia massima albero correzione: 54,7 Nm a 3.600 giri/minuto
Alimentazione: iniezione elettronica Weber-Marelli
Avviamento: elettrico
Impianto di scarico: catalizzato 3 vie con sonda Lambda


Trasmissione
Cambio: 5 marce
Valore rapporti cambio:
1° 11/26 = 1 : 2,3636
2° 14/23 = 1 : 1,6429
3° 18/23 = 1 : 1,2778
4° 18/19 = 1 : 1,0556
5° 20/18 = 1 : 0,9
Lubrificazione: forzata con pompa a lobi
capacità circuito: 1,78 kg
olio: AGIP RACING 4T 5W/40
Trasmissione primaria: ad ingranaggi, rapporto: 16/21=1 : 1,3125
Trasmissione finale: a cardano, rapporto 8/33=1 : 4,825
Frizione: monodisco a secco con parastrappi


Ciclistica
Telaio:
tubolare a doppia culla scomponibile in acciaio ad alto limite di snervamento
Interasse: 1.449 mm
Avancorsa: 109
Inclinazione cannotto di sterzo: 28°
Sospensione anteriore: forcella telescopica idraulica Marzocchi, Ø 40 mm
Escursione ruota anteriore: 130 mm
Sospensione posteriore: forcellone oscillante pressofuso in lega leggera con 2 ammortizzatori regolabili nel precarico molla
Escursione ruota posteriore: 118 mm
Impianto frenante: Brembo Serie Oro
Freno anteriore: disco flottante in acciaio inox Ø 320 mm, pinza a 4 pistoncini differenziati e contrapposti
Freno posteriore: disco in acciaio inox Ø 260 mm
Diametro cilindro pompa freno: pompa anteriore Ø 13 mm, pompa posteriore Ø 13 mm
Diametro pinza: pinza anteriore Ø 30/34 mm, pinza posteriore Ø 32 mm
Area superficie frenante: ant. 21,3 cm 2, post. 16,1 cm 2
Tipo di materiale d'attrito: ant. Frendo 222, post. Ferodo ID 450
Ruote: a 3 razze in lega di alluminio pressofusa, cerchio anteriore 3"x17", cerchio posteriore 3,50"X17"
Pneumatici: anteriore 110/70 17 54 H, posteriore 130/80 17 65 H


Dimensioni
Lunghezza: 2.170 mm
Larghezza: 720 mm
Altezza: 1.190 mm
Altezza sella: 790 mm
Altezza minima da terra: 176 mm
Altezza manubrio: 1.035 mm
Altezza pedane conducente: 331 mm
Altezza pedane passeggero: 450 mm
Angolo di sterzata: 32° per parte
Peso a secco versione base: 182 kg
Tipo di serbatoio: Nylon
Capacità serbatoio carburante: 18 litri
Riserva: 5 litri

 

Accessori

Borse laterali rigide da 30 o 40 litri

Borsa da serbatoio da 10/15 litri trasformabile in zainetto

Sella ribassata a 76 cm da terra

Doppio ammortizzatore posteriore Bitubo regolabile nel precarico e nell'idraulica (estensione e compressione) con serbatoio separato (piggy back)

Cavalletto centrale in acciaio con kit di montaggio

Bloccadisco anteriore Granit Quick 37n di Abus in acciaio cementato a cuore

Parabrezza trasparente

Telo coprimoto

Panno in microfibra

 

 

© Anima Guzzista