10° Trofeo Deccla Cartagena 2006

- Report Tatuato

- Report GasGas

- Report Mario

- Report Graziano

- Report Peppe

10° TROFEO DECCLA CARTAGENA 2006

 

 

 

 

H2O

 

di Peppe Cavaliere

 

 

Secondo voi per beccare 4 giorni continui di pioggia torrenziale in quale parte del pianeta bisogna essere: Amazzonia? India? Bangladesh? No è sufficiente riunire un certo numero di moto, che so un raduno una gara, una gita furiporta, la nuvoletta Fantozziana è là pronta per rovinarvi la festa, non aspetta altro, insensibile alle preghiere di contadini arsi dalla siccità scarica gioiosamente il suo contenuto appena vede più di una decina di moto nello stesso posto, il fenomeno è studiato da anni dagli scienziati di tutto il mondo senza risultato, cazzate dicerie figurati!
Bè dopo quello che ci è successo io un po’ inizio a crederci, comunque partiamo dall’inizio:

a regà ma a Gennaio non farà un po’ freddo?
Ma che sei scemo là a Cartagena ce stanno 20-25 gradi non piove da settant’anni, Bruno Scola sta là da venti giorni s’è pure abbronzato ò, meraccomando a visiera scura.
Queste erano delle frasi tipo che si potevano sentire in officina da C.P. tra Novembre e Dicembre, ora per noi menti semplici quando una cosa viene ripetuta più di tre volte assume il carattere di verità assoluta quindi siamo partiti da Roma ripetendo: a Cartagena fa sempre caldo e non piove mai (in coro)

Prima tappa, Fiumicino casa de Nello
Contrariamente alle previsioni riusciamo a caricare sul mio furgone Scudo Fiat Cayenne Turbo: la nostra moto,la moto de Nello+tutte le attrezzature necessarie per un peso complessivo di circa due tonnellate e con il furgone leggermente in impennata imbocchiamo l’Aurelia, con l’entusiasmo della nostra giovane età i primi 700-800 km passano abbastanza velocemente ma poi cala la notte e non siamo manco a metà strada, dopo un po’ non abbiamo neanche più la forza di cambiare la cassetta nello stereo che grazie all’autoreverse continua implacabile a diffondere musica disco anni 70 (village people, gloria gaynor, donna summer ecc) a un certo punto mi è sembrato di vedere CP con una tutina rossa aderente e il caschetto biondo che mi fa 892 892!!!!!
Forse è meglio cambiare musica e farci un caffe anzi due.
A Barcellona l’illusione di essere quasi arrivati, maddeché nuns’arriva mai a regà so 2200km c’è poco da fa. Quando finalmente arriviamo al Manolo stiamo in coma , non mi ricordo che giorno è che anno è che devo fa ,cerchiamo di riposare un po’ ma per una strana regola che più uno è stanco più è difficile riposare riesco ad addormrntarmi dopo un paio d’ore,dopo una ventina di minuti verso le 2 di pomeriggio veniamo svegliati da rumori allucinanti,che é crollato l’albergo? n’incidente no era a signora de pulizie ...ttacci tua
A quel punto decidiamo di andare in circuito ,appena esco comincio a sentire freddo e mal di gola (ma che è). Quando arriviamo in pista girano delle sport quelle vere! minchia!!
Intanto sono arrivati da roma (in aereo) Mario, Nello, er Tatuato, poi ancora Fiore e Tonino addetti alla telemetria e rifornimenti, ci organizziamo subito e scarichiamole moto e facciamo un po’ gli sboroni in quanto dopo i cessi delle passate edizioni finalmente anche noi abbiamo una moto bella, verniciata addirittura da un carrozziere vero!!
Intanto delle timide nuvolette si addensano ,la temperatura cala, il vento soffia gelido, ma che ce frega
Tanto a Cartagena non piove mai …o no?
Nel frattempo arrivano i veri protagonisi della kermesse cioè Orazio Fabio Davide Mauro Lucio Firmino Ledzep e tante altre splendide persone, peccato per l’assenza di Alberto, Goffredo e Fange.
Ci sistemiamo nel box che condividiamo con Nello e Piero Gasgas persone dotate di un coraggio straordinario infatti il terzo componente del loro team è il Tatuato l’uomo che non fa i tempi in pista ma i periodi!!
Per la sera si organizza tutti insieme una mega tavolata dal Caporal il quale ci propinerà per l’ennesima volta i suoi calamares fritti nel Castrol.

Venerdì mattina le prove.
La mattina appena mi alzo capisco che qualcosa in me è cambiato: ho la febbre e me viene pure da vomità, si ma tano fuori ci sarà il sole quindi …azz me sembra de stà a Londra comunque almeno non piove. D’altronde a Cartagena non è possibile, o no?
Iniziamo comunque le prove, la moto si comporta bene ma col freddo non è facile capire il limite soprattutto con le gomme stradali che avevamo sotto, C.P. riesce subito a girare in ottimi tempi: 57-56.
Poi tocca a Mario, il nostro pilota d’attacco, quello che ha fatto il panico a Settembre con quel cessetto di moto che avevo preparato con l’aiuto di C.P.: anche lui riesce a girare in ottimi tempi, ma è un po’ legnoso, non è sciolto come al solito. Sarà metereopatico?!?
Intanto io in agonia con sciarpa e berretto di lana appoggiato al muretto dei box sto sempre peggio; sento brividi di freddo e conati di vomito. Poi C.P. mi chiama e mi fa: -a Pe’ nun guardà a pista che ce sta er Tatuato che sta a girà sinò vomiti pe davero. Mettete a tuta e prova a entrà.
Entro solo per vedere se riesco a guidare decentemente e tutto sommato non vado neanche malaccio: la moto è uno spettacolo, le gomme un po’ meno. Poco dopo inizia a piovere nonostante siamo a Cartagena e un’altra certezza svanisce, incomincio a informarmi sul servizio sanitario spagnolo.
Trascorriamo il pomeriggio a cambiare le gomme e a piangere, un’ombra nefasta e un’atmosfera gelida (vera) intanto cala sul circuito. La sera per restare sul filone masochista ritorniamo dal Caporal che ci riscalda i calamares avanzati la sera prima digeribili più o meno come l’eternit. Venerdì sera qualche inguaribile ottimista aveva detto:- Questa è una perturbazione, vedrete, domani non pioverà, infatti non piove, diluvia e fa un freddo cane.
In compenso mi sento molto meglio, probabilmente la Aspirine in sinergia con i calamares del Caporal hanno stroncato i virus che mi avevano attaccato.
Quando arriviamo in circuito nel nostro box stanno girando una scena de “La palude del Caimano”.
Ci trasferiscono in un altro box lontanissimo ma almeno asciutto. In compenso c’è una corrente che stroncherebbe un orso polare; al breifing ci dicono che la gara si fa ma solo di tre ore, e che la pista nonostante tutto è in buone condizioni. A quel punto decidiamo di fare la gara ma non siamo assolutamente attrezzati per la pioggia. Disponiamo soltanto di due K-way e un rotolo di domopak (nella zona le tute antipioggia sono sconosciute).
Facciamo le prove cronometrate senza saperlo: questo ci farà partire in una posizione che non rispecchia il nostro potenziale, ma tanto….

La gara:
bè, ha un suo fascino la pista bagnata: il freddo, la foschia.
Nel frattempo ci siamo preparati alla meno peggio: C.P si è tutto fasciato col domopak, stivali compresi, Mario con K-way e pigiama sotto la tuta e, mentre anch’io mi accingo a fasciarmi col domopak a mò di merluzzo gigante, Davide De Martin mi offre la sua tuta antipioggia e gliene sarò eternamente grato. L’unico inconveniente è che fra il pigiama, la tuta di pelle, più l’antipioggia mi muovo un po’ a scatti tipo Frankestein ubriaco, così trasformati nel peones racing team entriamo in pista.
CP come al solito fa un’ottima partenza e inizia subito a girare forte (3° tempo assoluto) la moto va bene nonostante il diluvio ,il merito è anche della Avon che abbiamo montato al posteriore ma davanti stiamo con una Metzler stradale ed è quella che mi preoccupa, tutto fila liscio fino al primo cambio, tocca a me:
MINCHIA! se piove, il problema non è tanto rimanere in piedi ma vedere qualcosa: superato lo choc iniziale inizio a prendere le misure al problema dopotutto non posso avere paura dell’acqua essendo un idraulico!! La moto va da Dio, neutra, perfetta soltanto l’anteriore non dà piena fiducia ma niente di tragico, inizio a divertirmi davvero, sul bagnato si riesce a raggiungere una concentrazione totale poi alla staccata in fondo al rettilineo senza preavviso la moto resta con il gas aperto, e questo un po’ mi deconcentra riesco a rimanere in piedi e rientro per il cambio con Mario (a quel punto eravamo 4° o 5°) ,appena riparte dico a CP del problema e mentre ne stiamo ancora parlando ci chiamano dicendoci che Mario è caduto dopo appena mezzo giro (sempre per il problema al gas) per fortuna senza farsi male, poi succede di tutto: bandiera rossa e safety car in pista, tutti in fila piano piano a un certo punto comunicano alla vettura di rallentare perché il Tatuato non riesce a tenere l’andatura ma poi stringendo i denti farà il suo giro veloce proprio dietro la safety car.
Mentre ormai fuori dai giochi ci godiamo lo spettacolo al nostro box arriva un furgone e ci consegna un blocco d’argilla 2m x 1 con due manopole ai lati, scalpelliamo il manufatto e la nostra Moto riappare in tutto il suo splendore (insomma) raddrizziamo le pedane a calci e mi ributto dentro, i primi giri li faccio sparando pezzi di terra dappertutto poi il gas comincia a bloccarsi ad ogni curva (Maledette molle morbide)! decido di continuare primo perché comunque me stavo a diverti e poi per fare esperienza sul bagnato: dopo una decina di giri rientro e passo la mano a CP che fa due o tre giri e poi rientra dicendo che con i carburatori che non chiudono è pericoloso, la moto va dritta ed è difficile gestirla, decido al volo di rientrare perché la gara la voglio almeno finire anche per dare un senso ai 2200 km che ci siamo sparati ed è una fortuna perché assisto al momento più emozionante della gara: li vedo spuntare dalla foschia come due antichi cavalieri medioevali, si sono proprio loro er Tatuato e Garibaldi mentre viaggiano a folle velocità verso la prossima curva er Tatuato si gira e sembra dirgli: ne resterà soltanto uno, mentalmente me gioco 100 euri sul Tatuato poi s’attacca ai freni e scala 6 marce e garibaldi lo infila senza pietà. Deluso rimetto in moto e scappo verso il traguardo dove finalmente passo sotto la bandiera a scacchi, mi produco pure in un burn-out che sul bagnato vengono una favola!

Conclusioni:
Il problema ai carburatori ci ha penalizzato totalmente compreso il botto di Mario, guidare in quelle condizioni è difficile sull’asciutto figuriamoci sul bagnato,
francamente mi riesce difficile capire chi ha rinunciato a correre, in fondo l’andatura ognuno la gestisce secondo le proprie possibilità, le possibilità di farsi male seriamente (secondo me) sono senza dubbio superiori sull’asciutto quando si gira a ben altre velocità, il bagnato è soprattutto un blocco psicologico (il freddo un po’ meno), peggio per voi non sapete cosa vi siete persi
tanto a settembre ripiove.


 

 

 

 

© Anima Guzzista